Commissione affari costituzionali, seduta odierna

Commissione affari costituzionali, seduta odierna

COMUNICATO STAMPA
COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI ED ISTITUZIONALI; PUBBLICA AMMINISTRAZIONE; AFFARI INTERNI, PROTEZIONE CIVILE, RAPPORTI CON LE GIUNTE DI CASTELLO; GIUSTIZIA; ISTRUZIONE, CULTURA, BENI CULTURALI, UNIVERSITA’ E RICERCA SCIENTIFICA
SEDUTA DEL 25 GENNAIO 2012
 
La seduta odierna della Commissione consiliare permanente Affari costituzionali ed istituzionali; Pubblica amministrazione; Affari interni, Protezione civile, Rapporti con le Giunte di Castello; Giustizia; Istruzione, Cultura, Beni culturali, Università e Ricerca scientifica,  si è concentrata sul riferimento del segretario di Stato per la Giustizia, Augusto Casali, sui provvedimenti relativi alla lotta alla criminalità organizzata e successivo dibattito. Lo stesso Casali ha poi riferito sui provvedimenti adottati in seguito all’approvazione dell’istanza di Arengo “affinché vengano attuate tutte le misure di sicurezza per fronteggiare il costante ripetersi di furti e venga introdotto il processo per direttissima per coloro che vengono colti in fragranza di reato”.
Rinviati invece, per assenza dei competenti segretari di Stato, altri comma, tra cui quello relativo alla mozione dei Democratici di Centro, ora confluiti nell’Unione per la Repubblica, sul servizio refezione nelle scuole d’infanzia ed elementare; quello sulla mozione del consigliere di sinistra unita, Vanessa Muratori, sui precari nella pa; quello sulla mozione del consigliere di su, alesando Rossi, sul panificio Vallefuoco.
Rinviato anche l’esame del progetto di legge per l’istituzione dell’Ente Poste perchè l’Unione postale universale sta ridiscutendo la riorganizzazione del settore.  
Di seguito un riassunto dei vari interventi.
 

Comma 2, riferimento del segretario di Stato per la Giustizia, Augusto Casali sul pacchetto antimafia e successivo dibattito.

Segretario di Stato per la Giustizia, Augusto Casali: “Il pacchetto di provvedimenti avanzati in collaborazione con la Fondazione Caponnetto e il procuratore Pier Luigi Vigna per il contrasto della malavita organizzata è stato presentato alle forze politiche nel mese di ottobre e, successivamente, prima della pausa natalizia si sono svolte riunioni in cui la commissione consiliare Affari di giustizia e i capigruppo si sono incontrati per fare delle valutazioni sui testi presentati.

