Consiglio G. e G. Seduta del 19 gennaio 2012 pomeriggio

Consiglio G. e G. Seduta del 19 gennaio 2012 pomeriggio

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE
Seduta del 19 gennaio 2012
La seduta del Consiglio grande e generale si è riaperta con la conclusione del dibattito sulle telecomunicazioni e la presentazione di tre ordini del giorno: una da parte della maggioranza, uno del Psd e uno del Psrs. Per arrivare a un documento condiviso si è deciso di rinviare le votazioni a fine seduta.
Di seguito un riassunto degli ultimi interventi e delle repliche.

Luigi Mazza, Pdcs: “Dalla discussione sono emersi due elementi da approfondire: come realizzare la concorrenza e il libero mercato in un sistema piccolo come il nostro; la possibilità per tutti gli operatori di accedere alla rete in modo da evitare che ciascuno faccia degli investimenti per la propria. Non è più pensabile che alcuni operatori compiano enormi investimenti per la rete mobile di loro proprietà, altri per la loro rete fissa. E infatti la direttiva europea indica che, dove è possibile, è bene rendere nazionali le reti, mentre dove non è possibile, ci deve essere un’autorità che garantisca l’accesso. L’autorità dovrà verificare se è possibile portare le reti sotto controllo pubblico o para-pubblico, o invece se non lo è. Le difficoltà di gestire il prefisso sammarinese +378 sono evidenti in termini di tariffazione e condizioni dell’utente. Si rendono necessari degli accordi con l’Italia per superare il suo distretto e fare in modo che le nostre comunicazioni abbiano un naturale sbocco. Se non troviamo un accordo affinché le tariffe per il 378 siano abbassate, resta una barriera alla totale liberalizzazione”.

Paride Andreoli, Psrs: “Il piano strategico del 2005 prevedeva, e prevede tuttora, aspetti salienti quali l’Authority, l’inserimento di nuovi operatori, cercando di andare incontro alla fine del monopolio del settore, che non deve essere traumatica, e nel frattempo giungere all’accordo con l’Italia nel settore delle tlc. Ho preso atto delle volontà del governo che riconoscono quanto previsto dal piano strategico del 2005. Però, nonostante ciò, mi sembra che in questi 3 anni abbia portato avanti un tipo di politica non in linea con le dichiarazioni d’intenti espressi in quest’Aula e sulla carta stampata. Infatti non si è mosso nulla per far sì che sia posto fine al monopolio e introdotta l’Authority e nuovi operatori. Chi già operava, mi riferisco a Prima, ha avuto e ha tuttora grossi problemi, anzi grosse discriminazioni. In sostanza, in questi tre anni il governo ha voluto mantenere il regime di monopolio e me ne chiedo il motivo. Prendiamo atto che non ha concesso a San

Marino Telecom l’interconnessione alla rete pubblica dell’amministrazione, malgrado ciò fosse previsto nella convenzione sottoscritta da ambo le parti. E non ha eliminato il problema del prefisso ‘+378’. Nella nostra attività abbiamo da tempo sollevato tali problemi e cercato di spronare esecutivo e maggioranza affinché addivenissero veramente all’apertura del settore. Anche oggi il gruppo del Psrs ha elaborato un ordine del giorno che va in questa direzione, so che anche la maggioranza sta lavorando a un odg. Vorremmo conoscere l’input politico che si vuole dare al settore delle tlc, siamo disponibili a sederci al tavolo con la maggioranza per individuare punti di incontro sui due testi”.

 

