Antonio Fabbri / L’informazione: ‘Le vicende di Bcs si risolsero in uno ‘scippo’ a tutto vantaggio di asset Banca e Stolfi’

Antonio Fabbri / L’informazione: ‘Le vicende di Bcs si risolsero in uno ‘scippo’ a tutto vantaggio di asset Banca e Stolfi’

L’informazione di San Marino

Nella testimonianza di Emilio Della Balda le parole che vennero riferite da Bruscoli

“Le vicende di Bcs si risolsero in uno ‘scippo’ a tutto vantaggio di asset Banca e Stolfi” 

Antonio Fabbri

SAN MARINO. Processo Mazzini, entrano in aula le valutazioni politiche legate all’attività della contestata associazione a delinquere. Valutazioni politiche soprattutto nella deposizione del primo testimone della mattinata di ieri davanti al giudice Gilberto Felici. 

L’audizione di Augusto Casali

Augusto Casali ha ricostruito un quadro, seppure senza fare esempi specifici, che ha confermato il quadro delineato dall’accusa parlando di gestione del consenso, capacità di indirizzo nelle nomine, gestione dell’economia. 

Come
sintomo di qualcosa che
non quadrava Casali ha
citato il numero delle
preferenze. “Nel 2001
–ha detto– ero segretario
politico. Ottenni
seicento preferenze,
mentre Stolfi e Andreoli
arrivarono a sfiorare le
1500
”.
Casali racconta anche
l’episodio in cui si
presentò da lui, all’epoca
Segretario al Turismo,
una persona con una
bustarella. “La rifiutai”,
ha detto Casali.
Poi ha illustrato come
avvenivano le nomine
dei rappresentanti
diplomatici. “Venivano
portate in Congresso e
nessuno si è mai opposto
nessuno. Ricordo, quando
ero agli esteri, che
su un rappresentante
del corpo diplomatico
ci arrivò una segnalazione
dalla Svizzera.
Mi attivai subito per
revocare l’incarico
”.

Chiesto conto anche di un trasferimento di denaro da Finproject che dalla contabile risulta essere finito ad un non meglio precisato Casali. “Non ho mai ricevuto nulla -ha ribadito- Non
ero l’unico Casali nel
mio partito
”, è stata la
risposta.

La testimonianza di
Emilio Della Balda
Quindi l’audizione di
Emilio della Balda che
fu presidente di Finproject
dal 2005 al 2006,
prima di essere incaricato
alla medesima carica
in Banca Commerciale
Sammarinese.
Emilio Della Balda, alle
domande della parte
civile, ha risposto di
non aver “mai rilevato
anomalie o irregolarità
nelle pratiche vagliate
come presidente. Se le
avessi rilevate sarei intervenuto
”,
ha detto. Sul
mandato fiduciario Cinghiale
Della Balda ha
riferito che un funzionario
gli segnalò l’attività
anomala. Gli indicò di
rivolgersi al direttore per
la segnalazione. “Ho
sempre ritenuto che il
presidente del cda non
dovesse intervenire.
Non rientrava nelle mie
funzioni. Quindi dissi
di rivolgersi a direttore
generale
”.
Della Balda ha riferito
che se ne andò dalla presidenza
della finanziaria
avendo “la sensazione
di non essere gradito.
Il direttore all’epoca
era Madoir. Lui fece
opposizione alla mia
nomina come Presidente.
Avevo capito che non
ero gradito
”.

Venne quindi nominato
presidente di Bcs. In
questo contesto sono
state quindi ricostruite
le vicissitudini del Cda
della banca, fino a quando
ci furono anche delle
dimissioni in blocco,
a parte due membri:
Franceschetto e D’Amico.
Fu un atto necessario
dato che ad ogni
Cda D’Amico Faceva
attacchi ai membri del
consiglio. Il cda era diventato
invivibile. Come
presidente lo richiamai
varie volte. Ma fu
inutile. Alcune contestazioni
che muoveva erano
condivise anche da me.
Tuttavia la modalità di
rapportarsi era inaccettabile
”.
Cosa ci faceva un
generale della guardia
di finanza in pensione
nel cda di una banca
sammarinese?
” Ha
chiesto il giudice Felici.
Era stato nominato dai
soci
”.
Era una sorta di lobbing?
ha chiesto ancora
il giudice Felici, ma la
domanda è rimasta senza
risposta.
E’ stato rilevato dalla
parte civile che D’Amico
segnalò a Banca
Centrale un bilancio in
sofferenza di Bcs, con
crediti non adeguatamente
garantiti per 52 milioni
di euro. “Non mi risulta.
L’ultimo bilancio che ho
firmato era in attivo di
un milione
”, ha risposto Della Balda.

Poi l’avvocato Antonella
Monteleone della
parte civile ha incalzato
con altre domande su
informazioni relative al
bilancio. “Cosa vuole
arrivare a dimostrare?
”,
ha chiesto quindi il
giudice. “Voglio arrivare
a dimostrare che quella
di Della Balda era una
presidenza pilotata
dagli altri imputati di
questo processo
”, ha
detto l’avvocato. “Questa
affermazione è offensiva.
Non sono mai stato pilotato
da nessuno. Sono
sempre stato al di sopra
dei contrasti. Respingo
questa insinuazione
”, ha
replicato il testimone.
E le pratiche che visionava
dal cda erano tutte
garantite?
”, ha chiesto il
legale. “I bilanci da me
firmati erano in attivo
”, è
stata la risposta. “Perché
è stata commissariata?

Io ho sempre pensato a
una manovra politica
”,
ha detto Della Balda.

La manovra politica
Proprio su questo punto
della manovra politica si
è tornati più volte. Della
Balda ha raccontato che
Gianluca Bruscoli, dopo
un incontro con i Segretari
di Stato Antonella
Mularoni e Claudio Podeschi,
cui era presente
anche il direttore di
Banca Centrale Giannini,
riferì che questi gli avevano detto che se
avesse voluto salvare la
Banca lo stesso Della
Balda e Giuseppe Roberti
avrebbero dovuto
dimettersi.

La vendita di Bcs “a tutto
vantaggio di Asset”

Trattata, in questo contesto,
anche la vicenda
della vendita di Bcs
ad Asset. A richiamarla,
in una domanda,
l’avvocato di Bruscoli,
Maria Antonietta
Pari che ha riportato il
passo dell’audizione di
Della Balda in istruttoria:
Sempre secondo
Bruscoli e Roberti, le
vicende di BCS si erano
risolte in un “scippo”,
talvolta parlava di “rapina”,
a tutto vantaggio
della Asset Banca e
di Fiorenzo Stolfi che,
a dire di Bruscoli e
Roberti, era uno dei soci
della banca
”. “Di quale
banca?
”, ha chiesto l’avvocato
Pari. “Asset”, ha
risposto Della Balda.

Di nuovo la truffa Gival
Ripercorsa anche la vicenda
della truffa Gival,
costata alla banca 19
milioni di cui ne furono
recuperati circa la metà.
L’avvocato Maurizio
Simoncini ha chiesto se
il testimone ricordasse
gli emolumenti in quella
circostanza erogati a
Marcucci. “Non ricordo,
ma Marcucci era il
legale della banca
”, ha
in sostanza risposto il
testimone.

Su Kankun, altro
soggetto cui sono finiti
denari nell’ambito del
caso della truffa Gival
e non solo, Della Balda
ha dichiarato: “Io ho
l’impressione che fosse
persona che minacciava…

per recuperare il
crediti.

Il processo prosegue
oggi con altri testimoni.

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