Questi provvedimenti sono una base di discussione qualificata perché hanno avuto il contributo di esperti, tecnici, gente che da una vita svolge attività di contrasto alla malavita. Si tratta della legge che istituisce, o meglio specifica, il reato di mafia; una normativa sull’eventuale confisca di beni; un terzo provvedimento per la creazione di una sorta di procura antimafia e, infine, un ultimo per la nascita di una sezione investigativa. Ovviamente sono proposte di legge e di intervento che modificano di molto le cose rispetto alla situazione esistente. E’ una materia complessa, su cui si è aperto il dibattito. Ci sono questioni di ordine preliminare che vanno chiarite prima di prendere decisioni e formulare proposte vere e proprie per la prima lettura. Ci sono infatti una serie di cose che si intrecciano, anche alla luce degli ultimi avvenimenti che la dicono lunga su una
certa situazione.
Le proposte di legge si intersecano quindi con l’esigenza del riordino delle forze di polizia. Un punto su cui ci sono dei nodi da sciogliere. Vanno bene gli approfondimenti, purché questo non serva per dilazionare i tempi e non prendere decisioni. In questo caso ognuno dovrebbe prendersi le sue responsabilità. Il Consiglio grande e generale ha dato incarico con due ordini del giorno alla commissione consiliare Affari di giustizia, insieme ai capigruppo consiliari, di portare proposte contro la malavita. Tutto questo è avvenuto però prima che si costituisse la commissione Antimafia che nel frattempo ha rivendicato la sua competenza sulle proposte di legge. Mi sono fatto portavoce di questa richiesta che ritengo fondata. Ma ne ho parlato all’interno della commissione Affari di giustizia che ritiene invece di non dover recedere la licenza avuta dal Consiglio grande e generale. In più, ritiene che la commissione Antimafia, per 6 mesi impegnata con i compiti di inchiesta, non possa avere il tempo per curare le proposte di legge.
L’ultima puntata di questa querelle si è svolta questa mattina. Si è riunita la commissione Antimafia e i commissari non sono d’accordo con la decisione presa in commissione Affari di giustizia. Credo che bisogna stare attenti a non cadere nel ridicolo. Mentre parliamo sono emersi segnali preoccupati. L’inchiesta della Guardia di Finanza di Rimini, al di là della penetrazione della malavita a San Marino, ha messo in evidenza le falle di un sistema che devono preoccuparci molto. Quindi, definiremo molto rapidamente di chi siano queste competenze e già dalla settimana prossima si deve ricominciare il cammino dove è stato lasciato. E siccome da qualche parte bisogna iniziare, credo sia giusto farlo dall’esame della bozza di legge sull’istituzione del reato di mafia.
Un ultimo punto: le forme di collaborazione con l’autorità italiana sono fondamentali, per questo servono progetti credibili, serve ricreare fiducia. Alla luce dei fatti che stanno emergendo ed emergeranno, e che coinvolgono proprio la scarsa credibilità anche delle nostre forze di polizia e di alcuni corpi in particolare, non possiamo stare con le mani in mano a perdere altro tempo”.
Massimo Cenci, Nps: “Mi trovo d’accordo con il segretario di Stato quando dice che il primo problema è quello di trovare presto soluzioni. Casali ha ricordato che ci sono due ordini del giorno con cui il Consiglio ha attribuito la competenza sui progetti di legge antimafia alla commissione Affari di giustizia e ai capigruppo consiliari, prima dell’istituzione della commissione Antimafia. Mi
chiedo però quale possa essere e con quale criterio si può dare un’attribuzione diversa di competenza a questo secondo organismo. La commissione Antimafia c’è ed è giusto darle una piena operatività, senza iniziare a delegare ad altri. La commissione si è insediata da qualche tempo e deve avere anche questi compiti, il tutto senza incidere sui tempi di intervento che devono essere rapidi”.
Gian Nicola Berti, Ns: “Sicuramente, la politica non può occuparsi di vicende giudiziarie, può dare strumenti importanti alle forze dell’ordine e al tribunale. Ma non possiamo incorrere nell’errore di
volere risolvere tutto e subito, dobbiamo darci delle priorità. Per prima cosa, il riordino e la riqualificazione delle forze dell’ordine sono tra gli interventi su cui dobbiamo cominciare a lavorare. Un altro aspetto: si possono dotare le forze di polizia di strumenti tecnologici adeguati e dare formazioni agli agenti per il loro uso. Poi ci sono interventi su cui si sta discutendo che rappresentano l’architrave per l’autorità giudiziaria. Qui si deve fare molto, è un processo più complesso e ci vorrà più tempo. Alla magistratura deve arrivare subito l’input che la politica, nell’ambito del tribunale, vuole sia data la precedenza a reati che possono essere collegati a criminalità organizzata, misfatti, reati dolosi. Diversamente ci si perde negli assegni a vuoto e nelle contravvenzioni stradali. Infine, bisogna intervenire anche su un altro aspetto per cui forse abbiamo
