L’Informazione di San Marino
Nella Penta
movimentazioni e acquisti immobiliari non iscritti a bilancio
Tangenti e quote
occulte in istituzioni finanziarie
Antonio Fabbri
SAN MARINO. La trasparenza bancaria diventa fondamentale per capire come si
è mosso il panorama economico e politico. Lo si evince chiaramente dal
documento con il quale i giudici hanno chiesto alle banche e finanziarie di
scandagliare conti e patrimoni degli indagati del filone “Penta immobiliare”. Un
filone nel quale si indaga, come descritto nei giorni scorsi, per associazione
a delinquere, riciclaggio e false comunicazioni sociali.
Le false
comunicazioni sociali. Questo terzo titolo di reato è contestato a Giuseppe
Roberti e Giuseppe Moretti. I due sono stati, e Moretti figura ancora tale,
amministratori di Penta Immobiliare s.r.l. In questo ruolo
hanno omesso secondo l’accusa di iscrivere a bilancio e nella nota integrativa,
gli immobili acquistati nell’interesse di Pier Marino Mularoni, all’epoca
Segretario alle Finanze, e Pier
Marino Menicucci, allora Segretario Dc.
Gli immobili risultano
acquistati con denaro versato a
titoli di finanziamenti dei soci.
In realtà gli inquirenti ritengono
che sia il provento di quella
che identificano come una
associazione a delinquere. Così
facendo veniva simulata una attività della Penta in realtà, secondo
i magistrati, inesistente.
Per l’accusa l’unica funzione
della società era infatti quella
di costituire uno schermo per
consentire ai soci di acquisire
gli immobili senza pagarne il
prezzo.
Tra prestanome
e partecipazioni occulte
Dal documento che richiede le
verifiche sui conti e patrimoni,
inoltre, si comprende come la
ricostruzione degli inquirenti
sia in stato molto avanzato.
Ricostruita l’evoluzione e gli
sviluppi di quello che viene definito un gruppo criminale.
Vicissitudini che hanno riguardato
alcuni anni tra alleanze
politiche, scissioni partitiche
fino ad arrivare ad epoca
più recente, in cui i soggetti
facenti parte dell’associazione
a delinquere, specialmente
quelli apparentemente estranei
alle istituzioni, nella fase
discendente delle loro parabola
politica, hanno agito secondo
i magistrati per conservare e
riciclare quanto illecitamente
incamerato nel tempo.
In questa attività si è sostanziata
la cessione di beni a prestanome
o a soggetti compiacenti,
e il ruolo preponderante assunto
istituzioni finanziarie attraverso
partecipazioni occulte.