Congresso Federazione Industria CDLS. Relazione di apertura del segretario uscente, Giorgio Felici

Congresso Federazione Industria CDLS. Relazione di apertura del segretario uscente, Giorgio Felici

“I lavoratori e i cittadini di questa Repubblica sono stanchi di vedersi
apostrofare come abitanti e conniventi di Paese di truffatori e
disonesti.  Magistratura, se ci sei batti un colpo. Politica, se ci sei
abbi il coraggio di stanare il marcio, magari espropriando tutti gli
immobili intestati a società di comodo  per fare luce su eventuali
intrecci con la malavita organizzata”.

Parole della relazione di apertura del segretario uscente, Giorgio Felici, al 12°
Congresso della Federazione Lavoratori Industria CDLS che ha aperto i
battenti questi mattina al Palace Hotel.

 

“Consapevoli del peso drammatico della crisi interna e internazionale,
che pesa soprattutto  sui lavoratori, in questi ultimi mesi i tentativi
di giungere a una conclusione della vertenza contrattuale sono stati
numerosi, ma dopo quattro anni di trattative la strategia
imprenditoriale è ormai chiara: lasciare tutto così com’è, lasciare
migliaia di lavoratori senza contratto di lavoro”. 
Ed è proprio di
fronte a questo immobilismo dell’Associazione Industriali  che “si
inserisce l’iniziativa della nostra  Confederazione di proporre il
Referendum Salva Stipendi”.
“Di fronte a risposte che non arrivano, –
accusa Felici  – di fronte ad un intreccio di interessi che legano
banchieri-imprenditori-immobiliaristi-professionisti-politici, il
referendum a protezione dei salari  è una iniziativa  legittima e
doverosa”.  Perché rivalutare i salari è un “dovere morale, un obbligo
che coinvolge tutti” e lo strumento referendario rappresenta una “forma
di partecipazione e mobilitazione  per rompere la paralisi e rilanciare
il contrattazione”.
Il segretario uscente della FLIA-CDLS sottolinea
che il tema congressuale “Oltre la crisi, ripartire dal lavoro”  nasce
dalla drammatica urgenza di lavoro: “Nel settore industriale,
dall’inizio della crisi sono stati 1.000 i posti di lavoro persi, più di
300 negli ultimi 12 mesi. C’è insomma l’assoluta necessità di
recuperare lungimiranza per definire un progetto Paese che metta al
primo posto il lavoro”, un doppio impegno “culturale e tecnologico” in
grado di avviare  “sul piano industriale una vera innovazione di
processo”.

Leggi comunicato Cdls

 



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