C10: credibili e coraggiosi cercasi, intervista al capogruppo Andrea Zafferani. SMNA

C10: credibili e coraggiosi cercasi, intervista al capogruppo Andrea Zafferani. SMNA

C10: CREDIBILI E
CORAGGIOSI CERCASI, IN
TERVISTA

AL CAPOGRUPPO ANDREA ZAFFERANI

È solo la cittadinanza che- alle prossime elezioni- potrà fare pulizia
definitiva della vecchia politica”


I  l cambiamento del Paese lo può guidare “solo chi non è stato
responsabile della deriva di San Marino di questi anni”: Civico 10, per voce
del suo capogruppo, si propone alla guida di una coalizione anti-Pdcs, in grado
di attivare “una collaborazione politica” ampia che abbraccia Su-LabDem,
Upr-Ap, Rete e “l’area democratica del Psd”.

Ma perché questa coalizione possa
diventare realtà “servono delle scelte forti da parte di diversi soggetti”. Di
qui l’ultimatum: “Se queste scelte non ci saranno entro poco tempo- manda a
dire- cercheremo altre strade”.  C10
infatti non intende collaborare “con chi tiene i piedi in tutte le staffe in
cerca di un posto al sole per andare al Governo, con chi stringe accordi con
uno ma sta al tavolo con un altro”. Ma crede anche che la politica non sia
tutta marcia perché “chi prova a portare avanti una politica diversa c’è”.  
Andrea
Zafferani è il protagonista di questa settimana di “Politicamente”:
nell’intervista, il punto di vista sulle elezioni che ritiene “essenziali”, i
referendum, le future alleanze, Cassa di Risparmio. Infine
 sull’esigenza di rinnovamento della politica,
soprattutto“nei volti” e non solo nei metodi.

1) A più riprese
il Suo movimento sostiene che è arrivato il momento di tornare alle urne. Ma
Civico 10 è pronto ad affrontare nuove elezioni? E quali requisiti dovranno
avere i vostri compagni di viaggio?

Il punto non è se
Civico10, o gli altri partiti, sono pronti o meno.

Il punto è che oggi
abbiamo un Consiglio che non somiglia nemmeno minimamente a quello che la
cittadinanza ha scelto nel 2012. Le vicende giudiziarie hanno scoperchiato un
quadro che pochi avrebbero immaginato di così ampia portata ed hanno portato
alle dimissioni di tanti politici che i cittadini avevano largamente votato,
leader di partiti e persino Segretari di Stato. In più alcune coalizioni sono
saltate, altre stanno assieme solo perché devono governare anche se non sono
d’accordo su niente (Bene Comune), alcuni gruppi sono fuoriusciti dalla loro
lista (Noi Sammarinesi), tanti consiglieri sono diventati indipendenti dopo
essere usciti dai loro partiti.

Ed accanto a questo,
ed è la cosa più grave di tutte, c’è una maggioranza completamente ferma e
incapace di fare qualunque cosa, alle prese con differenze di opinione, visione
e prospettiva. E stare immobili in questo quadro economico e occupazionale, è
come morire.

Per tutte queste
ragioni le elezioni sono semplicemente essenziali e i cittadini hanno il
diritto di poter scegliere prima possibile i loro nuovi rappresentanti e i
soggetti politici a cui dare fiducia, alla luce di tutto quanto successo.
A prescindere dal grado di “prontezza” dei singoli partiti.

Se crediamo nella
democrazia dobbiamo prendere atto di questo.

Noi cerchiamo un
progetto politico con 2 caratteristiche: capacità e volontà di fare le profonde
riforme che servono al Paese, credibilità delle persone che lo devono portare
avanti. Questo Paese necessita di grandi cambiamenti, perché i suoi gangli
nodali sono “tarati” su una realtà che non c’è più, quella dei soldi facili
senza sacrifici.

Pubblica
Amministrazione, pensioni, mercato del lavoro, sanità, ambiente, politiche di
bilancio: tutti ambiti su cui serve grande volontà di intervenire per adeguarsi
alla nuova realtà, guardando di qui a 20 anni, non di qui a 20 giorni come
fatto finora. Serve invertire velocemente le tendenze oggi in atto, per non
avere come unica alternativa quella di indebitare il Paese (come purtroppo il
Governo ha iniziato a fare).  Abbiamo
tante idee in questi ambiti, le abbiamo espresse a più riprese, e vogliamo
creare le condizioni per realizzarle, velocemente e senza tentennamenti. San
Marino non può più aspettare.  Ma è
fondamentale come dicevo la credibilità delle persone. Saranno riforme
difficili, forti, che richiederanno alle persone di cambiare comportamenti e
pensieri consolidati: ci sarà malcontento e resistenza, non sarà semplice. Non
è possibile che queste riforme siano fatte da chi ha governato (male) fino ad
ora o peggio da chi ha determinato le distorsioni che oggi la Magistratura sta
scoperchiando: i cittadini non le accetterebbero e si ribellerebbero,
giustamente.