perso immagine di San Marino in sede applicazione pene, si può fare molto con pochi interventi. A volte notizie di crimini vanno sui giornali ma poi non c’è chi porta prove al giudice. E questi non
apre fascicoli. Oggi non si può tollerare, l’agenda è pesante e corposa ma dobbiamo darci delle priorità”.
Denise Bronzetti, Psd: “Condivido totalmente il discorso del segretario di Stato, in particolare, sul rapporto fiduciario con la Repubblica italiana. E’ il punto nodale di tutte le questioni perché San Marino da sola non ce la può fare. Non basterà fare le leggi migliori, né le collaborazioni con la Fondazione Capponnetto o con il procuratore Vigna. Dobbiamo dimostrare con i fatti di voler combattere realmente i fenomeni malavitosi. Il rischio della dilazione dei tempi riguarda più la
maggioranza, perchè se l’opposizione volesse fare ostruzionismo ai progetti di legge non avrebbe i numeri sufficienti. Varrebbe quindi la pena smussare prima le divergenze interne alla maggioranza e aprire poi il confronto. Condivido in parte il riferimento sul mancato accertamento dei fatti e dell’impegno delle forze di polizia. Mi pare si riferisse in particolare alla Gendarmeria. C’è la necessità di formare e dare ulteriori strumenti alle forze di polizia. Ma mi pare sbagliato affibbiare troppe responsabilità a un unico organo dello Stato, quando invece ce n’è forse un altro che ha altre responsabilità per la mancanza di risposte sul fronte della lotta alla malavita. Credo quindi che debba essere fortemente rivisto l’impegno del Tribunale.
Rispetto al tema delle competenze sul pacchetto di leggi da attribuire alla commissione Antimafia, credo che questa rivendicazione debba essere compresa e confermata. La giustificazione che non ha
tempo è risibile”.
Angela Venturini, Udm: “In un momento di necessità come quello attuale è sterile fare querelle sulle competenze. L’obiettivo unico è quello di combattere un fenomeno che finora è stato sottovalutato e allo stesso tempo alimentato. Oggi, grazie a questo governo, non abbiamo risolto i problemi, ma molte cose sono cambiate. Da parte nostra c’è la necessità di poter intervenire in maniera ancora più efficace, per questo ci siamo accorti che mancano gli strumenti. L’Italia ha questo cancro in seno da un pezzo, noi ci siamo accorti adesso della sua presenza a San Marino e non abbiamo gli anticorpi per combatterlo, mentre l’Itala nel tempo se li è dati, ha organismi, strutture, strumenti normativi. L’istituzione del reato di mafia è da fare subito. Le due commissioni possono collaborare e non litigarsi le competenze. Evitiamo i bisticci, da fare ce n’è per tutti, nessuno ha bisogno del patentino per essere il migliore”.
Silvia Cecchetti, Psrs:  “Sul conflitto di attribuzioni nato da una parte con la commissione Affari di giustizia e capigruppo, dall’altra con la commissione Antimafia, credo che risolverlo sia assolutamente semplice. Forse si deve tornare in Consiglio visto che ha istituzionalizzato questo organismo. Dal momento in cui si è istituita una commissione specifica Antimafia, mi chiedo che altro ruolo dovrebbe avere se non fare anche proposte normative. E’ quasi scontato che è una commissione preposta a valutare questi aspetti e sulla base delle sue analisi potrà fornire
suggerimenti su progetti di legge. Ma se sul nascere le togliamo la sua principale attribuzione non capisco perché l’abbiamo fatta. Esiste la necessità di valutare progetti in tempi brevi e la commissione Antimafia dovrà dare questa disponibilità”.
Iro Belluzzi, Psd: “Oggi non siamo ancora arrivati alla definizione di strumenti che ci possano far percorrere la strada della legalità in maniera decisa. Condivido il discorso del consigliere Berti sulla necessità che questi strumenti vengano attuati quanto più celermente. Tra questi, indico anche il provvedimento che già il Psd aveva presentato in un documento ormai due anni fa, ovvero l’istituzione dell’ufficio inquirente. Assieme a questo, aggiungo la necessità di riorganizzare, riformare e formare le forze di polizia affinché diventino più efficaci, ricollegando questa esigenza alla continuità investigativa tra San Marino e i vari contesti che ci circondano”.
Pier Marino Menicucci, Upr: “Essendo stata nominata una commissione Antimafia, mi sembra naturale che sia questa a proporre al Consiglio progetti idonei. Come Upr ci pare sia questa la posizione più giusta, anche se l’importante è dare finalmente corso a tali provvedimenti.
