Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Gli eroi della linea curva

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Gli eroi della linea curva

L’informazione di San Marino

Gli eroi della linea curva

Antonio Fabbri

SAN MARINO. Lo sventurato popolo che ha bisogno di eroi si sta organizzando per cercarne uno che porti avanti la teoria opportunistica secondo cui la traierttoria più breve tra due punti, sovvertendo i dettami della geometria, è una linea curva. Soprattutto se non si vuol fare capire chi realmente si è, quello che veramente si fa e ciò a cui esattamente si mira. allora spunta l’idea geniale. Da dove arriva? Da una banca. Serve un premier. Oh,
bella! Cavolo questa non l’aveva mica mai
detta nessuno!
Dietro a questa inedita rivelazione
messianica, qualcuno ha cominciato
a domandarsi come nell’ultima cena: “Sono
forse io?”. Qualcun altro: “Si riferisce a
me?” Qualcun altro ancora non ha avuto
dubbi: “Si parla senz’altro di me!” E infatti
è intervenuto per primo. “Lo sai da quanto
tempo lo sostenevo io?” ha detto il Segretario
Teodoro Lonfernini tronfio d’orgoglio.

Poi c’è pure chi ha detto: “Forse meglio di
no, San Marino si è sempre salvato con la
collegialità”. Eppure la logica del primo ministro
che, anche se non istituzionalizzata, di
fatto c’era con gli svariati uomini forti oggi
nei guai giudiziari, ha portato tanto di quel
bene a questo Paese che si sente proprio il
bisogno di scovarne altri.

Vuoi vedere, allora, che il prescelto dalla
profezia del presidentissimo di Asset Banca,
Stefano Ercolani, se ne era stato per un po’
zitto zitto, per poi uscire con perle di saggezza
,
pure lui snocciolando cose che prima
d’ora non aveva mai detto nessuno? E’ stato
lì, dietro le quinte, a intessere la sua tela
di rapporti, che peraltro aveva già, con la
San Marino che conta.
Poi è spuntato e ha
scodellato la sua ricetta: una specie di nuovo
Arengo. Una Costituente. Beh, qui scatta
l’applauso a un mese dal 25 marzo.
Però, non è che si può venir fuori tutto d’un
tratto e dire: “Vabbè, visto che lo chiedete,
il premier lo faccio io”. E allora, sempre
per via della storiella della linea più breve
tra due punti che a volte conviene sia curva,
sembra prenderla alla larga.

Della Costituente, come la intende lui, ha già
previsto tutto. Intanto usa affermazioni ecumeniche
alla Alessandro Rossi o tipo Cielle:
va fatta “tutti insieme” e dev’essere “eletta
dal popolo”, con “persone rappresentative
di tutte le parti in gioco”. Per poi passare a
dire che cosa si debba correggere, utilizzando
espressioni mutuate dal più scafato politichese:
c’è troppa “ frammentazione parlamentare”
e serve un “cambio di passo”.
In
questa “discesa in campo” mascherata da
“smentita di discesa in campo”, l’esperienza
furba maturata in tante carte bollate di citazioni
in giudizio, lo fa esordire con una presa
in giro spacciata per “libero pensiero”.

L’avvocato Matteo Mularoni prima dice che è troppo impegnato per dedicarsi alla politica
e quindi non farà attività in tal senso. Poi, però, la proposta
politica te la scodella bell’e pronta: una Assemblea Costituente che
cambi le leggi. Punti salienti: un potere esecutivo che superi la
collegialità delle decisioni (questa non l’aveva già detta qualcuno?) e
la riforma di ciò che finalmente funziona, ma che più rompe le scatole
in questo momento: la giustizia.
Così l’avvocato Mularoni con tante parole
petalose – sarà che di nome fa Matteo pure
lui come quell’altro – mette in piedi le colonne
e gli architravi della sua idea di nuovo
Stato, tutta mutuata dalla sana passione per
il Paese respirata in famiglia, mica uscita
dalla polvere espirata in studio alle prese
con le sudate carte che lo hanno fatto mentore
di tanti accordi tra gli istituti di credito
sammarinesi! Di sicuro è un caso… ma non è
che le banche se la passino tanto bene.
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