Il cambiamento del
Paese lo può guidare solo chi non è stato responsabile della deriva di San
Marino di questi anni.

Se troveremo un
progetto con queste due caratteristiche, siamo disponibili a dare il nostro
contributo per far ripartire San Marino. Non si può continuare a stare a
guardare, proponendo alleanze comode e utili soltanto ad aumentare il nostro
singolo consenso ma senza possibilità di governare e cambiare davvero:
altrimenti non serviamo a niente.

In ogni caso non
siamo interessati a collaborare con chi tiene i piedi in tutte le staffe in
cerca di un posto al sole per andare al Governo, con chi stringe accordi con
uno ma sta al tavolo con un altro. Non è questa la politica che vogliamo.

Discontinuità nel
metodo, credibilità delle persone e coraggio nelle scelte: sono queste le
caratteristiche che dovrà avere il prossimo Esecutivo.

2) Pare che
stiano nascendo nuovi “movimenti” in vista del prossimo appuntamento
elettorale, pensate che i civici potranno ripetere il boom di consensi del
2012? Non  temete piuttosto che il
malcontento verso la politica si sia esteso e questa volta porterà un nuovo
avversario, l’astensionismo? Come combatterlo?

Questo Paese soffre
di un deficit di impegno politico diretto.

Molti hanno buone
idee, ne discutono al bar, con gli amici, coi conoscenti, ma si guardano bene
dal farlo nelle sedi politiche, che sono viste come qualcosa di distante,
inutile, inefficace.

Purtroppo questo è il
frutto avvelenato di anni di malapolitica, interessata solo alla gestione del
potere e all’arricchimento personale e non a riformare e far crescere San
Marino. Le persone serie e oneste si sono allontanate dalla politica proprio
per questi motivi.

Siccome la tendenza
va invertita, per quanto mi riguarda, più impegno diretto c’è e meglio è:
questo Paese ha bisogno di teste, di idee, di proposte. Siamo pochi e quindi
più persone danno il proprio contributo e più benefici avrà la politica e il
Paese.

Spero, ovviamente,
che non ci sia dispersione, che non proliferino le liste perché questo darebbe
soltanto linfa ai partiti tradizionali, che guadagnerebbero
dalla frammentazione del “nuovo”.

Civico10 è un
movimento, quindi si basa sull’apporto delle persone e delle loro idee: posso
dire che le nostre porte sono aperte a chiunque voglia impegnarsi per San
Marino.

Civico10 non ha
nessun organismo intermedio, direttivo, segreteria ristretta o altro, né schemi
prefissati dettati dalle ideologie: ogni settimana riuniamo tutte le persone che
vogliono partecipare alla vita del movimento, quindi chi vuole dare un
contributo e dire la sua, da noi è il benvenuto.

La politica non è
tutta marcia, chi prova a portare avanti una politica diversa c’è ed ha bisogno
di ancora più risorse, idee e progetti.

Quindi mi sento di
fare questo invito: partecipate, partecipate, partecipate!

Riguardo
all’astensionismo, il rischio c’è, indubbiamente. Mi auguro che i cittadini
scelgano di scegliere, perché altrimenti saranno altri a decidere anche per chi
non lo fa.

3) Il vostro
alleato storico, Sinistra unita, si è seduto al Tavolo riformista, progetto che
C10 preferisce guardare da ospite “esterno”. Questo percorso ha portato alla
creazione del nuovo gruppo consiliare   

Su-LabDem, qual
è il vostro giudizio su questa iniziativa
?

Rispettiamo le scelte
del nostro alleato, con cui abbiamo in piedi una coalizione solida ed
operativa, unica rimasta nel panorama post elezioni 2012. Strategicamente e
politicamente è una scelta sensata, che Sinistra Unita ci ha fatto conoscere
per tempo in maniera molto corretta.

Mi auguro,
soprattutto, che questa scelta serva a creare quel che dicevo nella risposta
numero 1: una coalizione che sia capace di fare veramente le riforme (quelle
che da anni non si fanno e su cui questo Governo ha completamente fallito) e
con persone credibili e preparate a guidarla.

