Nel viaggio e nella visita di Benedetto XVI a San Marino, accanto Padre Ciro Benedettini.
Monica Raschi di Il Resto del Carlino lo ha intervistato: «Che emozione accogliere il Papa nella mia terra» / Il sammarinese padre Ciro Benedettini, vice direttore della sala stampa vaticana, domenica è tornato a casa
E’ TORNATO anche lui nella sua terra, San Marino, assieme a Papa Benedetto XVI: è padre Ciro Benedettini, vice direttore della sala stampa vaticana.
Quali anche le impressioni del Pontefice rispetto a questo piccolo Stato.
Non ho osato parlare di questo tema con il Santo Padre, ma le sue parole e
il suo atteggiamento, hanno mostrato chiaramente una grande ammirazione per la
Repubblica. Del resto, basta far caso alle parole dell’omelia, per esempio,
laddove dice che la vera ricchezza di San Marino è stata la fede, capace di
creare «una civiltà veramente unica». I sammarinesi dovrebbero meditare su
questi discorsi. Posso permettermi una leggera nota di colore? Mi hanno fatto
i complimenti anche per l’eleganza dei vestiti delle autorità ed in genere
del pubblico. Mi permetto due osservazioni. La prima: il Papa ha fatto
inviare un telegramma al Presidente della Repubblica Italiana alla partenza
da Roma e appena rientrato in territorio italiano, cosi come fa sempre
quando intraprende i viaggi internazionali. La cosa poteva sembrare superflua
in questo caso (in realtà ha sorpreso molti anche in Vaticano), per la brevità
del viaggio e l’esiguità dell’«appezzamento estero », racchiuso in territorio
italiano. Che abbia usato questa finezza diplomatica anche nel caso di
San Marino, è un chiaro riconoscimento apprezzabile della piena sovranità e
indipendenza statuale della Repubblica. La seconda osservazione è implicita
nel fatto e nelle modalità della visita. In quest’epoca della globalizzazione,
che, in nome dell’economia e della tecnologia, privilegia i grandi
conglomerati, rischia di livellare i comportamenti e tende a schiacciare le
differenze culturali e le piccole realtà, la visita nella più antica e piccola
repubblica del mondo, suona come un implicito invito a tutti a rispettare le
giuste differenze culturali ed i piccoli.
Leggi l’intervista di Monica Raschi, Il Resto del Carlino