Consiglio Grande e Generale 10 aprile, pomeriggio, seconda parte

Consiglio Grande e Generale 10 aprile, pomeriggio, seconda parte

                                            COMUNICATO STAMPA

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 10-17 aprile

GIOVEDI’ 10 aprile – seconda parte del pomeriggio

 

            In Consiglio grande
e generale i lavori proseguono con la presentazione in prima lettura di una
serie di provvedimenti. La riforma del catasto viene illustrata in Aula dal
segretario di Stato per il Territorio, il dimissionario Matteo Fiorini. Sempre
Fiorini illustra il progetto di legge per le modifiche al Piano regolatore
generale.  Segue la presentazione del progetto di legge di iniziativa popolare
“Disposizioni in materia di contrasto del fenomeno delle dimissioni in
bianco e di tutela della Genitorialità”, quindi, ultimo il progetto di
legge discusso in Aula, quello di Civico 10 “Della cittadinanza per
naturalizzazione”. Domani mattina i lavori riprenderanno dagli altri due
provvedimenti in prima lettura inseriti all’ordine del giorno. 

 

Di seguito un riassunto degli interventi.

 

Progetto di legge “Riforma del Catasto:
regolamento per la conservazione e l’aggiornamento del catasto terreni e
fabbricati”

Matteo Fiorini, segretario di Stato per il Territorio,
relazione
: “La formazione di un
catasto moderno risale al 1949 e l’ultimo aggiornamento è datato 1981. Così nel
corso degli anni si è creato un divario sempre più significativo tra l’evoluzione
della società sammarinese e l’arretratezza della normativa. Questa è dunque una
riforma epocale che riflette i cambiamenti avvenuti nella società  e sancisce un cambiamento strutturale.

Il catasto non assolve solo
questioni fiscali, ma mira anche al conseguimento di altre utilità
civilistiche, come l’accertamento delle unità immobiliari e delle loro
mutazioni. Inoltre si agevolano i processi del credito immobiliare, fondiario e
agrario e si supporta la pianificazione territoriale. A San Marino il catasto
ha acquisito una rilevanza territoriale ed è stato trascurato dal punto di
vista legislativo. Dunque, quando realizzata, la riforma catastale garantirà
una base conoscitiva, affidabile e aggiornata del territorio, delle
infrastrutture, degli oggetti immobiliari e delle attività sugli stessi
insistenti. E con un catasto aggiornato sarà possibile un efficace ed equo
sistema impositivo. Oltre a garantire più servizi a imprese, istituzioni e
soggetti vari.

La normativa mantiene i
concetti di riforma degli estimi espressi negli ultimi anni attraverso due
proposte di legge e armonizza la disciplina vigente. I pilastri principali sono
Catasto fisico, economico e giuridico, suddivisi in sei capi: sistema
catastale; mappa catastale e cartografia; catasto dei terreni; catasto dei
fabbricati; riforma degli estimi; disposizioni attuative e diverse, norme
transitorie”.

Augusto
Michelotti, Su
:
“E’ necessario questo provvedimento per adeguare il nostro Catasto alle nuove
tecnologie. L’unica perplessità mi è sorta perché non riesco a capire se il
Catasto è diventato probatorio o non probatorio. Auspico che ci sia modo di
confrontarsi con la maggioranza per evitare troppe discussioni su una Legge che
a questo punto è diventata indispensabile”.

Elena
Tonnini, Rete
: “Esiste un
vuoto tra un territorio in forte aumento e una legislazione che cerca di stare
al passo con questi mutamenti. All’articolo 28 dove si parla delle tariffe
d’estimo si distinguono fabbricati a destinazione ordinaria e speciale, per
quest’ultimi il reddito e il valore vengono identificati da procedimenti
definiti nel testo della legge “diretti ed indiretti”. Chiedo al Governo di
precisare quali siano questi procedimenti? Dall’altra parte occorre
sottolineare un altro problema ovvero quello dettato da un’edilizia selvaggia.
Chiediamo se c’è volontà di inserire in questa legge normative atte a evitare
abusi? E inoltre se viene prevista la demolizione dell’immobile per chi decide
di fare il furbo?”.

Franco Santi,
C 10
: “Serve un grande lavoro sul campo a
cui dedicare risorse economiche e umane importanti. Dobbiamo raggiungere
l’obiettivo che la legge si impone e darci dunque una tempistica certa e
ragionevole, valutando l’opportunità di mettere in campo maggiori risorse. La
riforma del Catasto era ed è un nodo molto importante per dare risposte al
Paese. L’augurio al Segretario è quello di far si che il Governo metta in campo
forze e risorse necessarie per fare il lavoro che ci si è prefissati nella
Legge che andiamo a discutere”.

