Cartoline dal futuro: giovani sammarinesi si raccontano a Rosanna Ridolfi. Oggi la storia di Veronica Gasperoni

Cartoline dal futuro: giovani sammarinesi si raccontano a Rosanna Ridolfi. Oggi la storia di Veronica Gasperoni

Non vanno a votare. Non conoscono la storia, non si occupano dei problemi del presente. Mirano a far carriera nel mondo dello spettacolo o nel calcio. Non sanno cosa sia l’impegno, rifiutano il sacrificio. Sono fragili, non sono capaci di rialzarsi dopo un fallimento…  

Ecco gli stereotipi più comuni quando si parla di giovani. Col risultato che la combinazione di tali elementi della narrazione moltiplica all’infinito la rappresentazione fino a creare un’apparente realtà. E se per una volta invece provassimo ad ascoltare la voce dei diretti interessati? 

Questa è la condivisione di conversazioni avvenute con ragazzi normali – ma davvero speciali – che hanno accettato di raccontarsi a viso aperto. Le domande sono state le stesse per tutti; ognuno di loro ha risposto in base alla propria personalità e alla propria sensibilità.  

Oggi protagonista è Veronica Gasperoni, ventunenne studentessa di lettere moderne a Bologna.

 

Parte prima – Autoritratto    

Il racconto di te…

“Studentessa, ventun anni, sono iscritta al terzo anno di Lettere Moderne presso l’Università di Bologna; la mia è stata una scelta decisa e sicura, senza influenze ed interferenze esterne, in quanto pienamente corrispondente a quelle che sono sempre state le mie passioni, nonostante io abbia frequentato il Liceo Scientifico. Dal punto di vista del carattere sono una ragazza solare, dinamica e curiosa. Quel che vorrei si cogliesse subito di me dall’esterno è la mia determinazione nel raggiungere gli obiettivi che mi pongo. Dopo l’università mi piacerebbe accedere al mondo dell’insegnamento, ma non escludo la possibilità di intraprendere percorsi diversi ad esempio nell’ambito dell’attività editoriale“.

Com’è la tua vita in questo momento? 

“Questo momento della mia vita è incentrato sullo studio e molti dei miei interessi, tra i quali la lettura, coincidono anche con quello che è il mio percorso formativo. Inoltre vivendo in una città cosmopolita come Bologna, ho la possibilità di conoscere persone nuove ogni giorno e questo è sicuramente molto stimolante. Uno degli aspetti più belli è stato proprio quello di stringere rapporti con miei coetanei, provenienti da altre parti d’Italia, con abitudini e tradizioni diverse“.

Quali sono (la o) le persone che ora contano di più per te? 

“Sicuramente i miei famigliari, che mi hanno sempre accompagnato in questi anni, dandomi il loro sostegno in tutto”.

Esiste qualcosa o qualcuno per cui saresti disposto a lottare senza tregua?

“I miei famigliari”.

Hai un modello di riferimento?

“Mi è sempre piaciuto l’ideale del sogno americano; quindi vorrei essere una “self made-(wo)man”, ovvero realizzarmi pienamente contando esclusivamente sulle mie capacità e sulle mie forze!”

Quali esperienze particolari hai vissuto finora e ricordi con piacere?

“Ricordo volentieri il viaggio di studio a Pechino che mi ha permesso di interfacciarmi con una realtà molto diversa dalla mia. Questo stesso periodo che sto vivendo penso sia formativo, vista la lontananza da casa e quindi il fatto di dovermela cavare da sola: ciò mi spinge ad essere più indipendente, anche a partire dalle semplici incombenze ed attività quotidiane”. 

Fino ad ora ti è mai capitato di scontrarti con quella brutta faccenda che si chiama “compromesso”? 

“Si certo; ad esempio essendomi trasferita in un’altra città sono venuti meno dei comfort, nonché le sicurezze nelle quali sono cresciuta. Ho dovuto imparare ad arrangiarmi in un’altra città, in un’altra casa senza la presenza costante dei miei genitori”. 

Cosa pensi del tema del “merito” a scuola o in università? 

“Penso che un mondo basato sulla meritocrazia rimanga un’utopia. Purtroppo non sempre i giudizi sono oggettivi, e quel che è peggio è che ancora molte volte avere dei buoni “agganci” agevola in qualsiasi ambito“.