Noi abbiamo già detto
in una recente conferenza stampa che, ad oggi, vedremmo utile una
collaborazione politica, oltre che ovviamente col nostro alleato Sinistra Unita
e oggi col Laboratorio Democratico, anche con l’area democratica del Psd, con
Repubblica Futura e con Rete: crediamo che, ad oggi, queste forze assieme
potrebbero creare una coalizione con le caratteristiche che dicevo sopra.

Ma servono delle
scelte forti da parte di diversi soggetti per arrivare a realizzare davvero
questa configurazione.

Ecco perché dico “ad
oggi”: se queste non ci saranno entro poco tempo, ovviamente, cercheremo altre
strade per cercare di realizzare concretamente il nostro obiettivo di cambiare
davvero San Marino.

4) Il Fondo
monetario, al termine della visita appena conclusa, ha ripetuto, tra le sue
raccomandazioni, quella di dare una nuova governance a Cassa di Risparmio.
Malgrado un Odg approvato dal Consiglio grande e generale, ogni indicazione ad
oggi è stata disattesa: ci può spiegare perché? Quali sono le difficoltà legate
al principale istituto del Paese?

Intanto ci tengo a
rimarcare la posizione di Civico 10 su Cassa di Risparmio.

Serve un cambiamento
sostanziale nel Cda, nella Direzione Generale e nell’assetto proprietario di
Cassa di Risparmio, facendo sì che lo Stato abbia un ruolo adeguato agli sforzi
economici fatti in questi anni. La Cassa di Risparmio è una banca solida e un
asse portante del Paese e necessita di tornare velocemente a fare utili,
modificando le sue logiche gestionali. Anche qui, come in politica, è
impossibile che chi ha gestito (male) il passato possa dare buone soluzioni per
il futuro.
Queste proposte che il nostro movimento esprime da tempo, sono
sostanzialmente contenute nell’odg che ricordava e che impegna il Governo. Ci
sono però grossi problemi in maggioranza su questo tema.

Perché da un lato c’è
chi vuole mantenere lo status quo per conservare il proprio feudo di potere
economico e politico, e quindi protegge l’attuale governance e l’attuale
assetto proprietario che vede la Fondazione detenere inspiegabilmente ancora la
maggioranza delle quote societarie nonostante tutti gli ultimi pesanti
interventi di ricapitalizzazione siano stati a carico dello Stato.
Dall’altro
lato c’è chi vuole far ripartire la Cassa, inserendo professionalità
all’altezza ed una governance preparata per riportare velocemente l’istituto a
generare utili, ma anche facendo sì che lo Stato abbia una quota di capitale
sociale (e quindi di futuri utili) adeguata agli sforzi economici fatti in
questi anni. 
E che ritiene, giustamente, che un Direttore Generale rinviato a
giudizio per un reato grave come quello del riciclaggio non possa continuare a
svolgere il suo ruolo, per la credibilità della Cassa di Risparmio nei
confronti della clientela.
Ap e parte del Psd appartengono a questa seconda
categoria e noi speriamo che riescano ad attuare quanto scritto nell’odg.
Bisogna passare dalle parole ai fatti, anche perché tali cambiamenti sono una
priorità e una politica seria rispetta gli impegni, specie su queste tematiche
così rilevanti.

5) Referendum:
il 15 maggio i sammarinesi saranno chiamati ad esprimersi su 4 quesiti. A
prescindere dai contenuti, quale importanza politica riveste questo appuntamento?
E sapete già quale sarà la posizione di C10 rispetto tutti e quattro?

Non mi piace caricare
i referendum di significati politici quando si parla di referendum propositivi.

Personalmente sono
sempre contento quando i cittadini possono esprimersi su specifiche proposte,
se queste sono rilevanti e sentite, dando gli indirizzi conseguenti al
Consiglio affinché li attui in specifiche norme.

Qui ne avremo 3:
preferenza unica, abolizione del quorum e tetto agli stipendi.

Sull’abolizione del
quorum siamo chiaramente favorevoli: è un punto fondamentale del nostro
programma politico, e speriamo si possa realizzare al più presto. Chi va a
votare decide, chi non va a votare vuol dire che non è interessato e si deve
adeguare alle decisioni altrui: questo principio deve valere sempre, secondo
noi il disinteresse non deve mai avere un peso. Sugli altri 2 quesiti stiamo
ancora ragionando.

Sulla preferenza
unica siamo tendenzialmente contrari, preferiremmo lasciare più libertà di
scelta ai cittadini attraverso le 3 preferenze ed inoltre crediamo che poter
esprimere una sola preferenza polarizzerebbe moltissimo il consenso sulle
persone più conosciute, lasciando le briciole agli altri.