Andrea Zafferani, Ap: “La relazione dipinge un quadro fedele, con tanti piccoli monopoli e una galassia di piccoli grandi privilegi. Dunque un mercato abbastanza chiuso in sé stesso, che riduce la qualità del servizio. Certo, è difficile avere tante imprese che si fanno concorrenza in un piccolo mercato come il nostro, e per ovviare a questo problema ci sono 2 profili, esterno, cioè quello degli accordi internazionali per permettere alle imprese di operare anche all’estero; interno, cioè quello della promozione e tutela della concorrenza e del buon funzionamento dei servizi per i sammarinesi.
Il profilo esterno è quello di maggiore importanza. Serve uno specifico accordo intergovernativo per operare in Italia in condizioni di parità. Occorre inoltre far sì che le chiamate in ingresso dall’Italia (con prefisso +39) verso San Marino (con prefisso +378), e viceversa, abbiano una tariffa di interconnessione bassa. Serve anche una regolamentazione delle condizioni di accesso al mercato
sammarinese per quegli operatori italiani, come Vodafone, Wind o Tre, che non hanno società costituite in territorio. Sotto il profilo interno, invece, è di fondamentale importanza l’istituzione di una Authority per garantire il più possibile la concorrenza all’interno del territorio. Ma è anche fondamentale partire da una rinegoziazione immediata delle convenzioni che elimini le attuali concessioni di servizi in esclusiva, prevedendo un canone annuo. A ciò va aggiunto ovviamente la tassazione dei redditi. Sarebbe bello e semplice avere una rete infrastrutturale pubblica, cui i privati possono accedere per offrire i loro servizi, ma l’evoluzione del mercato sammarinese ha portato in altre direzioni: oggi infatti ogni operatore ha le sue antenne o i suoi cavi.

Altro tema da affrontare è quello della portabilità dei numeri. Insomma l’Authority dovrebbe essere il braccio armato dell’interesse pubblico. Da questo dibattito dovevano emergere posizioni su almeno 3 temi basilari: come agire rispetto alla scadenza delle convenzioni; ruolo dello Stato, proprietario delle reti e fornitore dei servizi; canone. Purtroppo non ho sentito chiare espressioni”.

 

Giuseppe Maria Morganti, Psd: “Spesso la battaglia sulle antenne è stata strumentale. Da questo dibattito dovrebbero però venire alcune indicazioni. In primo luogo sulla gestione delle reti, che va affidata a un’Authority per assicurare prezzi e regole certe, e accesso garantito. Non si parla nemmeno di appalti. Occorre capire che la qualità dei servizi è indispensabile e che l’Authority gioca un ruolo indispensabile, ma non deve essere legata ad altri poteri”.

Claudio Felici, Psd: “Ci sono corrispondenze tra le forze di opposizione e con quelle di maggioranza, per cui si può ragionare su uno scenario condiviso, a partire dal possesso delle reti e dai meccanismi per gli operatori per garantire maggiore qualità nei servizi. Ci sono però anche delle differenze di valutazione e alcune questioni vanno chiarite. In particolare il fatto che l’Authority deve essere autonoma e il ruolo che può ricoprire nel settore delle tlc l’Aass. Infine è importante che i gestori abbiano una definizione giuridica secondo il diritto sammarinese. Presento un ordine del giorno a nome del mio partito: alla luce del piano strategico del 2005 di cui il governo riconosce il valore strategico, il Consiglio grande e generale rileva con preoccupazione il non superamento del monopolio; conferma l’esigenza di creare adeguate infrastrutture digitali; indica la necessità di un sistema di operatori plurale, con società di diritto sammarinese, per favorire pari opportunità per tutti; chiede l’istituzione di un’authority, un’equa imposizione per tutti gli operatori e la  rinegoziazione delle convenzioni”.

 
Paolo Crescentini, Psrs: “In Aula il confronto è stato serio e c’è sintonia sul fatto che il settore va disciplinato. La bozza di legge presentata a inizio legislatura è un buon punto di partenza. Presento
un odg a nome del mio partito: riconosciuto che il settore è strategico e che il governo nel piano di sviluppo riceve il piano strategico delle tlc del 2005, il Consiglio impegna il congresso di Stato a darne piena attuazione; a presentare entro marzo una legge sulle tlc; a istituire entro giugno l’Authority; a mettere gli operatori sullo stesso piano e a rinegoziare le convenzioni in
scadenza. Speriamo comunque di arrivare a un odg condiviso”.

