Consiglio G. e G. 17 dicembre, notturno. Agenzia Dire

Consiglio G. e G. 17 dicembre, notturno. Agenzia Dire

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 17-21 DICEMBRE

 

LUNEDI’
17 DICEMBRE_SEDUTA NOTTURNA

 

             

            I lavori consiliari
sono proseguiti ieri notte con il dibattito sulla legge di Bilancio previsionale che si concluderà solo nella
giornata di oggi. Sono infatti 57 gli iscritti ad intervenire nel comma e il
dibattito è giunto a circa la metà.
Di seguito un riassunto dei lavori:

 

Pier Marino Mularoni, Upr:

“La discussione sul bilancio di previsione è un momento importante
di analisi, di riflessione, di confronto, di presa di coscienza di problemi e
di proposte per la loro soluzione. Dobbiamo dire grazie alla Commissione di
controllo sulla finanza pubblica che ci permette di avere dati e fare
riflessioni più compiute. Per troppe volte abbiamo discusso all’infinito
facendo orecchie da mercante e quante volte abbiamo sentito i
l ritornello “va tutto bene, è colpa del precedente governo”.
Ora, segretario Gatti, farà fatica a dirlo, c’era lei nel precedente governo. A
sentirla parlare sembrava dell’opposizione. Ma è in maggioranza, glielo
confermo io. La situazione del Paese è difficile, forse drammatica, per un
problema anche di liquidità. Sono stati utilizzati tutti i residui che era
possibile utilizzare. Credo che ci si possa anche indebitare, ma per fare progetti
strutturali, di rilancio del Paese, per la formazione, per la crescita. Felici
finalmente ammette delle difficoltà. Il primo problema è il lavoro, ma pensiamo
anche al Pil, abbiamo perso il 25%, e alla black list. Se non ci sono
condizioni preliminari nessuno verrà a investire nel nostro Paese. Il pacchetto
antimafia sembra scomparso dal dibattito politico e invece è attualissimo. Un
Paese sicuro crea nuova ricchezza e possibilità di investimenti. L’equità
fiscale non si raggiunge col progetto presentato dalla passata legislatura.
Bisogna ragionarci sopra di nuovo. Il ruolo della Banca centrale non è stato
giocato bene negli ultimi periodi, va rivisto e concertato. Credo che si debba
ragionare anche con gli operatori per capire quali possano essere le prospettive
del sistema. Le banche servono per creare presupposti per economia reale e
produttiva. Il nostro Paese ha gap tecnologico. Dal bilancio dello Stato escono
milioni di euro per gestire strutture che potrebbero non essere un costo.
Abbiamo bisogno di normative chiare, trasparenti, di una giustizia che
funzioni. Serve rivedere la normativa sugli appalti pubblici. Serve un’attenta
gestione dei fondi pensione, perché sono soldi dei lavoratori e come tali vanno
gestiti con una certa oculatezza. Serve attenzione anche nella gestione del
territorio. Se fatta con equità, giustizia e moderazione va bene la
patrimoniale, ma dobbiamo rivedere la gestione del bene comune. In questo
contesto credo che il tavolo di confronto di cui ho sentito parlare possa essere
un ambito nel quale ragionare, confrontare le idee, portare all’attenzione di
tutte le problematiche, condividendo le basi del ragionamento si possono
condividere anche progetti di sviluppo. Spero si possano valutare proposte
concrete che oggi purtroppo nella legge presentata non ci sono. Noi saremo
pronti a discutere, a ragionare”.