Dobbiamo agire con grande determinazione affinché il nostro Paese sia in grado di affrontare il problema delle infiltrazioni criminali. Il nostro rappresentante in commissione Affari di giustizia e in quella Antimafia, che è lo stesso, ha detto che siamo pronti a sostenere i provvedimenti per tutelare il Paese, sia quelli riferiti all’ordine pubblico, sia quelli più specifici contro il reato di mafia. Non è corretto dire che le forze di polizia non sono preparate. Piuttosto, rispetto fenomeni nuovi serve una collaborazione molto fattiva con l’Italia, per poter insieme intervenire. Sono infatti indagini che richiedono collegamenti, anche rispetto l’attività della magistratura”.
Alberto Selva, Ap: “La posizione di Ap è quella che ‘bisogna fare’. In questo settore di passi ne sono stati compiuti molti, ne restano altri su cui stiamo lavorando. Quattro progetti normativi sono a
disposizione di tutti i gruppi consiliari e noi non faremo mancare il nostro sostegno. Ritengo stucchevole questa diatriba tra commissioni, siamo tutti consiglieri e tutti possiamo dare il nostro contributo. Io non faccio parte di nessuna delle due, sono avvocato e non lo ritengo opportuno. Ma visto che faccio questo lavoro, se il segretario di Stato lo ritiene utile, una mano la do volentieri.
Rispetto a qualche disfunzione del nostro tribunale, dobbiamo essere realisti. Il fenomeno mafioso è di grande complessità. Noi ci stiamo attrezzando ma siamo impreparati a fronteggiarlo. Il pacchetto darà questi strumenti anche al tribunale”.
Gian Marco Marcucci, Upr: “Si doveva intervenire prima per fare barriera contro questi aspetti. Ad ogni modo, con il pacchetto-Vigna si può dare una risposta necessaria a chi deve porre in essere certi comportamenti, e anche alla popolazione, che può vedere realizzata un’iniziativa importante nella lotta alla mafia. Dovranno essere create le condizioni affinché tutto l’apparato dello Stato chiamato ad affrontare questi aspetti possa funzionare, dalle forze di polizia al tribunale. Forse dovremo creare un rapporto forte con l’Italia per avere da subito gli strumenti per combattere questi fenomeni che sono già radicati nel nostro Paese. Se dobbiamo aspettare che le forze dell’ordine siano preparate, forse occorreranno diversi anni”.
Clelio Galassi, Pdcs: “Il dibattito di oggi ha dimostrato che per tutte le forze politiche presenti in Consiglio grande e generale ci sia la necessità di intervenire in maniera decisa di fronte a fenomeni
che preoccupano l’intero Paese. E quindi, per disporre una serie di provvedimenti che riguardano situazioni nuove, è indispensabile e improrogabile proseguire lungo la strada che le forze di governo hanno intrapreso. Dobbiamo poi tenere presente le potenzialità che questo Paese ha se vogliamo trasferire di punto in bianco nel nostro sistema tutta una serie di disposizioni con una certa efficacia, senza correre il rischio di creare delle sovrapposizioni. Dobbiamo pensare come intervenire sulle strutture esistenti, in particolare sul tribunale che dovrà avere specialistiche diverse e più incisive di quelle che oggi ha. Al di là di tutto, dobbiamo ragionare all’interno dei nostri 60 chilometri quadrati. Il nostro Paese ha subito un attacco mediatico esterno senza precedenti, calcolato e studiato a tavolino che ha creato danni economici rilevanti e ingiustificati”.
Segretario di Stato per la Giustizia, Augusto Casali (replica): “L’interesse sul tema da parte di più organi istituzionali è positivo, ma poi alcuni membri della commissione Affari di Giustizia sono anche in commissione Antimafia e questa situazione va risolta. Sul pacchetto c’è un dibattito interno anche ai partiti, ma i tempi non si sono dilatatati ora, bensì negli ultimi 10 anni, perché il
fenomeno è stato sottovalutato. In Consiglio se ne è parlato per la prima volta lo scorso aprile.
C’è comunque molto risalto per cosa accade a San Marino e la nostra stampa è spesso autolesionista. Certo, ciò che succede è importante per il futuro per cui dobbiamo combattere perché c’è il pericolo di occupazione del nostro territorio. La mafia non si è fermata a Dogana. È entrata a San Marino anche perché c’è alto benessere. Il fenomeno è comunque recente e non siamo pronti ad affrontarlo a livello di tribunale e di forze di polizia. Il numero dei nostri agenti è alto, ma manca preparazione. Noi dobbiamo diventare affidabili perché anche il maneggio delle informazioni è una
cosa delicata. Servono professionalità italiane a capo di un’agenzia investigativa sammarinese perché tirino su i sammarinesi e ricreino la fiducia che oggi manca. Ora è difficile avere rapporti con le forze dell’ordine italiane, c’è più collaborazione tra i tribunali”.

