Antonio Fabbri – L’informazione: Offesa a pubblico ufficiale, multa da 6000 euro per Lucio Amati

Antonio Fabbri – L’informazione: Offesa a pubblico ufficiale, multa da 6000 euro per Lucio Amati

L’informazione di San Marino

Offesa a pubblico ufficiale, multa da 6000 euro per Lucio Amati

Antonio Fabbri

SAN MARINO. E’ stato condannato a 6000 euro di multa, con il beneficio della non menzione, Lucio Amati, ex presidente del Credito sammarinese, accusato di offesa a pubblico ufficiale.

Due i capi di imputazione
che erano contestati ad
Amati che, in un filmato datato 17 marzo 2014, diramato attraverso e-mail e YouTube, apostrofava l’ispettore di Bcsm, Patrizio Ettore Cherubini, definendolo “scioccherello”, e il Direttore dell’Agenzia di Informazione Finanziaria, Nicola Veronesi definendolo “pidocchio” e “venduto”
oltre ad usare altri epiteti
pesanti nei confronti di
entrambi.

La parte civile
E’ stato l’avvocato di Parte
civile, Michela Muscioni,
ad aprire l’udienza
di ieri dedicata alle
conclusioni delle parti.
“Ad oggi nonostante sia
stato concesso anche dal
giudice del tempo, Amati
non ha presentato alcuna
scriminante, alcuna giustificazione o documentazione
a sostegno delle
dichiarazioni che ha fatto
– ha detto l’avvocato Muscioni
– Parole offensive
non solo nei confronti di
Cherubini e Veronesi, ma
anche di Banca Centrale.
Chiedo pertanto la condanna
di Lucio Amati alla
pena che riterrà di giustizia.
Chiedo il risarcimento
dei danni morali subiti
da Bcsm da quantificare
in sede civile. Chiedo una
provvisionale di 40mila
euro”.

La Procura fiscale
Il Procuratore del Fisco,
Roberto Cesarini, ha
esordito condividendo
le conclusioni della parte
civile. “I funzionari
pubblici sono stati accusati
di atti arbitrari, ma
al contrario è emersa
l’oggettività di quanto
esposto nelle loro attività
di verifica. L’8 luglio
2011, nella relazione sul
Credito sammarinese,
non si accusava di chissà
quale atto, ma si faceva
riferimento ad una
proposta di fido e veniva
riportato oggettivamente
che la firma in calce al
verbale di accoglimento
era del presidente, Lucio
Amati, e del segretario,
Edoardo Morri. Non mi
pare che ci fosse un atto
arbitrario deliberato per
nuocere a Lucio Amati”.
Così il Pf “per il tono, le
parole usate e le persone
verso le quali le accuse
sono rivolte” ha chiesto
“la prigionia a 4 mesi”,
senza opporsi ai benefici
di legge.

La difesa
L’avvocato difensore,
Arianna Della Balda,
pur non contestando il
fatto, ha però sollevato
l’assenza dell’elemento
psicologico del reato.
“Lucio Amati – ha detto
– aveva intenzione di portare
all’attenzione della
pubblica opinione quanto
accaduto alla banca e le
conseguenze derivate alla
sua persona, ma non aveva
intenzione di offendere
il patrimonio morale dei
funzionari pubblici. Lui
era fortemente convinto
dell’arbitrarietà nei suoi
confronti e semmai è incorso
in un errore di fatto
sulla sussistenza della
causa di giustificazione.
Amati è stato imprenditore
di successo, salito agli
onori delle cronache, ma
allo stesso modo, per lo
stesso provvedimento del
Cherubini, ha subito anche
la polvere delle cronache,
la gogna mediatica
e la prigionia. Amati
definisce ‘scioccherello’
perché ritiene non sia
stato accorto e professionale
nella relazione.
Amati ritiene sia stata
ingannevole per il magistrato
quella relazione.
Decide di parlare quando
il tribunale di Catanzaro
assolve due esponenti del
Cda del Credito Sammarinese.
Per quanto riguarda
Veronesi, Amati
ritiene che come pubblico
funzionario era a conoscenza
delle due denunce
che egli aveva presentato
per esercizio abusivo
di attività finanziaria
e ritiene che Veronesi
avrebbe potuto indirizzare
maggiormente con il
proprio operato le indagini
giudiziarie. Ritiene
che Veronesi abbia usato
eccessiva tolleranza verso
le due finanziarie che
svolgevano attività abusiva
in San Marino. Tolleranza
che aveva portato
ad una discriminazione.
Per questo chiedo l’assoluzione”.
In subordine
l’avvocato aveva chiesto
la pena nel minimo e il
perdono giudiziale.

La decisione del giudice Il giudice Gilberto Felici, valutate le conclusioni delle parti in camera di consiglio, ha ritenuto Amati colpevole delle offese ai pubblici ufficiali condannandolo a 6000 euro di multa e al risarcimento del danno danno, oltre che
al pagamento degli onorari
di parte civile e alle
spese del procedimento.
Probabile l’appello
.

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