Banca Centrale di San Marino: Clarizia su IlSole24Ore

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IlSole24Ore

“San Marino non è il Far West”

Il nuovo presidente della Banca centrale di San Marino: l’Italia non ci può
strangolare

 di Lionello Mancini

Renato Clarizia, 60 anni, avvocato, ordinario di Istituzioni di diritto
privato all’Università di Roma Tre, grande esperto di leasing e factoring, da
mercoledì occupa la scomoda poltrona di presidente della Banca centrale di San
Marino.

Presidente, lo sa che il suo predecessore, Ezio Mario Reggia, ha lasciato
dopo un solo mese e che ancor prima Biagio Bossone si era dimesso perché il
Governo aveva licenziato il suo capo della vigilanza, Stefano Caringi?


No, non so nulla di quanto accaduto qui finora. Sono stato nominato solo da
poche ore.

Perché il Consiglio ha voluto proprio lei, a costo di spaccarsi a metà e
votare senza la minoranza in aula?

Insegno a Urbino da 15 anni, ero già
conosciuto qui a San Marino, anche dal segretario alle Finanze, Pasquale
Valentini. Inoltre, a settembre, ho difeso Bcsm in una vertenza giudiziaria con
alcuni intermediari finanziari.

Come i suoi predecessori, anche lei avrà posto delle condizioni prima di
accettare.

Sì, due condizioni: che venga garantita l’autonomia
funzionale di Banca centrale e rispettate le norme, specie quelle sulla
trasparenza e le procedure anticiclaggio.

Norme da aggiornare e in fretta, perché quelle in vigore sembrano fatte
apposta per favorire opacità e stratagemmi.

Le cose stanno cambiando,
San Marino non è il Far West e l’Italia non può strangolare questo paese. Qui,
come ovunque, operano validi professionisti, bravi banchieri e ci sono mele
marce. Per svoltare, dobbiamo puntare su ambiti operativi di grande
professionalità, in parte già esistente; inoltre dobbiamo specializzare il
sistema finanziario, per esempio puntando sul trust, sul quale Bcsm è impegnata
da tempo a fornire formazione adeguata.

A febbraio, cacciato Caringi, il governo aveva promesso di rafforzare la
vigilanza con altri 7 ispettori.

Non credo sia ancora stato fatto.
Giusto rafforzare la vigilanza, ma anche noi dobbiamo tenere conto del momento
di crisi e della scarsità di risorse.

Come sa, sono di grande importanza i rapporti con la Banca d’Italia, ormai
terribilmente cauta su San Marino.

Sono fiducioso. In questi mesi i
rapporti sono stati ben coltivati dal direttore generale Mario Giannini e sono
molto migliorati. Prestissimo avremo un incontro con gli uomini di Via
Nazionale.

 

Lei quanto pensa di restare in carica?
Il mio incarico è
quinquennale. Un tempo congruo per cambiare le cose: non si può pretendere di
fare in una settimana ciò che non è stato fatto in dieci anni.

Come pensa di riuscire a riorganizzare e rendere accettabile agli occhi
dell’Italia il sistema finanziario di San Marino?

Ragionando e agendo in
modo estremamente tecnico, come ho sempre fatto. Grande chiarezza, massimo di
professionalità: sono questi i miei principi. Gli operatori devono sapere che i
destinatari finali vanno identificati, che gli assegni vanno gestiti secondo una
certa normativa. E che le regole si rispettano.

Ma i fatti sembrano dire il contrario. La Cassa di Rimini è stata
commissariata anche o soprattutto perché la sua controllata Cis non ha fornito
le informazioni richieste.

È mia opinione che il Cis avrebbe potuto
rispondere positivamente alle richieste della Carim anziché ricorrere al giudice
della privacy, com’era peraltro suo diritto. In ogni caso il governo ha poi
emanato un decreto per sanare la controversia. Ora quel decreto va convertito in
legge perché possa valere per tutti. Faccio notare che da tempo vengono emanate
leggi adeguate: si tratta di fare uno sforzo in più sui necessari regolamenti di
attuazione.

A che punto è il piano per ridimensionare il sistema bancario dopo il
salasso dello scudo fiscale? Se ne parla da mesi…

Non esiste al
momento un piano definito per l’accorpamento delle banche, ma lavoreremo anche a
questo.

Lei sembra assai fiducioso sul fatto che la politica, nota per la sua
invasività, le lasci fare ciò che serve.

Forse ho la tranquillità degli
incoscienti, ma non ho nulla da perdere e intendo procedere nel mio modo
usuale.

 

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