Antonio Fabbri – L’informazione: Sei mld di dollari. L’ungherese voleva far diventare San Marino come Montecarlo

Antonio Fabbri – L’informazione: Sei mld di dollari. L’ungherese voleva far diventare San Marino come Montecarlo

L’informazione di San Marino

Sei mld di dollari

L’ungherese voleva far diventare San Marino come Montecarlo

Antonio Fabbri 

SAN MARINO. Riprende oggi il processo a carico dell’ex Direttore di Bcsm, Mario Giannini, e dell’allora funzionario della Vigilanza di Via del Voltone, Andrea Vivoli, accusati della mancata segnalazione dell’operazione sospetta che doveva portare sul Titano sei miliardi di dollari, di un paperone ungherese, dal Giappone all’Asset Banca passando attraverso Banca Centrale. 

Il processo è alle battute iniziali e ha visto nella prima udienza costituirsi come parti civili, ammesse dal giudice, lo Stato e la stessa Banca Centrale. Questa vicenda, che si è intrecciata con le indagini relative al conto Mazzini, portò anche all’acquisizione di documentazione presso Bcsm.

Non solo. Carte,
e-mail e materiale informativo
sull’operazione
dell’ungherese, furono
sequestrati anche a casa
di Fiorenzo Stolfi. Fu poi
disposta anche l’acquisizione
di documenti
presso Asset Banca.
Tutto materiale finito nel
fascicolo del processo
sulla mancata segnalazione
della famigerata
transazione, che tuttavia
non avvenne.
Ebbene, emerge che
l’intento dell’ungherese
Gyorgy Matrai era
quello, attraverso questa
imponente operazione
finanziaria, di cambiare
l’economia del Paese, trasformando
San Marino in
una seconda Montecarlo
”.

Questo, almeno, secondo
l’accusa, il disegno
dell’ingegnere ungherese
residente negli Stati Uniti
e operante sui mercati
finanziari internazionali
tramite una holding
lussemburghese.
Questi nuovi particolari
che emergono dal
fascicolo del processo in
corso. Non solo. I rapporti
tra Fiorenzo Stolfi
e Matrai erano motivati
dal fatto che l’ungherese,
per i suoi affari, aveva
bisogno di una persona,
Stolfi appunto, capace di
verticalizzare subito sia
nella banca privata [Asset
Banca, destinataria
dei fondi che si accingeva
a movimentare] sia nella
Banca Centrale, per
l’avvallo
”, ricostruisce
l’accusa, che aggiunge:
In effetti, Matrai si era
già rivolto al politico
sammarinese al dichiarato
proposito di ‘usare
l’influenza e i collegamenti
di Fiorenzo Stolfi’
per realizzare ulteriori
iniziative imprenditoriali”.
La cosa più preoccupante
di questa vicenda è
che, per una operazione
ad interesse privato,
si volesse usare Banca
Centrale. Non solo.

Torna
anche in questo caso
il più volte riscontrato
schema della concessione
di un incarico diplomatico
a chi debba fare
affari tramite banche e
finanziarie. Infatti emerge
dalle carte di questa
indagine che anche Matrai
era in predicato per
un incarico diplomatico
in Giappone, circostanza
che fece insospettire
e non poco l’ambasciatore
di San Marino nel Sol
Levante, che segnalò le
anomalie della vicenda.
Il fulcro di questa
operazione era proprio
nel far apparire il
trasferimento di questi
sei miliardi di dollari
come “un trasferimento
di fondi tra Banche
Centrali, dando all’operazione
una parvenza
istituzionale. La Banca
Centrale di San Marino
avrebbe dovuto aprire
un conto presso la Banca
del Giappone
”.

L’apparente
finalità doveva
essere quella di una
cooperazione tra stati
in ambito di vigilanza,
guardandosi bene dal
palesare una più prosaica
finalità commerciale
dal momento che, come
annota Gyorgy Matrai
le banche centrali
‘do not get involved in
commercial finance and/
or related accounts by
statue
’”, per statuto, cioè,
non possono svolgere
attività finanziaria commerciale.
Poi ricostruisce
l’inquirente, citando le
e-mail – rinvenute nei
sequestri di materiale
informatico – di un altro
protagonista di questa
trattativa, tale Christian
Vitali, che “La Banca
Centrale di San Marino
era chiamata a svolgere
un ruolo essenziale dal
momento che avrebbe
dovuto adoperarsi nei
confronti di Banca del
Giappone per svolgere
le operazioni. Lo scopo
finale era quello di far
transitare gli asset già
liquidi attraverso la
Banca Centrale fino alla
banca privata sita in San
Marino» (Vitali, e-mail
30.4.2013). «In questo
modo, una volta accreditati
sul conto della […]
Banca Centrale» di San
Marino, con l’accordo di
tutte le parti, Banca Asset
[…] potrà ricevere la
liquidità del dott. Matrai
finalmente presso i suoi
conti, contestualmente
aperti» (Vitali, e-mail
6.5.2013)
”.

Questo, insomma era
l’obiettivo. Finché, poi,
nell’ambito delle vicende
del conto Mazzini, Stolfi
non venne arrestato e
scattarono le indagini
anche su questa transazione
per la cui mancata
segnalazione si arrivò, tra
le altre cose, al processo
che oggi vedrà una nuova
udienza davanti al giudice
Roberto Battaglino.

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