Antonio Fabbri – L’informazione: Rigettate due eccezioni si procede coi testimoni

Antonio Fabbri – L’informazione: Rigettate due eccezioni si procede coi testimoni

L’informazione di San Marino

Mazzini, Le difese: “Riciclaggio? Non e’ provata l’illiceita’ dei rapporti”

Rigettate due eccezioni si procede coi testimoni

I legali valutano positivamente l’audizione del Direttore Aif, Nicola Veronesi

Oggi l’esame di altri testi sui flussi di denaro ritenuti anomali dall’accusa

Si è aperta alle 10 e 06 la prima udienza dibattimentale del maxiprocesso sulla tangentopoli sammarinese-conto Mazzini. Prima udienza dibattimentale perché si è cominciato ad entrare nel merito con l’audizione dei testimoni. Per l’intera giornata di ieri è stato ascoltato il Direttore dell’Aif, l’Agenzia di informazione finanziaria, Nicola Veronesi. Tra gli imputati presenti ieri in aula Claudio Podeschi e Biljana Baruca, Fiorenzo Stolfi, Luigi Moretti e Giovanni Lonfernini.

Ancora istanze preliminari
Prima dell’inizio dell’esame del
testimone, in apertura di seduta,
sono state tuttavia formulate alcune
istanze. Due in particolare.
La prima da parte dell’avvocato
Pier Luigi Bacciocchi che, anche
per conto dei colleghi Maria Selva
e Maurizio Simoncini, ha chiesto
che, in ossequio all’articolo 180
del codice di procedura penale,
si procedesse durante le udienze
anche alla verbalizzazione sintetica
oltre che alla registrazione e
successiva trascrizione.
Altra istanza presentata dall’avvocato
Stefano Pagliai sempre relativa
alle carte del procedimento
stralciato e ancora in istruttoria,
sempre a carico di Podeschi e Baruca,
del quale è stata desecretata
a fine febbraio una parte: “In quei
documenti c’era anche il famoso
dossier sul giudice svizzero ritrovato
a Podeschi che abbiamo
richiesto più volte e non ci è mia
stato dato
”, ha affermato Pagliai.
Per questo chiediamo che qual
fascicolo venga acquisito agli atti
di questo processo, ritenendo che
possa contenere elementi utili
alla difesa in particolare perché
si tratta di indagini sull’attività
della Black Sea Pearl
”, la società
riconducibile a Paul Phua,
l’ex ambasciatore di San Marino in Montenegro richiamato nelle
carte dell’inchiesta. Entrambe le
istanze sono state però rigettate
dal giudice Gilberto Felici, che
ha richiamato suoi precedenti
decreti nell’ambito di questo procedimento
con i quali si era già
pronunciato sulle medesime questioni,
compresa quella della verbalizzazione,
la cui modalità era
stata concordata coi legali nelle
prime udienze.

L’escussione del teste
E’ quindi iniziata l’escussione del
testimone, il direttore dell’Aif,
Nicola Veronesi. Ha iniziato
l’avvocato Rossano Fabbri, difensore
di Giuseppe Roberti. Il
legale ha puntato l’attenzione sul
fatto che nella prima fase delle
indagini il suo assistito, nella relazione
dell’Agenzia di informazione
finanziaria, non era stato
citato, né collegato all’attività di
Finproject. Circostanza, questa,
confermata dal testimone, che la
difesa ha accolto come favorevole
alla propria linea. Le successive
indagini, tuttavia, chiamarono in
causa Roberti tra i principali indagati.
Soddisfatte dell’audizione
del teste anche le difese di Claudio
Podeschi e Biljana Baruca.

In mattinata avevano chiesto al
direttore Veronesi quale metodologia
fosse stata usata per le
verifiche sulle società citate. Oltre
al sistema word check, anche
ricerche su libere in rete, ma anche
le richieste di informazione
con le collaterali Autorità di informazione
finanziaria. Richieste
di informativa sono state inviate
Inghilterra, Lettonia, Stati Uniti,
Svizzera.

Le risposte elvetiche. Le difese puntano proprio sulle risposte dalla Svizzera. L’autorità elvetica aveva inviato la notizia di una archiviazione delle indagini delle quali gli inquirenti sammarinesi “non hanno tenuto conto”, sostengono gli avvocati Annetta e Pagliai. I legali hanno poi biasimato il fatto che una parte delle ricerche di informazioni sia stata effettuata anche attraverso Google. “Una prassi”, ha affermato Veronesi che, non ricordando alcune circostanze richieste dai legali, nel pomeriggio, alla ripresa del processo, ha prodotto la documentazione relativa alle risposte alle informative richieste alle omologhe Autorità di informazione finanziaria degli stati esteri interpellate. Da un lato Veronesi ha sottolineato l’evidente anomalia dei flussi finanziari. Dall’altro le difese hanno affermato: “manca il reato presupposto” e quindi ritengono che l’accusa non regga: “La vicenda del riciclaggio per cui Podeschi e Baruca sono stati in carcere si fondava sul procedimento svizzero, che si è concluso con una archiviazione”.

In
particolare per Baruca le uniche
contestazioni sono legate a quella
vicenda archiviata di cui non
si è tenuto conto a San Marino”.
Formulate poi istanze istruttorie
per acquisire tutta la documentazione
relativa alle risposte arrivate
dalle Unità di informazione finanziaria.
Istanze su cui deciderà
il giudice.
Gli avvocati Enrico Carattoni ed
Elia Santi, legali dei due imputati
greci la cui attività contestata
è correlata a quella di Podeschi
e Baruca, hanno chiesto se dalle
verifiche sul conto dei propri
assistiti risultassero evidenze
antiriclaggio. “No”, è stata la risposta
del direttore dell’Aif. Dagli
avvocati Maria Antonietta Pari
e Caterina Filippi richieste di
chiarimenti sull’attività dei propri
assistiti, Gian Luca Bruscoli
e Nicola Tortorella, esponenti
di FinProject, in particolare sul
fatto che, all’epoca, la possibilità
di gestire conti “omnibus” fosse
ammessa per le finanziarie.
Intanto, in conclusione, il giudice
Felici ha proposto, per la giornata
di oggi, l’audizione di Walter
Serra, che ha seguito in maniera
più dettagliata alcune determinate
indagini finanziarie in modo
da proseguire con i funzionari
dell’Aif e di posticipare, invece,
l’escussione dell’ispettore Francioni
che era prevista per oggi.
Possibile, tuttavia, che vengano
sentiti entrambi

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