Conferenza Programmatica ‘La Via Riformista’. Relazione del Segretario PS Simone Celli

Conferenza Programmatica ‘La Via Riformista’. Relazione del Segretario PS Simone Celli

Venerdì 28 febbraio 2014 ore 21.00

Sala Montelupo – Casa del Castello di Domagnano

Conferenza Programmatica

“La Via Riformista”

Relazione del Segretario PS Simone Celli

Cari Concittadini,

Cari Compagni,

in primo luogo desidero rivolgere un caloroso saluto alle delegazioni presenti dei partiti, dei movimenti politici, delle associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali.

Mi sia inoltre consentito di ringraziare Lucia, Giovanna, Sofia, Federico e Mirko, per i qualificati interventi con cui hanno illustrato il progetto “Il Paese delle Opportunità – Destinazione 2024”.

Chi da me si attende, questa sera, il più classico dei comizi anti-governativi, rimarrà molto deluso. Infatti, è ormai consolidato il giudizio negativo del Partito Socialista rispetto all’operato del Governo in carica. Ripeterlo, anche in questo ambito, sarebbe stucchevole e inutile. D’altra parte l’obiettivo politico della nostra Conferenza Programmatica è molto più elevato ed ambizioso dal poterlo ridurre ad affermazioni del tipo “il Governo vada a casa”. Noi vogliamo dare un messaggio molto più forte e cioè che “il Paese si può governare in maniera molto differente da come viene governato oggi”. Il nostro, dunque, non vuole essere un messaggio di critica e di polemica, bensì un messaggio di speranza e di prospettiva. Non abbiamo organizzato una iniziativa così densa di significato per stabilire a chi e a che cosa ci poniamo in contrapposizione; l’abbiamo organizzata per dire con chiarezza e senza tanti giri di parole che cosa intendiamo fare per costruire la San Marino del Terzo Millennio, che cosa intendiamo fare per promuovere la rinascita politica, economica, sociale, morale e culturale del Paese.

Perché, cari concittadini, il nostro Paese non sta attraversando solo una gravissima crisi di carattere economico, finanziario e sociale.

E’ in corso un decadimento ancor più preoccupante. Mi riferisco al declino politico, etico e culturale, a cui abbiamo assistito passivamente nel corso degli ultimi due decenni. Il processo di sviluppo economico e crescita sociale non è stato accompagnato da un equivalente processo di arricchimento culturale ed oggi, che ci troviamo nel pieno di una crisi senza precedenti, ne paghiamo le conseguenze, in quanto mancano i valori, le competenze e la cultura politica per affrontare adeguatamente le sfide della modernità e della globalizzazione. La società del benessere facile e diffuso non esiste più; il vero problema però è l’individuazione del nuovo modello di società.

E’ proprio su questo terreno che si misurerà da subito la possibilità di recupero di credibilità e di autorevolezza della politica ed in particolare dei partiti. Le ragioni del malcontento, della diffidenza e della protesta, sono variegate, ma a mio parere le principali consistono nell’occupazione fine a se stessa del potere e delle poltrone e soprattutto nella trasformazione delle organizzazioni partitiche in semplici comitati elettorali che hanno quasi del tutto abbandonato due funzioni fondamentali: l’elaborazione progettuale da un lato e dall’altro la selezione della classe dirigente. Incapacità di decidere, mancanza di un Progetto Paese complessivo e corsie preferenziali garantite agli yes man e ai fedelissimi: questa può essere la sintesi, forse eccessivamente semplificata ma secondo me piuttosto realistica, degli ultimi venti anni di politica e di gestione della cosa pubblica.

Sia ben chiaro, noi del Partito Socialista non veniamo da Marte, non siamo extraterrestri, per cui siamo pienamente consapevoli di avere una parte di responsabilità se attualmente il livello della politica è caduto così in basso. Una sana e giusta autocritica non solo è necessaria ma è urgente per ridare ruolo e dignità alla politica sammarinese. Perché la politica non rappresenta qualcosa di marcio; perché chi si impegna nell’attività politica, non deve vergognarsi; perché la politica è l’arte nobile di governare le società; perché la politica è lo strumento con cui offrire un sogno, una speranza e una prospettiva alle nuove generazioni. Dobbiamo quindi tornare a praticare la politica con la “P” maiuscola, la politica che esce dalle stanze del Palazzo e che rifiuta le manovre sotterranee perché preferisce occuparsi concretamente delle soluzioni da dare ai problemi reali del Paese. Questa è l’unica strada percorribile per far si che i partiti possano tornare in sintonia con l’opinione pubblica e con la società civile e per evitare che antipolitica, demagogia e populismo dilaghino. Alternative non ce sono. Occorre una reazione immediata. E la qualità della reazione si misurerà sulla capacità di delineare un progetto di futuro per la nostra Repubblica.

