Come la Grossi pilotava gli appalti fantasma. Enav, pianetanews.com

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“Così la Grossi pilotava gli appalti fantasma”

Era la signora Grossi a indicare quali appalti Enav si dovevano “clonare” per creare fondi neri». In un epilogo giudiziario che si fa sempre più fosco e a meno di ventiquattro ore dall’uscita di scena del marito Pierfrancesco Guarguaglini, Marina Grossi, ad di “Selex Sistemi Integrati”, società controllata da Finmeccanica, torna nell’occhio del ciclone e promette di essere il prossimo bastione destinato a crollare. Già indagata per corruzione e frode fiscale dal pm Paolo Ielo, ora la accusano nuovi atti istruttori depositati ieri dalla Procura al tribunale del Riesame che dovrà pronunciarsi sulle richieste di scarcerazione (cui Ielo si è opposto) del dirigente “Selex” Manlio Fiore e dell’imprenditore Marco Iannilli. Nelle carte dell’accusa si contano due nuovi verbali di Tommaso Di Lernia, l’uomo dei fondi neri; le indicazioni fornite nel suo interrogatorio di garanzia dall’ex ad di Enav, Guido Pugliesi; la testimonianza di Fausto Simoni, il dirigente dell’Ente capace di resistere alle lusinghe delle mazzette e alle pressioni dello stesso Pugliesi; un rapporto della Finanza che documenta come e perché “Selex” “clonasse” alcuni dei suoi appalti. E tutto questo in un contesto investigativo che ora si arricchisce di una nuova scoperta: il transito a San Marino di 20 milioni di euro, nel solo biennio 2008-2009, attraverso la “Finproject” di Tommaso Di Lernia. Fondi neri sin qui rimasti occultati alle indagini e ragionevolmente riconducibili al “Sistema Enav”. «Una traccia cruciale – ha spiegato Ielo durante l’udienza del Riesame – di cui si è avuta contezza grazie all’esemplare cooperazione di San Marino e del suo commissario alla legge Rita Vannucci ». ERANO IN TRE A DECIDERE Di Lernia accusa dunque “Selex” e il suo vertice di avere avuto piena consapevolezza della natura corrotta del Sistema Enav. E in due interrogatori della scorsa settimana, i ricordi dell’uomo incaricato di creare fondi neri attraverso la sua “Print Sistem” (società subappaltante di “Selex”) si fanno affilati. «In Selex – racconta Di Lernia – delle sovrafatturazioni necessarie alla creazione di disponibilità extrabilancio si occupava un comitato ristretto: il direttore tecnico Manlio Fiore, l’avvocato della società Letizia Colucci e la signora Grossi, cui i primi due riferivano direttamente e da cui ricevevano istruzioni su quali dovessero essere gli appalti Enav da clonare ». Già, «clonare». La scelta del termine non è casuale. «Su indicazione della Grossi – spiega ancora Di Lernia – Fiore e la Colucci “duplicavano” alcuni appalti che venivano affidati alla mia Print Sistem, in modo tale che, a bilancio, potessero essere giustificate le fatture che mettevo per prestazioni in realtà inesistenti. Le carte, così, risultavano in regola». Il TRUCCO DELLA FOTOGRAFIA Le accuse di Di Lernia trovano riscontro nelle indagini della Finanza. Spulciando il dettaglio delle commesse che “Selex” riceve da Enav e subappalta a Print Sistem, il Nucleo di polizia tributaria riesce infatti a documentare la loro «clonazione». Il meccanismo è semplice. Uno stesso contratto di subappalto a Print viene replicato alla lettera. Quindi, per giustificarne l’effettiva realizzazione, “Selex” allega fotografie che dovrebbero documentare l’avvenuta fornitura da parte di Print dei macchinari oggetto del contratto e dunque giustificare il saldo delle relative fatture. In realtà – scopre la Finanza – quelle fotografie ritraggono apparecchiature diverse dall’oggetto del contratto. O, meglio, solo “simili”. Sono insomma un maldestro schermo di cartapesta che deve nascondere denaro versato a Print per forniture inesistenti e destinato a diventare “provvista nera” necessaria alla corruzione di manager pubblici e al finanziamento della politica. “DI LERNIA LAVORA PER NOI” Non aiuta la Grossi neppure Guido Pugliesi, ex ad di Enav indagato per finanziamento illecito ai partiti (i 200 mila euro che Di Lernia dice di aver consegnato al tesoriere dell’Udc) oggi agli arresti domiciliari. Nel suo interrogatorio di garanzia con il gip, a Pugliesi viene chiesto conto dei rapporti tra Di Lernia ed Enav. E il manager così risponde: «Di Lernia è il rappresentante di “Selex” presso Enav. Un giorno, si presentò con alcuni ingegneri di “Selex” nel mio ufficio. Chiesi chi fosse e mi venne detto, anche dalla signora Grossi: “Ha un rapporto preferenziale con noi”». VIETATO METTERSI DI TRAVERSO In Enav, un solo dirigente non si rassegna a fingere di non capire e insiste nel mettere alla porta Tommaso Di Lernia, rifiutando il denaro che offre. È Fausto Simoni. Sentito dal pm Ielo, spiega: «Dissi che per quanto mi riguardava, Di Lernia doveva stare fuori dagli appalti di Enav. Pugliesi mi disse che non dovevo mettermi di traverso. Che Di Lernia doveva lavorare, perché era Selex».

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