Caso San Marino. Sputnik funziona bene come Pfizer. Il Fatto Quotidiano, Natascia Ronchetti

Caso San Marino. Sputnik funziona bene come Pfizer. Il Fatto Quotidiano, Natascia Ronchetti

• Il Fatto Quotidiano, NATASCIA RONCHETTI. San Marino fin dall’inizio non ha ricalcato le orme dell’Italia.

Del resto nemmeno avrebbe potuto. A oltre un mese e mezzo dal vaccine day europeo, il 27 dicembre del 2020, San Marino – che non fa parte della Ue – annaspava ancora alla ricerca di un vaccino contro il Covid, con il reparto di terapia intensiva del proprio ospedale pieno di malati. La salvezza arrivò dalla Russia (grazie agli ottimi rapporti che fino ad allora avevano legato Mosca alla piccola Repubblica). Il 23 febbraio giunsero le prime 7.500 dosi dello Sputnik V, il vaccino a vettore virale sviluppato dal centro nazionale di epidemiologia e microbiologia Gamaleya. Solo una settimana dopo sarebbero giunte sulla rocca 1.170 dosi di Pfizer: davvero troppo poche per mettere in moto rapidamente la campagna vaccinale di massa, anche per un Paese che non raggiunge nemmeno i 34 mila abitanti.
Da allora molto è cambiato. Dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, le vecchie e buone relazioni con Mosca si sono deteriorate. Contemporaneamente le forniture di Pfizer sono diventate più consistenti e regolari e dalla fine di maggio dello scorso anno i sammarinesi hanno potuto scegliere se essere protetti con Sputnik V o con il vaccino statunitense.
Resta il fatto che il 90% della popolazione che si è vaccinata (qui ha completato il ciclo primario quasi l’82% dei vaccinabili) lo ha fatto con Sputnik.(…)

Tra le poche cose che in questo caso accomunano invece San Marino all’Italia c’è l’andamento della campagna per la quarta dose. Procede davvero al rallentatore. Da aprile scorso ad oggi ha intercettato appena 437 persone, quasi tutte anziani ospiti delle case di riposo, nonostante su base volontaria sia aperta agli abitanti a partire dai dodici anni. Niente a che vedere con il booster (terza dose) somministrato a oltre il 67% dei residenti vaccinabili. Sull’efficacia di Sputnik ci sono i risultati di una prima fase di uno studio condotto in collaborazione con l’istituto Spallanzani di Roma: il 99,6% dei vaccinati ha sviluppato la risposta anticorpale. Si tratta comunque di risultati assolutamente parziali. Quanto alle reazioni avverse ci si attiene a una ricerca condotta dall’università di Bologna su un campione di oltre 2.500 volontari. L’incidenza degli effetti avversi dopo la prima dose è stata del 53%, dopo la seconda del 66,8%. In generale, il 76% dei destinatari di due dosi ha manifestato alcuni effetti ma solo il 2,1% ha avuto reazioni più gravi.

 

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