Andrea Zafferani, C10: “Una parte significativa della campagna elettorale da poco finita è stata
dedicata alla situazione dei conti pubblici.
Il Governo ha volutamente cercato
di far passare in sordina il tema,ma é bastato un mese per capire che si
trattava solo di campagna elettorale. Bene Comune ha ingannato i cittadini. Ok
la crisi è internazionale, ma la nostra raggiunge livelli unici in Europa, un
calo di 20 punti di Pil in 3 anni non lo ha visto nessuno. Noi siamo un
movimento di opposizione, e potremmo “lucrare”, a livello politico, sulle
disgrazie del governo e sul suo non agire. Tuttavia qui c’è di mezzo il nostro
Paese. Quindi mi sento di fare una raccomandazione, col cuore. Facciamo
interventi strutturali, facciamoli anche tosti finché ce lo possiamo
permettere. Oggi ancora abbiamo un po’ di margine di manovra. Ci sono ancora
possibilità di andare a recuperare gettito sui beni e sui consumi, così come
ampie possibilità di andare a ridurre le uscite, senza andare a toccare le
fasce deboli, senza pregiudicare i servizi sociali. Se avete le idee chiare,
questo è il momento di dimostrarlo, noi vi sosterremo. Ma purtroppo queste idee
non ci sono. Questa legge di bilancio è un coacervo di misure estemporanee, per
carità alcune anche condivisibili e valide, ma che non danno l’impressione di
essere inserite all’interno di un progetto organico di risoluzione delle
difficoltà di bilancio. L’impressione è che si tenda a galleggiare facendo
artificiosamente quadrare i conti fino all’esame del Fondo monetario di Aprile.
Da parte nostra ci sarà un contributo in termini di emendamenti. Interventi,
diciamo, a costo zero, qualunque spesa proposta verrà coperta con dei
provvedimenti di entrata. Tra questi c’è l’introduzione di forme di tutela
nuove ed essenziali come il reddito di cittadinanza a vantaggio di chi abbia
perso il lavoro e non abbia altre forme di sostegno al reddito, che intendiamo
coprire chiedendo un contributo di solidarietà progressivo ai dipendenti del
settore pubblico allargato. Ribadiamo poi il no al debito estero, sul quale, se
lo si vorrà fare, deve essere la cittadinanza a decidere. Queste alcune delle
proposte salienti, speriamo possano essere ben valutate”.

 

Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs: “E’ imprescindibile per le nostre aziende che il
governo italiano ratifichi l’accordo contro le doppie imposizioni e faccia
uscire la Repubblica dalla black list. Senza questa uscita, diventa difficile
persino tenere in territorio gli insediamenti produttivi che ci sono. Questa,
insieme alla bassa fiscalità, permetterà il ritorno di piccole attività che
sono state l’ossatura portante nostra economia. Da pochi giorni il nuovo
segretario per le Finanze si è insediato. Importante che nel passaggio tra il
governo precedente e l’attuale ci sia la consapevolezza di aver messo in
sicurezza i conti pubblici. Con questa Finanziaria si chiedono ulteriori
sacrifici ai cittadini, con inserimento di una patrimoniale, spalmata su due
anni, che deve essere improntata all’equità salvaguardando la prima casa e
soprattutto attività produttive. Dobbiamo essere oculati nella spesa pubblica,
penso alle consulenze e ad alcune retribuzioni spropositate, all’impiego più
razionale delle risorse. Si parla di spending review e mi trovo d’accordo. Ai
cittadini chiederemo sacrifici solo dimostrando di tagliare le spese. San
Marino può essere ancora competitivo, ma talune aspetti sono da rivedere, il
mercato del lavoro deve essere improntato all’equità, si parla di
sburocratizzazione, che era ora di farla, poi la certezza del diritto è
prioritaria, così come la formazione dei nostri giovani. Da questa manovra mi
aspettavo più investimenti per il settore del turismo e del commercio, due
settori importanti per la San Marino del futuro. Mi auguro che ci sia volontà
per un suo adeguato sviluppo, ma servono investimenti mirati”.

Gloria Arcangeloni, Rete:  Voglio far
riflettere quest’Aula sugli sprechi. Se a fine settimana presenteremo al Paese
un piano di risparmi, meriteremo il posto in quest’Aula. Ma temo che così non
sarà. Le proposte che ho sentito poco hanno a che fare con i risparmi di cui
questo Stato ha necessità. Non si può aumentare solo il carico fiscale
presentandolo come la risoluzione del problema. Si ripropone un modo
emergenziale di affrontare l’emergenza e non prudenziale. Continuando a
proporre tasse si continua a gravare su un sistema produttivo ridotto all’osso.
Rinnovamento invece significa cambiamento: bisogna iniziare a gestire il Paese
in modo diverso. Oggi la politica parla una lingua diversa dai cittadini. Per
chi non è tecnico, la lettura dei bilanci risulta difficoltosa. Un gruppo di
tecnici per controllare gli sprechi e la spesa potrebbe essere utile, ma non
dimentichiamoci che negli uffici c’è già chi dovrebbe fare questa attività.
Fare di più spendendo di meno: è una frase del segretario alla Cultura. Invito
gli altri segretari a seguire la sua strada. Chiediamo infine al governo di
estendere la richiesta di sacrifici a chi finora di rinunce ne ha fatte ben
poche”.

