In un comunicato di Banca Centrale della Repubblica di San Marino, emesso in risposta alle gravissime accuse di Massimo Francioni, ex membro del Collegio Sindacale, si fa presente come Francioni abbia criticato “l’operato dell’organo di vigilanza pur rivestendo egli stesso la carica di
componente il Collegio Sindacale in soggetti vigilati ed in ragione di elementi
di sintesi cui egli sarebbe giunto acquisendo informazioni in ragione dell’uno e
dell’altro incarico“.
E’ vero. Francioni era sindaco in Bcsm pur essendo – o essendo stato – sindaco – o con altra responsabilità – in tanti soggetti vigilati da Bcsm (esempio, Trecentouno, Fidens Project Finance, Cofinas-Compagnia Finanziaria Sammarinese, Fin Gestioni, Fincompany, Fintile, Business & Financial Consulting, Hedge
Fin). Come tanti, del resto, nello stesso consiglio direttivo di Bcsm.
In effetti, a essere rigorosi, la troppa vicinanza – fino a una incompatibilità di fatto? – fra vigilante e vigilati si è costantemente riscontrata fin nelle presidenze di Bcsm, quella di Biagio Bossone esclusa.
Tuttavia lo scandalo più grande è l’avallo da parte di Bcsm delle immunità – sollecitate dalla politica o dai poteri forti? – concesse di fatto a chi si è reso responsabile di buchi nei soggetti vigilati e a chi ha devastato l’immagine del sistema finanziario sammarinese fino a pregiudicare la stabilità dello zoccolo duro del sistema, quello antico, antecedente agli anni ’90.
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