Caso Siri: prestito “contrario a tutte le regole bancarie”

Caso Siri: prestito “contrario a tutte le regole bancarie”

L’informazione di San Marino

Prestito a Siri “contrario a tutte le regole bancarie”

A caldeggiare il finanziamento al senatore un “esponente istituzionale” di cui la Bac non fa il nome

“In contrasto con i principi di sana e prudente gestione” che ogni banca dovrebbe rispettare, tanto da esporla a “un elevato rischio reputazionale oltre che di mancato recupero del credito”. Queste le pesanti conclusioni della autorità di vigilanza di San Marino con le quali ha terminato la sua istruttoria in merito al prestito concesso dalla Banca Agricola Commerciale ad Armando Siri, senatore leghista molto vicino al vice premier italiano Matteo Salvini. A svelare alcune delle carte della vicenda Siri, l’inchiesta condotta dai giornalisti Lirio Abbate e Paolo Biondani pubblicata sulla edizione del settimanale l’Espresso da ieri in edicola. 

Insomma “un prestito politico, contrario a tutte le regole bancarie. Un favore economico deciso da un banchiere di San Marino con una motivazione tenuta segreta: creare un rapporto di ferro con un potente senatore della Lega, in grado di condizionare il governo italiano.”

Sarebbe questa quindi “la vera ragione del mutuo estero da 750 mila euro ottenuto il 16 ottobre 2018 dall’allora sottosegretario Armando Siri, poi costretto a lasciare la poltrona di viceministro delle Infrastrutture perché indagato per una diversa storiaccia siciliana di corruzione. Un finanziamento decennale concesso dalla banca al politico senza nessuna garanzia, di nessun tipo. A cui è seguito un secondo prestito di favore, finora del tutto ignoto: altri 600 mila euro sborsati dallo stesso istituto di San Marino, appena tre mesi fa, grazie alla raccomandazione di un portaborse dello stesso senatore leghista. Un doppio intreccio tra banche, soldi e politica dove spuntano documenti cancellati, atti scomparsi, consulenze misteriose e troppe altre anomalie. Per cui il prestito di Siri, già sotto indagine a Milano, ora è sotto inchiesta pure a San Marino.” Ad emergere in questi ultimi giorni, dunque, “un secondo prestito di favore, collegato sempre al ruolo politico di Siri.”

“Tra maggio e giugno scorsi, – proseguono nella loro inchiesta i giornalisti dell’Espresso – l’Aif denuncia alla Banca Centrale «una ulteriore operazione di finanziamento accordata dalla Bac senza le normali garanzie e al di fuori delle procedure», che risulta «correlata» con il prestito a favore di Siri. Si tratta di un secondo mutuo «anomalo» di durata decennale: altri 600 mila euro, concessi anche in questo caso senza alcuna ipoteca. Il beneficiario è una società italiana, Tf Holding srl, che risulta controllata da due «baristi milanesi». Il legame con il senatore della Lega emerge dalle deposizioni dei dirigenti della Bac: quella società è stata «presentata» alla banca di San Marino da «Marco Luca Perini, capo segreteria del sottosegretario e senatore Armando Siri” Poi l’inchiesta di Abbate e Biondani prosegue fornendo in maniera dettagliata informazioni sulle responsabilità all’interno della Banca Agricola. “Il 12 aprile 2019 la filiale della Bac chiude la verifica sulla Tf Holding con un parere negativo, motivato dalla «mancanza di garanzie reali» e dall’insufficienza delle fideiussioni dei baristi, segnalando che hanno redditi limitati, versati proprio dalla società da finanziare, e «non hanno proprietà immobiliari personali». Il 16 aprile l’ufficio crediti conferma il verdetto: mutuo bocciato. La richiesta di prestito – prosegue l’inchiesta dell’Espresso in edicola da ieri – viene però trasmessa comunque ai vertici della banca «vista la conoscenza e la buona relazione della società con la direzione generale». Nel secondo parere il rapporto viene precisato: è una «relazione diretta» con un manager della Bac. Nella versione cartacea degli atti, gli ispettori trovano solo il secondo parere, che però «non riporta le frasi sulla conoscenza diretta del cliente da parte della direzione generale». Una cancellazione scoperta dopo uno scontro con la banca: gli ispettori sentono subito puzza di bruciato, ma non possono accedere all’archivio informatico completo. Quindi insistono per sbloccare i computer, dove trovano le versioni originali di entrambi i pareri negativi. Con la conferma del ruolo decisivo della «direzione generale», che è stato «eliminato nella versione cartacea, l’unica trasmessa alla Banca Centrale».

Il mutuo di 600 mila euro raccomandato dal segretario di Siri risulta approvato, proprio il 16 aprile 2019, dal vicedirettore generale della banca di San Marino. Senza spiegare perché ha deciso di ignorare i due pareri tecnici negativi. Sono le innumerevoli anomalie riscontrate dagli ispettori dell’Agenzia di Informazione Finanziaria in merito ai due prestiti collegati a Siri, a suggerire agli stessi di denunciare «all’autorità giudiziaria un sospetto misfatto di amministrazione infedele», addebitabile al banchiere Perotti e in parte al suo vice, «con potenziale danno per il patrimonio della banca e per i risparmi della clientela».

A far storcere il naso ad Abbate e Biondani la presenza nelle carte di un “esponente istituzionale” il quale avrebbe caldeggiato il finanziamento ad Armando Siri.

La Banca Agricola Commerciale non fa il nome e “probabilmente”, si rispondono i giornalisti dell’Espresso, “è un politico di San Marino.” “Il verbale degli ispettori documenta che solo di fronte al consiglio d’amministrazione il banchiere Perotti rivela la reale motivazione del prestito al senatore della Lega: “Il tema di principale interesse, considerata l’importante posizione del sottosegretario, è di avere degli scambi per creare una relazione di lunga durata” Nonostante le carte in mano ai giornalisti dell’Espresso siano molto dettagliate, la vicenda del finanziamento ad Armando Siri, mostra ancora molti lati oscuri che, probabilmente, potranno essere resi noti nei prossimi giorni.

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