Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Il bluff dei beneficiari effettivi delle banche: “Tradito lo spirito

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Il bluff dei beneficiari effettivi delle banche: “Tradito lo spirito

L’informazione di San Marino

Il bluff dei beneficiari effettivi delle banche: “Tradito lo spirito”

I consiglieri Lazzari e Pedini Amati si sono recati ieri in Banca centrale per conoscere i proprietari delle banche, ma la norma adottata si è rivelata una presa in giro. “Si finge di svelare quello che in realtà si continua a voler tenere nascosto”

Antonio Fabbri

Il decreto sul titolare effettivo dei soggetti bancari e finanziari si rivela un bluff. Non si conosce fino in fondo, cioè, chi sono i proprietari di tutte le banche. Lo confermano i consiglieri Luca Lazzari e Federico Pedini Amati,

finora gli unici – il
decreto è in vigore da giugno
– ad essersi recati ieri in Banca
centrale per conoscere la proprietà
dei soggetti autorizzati:
banche, finanziarie, compagnie
assicurative di diritto sammarinese.

Come mai proprio ieri avete
deciso di recarvi in Via del
Voltone?

“I motivi principalmente sono
due. Il primo – spiega Pedini
Amati – è che se per ipotesi il
decreto non fosse stato ratificato,
poi nessuno avrebbe avuto
la possibilità di avere accesso a
quelle informazioni. Il secondo
è che in questa sessione consiliare
si discuterà del prestito
da 600-800 milioni di euro da
chiedere all’Italia a sostegno
delle banche”.

“Questa ipotesi di apertura
di linea di credito – aggiunge
Luca Lazzari – significa ancora
ricadute sulla collettività”

Che cosa non va nel decreto?Bisogna partire dal 2012, anno in cui fu approvato l’emendamento alla finanziaria che chiedeva di conoscere le proprietà bancarie”, dice Luca Lazzari. “Fino a un certo momento le banche hanno creato ricchezza e occupazione, poi c’è stata la caduta verticale ed hanno iniziato a beneficiare di defiscalizzazioni e ad appoggiarsi sui fondi previdenziali. In più l’azione dell’autorità giudiziaria ha confermato l’intreccio tra politica e settore bancario”. “L’emendamento presentato all’epoca da Alessandro Rossi – prosegue Pedini Amati – ben rappresentava le aspettative del paese, tanto che trovò i voti favorevoli anche di parte della maggioranza”. “L’assunto – aggiungono Pedini Amati e Lazzari – era: se dobbiamo aiutare le banche, allora vogliamo sapere di chi sono. Sono passati due anni e mezzo e quello spirito, attraverso articoli di legge successivi è stato tradito. E oggi (ieri, ndr) lo abbiamo potuto constatare”.

Perché? “Perché permangono le schermature fiduciarie e non è possibile sapere chi sono quegli azionisti che hanno meno di un 5% di quote, i quali, in ragione di accordi parasociali, potrebbero insieme costituire cartello e determinare le sorti degli istituti”

Quindi la norma non rende
trasparente nulla

“La legge di per sé ha un vizio
originale: è stata fatta per non
rendere noto volutamente di chi
sono le banche”, dice lapidario
Pedini Amati. “Anzi – aggiunge
– per continuare a coprire i
proprietari delle banche”

Cioè?
“Si gioca sui tecnicismi, sulle
interpretabilità e sulle definizioni
giuridiche. Si finge di
svelare – dice Lazzari – quello
che in realtà si continua a voler
tenere nascosto”.

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