Antonio Fabbri – L’informazione: In Finproject pure le carte su chi doveva allestire la sala per le intercettazioni

Antonio Fabbri – L’informazione: In Finproject pure le carte su chi doveva allestire la sala per le intercettazioni

L’informazione di San Marino

In Finproject pure le carte su chi doveva allestire la sala per le intercettazioni

Antonio Fabbri

SAN MARINO. La ricostruzione delle indagini sui libretti Mazzini, i flussi, le ipotesi di corruzione, le difese che mirano a smontare le accuse. Ieri è stata la volta dell’audizione, davanti al giudice Gilberto Felici, Paolo Francioni, del Nucleo Antifrode. Le parti civili finora non hanno fatto domande. Le ha fatte, invece, il Procuratore del Fisco, Roberto Cesarini. Ha chiesto di ricostruire la genesi delle indagini su Finproject

“Intervenne
direttamente il Commissario della
Legge che incaricò di fare accedere
Aif e Bcsm che dovevano
svolgere delle verifiche. Questo
perché ci accorgemmo che all’interno
degli uffici c’erano delle
persone, ma nessuno ci apriva.
Così il Commissario Vannucci
dispose l’accesso coatto”
. Le prime indagini in Finproject scaturirono dal famigerato caso del trasferimento di soldi di soggetti cinesi. Le
prime indagini in Finproject scaturirono
dal famigerato caso del
trasferimento di soldi di soggetti
cinesi. “Poiché la documentazione
era promiscua venne data
disposizione dal magistrato di
perquisizione e sequestro di tutte
le carte e supporti informatici
presenti”

Pure le intercettazioni dovevano passare per Finproject. Fu dal sequestro di quelle carte che emerse l’attività che la finanziaria aveva con Bcs.

Ci siamo accorti successivamente
che molti dei mandati fiduciari
di Finproject giravano su
conti di Bcs
”. L’ispettore Francioni
ha riferito che in seguito ai
sequestri, sempre su delega del
magistrato, era stata verificata
tutta la documentazione. Tra questa
erano state rinvenute carte per
certi versi inquietanti che avevano
destato interesse investigativo.
Come emerso ieri dalla testimonianza
c-erano anche documenti
relativi alla creazione dell’ufficio
intercettazioni che doveva trovare
posto all’ultimo piano del palazzo
del tribunale. Vennero trovati
documenti, appunti e numeri
telefono delle persone che se ne
dovevano occupare
”, ha riferito
ieri in aula l’ispettore Francioni.
Emblematico che nominativi e
numeri di telefono di chi avrebbe
dovuto realizzare la saletta delle
intercettazioni, si trovassero
“custoditi” in FinProject. Oltre
a questa documentazione furono
rinvenuti “report relativi a società
estere, in particolare delle Isole
Marshall e intercettazioni che
riguardavano la nomina di un
ambasciatore”. Documentazione
sulla quale il Nucleo Antifrode
depositò apposita segnalazione.

La difesa di Roberti
L’avvocato Rossano Fabbri, difensore
di Giuseppe Roberti, ha
incentrato le domande mirate
a fare emergere che il suo assistito
non avesse alcun ruolo in
FinProject. “Rispetto alla finanziaria
Roberti compare rigo per
rigo in una sere di atti e compare
come fiduciante. Non posso dire

– ha aggiunto tuttavia l’ispettore
Francioni – che nella finanziaria
avesse una posizione predominante.
Finproject era della famiglia
Bruscoli e di soggetti stranieri.
Ricordo Kankun
”. L’ispettore
ha affermato che Roberti aveva
una posizione di “dominus” in
Banca Commerciale Sammarinese
che poteva contare sulla
collaborazione della finanziaria.
Poi l’avvocato Rossano Fabbri ha
chiesto se l’attività di indagine
sia sempre stata costante o abbia
subito una accelerazione. Il legale
ha quindi prodotto una missiva
firmata dal Magistrato Dirigente
nella quale si evidenziava che
nelle carte sequestrate nell’ambito
dell’inchiesta su Finproject
emergevano situazioni che, se
non prese in esame, avrebbero
potuto creare “imbarazzo per la
magistratura
”. “Ci fu quindi una
accelerazione nelle indagini sui
conti bancari sviluppatasi con
l’arrivo dei nuovi inquirenti
”,
ha rilevato l’avvocato Fabbri che
ha poi depositato agli atti questa
lettera che ha affermato essere
nel fascicolo, pur non essendo
contrassegnata da numero di affogliato.
Quindi ha chiesto del
collegamento tra Roberti e Poedschi.
Il collegamento tra Fondazione
e Mazzini si riscontra
tramite il libretto Brasile, su cui
transitarono fondi trasferiti fondi
verso esponenti politici. Su una
contabile su cui Gilberto Canuti,
per conto di Giuseppe Roberti,
aveva annotato “Beppe 9/8 ore
16:35 “Podeschi” per il trasferimento
50mila. Ma non abbiamo
riscontrato elementi per dire che
si tratti di quel Podeschi
”.