Teodoro Lonfernini, Pdcs: “Dal 2005, con il piano strategico sulle tlc e l’avvio della liberalizzazione, è sì nato un nuovo operatore, che ha portato il marchio Prima, ma al di fuori di questo, altri non ne sono nati. Da quella corretta analisi che si fece nel 2005, con la previsione di liberalizzazione e concorrenza leale, di ampliamento di un settore che deve portare benefici al Paese, di fatto sono trascorsi 7 anni ma torniamo in Consiglio a ridiscutere su quello che può essere lo sviluppo del settore. Eppure nel Principato di Monaco il settore delle tcl fattura 280 milioni di euro l’anno su 1,5 chilometri quadrati. Forse, se anche San Marino avesse creduto di più in questo settore, piuttosto che nella finanza selvaggia e nell’interscambio commerciale senza regole, avrebbe sentito molto meno la crisi.

Questo governo ha creduto nel suo programma nelle tlc, lo ha definito un settore strategico e sono state introdotte delle priorità da svolgere. Il dibattito di oggi nasce anche attraverso l’esigenza di maggioranza e governo di riconfrontarsi con tutto il quadro politico per mettere in campo iniziative che ci facciano compiere un salto di qualità. Il governo e la maggioranza oggi devono essere in grado di dare risposte concrete su elementi che devono essere messi in campo subito. Ci sono diversi aspetti su cui lavorare: in primis, l’eliminazione totale delle discriminazioni che nel tempo si sono create tra i vari operatori, un impegno da parte del governo per un nuovo impianto legislativo nel settore, dato che la nostra normativa sulle tlc risale al 1998. Ma 24 anni non sono compatibili con un comparto che ha evoluzione giornaliera. Un ultimo aspetto su cui lavorare fin da subito è quindi la definizione dell’Authority”.

Segretario di Stato per gli Affari esteri, Antonella Mularoni: “Vi posso assicurare la mia massima disponibilità per giungere a una nuova legge sulle tlc che auspichiamo sia  il più largamente condivisa possibile. Non dovrà servire interessi privati o di parte ma quelli dello Stato e rendere il settore strategico per Paese. Ritengo opportuno dare risposte e chiarimenti su quanto emerso dal dibattito: rispetto all’idea del governo sull’authority, mi spiace aver sentito dire che se viene istituito un ufficio non potrà essere autonomo come dovrebbe. Non so cosa avvenisse prima, ma assicuro che questo governo ha sempre rispettato l’autonomia degli uffici pubblici.   

I problemi legati alla concorrenza anomala sono dovuti alle scelte del passato, quando si era deciso di far costruire la rete fissa a un operatore privato italiano. Oggi quindi non è pubblica. Anche quella utilizzata dalla Pa per il 70% è pubblica e il restante 30% è di un altro operatore. C’è chi propone la nazionalizzazione della rete: dobbiamo riconoscere che non sempre il pubblico ha quella dinamicità di risorse che può garantire la necessaria efficienza. Poi requisire le reti a costo zero forse si faceva nei Paesi comunisti o comunque oggi non si può fare senza pagare un prezzo adeguato. Lo Stato ha fatto due conti e si tratta di cifre che non possiamo accollarci. E’ una situazione di partenza molto diversa rispetto ad altri Paesi che hanno loro reti.
Il mio auspicio è che quello che uscirà da questo dibattito e che scaturirà dalla nuova legge dovrà darci la possibilità di ricondurre le convenzioni a un regime omogeneo. Si è detto anche che gli operatori devono essere tutti di diritto sammarinese perché siano sottoposti alle nostre leggi. Ma questo non è corretto perché tutti gli operatori telefonici che operano nel nostro Paese, sia che siano sammarinesi o di diritto italiano, sono soggetti alla leggi della Repubblica. Rispetto all’utilizzo della rete Socrate, come governo stiamo parlando con la società che ne ha l’esclusiva per capire se in futuro sarà possibile utilizzarla per nuove tecnologie. Inoltre la copertura dovrà essere estesa e servono ulteriori interventi. Non escludiamo di valutare anche questa ipotesi”.