Con questa Conferenza Programmatica il Partito Socialista lancia ufficialmente la sfida a tutti i partiti e a tutti i movimenti politici, mettendo il proprio Progetto Paese a disposizione per un confronto civile e democratico che dovrà svolgersi alla luce del sole. Da oggi diciamo basta ai tatticismi e alle formule algebriche della vecchia politica. Vogliamo ragionare sui contenuti e vogliamo discutere su quale dovrà essere la nuova San Marino. Per questo abbiamo elaborato una piattaforma programmatica di ampio respiro su cui, a nostro parere, è possibile impostare il processo di radicale trasformazione della struttura economica, finanziaria, sociale, istituzionale e culturale del Paese.

Le esperienze di Governo degli ultimi anni, a nostro parere, hanno compiuto un errore strategico di fondamentale importanza: si sono limitati ad inseguire le emergenze quotidiane, tralasciando quasi del tutto la progettazione di una visione pluriennale di società. Molto impegno sull’oggi, molta incertezza sul domani. E’ questa la fotografia anche dell’azione dell’attuale Governo e di quello che lo ha preceduto.

Lo sostengo ormai da diverso tempo e lo ripeto stasera, serve immediatamente una scossa riformista per avviare un percorso di profondo cambiamento e di generale modernizzazione del Paese, dato che, non si può negare, su una serie di aspetti siamo rimasti clamorosamente indietro nei confronti delle realtà più evolute.

Noi dunque proponiamo con chiarezza un nuovo modello di comunità. Una comunità in cui a ciascun individuo viene offerta l’opportunità di realizzare il proprio progetto di vita a prescindere dalle condizioni di partenza; una comunità in cui i più deboli non vengono mai lasciati al loro destino; una comunità in cui vengono premiati il merito, le competenze, la professionalità, la fantasia e non le raccomandazioni e le clientele; una comunità in cui discrezionalità e burocrazia lasciano il passo alla certezza del diritto e alla snellezza delle procedure amministrative; una comunità in cui l’amministrazione pubblica viene gestita sulla base dei criteri di economicità ed efficienza tipici del settore privato; una comunità in cui spending review significa aggredire i privilegi e gli sprechi; una comunità in cui la legge è uguale per tutti; una comunità in cui l’universalità del diritto all’istruzione e del diritto alla salute è considerata intoccabile; una comunità in cui fare impresa è facile e conveniente; una comunità in cui territorio e paesaggio vengono gestiti con l’obiettivo di incrementare la qualità della vita dei cittadini e di tutelare l’ambiente; una comunità in cui le diversità non solo vengono rispettate, ma vengono anche riconosciute; una comunità in cui diritti e doveri viaggiano parallelamente.

Questa è la descrizione di come noi vorremmo che fosse la San Marino nel 2024.

Siamo consapevoli che il lavoro da fare è enorme e che sono tante le riforme strutturali da mettere in campo per garantire un futuro di sicurezza, benessere e libertà ai nostri concittadini. Le cinque relazioni, che avete ascoltato prima del mio intervento, hanno indicato nel dettaglio gli interventi da attuare. Il nostro Progetto, infatti, non è né una vuota enunciazione di principi né una stucchevole esercitazione filosofica. E’ una piattaforma molto articolata, contraddistinta da provvedimenti concreti per ogni settore.

Saranno necessari coraggio e determinazione. Bisognerà dimostrare la ferma volontà di rompere con il passato e di contrastare duramente le spinte conservatrici che ancora sono particolarmente radicate nel nostro Paese.

Dobbiamo infatti essere in grado di cogliere le sfide della globalizzazione, trasformandole in opportunità di sviluppo e di crescita. San Marino è un piccolo Stato in termini dimensionali, questo è vero, ma ha tutte le carte in regola per dotarsi di un sistema economico altamente competitivo e attrezzato per attirare investimenti, capitali e progetti imprenditoriali di livello internazionale. La politica ha il compito di dettare regole precise, certe, univoche e facilmente interpretabili. Alla loro applicazione provvederà l’amministrazione e al resto invece ci dovrà pensare il libero mercato.

Fermiamo al più presto le interferenze della politica nelle dinamiche economiche e finanziarie del nostro Paese.

Ci rendiamo perfettamente conto di aver mirato molto in alto con il nostro Progetto. Forse abbiamo un po’ ecceduto in ambizione, ma noi crediamo che la politica debba tornare a far sognare la gente, debba regalare la speranza in un futuro migliore, debba riconsegnare alle nuove generazioni il desiderio e l’entusiasmo di rischiare, di mettersi in gioco, di migliorare costantemente. Ebbene si, noi Socialisti siamo un po’ dei sognatori e ci piace volare alto, anche perché francamente ci siamo stancati di assistere passivamente al declino di un Paese che invece ha le potenzialità umane, intellettuali e materiali per ripartire velocemente.