Vladimiro
Selva, Psd
: Il giudizio complessivo sulla riforma
è assolutamente positivo. La fotografia che il Catasto dà del patrimonio
edilizio del territorio purtroppo è un po’ sgranata perché il sistema di
rilevamento dell’Ufficio tecnico è datato e le classi di riferimento sono state
fatte nel ’49: ben distanti dal poter rappresentare con efficacia l’attuale
situazione. La riforma cercherà di mettere a fuoco l’attuale fotografia degli
immobili esistenti. Lo scopo della riforma non è di fare gettito aggiuntivo
rispetto a quello attuale ma è quello di dare una lettura precisa della
consistenza del patrimonio ed avere maggiore equità nell’applicazione delle
tasse su di esso. Con la riforma l’immobile avrà valore e rendita diversa anche
a seconda della zona in cui è ubicato”. 

Marino Riccardi, Psd: “Sono molto contento che la legge approda in Consiglio. Il metodo del
vecchio catasto non ha oggi più senso. Vale più la parte agricola di quella
commerciale c’è stata un’evoluzione nella società. Il catasto non può essere
statico. Con questa legge chi ha molti immobili dovrà pagare di più. Ci saranno
dei mal di pancia in chi ha grandi patrimoni immobiliari. Ma se lo portiamo
fino in fondo faremo una cosa buona per il Paese”.

Stefano Canti, Pdcs: “Il catasto deve essere uno strumento adatto alla nuova realtà del
Paese. Dal 2010 al 2013 sono state fatte dei controlli particolari ed è stato
creato l’osservatorio del comparto immobiliare. Questo intervento è più che
necessario. Anche dal punto di vista delle tariffe, ferme al 1954.  Da allora sono mancati aggiornamenti
significativi. Con la riforma valorizziamo il patrimonio immobiliare e sarà
importante anche per definire il Pil. E’ un percorso oneroso per la Pa, ma
lungimirante per la trasparenza del settore immobiliare, l’equità del prelievo
fiscale e la certezza del diritto”.

Matteo Fiorini, segretario di Stato per il Territorio,
replica
: “Ci saranno nei vari step della
legge le occasioni di intervenire. Vorrei solo chiarire un aspetto toccato in
più interventi, occorre fare un censimento per la stima del patrimonio
immobiliare che è vasto. Sarebbe un extra lavoro perchè va rimappato tutto il
territorio, la politica dovrà decidere se investire più risorse in tempi brevi
o meno risorse in tempi più lunghi. Sulla polemica di Tonnini, si sta parlando di
operatività spicciola, non credo che l’impegno di essere in commissione
monumenti pregiudichi il lavoro dell’ufficio Catasto, è solo polemica politica.
La riforma del catasto non ha a che vedere con condoni edilizi, gli abusi sono
materia urbanistica, il catasto fotografa e da informazioni sul manufatto, si
fanno politiche fiscali sulla materia catastale, non si fanno sanatorie”.

 

Progetto di legge “Modifiche alla Legge 29 gennaio
1992 n.7 – Piano Regolatore Generale (Prg) per l’attuazione di interventi a favore
delle imprese e per la realizzazione di infrastrutture pubbliche”.

Matteo Fiorini, segretario di Stato per il Territorio,
relazione
: “Le modifiche al Prg danno
gli adeguamenti necessari per alcuni interventi per realizzare infrastrutture
necessarie ai pubblici servizi e per avviare processi di riconversione di aree
industriali, funzionali all’insediamento di attività commerciali al dettaglio.
Si dà attuazione dunque al programma di governo. E si propongono interventi per
la messa in sicurezza della superstrada. All’articolo 1 si individuano tra
l’altro le aree per il centro ippico sammarinese e viene anche individuata una
possibile area per il compostaggio. Il 2 riguarda la messa in sicurezza della
superstrada, con due rotatorie. Dall’articolo 3 al 7 si prevede la
trasformazione di alcune aree in zone per i servizi pubblici per realizzare tra
l’altro depuratori di acque e una sottostazione 
elettrica. All’articolo 8 si disciplinano alcune zone urbanistiche e al
9 è previsto l’aggiornamento cartografico”.

