Civico10 sulla riforma del lavoro e relativi incentivi

Civico10 sulla riforma del lavoro e relativi incentivi

La legge di riforma del lavoro e degli incentivi appena approvata contiene tanti articoli molto distorsivi e inaccettabili.

Uno di questi è l’articolo 5, che si chiama “Apprendistato speciale di riconversione per reinserimento lavorativo e di riqualificazione”
Questo apprendistato, vietato per i lavoratori stagionali, può durare fino a 2 anni ed è destinato al ricollocamento in azienda di queste categorie:

a) inoccupati o disoccupati continuativamente da almeno tre mesi, senza calcolare le eventuali prestazioni di lavoro accessorio/occasionale, che non percepiscono ammortizzatori sociali, iscritti dal medesimo periodo in graduatoria;

b) lavoratori disoccupati continuativamente da almeno un mese, lavoratori temporaneamente e insufficientemente occupati (non si sa cosa significhi “insufficientemente”), senza calcolare le eventuali prestazioni di lavoro accessorio/occasionale, con età anagrafica superiore ad anni 50 che non percepiscono ammortizzatori sociali;

c) donne in reinserimento lavorativo dopo la maternità o l’adozione, fino al terzo anno del bambino;

d) lavoratori disoccupati che cambiano in modo sostanziale o l’attività lavorativa precedentemente svolta, o la mansione in relazione al titolo di studio posseduto.

Queste persone devono essere immediatamente disponibili al lavoro, aver fatto colloqui ed esperienze di lavoro non andati a buon fine per causa non imputabile al lavoratore stesso, non aver rifiutato posti di lavoro nei ventiquattro mesi precedenti, che prevedano mansioni e/o qualifiche comunque ritenute adeguate e/o affini al titolo di studio o all’esperienza professionale posseduti.

Il lavoratore viene pagato, rispetto alla retribuzione contrattuale corrispondente alla qualifica e livello retributivo finali, il 70% nel 1° anno e l’80% nel 2° anno, a cui si aggiunge una totale esenzione contributiva, che fa “risparmiare” all’impresa un ulteriore 17% circa di retribuzione, che viene posta a carico dello Stato. Quindi questo “regalo” non è a costo zero per le casse pubbliche.

Contrariamente ad altre forme di apprendistato, questi lavoratori possono essere assunti anche a tempo determinato, quindi a fronte delle agevolazioni garantite non c’è prospettiva di una assunzione stabile. In caso di non trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato, è prevista solo la restituzione degli sgravi contributivi, non di quelli sulla retribuzione. Di fatto si tratta di lavoro con un risparmio del 20-30% per 2 anni senza obblighi di assunzione a tempo indeterminato.

Queste logiche sono perverse. Nel suo “Progetto Lavoro” Civico10 ha proposto tutto un altro modello: facilitare ed incentivare l’investimento pluriennale sul lavoratore con abbattimenti retributivi più contenuti all’inizio della carriera lavorativa ed incentivi pubblici crescenti nel tempo, e ancor più elevati in caso di assunzioni di categorie “deboli” di lavoratori (come ultracinquantenni, donne in rientro dalla gravidanza, disoccupati di lungo periodo, ecc…), per favorire le imprese che vogliano davvero far crescere professionalmente e come competenze i propri lavoratori e ricollocare queste categorie svantaggiate. Noi crediamo nella necessità di formazione e di crescita progressiva della professionalità anche in azienda, ma con regole molto diverse che non mortifichino la possibilità di ottenere questo risultato. Bisogna credere nelle competenze e creare un sistema che consenta su di esse un grande investimento di rilancio dell’economia.

Di questo e molto altro parleremo nella serata pubblica di Martedì 22 Aprile alla Sala del Castello di Serravalle.

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