Commissione Informazione. Seduta pomeridiana su Legge Editoria. Agenzia Dire

Commissione Informazione. Seduta pomeridiana su Legge Editoria. Agenzia Dire

COMUNICATO STAMPA

COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE AFFARI
ESTERI, EMIGRAZIONE ED IMMIGRAZIONE, SICUREZZA E ORDINE PUBBLICO, INFORMAZIONE

MARTEDI’ 26 AGOSTO – prima parte

Prosegue
l’esame
dei 41 articoli della “Legge in materia di
editoria e di professione degli operatori dell’informazione”.

Si riprende dall’articolo
23
, “Attività imprenditoriale e imprese editrici”,  in cui Marco Podeschi, Upr, illustra
un emendamento parzialmente soppressivo, che viene comunque respinto. “Avremmo
preferito distinguere e affrontare con normative diverse attività editori e
giornalisti-spiega il consigliere di minoranza- l’Upr proporrà una serie di
emendamenti soppressivi o parzialmente soppressivi per semplificare un progetto
di legge eccessivamente articolato per un settore giovanissimo a San Marino, siamo
convinti infatti che una normativa del genere limiterà la nascita e l’arrivo di
nuove imprese editoriali”.

Il segretario di Stato per il Lavoro con delega
all’Informazione, Iro Belluzzi replica: “C’era esigenza di riordinare
anche la legge sull’editoria, non credo che con questo apporto normativo vada a
complicare, si va invece a definire chi opera nel settore. So per certo che ci
sono gruppi interessati a svolgere attività nel settore e che si affacceranno
nei prossimi tempi”. L’articolo 23 viene approvato e così il successivo, articolo
24,
Registro delle imprese editrici.

All’Articolo 25, “Agenzia di informazione”, Gian Matteo Zeppa,
Rete ritira l’emendamento in quanto già accolto nella nuova versione del
governo in cui viene eliminata la definizione del linguaggio di agenzia come
“sobrio, conciso e pertinente” e ci si limita a indicare che le notizie delle
agenzie sono “diffuse sinteticamente”, viene poi aggiunto che il direttore
responsabile debba essere pubblicista o professionista in possesso Press
card. 

Viene respinto l’emendamento dell’Upr parzialmente
soppressivo, non prima che il commissario Podeschi lamenti il “plagio
palese” della definizione di agenzia stampa pubblicata su Wikipedia.

Accolto
invece l’emendamento presentato da Luca Santolini, C10, che aggiunge
alla definizione che la condivisione delle notizia delle agenzie debba avvenire
“tra di loro o con soggetti esterni”.

Si
apre un dibattito sull’imparzialità e sul ruolo dell’addetto stampa all’articolo
26,
“Ufficio stampa”; respinti gli emendamenti di Ps e Rete totalmente
soppressivi. Zeppa, Rete, lo motiva con il rischio che “nessuna azienda,
partito o associazione in questo modo possa più operare”, perché spesso “l’addetto
stampa è un dipendente che svolge anche altre attività  e nell’articolo si chiede la sua imparzialità,
ma chi fa comunicati per aziende o partito per definizione è parziale”.  Podeschi, Upr, vista la specifica nel
testo che il ruolo dell’addetto stampa sia definito dalla  contrattazione collettiva, chiede come  saranno inquadrate le persone che già svolgono
questo tipo di mansione nella Pa. Maria Luis Berti, Ns, tranquillizza il
commissario Zeppa: “La ratio del suo ragionamento non è in contraddizione con l’articolo
26 che distingue tra colui che è un semplice addetto stampa, con impostazioni
non assolutamente imparziali, e il giornalista professionista cui viene
richiesta imparzialità”.

 Articolo 27,
“Pubblicazioni on line”, viene respinto l’emendamento parzialmente soppressivo
di Upr. Si apre un dibattito, avviato dai commissari di minoranza Zeppa,
Santolini e Podeschi
sull’opportunità di inserire in questa legge regole
per blog e social network che vengono distinti nell’articolo dalle testate
informative. Berti, Ns difende il testo: “Purtroppo assistiamo allo
sfruttamento di contenuti di social network calunniosi di fronte ai quali ci si
trova del tutto inermi, ben venga un testo di legge che vada a specificare le responsabilità
di chi utilizza questi strumenti non per fare notizia, ma con finalità ben
diverse. Fermo restando il fatto che distinguere social network e blog da
testate giornalistiche non significa che non possano essere luoghi di libera
espressione, solo che quando si cade nella calunnia, se ne deve
rispondere”.  Della stessa opinione Andrea
Belluzzi,
Psd: “Stabilire nel nostro paese determinati passaggi è
importante non per limitare la libertà, ma perchè libertà vi è se vi è
responsabilità”.

Per
Zeppa, Rete, nulla da eccepire sulla  difesa dalla calunnia:  “Ma dal comma 3 al 7 si tenta di dare una
regolamentazione su qualcosa che dovrebbe essere regolamentato altrove”.
Piccante Podeschi, Upr: “Capisco che questa maggioranza e quella
precedente abbiano una vera a propria ossessione dei social network che li
spinge a controllarli anche di notte”. Il 
segretario di Stato Belluzzi ribadisce che la legge non intende limitare
la libertà di espressione per tutti i cittadini: “C’è la volontà di tutelare
chi diventa oggetto dell’informazione, così come è sancito dalla carta diritti
uomo”. L’articolo è approvato: l’esame del progetto di legge proseguirà come da
ordine del giorno fino a mezzanotte.

San Marino, 26 agosto 2014/01

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