Augusto Michelotti, Su: “Si interviene su aspetti importanti del territorio, ci
sono situazioni diverse, le aree servizi che devono essere inserire nella
cartografia ci servono e dobbiamo farcene una ragione. Quando cominciamo a fare
un’analisi complessiva di tutto quanto il territorio, facciamola, ma
interveniamo. Tutte le volte ci troviamo a discutere del trasferimento della
centrale elettrica di Cailungo, io sono sempre stato contrario, conviene
ridimensionarla, costa meno di uno spostamento complessivo”.

Elena Tonnini, Rete: “Con mio dispiacere, andando ad approfondire
l’articolato, ho capito che in realtà non tutto è oro quello che luccica. C’è
il cambio di destinazione di alcune zone e tantissimi temi, mi piacerebbe
chiedere per se per ogni intervento esistono e vengono definiti i ruoli, gli
ambiti di azione, le responsabilità, soprattutto quando si decide di usare
terreni pubblici per fini privati. Così rientra il discorso di Gaviano, dove
verrà trasferito il centro ippico, così come le biocelle dell’area
compostaggio, l’operazione avrà un costo di 800 mila euro e 500 mila euro per
la gestione.  L’alternativa è quella del
compostaggio domestico. Chiedo se si intende sanare una situazione, dato che
attualmente l’area è un deposito di privati in terreno pubblico. E chiedo chi
sono le due ditte private coinvolte”.

Andrea Zafferani, C10: “La proposta di conversione di aree in servizi ci
vede concordi, sono tanti anni che se ne parla, ma mai si era arrivati  a una formulazione normativa. D’altra parte
non si danno parametri ma tutto è rinviato a decreto. Chiedo come si intenderà
ragionare sulle superfici destinate a parcheggio e quelle destinate alle
attività. E la conversione verrà fatta se l’imprenditore industriale avanza
richiesta? O può farlo un eventuale nuovo acquirente? Questo Paese dovrà essere
meno industriale, più orientato ad attività di commercio e servizio, è una
logica ragionevole ma i parametri sono poco definiti”.

Vladimiro Selva, Psd: “Vorrei soffermarmi sul progetto a Domagnano dove è
stata fatta una scelta pubblica e sono state spiegate le ragioni di un
progetto. Chi ha firmato quel documento di contrarietà in buona parte non ha
ascoltato le ragioni del progetto. I progetti hanno sempre aspetti positivi e
negativi ma io credo che un collegamento tra il centro di Domagnano e la parte
che si è sviluppata a valle è necessario. E’ proprio perché manca questo
collegamento che spesso quell’area viene definita come un’area dormitorio.
Prioritario collegare le due parti di Domagnano. Se chi ha firmato capisse bene
le ragioni del progetto a mio avviso non firmerebbe. 

Marino Riccardi, Psd: “Con questo provvedimento si riesce a dare una
smossa al nostro Paese. A San Marino l’unico settore che posso identificare
come conveniente per lo Stato, gli operatori e l’impresa è il commercio al
dettaglio. E con l’opportunità che viene data di trasformare le aree
industriali in aree per la vendita al dettaglio si offrono grandi opportunità
al nostro Paese. In primis si consente di rilanciare il sistema edilizio. Mi
auguro che ci siano le possibilità per fare investimenti e per far ripartire
l’economia. Ben venga questo provvedimento e mi auguro che venga portato il
prima possibile in seconda lettura per l’approvazione definitiva”.

Stefano Canti, Pdcs: “Questo progetto di legge offre possibilità alle
imprese che hanno interesse ad investire di inserire la propria attività
commerciale nelle aree produttive. L’iter è molto chiaro: dovrà essere fatto
uno studio di fattibilità che dovrà essere approvato dalla commissione per le
politiche territoriali e poi occorrerà prevedere la variante urbanistica. In
merito alle due rotatorie di Domagnano ritengo sia fondamentale ascoltare il
parere delle Giunte di Castello. Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato
alla definizione di questo progetto di legge: dall’ufficio urbanistica agli
altri collaboratori”.

Segretario di Stato al
Territorio Matteo Fiorini, replica:

“I Prg hanno un iter complicatissimo e una volta che si fanno si cercano di
mettere insieme le varie necessità. L’unica variante che interviene su
proprietà private è quella di Domagnano mentre le altre sono varianti tutte su
aree pubbliche. Non c’è interesse dei singoli. Se a Domagnano serve
approfondire il discorso con i residenti della zona lo faremo. Oggi hanno perplessità
e noi siamo pronti ad approfondirle. Intanto però andiamo avanti con le
varianti e poi vediamo se le faremo o meno. Sul compostaggio vale più o meno lo
stesso discorso. Intanto abbiamo individuato le aree, poi faremo delle
valutazioni di impatto ambientale e gli altri approfondimenti del caso”.  