Come definiresti tu l’intelligenza?

“Secondo me l’intelligenza coincide con la capacità di adattarsi ad ogni contesto e situazione, come un fluido che si adatta a qualunque tipo di spazio. Naturalmente questa capacità non deve essere fraintesa con la spersonalizzazione del carattere”.

Per realizzare un progetto conta di più la motivazione o la volontà? 

“Penso che per raggiungere un obiettivo sia necessario avere una motivazione, ma anche che senza forza di volontà quella meta rimarrà vana”.

Ritieni di dover dimostrare qualcosa o di non dover dimostrare proprio nulla a nessuno ma semplicemente di dover rendere felice te stesso?

“Non ho dubbi: in primo luogo ritengo di dovere rendere felice me stessa; la necessità di dovere dimostrare qualcosa deriva secondo me dalla paura di non essere abbastanza rispetto agli altri (purtroppo perché il nostro è un mondo troppo basato sulla competitività)”.

E più in generale quale contributo ritieni di poter dare al mondo del futuro?

“Credo di potere dare il mio contributo nella vita quotidiana, svolgendo con serietà e professionalità il lavoro che mi troverò a fare, e impegnandomi al massimo delle mie capacità”.

Tornare o andar via definitivamente da San Marino? … 

“Vorrei studiare e completare la mia formazione facendo esperienza nel e del mondo fuori dalla mia terra, ma il mio desiderio è di poter tornare a vivere e costruire il mio futuro a San Marino, dando un contributo al progresso e al miglioramento di quella che è la mia patria”.

 

Parte seconda – Macrocosmo e microcosmo

Cosa hai vissuto il periodo più duro del confinamento dovuto al covid?

“Durante il periodo di quarantena ho sofferto principalmente la lontananza dai miei amici, la possibilità di muovermi liberamente, insomma quella che era la mia normalità. La DAD è stata per me pesante ed alienante. L’unico aspetto positivo di questo periodo è stato il fatto di poter passare molto più tempo con la mia famiglia“.

Argomento complesso: “vax” e “no-vax”

“Non sono né pro né contro, ma se viene lasciata la libertà di scegliere poi questa deve essere concessa in toto”.

Internet offre una montagna di informazioni che possono però anche risultare senza alcun filtro o selezione. Esercitare un controllo sulle fonti (spesso anonime) è difficile, così come distinguere tra verità e menzogna o tra oggettività e soggettività? 

“Credo che in generale sia abbastanza facile capire e distinguere fake news da verità.
L’utilizzo di Internet deve essere consapevole, occorre verificare l’attendibilità della fonte e nel caso in cui ci siano proposte diverse attuare un confronto. Tuttavia ritengo che il mondo dell’informazione dipenda spesso dal bisogno “di fare notizia” e che questo infici la veridicità delle informazioni che dovrebbero essere corrette e sicure, anche al di là di Internet”.

Figure come quella dello scienziato, del medico, dell’insegnante sempre più spesso vengono messe in discussione, addirittura denigrate, perché tutti pensano ormai di essere in grado di reperire ogni sorta di informazione da soli e di essere in grado di giudicarne l’operato; come vivi tutto ciò? 

“Sono convinta che non esista conoscenza vera e reale che possa prescindere da una preparazione specifica e da uno studio accurato. E poiché come ho già detto gli strumenti e le informazioni di cui comunemente si dispone nella quotidianità non sono mai completamente attendibili o quantomeno necessitano di filtri, ritengo che sia necessario affidarsi ai professionisti, a quelli che sono gli esperti di ogni professione”

La parola e l’immagine sono diventate un patrimonio a disposizione di tutti; tuttavia quello che potrebbe essere uno straordinario strumento di diffusione di idee e conoscenza come Internet finisce a volte col divenire un mezzo per alimentare odio e ignoranza. Come incoraggiare un uso appropriato ed utile del web?  

“Bit e byte scandiscono ormai la nostra vita quotidiana. Tutti possono accedere al web ma l’uso che se ne fa dipende dalla consapevolezza che si possiede.

