Da qualche tempo viene diffusa dai media la notizia che a Riccione si sta costruendo un edificio specifico da dedicare ai giochi. C’è chi parla di un vero e proprio – modernissimo – casinò.
A San Marino, invece, parlare di casinò è peggio di niente. Tempo perso. Perché la Repubblica di San Marino non ha mai riscattato il diritto di attivare sul proprio territorio il gioco d’azzardo. Diritto ceduto all’Italia verso la metà del Novecento.
San Marino Oggi riporta in proposito alcune considerazioni della Associazione Ecso (Economia, Crescita, Sviluppo, Opportunità).
Si tratta di una struttura, fanno presente da Ecso di cui “nel mese di gennaio verrà comunicata la data di apertura prevista per fine febbraio” e dovbe “sarà possibile giocare anche a Texas Hold’Em (poker n.d.r.) in una apposita sala entro i mesi di maggio/giugno 2011.Quindi si parla di un casino in tutta regola quello che avremo a poche decine di chilometri. Ma perchè non lo abbiamo fatto anche noi qualche decina di anni fa? E pur vero che il gioco d’azzardo, è un’attività espressamente vietata dell’Accordo aggiuntivo alla Convenzione di amicizia e buon vicinato fra la Repubblica Italiana e la Repubblica di San Marino, sottoscritto a Roma il 29 aprile 1953.
Ma perchè non cercare di cambiarlo, nell’ottica di poter rimpinguare le asfittiche case dello Stato?”.
Per la Ecso infatti si tratta di un “Altro tram perso da San Marino”.
Il diritto di legiferare sul gioco d’azzardo da parte di San Marino andava comunque recuperato (in quanto prerogativa della sovranità), indipendentemente dal fatto che poi il Paese decidesse o meno di usufruirne.