Carisp San Marino. Perche’ ha pagato il sovrapprezzo a Sopaf, Tito Masi

Carisp San Marino. Perche’ ha pagato il sovrapprezzo a Sopaf, Tito Masi

Tito Masi nella sua deposizione a Forlì davanti al Procuratore della Repubblica, Fabio Di Vizio, spiega la ragioni che hanno indotto la Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino 
a liquidare il socio in Delta, Sopaf, con un sovrapprezzo di 15milioni
di euro
.  

Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino, dopo aver descritto il contorno,  entra nei dettagli attraverso stralci del verbale.

«Cassa di Risparmio – disse Masi a Di Vizio – aveva necessità di acquisire le
azioni di Sopaf per aver una speranza di poter vendere, di potere arrivare alla
dismissione di Delta, nel senso che nessun acquirente avrebbe mai acquistato una
parte delle azioni e non il tutto, soprattutto con un socio che aveva in piedi
tutta una serie di iniziative giudiziarie contro la Cassa di Risparmio
dall’esito incerto »
.Quindi – prosegue il ragionamento Masi – se Cassa di Risparmio voleva ottemperare alle condizioni poste da Banca d’Italia e arrivare entro il 18 novembre del 2009 alla cessione di Delta, l’unica cosa era acquisire il 100% del pacchetto azionario», sottoscrivendo in più quella «consulenza» da 15 milioni di euro, rispetto al prezzo di 55 milioni pagato formalmente per le azioni. Ma Sopaf, è storia passata: ora bisogna cercare di salvare la Cassa, un’altra volta. Le aspettative erano altre: dopo tre colloqui in procura a Forlì, la banca sperava di spuntarla. E questo in virtù di una “collaborazione” che Masi sperava di avere con la procura. «Se Fantini – il riferimento era all’ex amministratore delegato della Cassa, Mario Fantini, disse Masi a Di Vizio nel marzo scorso – avesse scelto la strada del dialogo e della collaborazione con la giustizia, molto probabilmente non saremmo arrivati a questo punto». Rispondono a tono i figli di Fantini: «L’iniziativa meschina di toglierci disponibilità economica ci sta creando gravi difficoltà ma non ci distrarrà dalla volontà di chiedere giustizia»

Leggi l’intero articolo di Patrizia Cupo, Corriere Romagna

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