Beneficiario effettivo. Marino Cecchetti, L’Informazione di San Marino

Beneficiario effettivo. Marino Cecchetti, L’Informazione di San Marino

Beneficiario effettivo

Da oggi trattativa a oltranza  per la riforma fiscale, mallevadore Claudio Felici del Psd
che, lancia in resta, ha promesso al Pdcs ed a chi del Patto vuole partecipare
(esempio Ap), di convincere ad accettarla anche il recalcitrante Giuliano
Tamagnini della Csdl.

Si tratta su tutto. Si può mettere in discussione tutto.

Che importa se per accontentare tutti, la riforma fiscale
porterà alle esauste casse dello Stato non certo quanto necessario, inizialmente
preventivato e promesso all’Fmi?

Lo slogan è: far emergere tutti i redditi. Col sottointeso
che non vale per quelli celati dietro il paravento delle fiduciarie o comunque
dell’anonimato societario fatto sopravvivere, furbescamente, all’abolizione
delle società anonime. Redditi che in un primo tempo si era pensato di
proteggere con un condono fiscale tombale (Gabriele Gatti, Alvaro
Selva, Ernesto Benedettini e quelli del Psrs).

La
Santa Alleanza ruota attorno a questo: trasparenza totale con
scambio di informazioni anche  automatico, ma … verso
l’esterno,  non all’interno.
Anzi all’interno lo scambio automatico  di informazioni tra i vari
settori dello Stato sammarinese e l’ufficio tributario è vietato. Nuovi pali,
paletti e ostacoli di ogni genere, sono stati introdotti perché
detto scambio, all’interno,  non avvenga. 

Per far emergere davvero tutti i redditi basterebbe scrivere
da qualche parte  (o legge o decreto) che
per ogni società di qualsiasi tipo, all’ufficio tributario va comunicato il
cosiddetto ‘effettivo beneficiario’ o ‘beneficiario economico’. Dandone però
anche la definizione.
Sì perché la definizione manca. Manca perché, nel legiferare a
suo tempo sulle società, Felici, allora Segretario di Stato all’Industria,
introdusse in prima stesura questo ‘beneficiario economico’ o ‘effettivo beneficiario’,  salvo poi ritirarlo, nonostante autorevoli
raccomandazioni, evidentemente spinto – o almeno si presume – dalla necessità
di dover scegliere tra l’approvare un riforma ‘zoppa’ o tornare a casa con un
pugno di mosche, visti i malumori che tale introduzione destava tra taluni
consiglieri.

I poteri forti sono certi di averla di vinta anche questa
volta. Infatti non chiedono più il condono fiscale. Non serve. Dc e Psd, Mazza
e Felici, hanno provveduto diversamente.   

Tamagnini, oggi,  può
ottenere  di tutto e di più. Gli
sarà  dato. Purché  non sbordi sulle società.  A smuovere la questione delle società non
basterebbe  scioperare a luglio, ad
agosto, a settembre….

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