Assestamento di bilancio 2010

Assestamento di bilancio 2010

L’iter parlamentare
dell’assestamento di bilancio prosegue. Dopo la prima lettura
della scorsa settimana, il provvedimento torna in Aula per
l’approvazione finale, che potrebbe arrivare gia’ durante la
seduta notturna. Il dibattito, iniziato questa mattina, prosegue
nel pomeriggio con 32 consiglieri iscritti. E conferma
schieramenti abbastanza compatti, con lievi sfumature. Il
segretario di Stato per le Finanze Pasquale Valentini,
presentando il progetto di legge, ripercorre le azioni messe in
campo, sottolineando come per il bilancio previsionale 2011 ci si
aspetta una riduzione del deficit che ora ammonta a 70,8 milioni
di euro.
Ovviamente contraria all’assestamento la minoranza: “Il
governo non fa scelte e le vere vittime sono i lavoratori”,
attacca Vanessa Muratori di Sinistra unita, convinta che si
voglia tornare alla vecchia economia di privilegi e lobby di
potere, mentre “il lavoro perde la sua connotazione e diventa
merce”. Per Simone Celli dei Socialisti riformisti “i dati sono
inquietanti e in due anni di governo i problemi sono peggiorati.
Serve un cambio di marcia”. “Si taglia- aggiunge Denise Bronzetti
del partito dei socialisti e dei
democratici- partendo dalle famiglie, dai lavoratori dipendenti e
dalle fasce piu’ deboli”, sarebbe meglio mettere in campo, le fa
eco il collega di partito Gian Carlo Capicchioni, “un’azione
congiunta di tutte le forze politiche”.Altro che assestamento, “questa e’
una manovra economica” sentenzia invece Stefano Macina: “Lo
scenario e’ confuso, con poche certezze”. Per cui e’ il momento,
gli fa eco il capogruppo Claudio Felici, di “uscire dal buco nero
della schermaglia politica”. “Questo assestamento e’ la
fotografia del fallimento del governo, incapace di fare scelte
coraggiose e di dare prospettive”, sentenzia Pier Marino Mularoni
dei Democratici di centro. Inutile, a suo dire l’abbassamento
della monofase e poca chiarezza sul congelamento di 15 milioni di
euro dalle spese delle segreterie di Stato.
Sull’altro fronte, la maggioranza da’ il suo sostegno al
provvedimento.
Servono “le riforme tributaria e pensionistica”, sottolinea il
segretario di Stato per la Sanita’, Claudio Podeschi, e
“interventi straordinari per nuove entrate, senza ledere
dignita’, ma capaci di creare opportunita’”. “Non abbiamo nessuna
intenzione di fare tornare indietro l’economia corsara”, gli fa
eco il collega all’Industria, Marco Arzilli, sottolineando che
nel passato non sono mai state prese scelte difficili, “ora
occorre farle”.
Altro che assestamento, “questa e’
una manovra economica” sentenzia invece Stefano Macina: “Lo
scenario e’ confuso, con poche certezze”. Per cui e’ il momento,
gli fa eco il capogruppo Claudio Felici, di “uscire dal buco nero
della schermaglia politica”. “Questo assestamento e’ la
fotografia del fallimento del governo, incapace di fare scelte
coraggiose e di dare prospettive”, sentenzia Pier Marino Mularoni
dei Democratici di centro. Inutile, a suo dire l’abbassamento
della monofase e poca chiarezza sul congelamento di 15 milioni di
euro dalle spese delle segreterie di Stato.
Sull’altro fronte, la maggioranza da’ il suo sostegno al
provvedimento.
Servono “le riforme tributaria e pensionistica”, sottolinea il
segretario di Stato per la Sanita’, Claudio Podeschi, e
“interventi straordinari per nuove entrate, senza ledere
dignita’, ma capaci di creare opportunita’”. “Non abbiamo nessuna
intenzione di fare tornare indietro l’economia corsara”, gli fa
eco il collega all’Industria, Marco Arzilli, sottolineando che
nel passato non sono mai state prese scelte difficili, “ora
occorre farle”.

Anche Stefano Palmieri di Alleanza
popolare sottolinea che per anni non state prese decisioni forti:
“Questo assestamento limita i danni”. E per il futuro, analizza
il collega Matteo Fiorini, “serve una visone a grande maggioranza
per concordare progetti e paletti”. Pero’, aggiunge Federico
Bartoletti degli Europopolari, “non siamo tutti pronti a une vera
politica di bilancio, a scelte che invertano la situazione:
bisogna agire sulla fiscalita’ e diversificare, anche se serve
tempo”.
Decisamente preoccupato, anche per il deficit 2011, il collega
Pier Marino Meniccucci, che ribadisce l’importanza di
normalizzare i rapporti con l’Italia. Mentre in casa Pdcs, Marco
Gatti sottolinea la necessita’ di “eliminare gli sprechi a tutti
i livelli della Pa, andando verso una sua riorganizzazione”,
pensando bene ogni sostituzione o reinserimento dopo
pensionamento.

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