Nicola Renzi, Ap:  “Gli odiosi stereotipi, da
sempre presenti nella nostra realtà, in questo momento di crisi, stanno
crescendo a dismisura. Si punta il dito contro i liberi professionisti, gli
imprenditori, i commercianti, i dipendenti privati, contro le banche, i
dipendenti pubblici. Per non parlare del proliferare dei contratti di categoria
che non voglio commentare. Questo clima è confermato dai motti politici. Vorrei
dire con forza, per sovvertire il sistema di stereotipi, che conosco tanti
liberi professionisti onesti, imprenditori seri, commercianti laboriosi e pieni
di idee, dipendenti privati stremati dallo spettro di non poter sfamare la
propria famiglia, un settore bancario che, con moto d’orgoglio, ha presentato
un contributo che dovremo valutare, il libro bianco, infine tanti dipendenti
pubblici che svolgono il loro ruolo con serietà e spirito di servizio. In
particolare, abbandonando i luoghi comuni sui dipendenti pubblici è possibile
individuare settori in cui la Pa può non rappresentare solo una spesa, ma anche
una risorsa: dalla scuola, alla sanità. Alla richiesta di sacrifici devono
corrispondere certi principi: prima di toccare i patrimoni di tutti, bisogna
colpire lo spreco, dietro i quali c’è anche lo spettro della corruzione, viste
le risultanze della commissione antimafia. No a tagli indiscriminati, ingiusti
e inutili, mentre bisogna dare piena applicazione alla riforma della Pa. Banca
centrale, anche ad essa deve essere richiesto di ridimensionarsi, in base al sistema
che deve governare. Nella legge che stiamo discutendo, in conclusione, ci sono
interventi che vanno nel solco che ho auspicato, a partire dalla revisione
della spesa”.

Andrea Belluzzi, Psd: “Nessuno pensa che con questa legge si risolva tutto, è una manovra
finanziaria, non la realizzazione di un programma di governo. E’ l’inizio di un
nuovo percorso che non può esser risolto da una singola legge, ma il risultato
di un intervento armonico di diverse leggi che dobbiamo realizzare. Si deve
procedere infatti verso una direzione diversa rispetto quella adottata fino a
poco tempo fa. E’ il primo intervento politico della coalizione, il primo passo
di un percorso. Non si può pretendere di più a meno di un mese
dall’insediamento del nuovo governo. In dettaglio sui contributi chiesti al
mondo sportivo per le concessione di eventi, invito il congresso a rapportarli
anche all’attrattiva turistica e alla capacità di creare indotto e contribuire
all’economia del Paese. Invito il governo a essere sensibile su questo”.

Augusto Michelotti, Su: “Fino a un mese fa maggioranza e governo hanno nascosto il
problema della crisi economica. Hanno tenuto un profilo molto basso evitando il
confronto. Ma la crisi non può essere arrivata in un mese. Come opposizione
staremo attenti affinché, con la scusa della crisi, non si attacchi il sistema
sociale. Prima eliminiamo i privilegi, poi gli sprechi. La maggioranza, visto
la crisi incombente, chiede solidarietà e collaborazione anche alle
opposizioni. Prima vediamo che succede adesso, con la discussione di questa
legge e degli emendamenti che presenteremo. E’ la prima prova, vediamo se
l’atteggiamento è quello di prima, li aspettiamo al varco”.

Denis Amici, Pdcs: “I primi incontri con il segretario di Stato Felici hanno dato
esito positivo. Non a caso ha parlato di una Finanziaria con poche norme, sarà
il tavolo pubblico-privato che dovrà mettere mano alle riforme strutturali e mi
auguro che sia la volta buona. Mi riferisco alla riforma tributaria, in ritardo
rispetto all’agenda-Paese. Le scelte saranno impopolari, ma non più
rimandabili. L’imposta sugli immobili risulta un prelievo antipatico, ma è il
momento di rimboccarsi le maniche. San Marino Bene comune si farà garante nella
gestione delle spese, riteniamo ci siano margini di risparmio. Trovo positiva
l’ipotesi di una revisione applicata alla Pa, per controllare fino l’ultimo
centesimo. Questo significa infatti recuperare risorse per la ripresa”.

Mimma Zavoli, C10: “Il governo appare impacciato, non in grado di prendere in mano
riforme strutturali. Invece di costruire un futuro, si naviga a vista. Mi
domando il perché di questa mancanza di lungimiranza e coraggio. Non vi state
dimostrando buoni genitori, ci state tenendo nascosti ancora numeri e cifre,
per non mostrarci dove si può tagliare. Parliamo della gestione del parcheggione,
così come capi di gabinetto. Ne sentivate proprio la necessità? Ma quando
parlate di razionalizzazione della spesa, a cosa vi riferite? Chiamiamo le cose
con il proprio nome, sprechi e guadagni per i soli noti. Non vi permetteremo di
mettere a repentaglio il futuro nostro e dei nostri figli. Vaglieremo le vostre
proposte e non ci accontenteremo di promesse vaghe”.

