Antonio Fabbri – L’informazione: Mazzini, il giochino che fece sparire i sei milioni di Murray

Antonio Fabbri – L’informazione: Mazzini, il giochino che fece sparire i sei milioni di Murray

L’informazione di San Marino

Mazzini, il giochino che fece sparire i sei milioni di Murray

/ Intanto le difese puntano sulla testimonianza dell’avvocato di Phua per contestare una indagine “parziale” e sostenere che era denaro pulito

Antonio Fabbri  

SAN MARINO. Le difese puntano su Giovanni Lega, l’avvocato di Paul Phua in Italia, e insistono sull’archiviazione dell’ormai famigerato procedimento svizzero per sostenere che i soldi trasferiti da Black sea Pearl a Clabi erano puliti. Gli avvocati di Podeschi e Baruca in particolare insistono nel sottolineare che non sono state fatte nell’interrogatorio agli atti, delle domande ritenute fondamentali per raccogliere prove a discarico, “tralasciate dal fascicolo”, insistono. Ma a pesare parecchio, nella giornata di ieri, è stata la testimonianza di Simon Murray. Una deposizione che lascia intravedere come di reati presupposti ce ne possano essere non uno, ma due, nella vicenda dei soldi da questi versati e finiti sui libretti con un raggiro ai suoi danni e la già ipotizzata corruzione. De Magalhaes chiese soldi a Murray per non meglio precisati investimenti in hotel, banche e Tlc; i sei milioni versati finirono alla Fondazione di Silva senza che l’investitore ne sapesse nulla; i soldi travasati nei libretti di Mazzini e i progetti finirono in cavalleria. Un “giochino” con cui Mazzini fece “sparire” i sei milioni di Murray.
L’audizione del Segretario
Teodoro Lonfernin
i
La mattinata si è aperta con l’audizione
come testimone del Segretario
al Turismo Teodoro Lonfernini.
Al centro della testimonianza
il suo interessamento, assieme al
governo, per l’apertura di un hotel
della catena Aman a San Marino.
Se ne era parlato più volte, sia per
la sua realizzazione all’ex tiro a
volo di Murata o al camping. L’ultima
ipotesi era sui terreni a San
Giovanni della Fondazione Graziani.
Nel confronto fu interessato
anche il Padre del Segretario Lonfernini,
Luigi, in qualità di presidente
della Fondazione Graziani.
Il Segretario di Stato ha specificato
di non essere mai entrato nella
trattativa privata, ma che il confronto
ebbe un percorso parallelo:
da un lato la trattativa tra le parti
private, dall’altra i rapporti con
lo Stato. Dell’albergone non se
ne fece più niente, né nell’uno né
nell’altro sito. “Non venne trovato
accordo tra le parti sul prezzo dei
terreni
”, ha spiegato il segretario
Lonfernini che nell’interrogatorio
agli atti l’avvocato Lega aveva definito
primo ministro”. “Non mi
sono mai definito tale
”, ha tenuto
a specificare il Segretario Lonfernini
Ricostruite anche le trasferte
di membri di governo che, accompagnati
da Podeschi che con Phua
aveva rapporti, erano stati in visita
all’Aman Resort di Venezia. Nella
legislatura precedente Segretari di
Stato erano andati anche in Montenegro,
paese dove Phua era, prima
della revoca, ambasciatore per
il Titano.

“No” sulla gaming room vero
motivo per cui saltò l’albergone

Il gaming, gambling e bet on-line
sono gli affari delle società, tra
cui la Black sea pearl, legate alla
“galassia” Phua che, ha riferito
l’avvocato Lega, nel 2015 hanno
fatturato un trilione di dollari. E’
tra l’altro emerso, dalla testimonianza
dell’avvocato Lega, che il
progetto di Aman a San Marino
non fu abortito solo per il costo
dei terreni, ma, conditio sine qua
non, era la possibilità di realizzare
una gaming room per le scommesse
all’interno dell’hotel. Vietato a
San Marino, visto che l’unica concessionaria
autorizzata è la Giochi
del Titano.
Le audizioni di Chiaruzzi
e Benedettini
Sentito, in mattinata, anche l’ex
Segretario del Partito Socialista,
Mauro Chiaruzzi, il quale ha riferito
circa un viaggio in Russia che
fece assieme a Podeschi, Giovanni
Lonfernini e Fiorenzo Stolfi. “Fu
un viaggio di vacanza all’indomani
dell’intesa raggiunta per la
formazione dell’allora governo
formato da Dc e Pss”, ha riferito
Chiaruzzi, specificando che là
incontrarono anche Armin Sarkissian
ed erano accompagnati da
Pietro Silva, che faceva anche da
interprete.
Quindi l’audizione di Moreno Benedettini
che, per un certo periodo,
dopo aver preso l’aspettativa dalla
Pa dove lavora ancora oggi, tra il
2008 e il 2009 operò nell’import
export di materie prime, dall’oro
ai diamanti, dal ferro all’urea,
materiale, quest’ultimo, per fertilizzanti,
ma che può essere usato
anche per produrre esplosivi. “Di
questo non ero a conoscenza
”, ha
detto Benedettini, che ha fatto una
ricostruzione dei suoi rapporti con
Podeschi e Baruca nell’ambito di
questa singolare attività.

