Rinegoziare i termini di vendita in territorio con l’italia, aumentare la scontistica Smac, aumentare la deducibilità sul carburante e riorganizzare il servizio di trasporto pubblico per renderlo appetibile.
Sono le richieste avanzate da Unione consumatori sammarinesi per combattere l’aumento sproporzionato dei carburanti.
Ucs ricorda che il costo del carburante è composto, oltre che dal prezzo netto del greggio, anche dalle accise o imposta speciale che sono predeterminate dallo Stato italiano e sono una voce importante nella composizione del prezzo finale. È noto che alcune risalgono alla Guerra d’Etiopia degli anni ’30 e da allora non sono mai state eliminate.
In generale l’accisa pesa quasi il 40% sul costo finale di benzina e diesel, un po’ meno sul gpl. Anche per questo secondo EnjoyTravel.com l’Italia nel 2021 era all’ottavo per la benzina e al settimo posto per i diesel, nella classifica delle nazioni dove il pieno risulta più caro.
Ma veniamo a San Marino. Il commercio di carburanti a San Marino è normato dall’accordo di buon vicinato del ’39, secondo cui “Il Governo della Repubblica di San Marino si impegna a che detti prodotti vengano venduti nel proprio territorio ad un prezzo non inferiore a quello imposto o praticato in Italia nelle varie fasi della distribuzione (…)”.
Il decreto n 20 del ’75 ha sancito poi che lo Stato di San Marino possa incamerare gli introiti riguardanti le accise nelle proprie casse.
Ora a causa della guerra tra Russia e Ucraina e relative sanzioni o minacce di blocco degli approvvigionamenti, il prezzo del carburante, benzina e diesel, registra inevitabilmente una nuova impennata.
“La situazione per i consumatori che fanno carburante per andare al lavoro e spostarsi – scrive Ucs – rischia di diventare insostenibile”.
Partendo dal presupposto che “l’accordo del ’39 è già in fase di cambiamento per quel che concerne la notifica delle sanzioni del codice della strada, come dichiarato dal Segretario competente”, Ucs ha avanzato tre proposte alle autorità:
- rinegoziare gli accordi sul prezzo di vendita, esentando o diminuendo sostanzialmente la percentuale delle accise e quindi diminuendo sostanzialmente il prezzo di acquisto e quindi di vendita al consumatore
- abbassare la percentuale di introito percepito dallo Stato con la tassazione, ad esempio aumentando la scontistica nella Smac per i carburanti
- modificare il DL 2 del 2016 “Tipologie di beni e servizi deducibili”, al fine di aumentare la quota di deduzione di 750 euro sui carburanti in base alla percentuale d’aumento del prezzo.
Inoltre è stato chiesto “a che punto sia il riordino e la riorganizzazione dei mezzi pubblici che, così come strutturati ad oggi non forniscono un servizio proattivo all’utenza. Il sevizio trasporto pubblico ha orari e tratte non rispondenti all’esigenza del fruitore e quindi non sono usati”. Su questo Ucs ha contattato il Dirigente AASS che ha promesso una riunione a breve.
“Il momento è sicuramente difficile e complesso – conclude Ucs – a livello mondiale ma, se non interveniamo rapidamente o non poniamo correttivi a sostegno dei consumatori, da “decrescita felice”, termine fortemente contestato da UCS, ci ritroveremo ad una implosione sistemica insostenibile”.