Sul tetto agli
stipendi a 100.000€ stiamo valutando: faccio solo presente che il referendum,
per come è scritto, è molto aggirabile e che attualmente esiste già un tetto a
150.000€ che, pur essendo più alto di quello proposto, rende difficile reperire
professionalità adeguate in certi ambiti (es: medici).

Il referendum con un
vero significato politico, comunque, è quello sul Polo della Moda, che infatti
è un referendum abrogativo e non propositivo.

Di fatto qui gli
elettori possono decidere su un atto di Bene Comune, su cui il Governo e la
maggioranza si sono spesi e battuti strenuamente, sostenendo il progetto a
spada tratta.

Un investimento
sicuramente importante in termini di risorse investite e posti di lavoro
creabili, in un settore importante per il Paese (quello commerciale) ma
purtroppo realizzato molto male dal Governo con una convenzione ad hoc piena di
deroghe alle norme esistenti, scritta sotto dettatura e con la paura di perdere
l’unica cosa concreta realizzata in 3 anni da Bene Comune alla voce “sviluppo
economico”, oggi agitata continuamente come un “totem”.

Su questo referendum
non daremo indicazioni di voto.

Per un semplice
motivo: nelle condizioni odierne, questo referendum è una scelta fra tutela del
lavoro e tutela del territorio, ed è per noi impossibile scegliere fra 2 “beni”
che riteniamo necessario difendere entrambi.

Fossimo stati noi al
Governo avremmo fatto le cose diversamente e non avremmo mai messo il Paese di
fronte a questo “aut aut”, perchè, ribadisco, sono due beni entrambi
da tutelare.

E la colpa di questa
assurda situazione è tutta esclusivamente di Bene Comune che, col suo
atteggiamento, ha completamente snobbato le istanze di chi riteneva necessario
non solo ottenere un investimento importante per la Repubblica, ma anche
evitare che, oggi e in futuro, per ogni investimento di una certa portata  sia necessario consumare nuovo territorio.
Noi abbiamo suggerito una misura fondamentale in tal senso. La tassazione dei
grandi immobili ad uso economico sfitti o inutilizzati, in tutti quei casi in
cui i proprietari non accettino di aderire ad un programma di prezzo calmierato
o “equo canone” predeterminato. Una norma semplice, utile a

1) mettere a
disposizione, a prezzi ragionevoli, immobili già esistenti per nuovi
investimenti

2) evitare che il
prezzo sproporzionato degli stessi obblighi tutte le volte a consumare nuovo
territorio per chi si avvicina alla Repubblica.

L’abbiamo proposto ma
il Governo non ha ascoltato nessuno, portando il Paese a fare una scelta che
non si dovrebbe mai fare, quella fra lavoro e territorio.

Abbiamo elaborato un
vademecum completo sulla storia e le caratteristiche di questo investimento,
che metteremo a disposizione della cittadinanza in modo che ognuno possa avere
tutti gli elementi necessari a scegliere consapevolmente.

6) Da tempo si
parla di rinnovamento nei partiti tradizionali sammarinesi e questo tema è
tornato prepotentemente alla ribalta nei giorni scorsi, dopo la “resa dei
conti” interna al Partito socialista. Lei che è giovane ma con un curriculm
politico di tutto rispetto, e che ha fondato un movimento civico proprio per
dare corso a questo obiettivo, crede che ora, dopo tutte le vicende giudiziarie
aperte, i tempi siano maturi per un vero rinnovamento della politica (inteso
nelle prassi e modi di fare politica così come nei volti)?
 

Come dicevo prima,
noi sicuramente lavoriamo per questo. Ed il nostro impegno e contributo in una
futura coalizione ci sarà solo se, ovviamente, questa condizione sarà
realizzata.

Chi dice che il
rinnovamento si fa solo nel metodo racconta una favola: il rinnovamento si fa
nel metodo ma anche nelle persone, che quel metodo devono portare avanti:
inutile pensare che cambino le cose se le persone son sempre quelle. E chi ha
governato (male) in passato difficilmente potrà cambiare in futuro.

In ogni caso, e tengo
a sottolinearlo, chiunque faccia politica deve confrontarsi con le decisioni
della cittadinanza: se la cittadinanza elegge chi opera per una politica
affaristica, consociativa, interessata, incline al favoritismo e al
clientelismo, ecc…, poi è difficile lamentarsi se in Consiglio le cose non
funzionano. In questi anni, purtroppo, in larga parte sono stati eletti questi
personaggi qui: non a caso la politica è degenerata. È solo la cittadinanza, alle prossime
elezioni, che potrà fare la pulizia definitiva della vecchia politica e del
vecchio metodo. Così si cambierà veramente,
oltre che velocemente.



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