La difesa Podeschi
Affermazione – risultante da una
prima relazione del marzo 2015,
confermata da Francioni, mentre
in quella successiva di maggio
2015 i 50mila euro venivano definiti
riconducibili a Claudio Podeschi
– sulla quale hanno puntato
gli avvocati Annetta e Pagliai.
Così, dei 2.831.400,07 che nel
capo di imputazione 4A vengono
contestati come ricevuti da Claudio
Podeschi, i suoi legali si sono
concentrati solo su quei 50mila
euro, ritenendoli il grimaldello
per scardinare l’accusa, indicandoli
come l’unico collegamento
di Podeschi al Conto Mazzini.
Chieste dall’avvocato Pagliai anche
le modalità di procedere e le
anomalie riscontrate. L’ispettore
Francioni ha parlato di operazioni
effettuate a distanza di un
minuto o di pochi secondi l’una
all’altra: da un libretto ad un altro
libretto, con lo stesso esecutore
per medesimi importi e di documentazione
ritrovata spillata
insieme a testimonianza di una
operazione correlata. In alcuni
casi i libretti venivano aperti con
il versamento di un centesimo.
In altri aperti contestualmente
al versamento cospicuo. Poi, ad
esempio, una decina di giorni
dopo si presentava a prelevare un
altro soggetto con quello stesso
libretto. L’ispettore Francioni ha
riferito che sono state esaminate
oltre 240mila contabili.

Banca Privata e le altre tangenti
Ricostruiti i passaggi dei versamenti
per la banca impresa.
“L’autorizzazione fu negata due
volte alla famiglia Amati. Poi ci
furono i versamenti sul libretto
‘Arrivederci’. I soldi non vennero
utilizzati per versare il capitale
sociale della banca, ma finirono
sui libretti da uno a quattro che
andarono in mano a politici”. Le
modalità del trasferimento del
denaro finito in libretti in mano a
politici, l’assenza di altri rapporti
sottostanti e di pezze giustificative
sono significativi, secondo le
relazioni dell’ispettore Francioni,
confermate ieri in aula, della tangente.
Individua altri due casi in
cui ad avviso dell’ispettore si può
parlare, sulla base delle evidenze
della documentazione da lui esaminata:
i vaso della sede di banca
centrale e della finanziaria dei
Colombini, con il versamento di
800milioni di vecchie lire.


La difesa di Stolfi
L’avvocato Simone Menghini, oltre
alle domande per ricostruire
la partecipazione di Stolfi nelle
società interessate dalle indagini
e rilevando che non figurava
nelle compagini societarie né di
Bcs né di Finproject, ha mirato
le domande alla verifica della
sussistenza dei reati presupposti.
Chiedendo se l’ispettore Francioni
avesse accertato il condizionato
del consenso elettorale o degli
organi istituzionali, o se avesse
verificato casi di corruzione o
evidenze di reati contro la pubblica
amministrazione. Francioni
ha ribadito che, al di là dei tre
casi citati in cui dall’analisi dei
libretti e flussi ha potuto riscontrare
evidenze di corruzione, non
ha svolto altre indagini in quella
direzione che sono state eseguite,
invece, dall’autorità giudiziaria.
Ripercorso anche il quadro delle
movimentazioni del libretto Giulio2
contestato a Stolfi.


La difesa Menicucci
L’avvocato Maria Selva ha chiesto
di ricostruire i passaggi relativi
alle contestazioni mosse al suo
assistito, Pier Marino Menicucci,
e la questione del passaggio di
quote di Penta immobiliare, risultante
da una scrittura privata rinvenuta
solo in copia, da Roberti e
Moretti a Menicucci e Pier Marino
Mularoni. Anche in tale caso
Francioni ha rimarcato l’assenza
di “pezze giustificative” per i trasferimenti
di denaro contestati o
le intestazioni di immobili.
Nel pomeriggio si e proseguito
sulla ricostruzione dei flussi contestati
agli altri imputati. Il processo
riprende oggi per terminare
l’audizione dell’ispettore Francioni.
Di seguito toccherà al funzionario
dell’Aif Walter Serra.

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