Giustizia sociale, lavoro e rispetto della legalità. E’ lungo queste tre direttrici che si è sviluppata la relazione di apertura del segretario uscente, Giorgio Felici, al 12° Congresso della Federazione Lavoratori Industria CDLS che ha aperto i battenti questi mattina al Palace Hotel. Appuntamento che precede di pochi giorni lo sciopero generale in programma nella giornata di venerdì.
“L’intreccio sempre più forte fra politica e chi presiede i poteri economici, rischia di far saltare quel poco di coesione sociale che si è tentato di costruire”, afferma Felici ricordando le motivazioni della mobilitazione di fine settimana. “La riforma fiscale attualmente agli onori della cronaca ne è un esempio, perché stravolge i principi di giustizia sociale, così il più debole è costretto a pagare le tasse da chi le tasse le paga se gli pare”.
Sul Pianello in nome della giustizia sociale, ma anche della legalità. “I lavoratori e i cittadini di questa Repubblica sono stanchi di vedersi apostrofare come abitanti e conniventi di Paese di truffatori e disonesti. Magistratura, se ci sei batti un colpo. Politica, se ci sei abbi il coraggio di stanare il marcio, magari espropriando tutti gli immobili intestati a società di comodo per fare luce su eventuali intrecci con la malavita organizzata”.
E’ poi il lavoro e il lungo stallo del rinnovo contrattuale l’altro fronte caldo. “Consapevoli del peso drammatico della crisi interna e internazionale, che pesa soprattutto sui lavoratori, in questi ultimi mesi i tentativi di giungere a una conclusione della vertenza contrattuale sono stati numerosi, ma dopo quattro anni di trattative la strategia imprenditoriale è ormai chiara: lasciare tutto così com’è, lasciare migliaia di lavoratori senza contratto di lavoro”.
Ed è proprio di fronte a questo immobilismo dell’Associazione Industriali che “si inserisce l’iniziativa della nostra Confederazione di proporre il Referendum Salva Stipendi”.
“Di fronte a risposte che non arrivano, – accusa Felici – di fronte ad un intreccio di interessi che legano banchieri-imprenditori-immobiliaristi-professionisti-politici, il referendum a protezione dei salari è una iniziativa legittima e doverosa”. Perché rivalutare i salari è un “dovere morale, un obbligo che coinvolge tutti” e lo strumento referendario rappresenta una “forma di partecipazione e mobilitazione per rompere la paralisi e rilanciare il contrattazione”.
Il segretario uscente della FLIA-CDLS sottolinea che il tema congressuale “Oltre la crisi, ripartire dal lavoro” nasce dalla drammatica urgenza di lavoro: “Nel settore industriale, dall’inizio della crisi sono stati 1.000 i posti di lavoro persi, più di 300 negli ultimi 12 mesi. C’è insomma l’assoluta necessità di recuperare lungimiranza per definire un progetto Paese che metta al primo posto il lavoro”, un doppio impegno “culturale e tecnologico” in grado di avviare “sul piano industriale una vera innovazione di processo”.
Ripartire dall’occupazione dunque, una occupazione stabile per i giovani e per tutte le persone rimaste disoccupate, “ma l’annunciata riforma del mercato del lavoro non pare cogliere questa necessità, perché in gran parte orientata ad abbassare indiscriminatamente le condizioni dei lavoratori”.
Inevitabile quindi l’avvertimento di Felici: “Se l’obiettivo è il gioco al massacro dei diritti di chi lavora noi non ci staremo mai”. Le proposte sindacali puntano invece a “rivedere tutta la normativa dell’apprendistato per renderla compatibile con la realtà”, introdurre “nuovi e incisivi strumenti di politica fiscale per i lavoratori frontalieri”, fissare “norme rigorose e severe per combattere abusi e lavoro nero”.
Al dibattito congressuale, oltre i delegati, sono intervenuti anche il Comitato donne disoccupate, l’associazione Smiaf (che organizza il festival dei giovani saperi), l’Associazione Il Timbro e il giovane imprenditore Giacomo Vespignani dell’ AC&Solution.
- AVSSO: Iniziativa pro bambini e famiglie terremotati di Modena
- Congresso Federazione Industria CDLS. Relazione di apertura del segretario uscente, Giorgio Felici