Bisogna però avere ben chiaro che si tratta di uno strumento non tangibile ma le cui dimensioni sono assai vaste; di conseguenza ci si può imbattere in qualsiasi tipo di informazione. Da questo punto di vista mi preme soprattutto la condizione dei più giovani che, ancora inesperti ma curiosi, hanno accesso a questo mondo digitale molto più grande di loro; quindi credo possa essere utile inserire nei piani didattici dei corsi in grado di insegnare non tanto le tecniche ma soprattutto il metodo e l’atteggiamento attraverso il quale usufruire del web, questo a partire dalle scuole di grado minore”.

Che cosa pensi degli ambientalisti “futuristi” che imbrattano opere d’arte o bloccano il traffico per attirare l’attenzione sui problemi del pianeta? 

“Penso che abbiano sicuramente attirato l’attenzione mediatica, attraverso lo sfregio di beni culturali, per promuovere la protesta ambientale, ma condivido il fine e non il mezzo. Mantenere viva l’attenzione su questo problema non è mai abbastanza, ma per la salvezza del pianeta occorrere una collaborazione internazionale da parte delle forze politiche mondiali che al momento non sembra essere decisa come dovrebbe”.

Come vedi questa tendenza alla “cultura della cancellazione” che sta prendendo piede anche nel nostro paese e rischia di rendere “fuorilegge” anche autentiche opere dell’ingegno umano, perché ritenute oggi “politicamente scorrette”? 

“Quanto è stato scritto o rappresentato da scrittori o artisti di altre epoche va letto non con gli occhi di noi moderni ma con quelli dei loro contemporanei. Non condivido questa tendenza a cancellare quel che non corrisponde al nostro modo di vedere le cose oggi, poiché significherebbe cancellare parte della storia umana che ci ha portati ad essere quel che siamo”. 

Qual è il ruolo che ogni individuo può avere nella collettività in un tempo così duro come il nostro? Quali cambiamenti auspichi?

“Tutti dovremmo essere più empatici ed altruisti e meno ipocriti. Dunque auspico una società più aperta e solidale

Giudica chi ti giudica … 

“Essendo una persona dotata di autocritica apprezzo i giudizi costruttivi, nel momento in cui però diventano offensivi oppure sono basati su meri stereotipi allora credo siano inutili. Mi è capitato di essere giudicata immatura per comprendere determinate tematiche o esprimere un parere, solo a causa della mia età anagrafica: penso che questo sia un atteggiamento che denota ignoranza, superficialità e supponenza”

 

Parte terza – Cosa ti passa per la mente se ascolti queste parole: 

Divertimento “Si può attuare in modi molto diversi, il fine è comunque quello di allontanarsi sia con il corpo che con la mente dalle frustrazioni, dalle pressioni di una quotidianità frenetica. Per me uscire con gli amici ha sempre rappresentato un ottimo motivo di svago proprio per evadere temporaneamente dai miei problemi, però ho sempre confidato più nelle persone piuttosto che nei luoghi d’intrattenimento; discoteca, pub per me sono solo degli scenari: ciò che fa la differenza è la compagnia. Tuttavia spesso avverto la necessità di stare da sola e intrattenermi con quelle che sono le mie passioni: anche questo è per me divertimento!”

Moda “Non mi interessa seguire una moda solo perché è tale, ciononostante può succedere che ciò che mi piace rientri nella moda del momento”.

Emarginazione “L’emarginazione fa parte del vivere sociale, tutti siamo un po’ degli emarginati perché magari in un contesto collettivo il proprio modo di essere non viene compreso e quindi si viene esclusi”.

Pensiero “Avere un proprio pensiero è indice di personalità, ma penso che purtroppo sempre più spesso molti tendano a omologarsi, magari proprio per paura dell’emarginazione”.

Dio “Personalmente credo che Dio (ma anche la religione più in generale) sia un’invenzione dell’uomo che di fronte all’inspiegabile ha bisogno di trovare una motivazione. Inoltre la precarietà dell’esistenza spinge a cercare delle fonti che permettano di lasciar spazio alla speranza: ecco allora che si costruisce l’immagine di Dio”

Coscienza “La coscienza è il giudice più razionale, oggettivo e onesto di ognuno; è dentro di noi ci parla, ci critica, ci indirizza verso le scelte di vita più giuste e responsabili; tuttavia molte volte tendiamo a soffocarla forse per presunzione, orgoglio, magari per comodità…”

Pace “Credo che la pace sia un’utopia e non è vero che l’uomo impara dai suoi errori, piuttosto penso che la conflittualità sia un suo tratto genetico e che egli, nonostante gli eventi nefasti che la storia ricorda, continui a disseminare odio e a compiere azioni atroci. Eppure basterebbero anche solo il rispetto e un sentimento di empatia tra esseri di una stessa specie”.