Federico Pedini Amati, Psrs: “Nei vari programmi di governo si è posta l’attenzione sulla riqualificazione del settore, mi auguro ciò avvenga prima possibile per l’importanza economica che può rappresentare per San Marino. Volevo porre l’attenzione anche rispetto a un altra questione che si sta verificando da quando esiste a San Marino la telefonia mobile. Se si fa una telefonata mentre si è in auto, passando da Dogana a Città, la linea cade quattro volte. Le società si devono porre il problema, non continuare a fare finta di niente, oltre confine gli apparecchi elettronici funzionano meglio”.

Teodoro Lonfernini, Pdcs: “Do lettura dell’ordine del giorno della maggioranza. ‘A conclusione, del dibattito sulle telecomunicazioni (…), il Consiglio grande e generale invita il governo a valutare le modalità più opportune per garantire che tale settore diventi strategico a tutti gli effetti anche per San Marino; a presentare entro il mese di luglio prossimo un progetto di legge per ammodernare l’impianto legislativo nella materia; che preveda l’istituzione dell’Autorità garante per le telecomunicazioni e affronti le principali tematiche tenendo conto dell’evoluzione internazionale; a portare avanti il negoziato per il rinnovo delle convenzioni esistenti e per la stipula delle convenzioni con eventuali nuovi operatori nel rigoroso rispetto del principio della concorrenza leale fra tutti gli operatori telefonia, con l’obiettivo di uniformarle in tempi brevi; a continuare nell’azione finalizzata ad eliminare l’invasione di segnali radio-elettrici proveniente da operatori non concessionari a San Marino”.

Luigi Mazza, Pdcs: “Negli ordini del giorno del Psd e del Psrs ritroviamo molti elementi comuni per gli interventi necessari di rilancio del settore. Si richiede un attimo di approfondimento, la nostra proposta è quella di rinviare la votazione dell’ordine del giorno per tentare, nell’ambito di una riunione di tutti i capigruppo, la possibilità di  arrivare a un testo unitario”.

Fiorenzo Stolfi, Psd: “Mi sembra che sugli indirizzi e sulle traiettorie di sviluppo ci siano possibilità di convergenza, la proposta del capogruppo Mazza ha un suo significato, diamo la nostra disponibilità a ragionare per giungere a un ordine del giorno comune. Volevo poi sottolineare che nel corso del dibattito mi era sembrata interessante la proposta del consigliere Zafferani quando chiedeva di aggiungere alla relazione fatta dal Segretario anche altri dati che potevano essere utili per prendere  decisioni successive a ragion veduta. E’ infatti interessante poter vedere il numero delle antenne attualmente collocate in territorio, suddivise per operatore. Credo che la nazionalizzazione degli impianti sia un processo complicato e anacronistico, però è percorribile l’idea di fare in modo che l’infrastruttura tecnologica sia unica e che venga data la possibilità di accesso a tutti gli operatori. In questo modo, sarà possibile passare dalle attuali 25 antenne a 12”.

Alessandro Rossi, Su: “Mi dà molto fastidio sentirmi dare del veterocomunista.  E’ inaccettabile essere accusati perché si chiede una gestione nazionale delle reti. Se in altre realtà strategiche, come i giochi, la proprietà è andata in mano allo Stato, non vedo perché nelle tlc non si possa fare un percorso comune nella gestione delle reti. Solo in questo modo si ha la possibilità di controllo e di superare il problema dell’interconnessione”.  

Segretario di Stato per gli Affari esteri, Antonella Mularoni: “Non voglio fare polemica, ribadisco la disponibilità per i prossimi mesi a lavorare con tutti i gruppi consiliari che lo vorranno sulla nuova normativa. Rispetto alla sollecitazione di Zafferani e Stolfi per avere dati ulteriori, piuttosto che integrare la relazione, ritengo utile che questi dati siano a disposizione dei gruppi consiliari in vista del lavoro che ci aspetta”.  

La seduta è poi proseguita con le adesioni alla Convenzione delle Nazioni unite sui contratti di compravendita internazionale di merci e alla Convenzione sui privilegi e le immunità delle Nazioni unite; con la ratifica dell’accordo tra la Repubblica di San Marino e la Repubblica Ceca sullo scambio di informazioni in materia fiscale; e con la presa d’atto della nomina e della promozione di ufficiali dei corpi militari.
 
San Marino, 19 gennaio 2012/01

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