Congresso di Stato: ‘Conclusasi oggi la missione del Fmi a San Marino’

Congresso di Stato: ‘Conclusasi oggi la missione del Fmi a San Marino’

Si è conclusa oggi la missione del Fondo Monetario Internazionale a San Marino (FMI).

La delegazione, che nel corso di una decina di giorni ha incontrato il mondo politico, bancario e imprenditoriale sammarinese, ha rilasciato oggi alla stampa alcune dichiarazioni sullo stato di salute economico-finanziario del Paese. Le raccomandazioni scaturite dalla missione faranno parte del rapporto scritto che da domani sarà disponibile in lingua inglese sul sito Internet del FMI.
I risultati preliminari della missione riguardano: le condizioni economiche generali del Paese, il settore finanziario, la finanza pubblica, la normalizzazione dei rapporti con gli altri paesi.

Circa il primo punto, il FMI ha constatato il permanere di una situazione economica generale molto difficile. Pur non disponendo di dati definitivi relativi all’anno 2012, la crescita del PIL è diminuita del 4/5% e questa tendenza si riproporrà nell’anno in corso. Ciò significa una diminuzione generale pari al 25%, che è una delle maggiori al mondo. Due sono le ragioni alla base: la recessione economica nella vicina Italia, ma anche negli altri paesi, che si traduce in una domanda debole di prodotti e servizi turistici; il permanere di San Marino nella black list italiana, che significa isolamento per le aziende sammarinesi.

In merito al settore finanziario, gli esperti del Fondo sottolineano il trend positivo degli ultimi sei mesi sulla stabilizzazione e in qualche caso la crescita dei depositi bancari che, nel triennio 2010/2012, avevano subito notevoli perdite. Oltre a questa nota positiva, che favorisce la stabilità del sistema bancario, il Fondo evidenzia che alcune banche hanno subito perdite sui crediti verso le imprese e i cittadini, ma che la loro liquidità è sufficiente per assorbire tali perdite. Sulla Cassa di Risparmio gli esperti hanno giudicato con favore la ricapitalizzazione effettuata dallo Stato ma aggiungono che, forse, si renderà necessario un ulteriore intervento pubblico una volta definita l’entità delle perdite subite dall’Istituto. Anche questo eventuale secondo intervento è visto positivamente dal Fondo, data l’importanza che la Cassa di Risparmio riveste per l’economia sammarinese. Gli esperti avvertono comunque che occorre essere vigili per garantire la liquidità del sistema e lodano Banca Centrale per l’intensificazione della vigilanza bancaria posta in essere.

Sul tema della finanza pubblica, il Fondo considera che San Marino abbia goduto di un vantaggio nell’affrontare la crisi, dovuto alla politica prudenziale condotta fino ad oggi, che ha consentito l’accantonamento di notevoli riserve finanziarie. Il Governo ha posto in essere misure importanti, come la patrimoniale e l’addizionale IGR, ma ciò non è sufficiente: occorre maggiore risparmio per tornare all’attivo di bilancio. Un’opportunità importante in questo senso è offerta al Governo dal varo della riforma finanziaria e dalla spending review, ma occorre aumentare gli obiettivi quantitativi della riforma fiscale, allargando la base imponibile e mantenendo comunque la competitività fiscale. Occorre poi essere “coraggiosi” nella spending review dove, secondo il Fondo, sarà necessario ragionare in termini di risparmio sulle maggiori voci di spesa poiché la spesa sociale è troppo elevata rispetto alle dimensioni dell’economia.

Note positive sul tema della normalizzazione dei rapporti con gli altri paesi, in primis con l’Italia: molti passi avanti sono stati compiuti, secondo gli esperti, con il superamento del modello economico basato sul segreto fiscale e bancario, con le leggi sullo scambio di informazioni e l’adeguamento agli standard internazionali per la lotta al riciclaggio. Il Governo sammarinese dovrà dunque proseguire su questa strada, che è la migliore per giungere a una completa normalizzazione.

Giudicata infine migliore la raccolta dei dati e, nel rispondere a una precisa domanda posta da un giornalista, gli esperti hanno confermato che non vedono all’orizzonte problemi di liquidità per lo Stato, che resta comunque con un debito fra i più bassi del mondo.

 

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