 

Antonella Mularoni, Ap: “Mi sembra un clima surreale, c’è chi ci accusa di dire adesso che
c’è la crisi. Non mi sembra sia così. La verità che questo è stato un Paese che
ha chiesto poco a tutti, compreso ai dipendenti privati e pubblici. Nel momento
che si chiedono sacrifici, la classe politica deve fare riflessioni. Come Ap
abbiamo chiesto la riduzione delle spese che ancora ci sono. In molti settori
lo sforzo c’è stato, in altri no. Dalle luci al riscaldamento, un esempio su
tutti è il Multieventi, un pozzo di San Patrizio che ci costa molto. Sembrano
piccole cose, ma non lo sono. In pochi si ricordano poi le soppressioni di
direzioni e tagli per i funzionari sulle trasferte del dipartimento Affari
esteri. Analogo sforzo non è stato fatto in altre segreterie di Stato. Bene la
spending review quindi. E’ evidente che la riforma tributaria va ripresa e
portata a compimento al più presto, se ci sono modifiche da fare, facciamole.
Ma senza riforma equa e controlli efficaci, i risultati non ci saranno. La
patrimoniale non piace a nessuno, ma se non si riesce diversamente, un
sacrificio una tantum dovremo farlo. E’ evidente che introdurla non sarà
semplice. Finalmente sembra poi che vedrà luce l’imposta sulle assicurazioni
straniere. Andiamo a colmare una lacuna. Non è il momento di fare demagogia, ma
di trovare soluzioni. Lo Stato ha diritto di recuperare una parte di imposte,
che qualcuno non ha versato. Così come oggi non ci sono case popolari nuove e a
nessuno é mai richiesto di lasciare le abitazioni dello Stato. Anche qui ci
sono situazioni su cui intervenire per questione di equità”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Mi lascia attonito l’assenza di progetti. In questa
Finanziaria ci viene presentata una fotografia del Paese ma non si dice dove si
vuole andare a investire e dove reperire somme. Manca un disegno di rilancio.
Prima di dire cosa tagliare, bisogna capire dove indirizzare la nave. Bisogna
agire in maniera mirata sugli sprechi, senza assunzione di tecnici preposti, si
operi la spending review con le forze a disposizione. Di margine per i tagli
nella Pa ce ne sono: sono troppe le spese inutili e le discrezionalità dei
dirigenti, poca la capacità di controllo e anche certi stipendi non sono
motivati. Poi le indennità: stiamo parlando di una galassia, è la norma
trovarsi in un ufficio con quattro dipendenti che svolgono la stessa mansione e
hanno quattro stipendi diversi. Se non si mette mano su queste anomalie nel
pubblico, non si può parlare di equità. Ma la fonte di ogni dissesto economico
del Paese non può essere ricondotto alla Pa. Ci sono figure indebitamente
strapagate, ma anche centinaia di dipendenti che mandano avanti la macchina
della pubblica amministrazione. Non accetto le provocazioni di Carlo Giorgi,
che rappresenta gli Industriali. Il problema del Paese è invece la mancanza di
trasparenza sui redditi reali. Su questo si dovrà agire con la riforma
tributaria. Siamo favorevoli alla patrimoniale, ma deve essere fatta con i
crismi dell’equità e la prima casa va salvaguardata. Deve essere limitata
quindi nel suo peso, ma non una tantum”.

 

William Giardi, Upr: “Ringrazio il segretario di Stato Felici per aver iniziato il suo
mandato all’insegna del confronto. Non si può attribuirgli il debito ereditato
dal precedente governo. Non ho condiviso però, rispetto all’incontro avuto con
l’opposizione, la dichiarazione di mettersi d’accordo sulla cifra del debito,
perché era stanco del balletto delle cifre. Non è questo il problema, ma
l’assenza di un adeguato sistema di contabilizzazione che permetta allo Stato
di avere informazioni precise sui propri conti. Il senso di responsabilità deve
essere non solo auspicato ma praticato. Rispetto al Bilancio, si può criticare
la riproposizione di tasse del precedente governo. L’unico elemento di novità è
che le tasse non potranno più essere definite una tantum. Nulla poi si vede
sugli interventi strutturali per il Paese, manca una proposta concreta, il
tutto viene rinviato in aprile, poco prima dell’incontro con il Fondo
monetario, ma la situazione è emergenziale. Diamo il beneficio del dubbio, ma
si poteva pensare per tempo, visto che eravate sicuri di vincere”.

 

 

San Marino, 18 Dicembre 2012/01

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