L’avvocato Giovanni Lega
L’avvocato milanese che segue gli
interessi di Paul Phua e della sua
galassia, ha riferito che fu Petros
Sthatis – in affari con Phua e altre
persone emerse negli atti – ad indicare
Podeschi all’avvocato Lega.
Il legale milanese, oltre a parlare
ancora della vicenda albergone, è
tornato sulla vicenda del tribunale
elvetico che aveva messo sotto
la lente le società da lui seguite.
Me ne occupai nell’interesse di
Phua
”, ha detto l’avvocato Lega,
e delle società della sua “galassia”,
come l’ha definita per semplificare
il giudice Felici. “In svizzera ci fu
il sequestro di 40 milioni di dollari.
Poi furono dissequestrati e
il fascicolo fu chiuso nel febbraio
2014
”. L’altra chiusura di indagine
che si trova agli atti, e risalente al
luglio 2014, riguardava il consulente
di Black Sea Pearl, Werner
Berger, che fu sanzionato amministrativamente
per violazione
degli obblighi di verifica antiriciclaggio,
ha spiegato l’avvocato
Lega, che ha ribadito che Phua e
le sue società hanno visto chiusa
con un nulla di fatto l’indagine nei
propri confronti.

La testimonianza di Murray
Sei milioni di Euro, tanti ne versò
Murrai a Polider e di questi solo
500mila andarono in uno dei progetti
per i quali si era interessato a
San Marino. Gli altri 5,5 milioni
buttati dalla finestra”. Con quei
500 mila euro Murray ottenne le
quote della Smt-Prima di cui ancora
oggi è azionista e presidente.
Quella somma non venne definita
da parte mia, ma furono Della
Balda e Silva a definire questa
cifra
”. Tra l’altro “noi avevamo
(…)fatto richiesta per una licenza di
telefonia mobile tramite de Malgalhaes.
Ci era stato riferito che
ne sarebbero state concesse tre.
Mi è stato detto che l’idea migliore
era di investire in una licenza
che esistesse già ed era assegnata
ad Andrea Della Balda. A mio
giudizio non aveva le risorse adeguate
per il progetto. Decisi di entrare
in società. Inizialmente non
sapevo che Silva e De Magalhaes
avevano deciso di pagare 500.000
euro. Lo seppi dopo”.
Murray versò alla Polider circa 6
milioni di euro. Soldi che non si riferivano
solo al progetto Tlc, ma,
nelle intenzioni di Murray dovevano
servire anche per una banca
e un hotel.
Non sapevo che i soldi fossero
finiti una Fondazione. Quando
me lo dissero rimasi molto deluso.
Pensavo fosse un ente benefico, e
invece seppi che si trattava di ente
privato. Mi venne detto da De Magalhaes
che, comunque, poiché
Silva conosceva tutte le persone
più importati a San Marino, dovevamo
averlo a Bordo
”.
Murray ha riferito di non sapere
che fine abbiano fatto quei soldi
e ha detto di non aver denunciato
De Magalhaes, ma di avere avviato
azioni legali per recuperarli
oltre ad avere interrotto ogni rapporto
d’affari lui. “Sa di indagini
nei confronti di De Magalhaes in
Brasile
”, ha chiesto il Pf Cesarini.
Una domanda cui l’avvocato
Annetta si è opposto. Domanda
invece ammessa dal giudice, sulla
quale però il teste ha affermato di
non sapere nulla.
Prossime udienze
a giugno.
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