Comma 3 sull’istanza d’Arengo approvata affinché vengano attuate tutte le misure di sicurezza per fronteggiare il costante ripetersi di furti e venga introdotto il processo per direttissima per coloro che vengono colti in fragranza di reato.

Segretario di Stato per la Giustizia, Augusto Casali: “Sui furti ci sono stati molti incontri con la Gendarmeria e il congresso di Stato ha deliberato l’acquisto di telecamere. Il fenomeno fa parte del discorso sulla riorganizzazione. All’introduzione del processo per direttissima si lavora con i magistrati per portare in Consiglio un progetto di legge ad hoc. Ci sono però delle relazioni dei magistrati che hanno posto la problematica del carcere, che non è a norma. Andrebbe rifatto ma il governo ha per ora rimandato tutto per una questione economica”.

Iro Belluzzi, Psd: “Il congresso di Stato ha deliberato per il controllo del territorio l’acquisto di telecamere e sarebbe bene superar le resistenze e le paure per questo Grande Fratello per garantire maggiore tranquillità sul territorio. Occorre dunque installarle a breve termine in tutti i punti di accesso alla Repubblica. Infatti maggioranza e governo devono adottare tutti gli strumenti per dare tranquillità ai cittadini”.
Gian Nicola Berti, Ns: “Il fenomeno dei furti con ogni probabilità è legato alla criminalità organizzata e preoccupa molto. Per cui occorre fare tutto il possibile per contrastarlo. Il territorio è piccolo e questo è un vantaggio, partiamo allora con le telecamere e lavoriamo per rendere il pattugliamento più organico. Il processo per direttissima va fatto, in particolare per i reati con flagranza o quasi e sul carcere non dobbiamo essere così negativi ma pubblicizzarlo”.
Segretario di Stato per la Giustizia, Augusto Casali: “Sui furti ci sono stati molti incontri con la Gendarmeria e il congresso di Stato ha deliberato l’acquisto di telecamere. Il fenomeno fa parte del discorso sulla riorganizzazione. All’introduzione del processo per direttissima si lavora con i magistrati per portare in Consiglio un progetto di legge ad hoc. Ci sono però delle relazioni dei magistrati che hanno posto la problematica del carcere, che non è a norma. Andrebbe rifatto ma il governo ha per ora rimandato tutto per una questione economica”.
Iro Belluzzi, Psd: “Il congresso di Stato ha deliberato per il controllo del territorio l’acquisto di telecamere e sarebbe bene superar le resistenze e le paure per questo Grande Fratello per garantire maggiore tranquillità sul territorio. Occorre dunque installarle a breve termine in tutti i punti di accesso alla Repubblica. Infatti maggioranza e governo devono adottare tutti gli strumenti per dare tranquillità ai cittadini”.
Gian Nicola Berti, Ns: “Il fenomeno dei furti con ogni probabilità è legato alla criminalità organizzata e preoccupa molto. Per cui occorre fare tutto il possibile per contrastarlo. Il territorio è piccolo e questo è un vantaggio, partiamo allora con le telecamere e lavoriamo per rendere il pattugliamento più organico. Il processo per direttissima va fatto, in particolare per i reati con flagranza o quasi e sul carcere non dobbiamo essere così negativi ma pubblicizzarlo”.
San Marino, 25 gennaio 2012 n.01

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