Non abbiamo la bacchetta magica, non disponiamo di ricette miracolose, ma siamo convinti che si possa fare molto di più e molto di meglio. Probabilmente verremo considerati un pò sfrontati? Ci sta, correremo questo rischio, perché siamo certi che senza il coraggio di osare non si va da nessuna parte.

Per questo accanto alla nostra proposta programmatica, avanziamo una precisa proposta politica: ci si metta al lavoro per realizzare un nuovo progetto di governo, che potremmo definire “Governo delle Riforme”.

Un Governo che dovrà avere almeno una caratteristica di fondo: un orizzonte temporale almeno decennale, dato che avrà il compito di guidare il processo di riforme strutturali necessario a cambiare in profondità e a rinnovare radicalmente il nostro Paese. Servirà un patto politico siglato “alla luce del sole” dalle forze politiche e da tutti i movimenti della società civile che concordano sull’esigenza di promuovere un’azione riformatrice radicale.

Questa azione, inoltre, dovrà ricercare la massima condivisione anche sul piano sociale. Le riforme vanno portate avanti dalla politica, ma al contempo vanno adeguatamente confrontate e, se possibile, concertate con le parti sociali.

Questa è la sola strada perseguibile per rivoluzionare da cima a fondo il nostro Paese. Ebbene si, cari concittadini e cari compagni, dobbiamo parlare chiaramente di rivoluzione. Senza paura e senza infingimenti. Una rivoluzione civile e democratica che dovrà condurre alla costruzione della nuova San Marino. E’ il tempo di eliminare in modo drastico le incrostazioni legislative, amministrative e culturali, che fino ad oggi hanno impedito al Paese di crescere e di svilupparsi.

A questo punto sorge spontaneamente una domanda: con chi intendiamo condividere sul piano politico questo nuovo progetto di governo?

Premetto che il Partito Socialista non ne fa una questione di sigle o di etichette. L’unica discriminante che noi poniamo, rispetto a possibili future collaborazioni, è quella dei contenuti. Gli schemi del passato infatti non reggono più, ad oggi la politica ha ancora un senso se riesce a dare risposte concrete in termini di prospettiva. Il resto è noia. Le formule algebriche e i pallottolieri con cui si formavano i governi, anche nel recente passato, devono essere consegnati definitivamente alla storia. Oggi le sfide della politica si giocano in campo aperto, dicendo prima che cosa effettivamente si vuole fare e poi passando dalle parole ai fatti.

Sono dunque per noi potenziali interlocutori tutti coloro i quali desiderano impegnarsi sul piano politico per rivoluzionare il Paese in termini economici, finanziari, istituzionali, sociali e, soprattutto, culturali.

E’ naturale che tra i possibili interlocutori va fatta una apposita riflessione nei confronti di chi, come noi, condivide i valori e gli ideali del socialismo europeo ed internazionale. Mi riferisco evidentemente ai compagni del Partito dei Socialisti e dei Democratici. Dopo un quadriennio di competizione, diffidenza e gelo, i nostri Congressi Generali hanno sancito ufficialmente la riapertura del dialogo e del confronto. Di fronte a noi, cari compagni del Partito Socialista e del Partito dei Socialisti e dei Democratici, si sta presentando la grande opportunità – a mio avviso l’ultima – per riconsegnare al Paese un’area riformista, democratica e liberale, strutturata ed organizzata, in grado di guidare il percorso di trasformazione e cambiamento necessario a offrire una prospettiva e una speranza ai nostri concittadini. Per cui, pur rispettando le autonomie e i diversi ruoli istituzionali attualmente ricoperti dalle nostre forze politiche, ritengo che il buonsenso e la ragion politica ci debbano portare a cogliere con entusiasmo questa occasione. Propongo, quindi, di aprire da subito un confronto leale e sincero sul modello di società sul quale Ps e Psd intendono impegnarsi politicamente.

Concludo rivolgendomi alle nuove generazioni. Alla mia generazione. Avanti, fatevi avanti, è giunto il nostro tempo. Non abbiamo più alibi. Oggi tutto dipende da noi. Assumiamoci la responsabilità di incidere direttamente nelle scelte del Paese. Prendiamo in mano il nostro futuro e il futuro dei nostri figli. Non lasciamolo gestire, per disinteresse o per altre ragioni, a qualcun altro che ha già ampiamente dimostrato di non esserne all’altezza. Il ricambio generazionale non è uno slogan, è molto più semplicemente una necessità.

Grazie.

 

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