Dolore “La vita è un continuo alternarsi di attimi di dolore e gioia, attimi che però non si distribuiscono in maniera equilibrata, per cui molte volte un momento di gioia coincide veramente con la quiete dopo la tempesta. Il dolore più grande credo coincida con la perdita di una persona amata, poi si aggiungono tutte le altre forme di sofferenza che se a volte diventano difficili da sopportare, altre costituiscono uno stimolo per reagire”. 

Gioia “La gioia è un’emozione che esiste, fortissima che va vissuta pienamente purtroppo, come dicevo prima, per lo più gli attimi di gioia sono brevi…”

Ansia “L’ansia per me è causata dalla paura della novità, dal vivere esperienze che allontanano da quella che è la propria zona di comfort, che costringono ad uscire dai propri schemi e a mettersi nuovamente in gioco. Ma l’ansia è anche dovuta al timore generato dalle aspettative, nostre o degli altri su di noi, dalla competizione, dalla paura di non riuscire a superare gli ostacoli come potrebbe essere un esame scolastico e quindi dalla paura di deludere sé stessi e gli altri”. 

Amore “Credo che nel senso più puro sia qualcosa di raro; perché l’amore vero è un sentimento disinteressato come quello di un genitore nei confronti del proprio figlio, in cui non c’è egoismo, non c’è un fine interessato”. 

Pudore “Il concetto di pudore negli ultimi anni sta cambiando molto, si va sempre più verso un atteggiamento “open mind”, dove tutto è concesso e ognuno è libero di essere e mostrarsi come vuole senza vincoli. Penso che al di là del senso del pudore, che cambia a seconda delle persone, ciò che faccia la differenza siano principalmente il rispetto degli altri e l’educazione”.

Immigrazione Penso che i fenomeni migratori in generale, rispondano ad un istinto naturale che accomuna tutti gli esseri viventi e l’uomo non fa eccezione. Le cause che spingono a migrare sono diverse; concorrono fattori ambientali come i disastri naturali o fattori socio-politici, insomma tutto ciò che rappresenta una minaccia alla sopravvivenza. Dunque non ha senso prendersela con chi emigra, poiché è un atto biologico; piuttosto credo sia necessario intervenire prima su una gestione corretta del problema da parte degli stati che ne hanno il potere e soprattutto sui fattori che l’emigrazione la causano”.

Uguaglianza-Disuguaglianza “Non penso siano due termini tra loro antitetici, è difficile parlare di uguaglianza in un mondo di diseguali. L’uguaglianza può avere un senso nel momento in cui a parità di condizioni ognuno ha le stesse opportunità”. 

Libertà “Difficile da spiegare in che cosa consista veramente perché nessuno l’ha mai veramente sperimentata in pieno. Ognuno è libero finché la sua libertà non nuoce all’incolumità altrui. Viviamo in una società basata su regole necessarie per una convivenza civile, ma al di là delle leggi scritte che ci dicono cosa possiamo o non possiamo fare poi ci sono i vincoli che ci pone la psiche. Indossiamo quotidianamente una maschera, temiamo l’esclusione, il rifiuto, il giudizio quindi ci adattiamo al contesto e reprimiamo gli istinti, non siamo mai veramente liberi”.

Per terminare questa nostra conversazione cita una frase dal libro che più ti è piaciuto fra quelli che hai letto

Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti” 

Luigi Pirandello, Dalla commedia Uno, nessuno, centomila

E infine un verso di un poeta o di un cantautore che secondo te ti rappresenta o in cui ti rispecchi 

“Devo imparare – è questa la cosa più difficile –  A non aver paura della mia paura”

Alda Merini, Una perla conficcata dentro al cuore

 

Grazie di cuore ad Alberto, Arianna, Davide e Veronica.

A cura di Rosanna Ridolfi

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