Antonio Fabbri – L’informazione: Truffe e credito abusivo, inchiesta su gruppo criminale passa per il Titano

Antonio Fabbri – L’informazione: Truffe e credito abusivo, inchiesta su gruppo criminale passa per il Titano

L’informazione di San Marino

Truffe e credito abusivo, inchiesta su gruppo criminale passa per il Titano

Operazione Flower 2 della Guardia di Finanza di Pisa. A San Marino transitati diversi milioni su conti bancari

Antonio Fabbri

SAN MARINO. Diversi milioni passati anche per il Titano ed emersi in una indagine che ha impegnato in una collaborazione transnazionale le polizie di mezzo mondo. Transazioni riscontrate dalla
Guardia di Finanza di Pisa negli
ultimi cinque anni che hanno visto uno dei principali indagati, Giovanni Margotti di San Giorgio di Piano in provincia di Bologna, fare transitare i denari su propri conti correnti o a lui riconducibili in banche del Titano. 

Nell’ambito di questa inchiesta, denominata Flower2, la Guardia di Finanza di Pisa e la sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica hanno eseguito ieri 6 ordinanze cautelari personali, di cui una nel Regno Unito, e un decreto di sequestro preventivo a scopo di confisca per equivalente per un ammontare di 32.000.000 di euro.
 
L’accusa e i sequestri

22 le persone indagate per i reati di associazione per delinquere a carattere transnazionale finalizzata all’esercizio abusivo dell’attività finanziaria e alla truffa.

Sono finiti sotto sequestro in Italia
e in numerosi paesi europei
ed extraeuropei beni per un valore
di circa 11.000.000 di euro.
Tra questi 33 immobili e 10 terreni;
9 auto di lusso e 24 società.
Sequestrati anche diamanti,
orologi e anelli di pregio oltre a
conti correnti, somme di denaro
contante e titoli finanziari per un
valore di circa 200.000 euro.

La crisi e finanza abusiva
I sequestri di ieri sono l’epilogo
di lunghe e complesse indagini
patrimoniali, reddituali ed
economiche, incentrate su un
sodalizio criminale attivo in tutto
il mondo grazie alla presenza
capillare di brokers affiliati con
lo scopo di reperire i clienti.
La perdurante crisi economicofinanziaria,
nonché la difficoltà
per le banche di erogare finanziamenti,
induceva gli ignari
imprenditori a richiedere titoli
finanziari (obbligazioni; bond)
all’organizzazione criminale
così da poterli presentare quali
garanzie alle banche stesse ed
ottenere quindi liquidità. “L’illecito
sodalizio, agendo nell’ambito
di truffe anche milionarie,
prometteva di prestare o vendere
i titoli (esistenti ma non nella
loro disponibilità) dall’ingente
valore facciale, a mezzo delle
numerose società estere riconducibili
agli indagati. Questi ultimi
– spiega la Gdf – sprovvisti di
qualsiasi abilitazione all’attività
finanziaria, predisponevano dei
contratti da far firmare al cliente
e, utilizzando documentazione
contraffatta, chiedevano il pagamento
di una caparra al fine di
prenotare i predetti titoli i quali
non venivano, poi, mai consegnati
allo stesso”.

Le indagini in tutto il mondo
Gli sviluppi investigativi sono
emersi grazie alla collaborazione
con l’Unità europea di Cooperazione
Giudiziaria denominata
Eurojust e alla collaborazione
con l’Fbi di Los Angeles oltre
alla Security Exchange Commission
dell’Alabama). Collaborazione
pure con i Regno
Unito (Serious Fraud Office di
Londra), della Svizzera e del Lussemburgo. Indagini che
hanno consentito di individuare
l’ingente patrimonio illecito accumulato
dall’associazione criminale,
nel corso di più di dieci
anni, e calcolato essere di circa
32.000.000 di euro, appunto
l’importo della del sequestro per
equivalente disposto. I soldi – fa
sapere la Gdf – sono transitati su
decine di conti correnti esteri e
società dislocati nei cd. paradisi
fiscali quali: Lussemburgo, Svizzera,
Panama, Cipro, Dominica
e, appunto, Repubblica di San
Marino.

La collaborazione con le autorità
degli Usa hanno consentito di
individuare l’esistenza di altre
due associazioni criminali, una
americana e l’altra europea, che
collaboravano con il sodalizio
italiano.


Un quadro di indagini e collaborazione
tra polizie internazionali
che, al di là del merito
dell’inchiesta, fa capire come
da un alto come la tipologia
della criminalità finanziaria in
particolare sia transnazionale,
ma anche come, d’altro canto,
anche le misure di contrasto a
questo tipo di illeciti varchino
ormai i confini e si avvalgano di
scambio di informazioni.

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