 

Progetto di legge di
iniziativa popolare “Disposizioni in materia di contrasto del fenomeno
delle dimissioni in bianco e di tutela della Genitorialità”

Francesco Morganti, Psd,
dell’ufficio di segreteria del Consiglio grande e generale da lettura della
relazione:
“Questa legge va a contrastare il fenomeno delle
‘dimissioni in bianco’, ossia le false dimissioni volontarie fatte
sottoscrivere al momento dell’assunzione quale conditio sine qua non. Una pratica
messa in campo in caso di malattia, infortunio, comportamento ritenuto
inappropriato o termine degli incentivi. Ancora più biasimevole quando avviene
e in caso di gravidanza o per figli piccoli o disabili. Al momento non ci sono
dati precisi sul fenomeno in Repubblica. All’articolo 2 si prevede che solo in
caso di dimissioni volontarie il lavoratore deve recarsi di persona all’Ufficio
del lavoro che poi gira il documento di dimissioni al datore di lavoro. Così si
scongiura la lettera di dimissioni in bianco. La legge è il risultato del
confronto con i sindacati, con l’Anis e con le forze politiche, e ha ricevuto
ampio consenso. L’articolo 4 fissa l’entrata in vigore dopo 3 mesi
dall’approvazione per dare tempo all’Ufficio del lavoro di
organizzarsi. Dà una risposta netta a tutela dei lavoratori”.

Guerrino Zanotti, Psd: “E’ legge che vuole contrastare pratica abominevole
e tutelare genitori che sono costretti a sottoscrivere dimissioni in bianco,
siamo assolutamente favorevoli a questo progetto di legge. Non è l’unica e
brutta pratica all’interno del mondo del lavoro privato. La politica deve farsi
carico dei diritti che spesso vengono disattesi. Mi auguro il provvedimento che
tornerà in Consiglio grande e generale sia da apripista per tutela dei lavoratori
e dei loro diritti calpestati”.

Mimma Zavoli, C10: “Ringrazio i proponenti del provvedimento, è una
mancanza che va colmata. Le dimissioni in bianco sono una realtà cruda che si
sta facendo largo. Altri sono poi i problemi che i problemi devono affrontare
per conciliare vita lavorativa e familiare. Sono terreni incolti della cultura
del diritto che sono alla base del fenomeno delle dimissioni in bianco e
costringono le donne a un gradino in basso, svilendo la propria dignità pur di
mantenere un lavoro. Speriamo che le buone pratiche normative entrino a far
parte della nostra cultura”.

Francesca Michelotti, Su: “Con stile delle donne sono venute a presentare
questo provvedimento a tutte le forze politiche, è stato subito ovvio che si
sarebbe risolto un problema, un grande problema di disuguaglianza, perché se
una donna rimane in cinta non deve pagare in un momento di crisi come
questo.  Nell’ipotesi che questa legge
sia propria la donna consegni il proprio modulo di licenziamento, come se fosse
lei consenziente, e questa legge potrebbe essere non risolutiva. Chiedo se ci
possono essere delle garanzie in più”.

Iro Belluzzi, segretario
di Stato per il Lavoro:
“E’ stato
valutato da me in modo favorevole questo progetto di legge. C’è intenzione da
parte della segreteria per il lavoro di sostenerlo, il Consiglio ritengo possa
trovare quegli elementi, d’accordo con i presentatori del provvedimento, per
rendere il disposto ancora più cogente ed efficace e dare risposta ad altri
elementi di stortura. Mi auguro non sia fenomeno con numeri elevati, ma anche
se fossero pochi casi uno Stato deve fare il possibile per scongiurarli”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Abbiano da subito condiviso il progetto facendo una
serie di osservazioni. Ma dà l’idea dell’uovo di Colombo. Comunque si eliminano
una serie di discrezionalità in mano al datore di lavoro. Spesso i testi ben
fatti non vengono dall’Aula. Si stabilisce che non si deve mettere in
discussione un diritto dei lavoratori, senza prevedere sgravi. Si corre il
rischio con queste tematiche di cadere nel moralismo. Anche perché con la nuova
legge sul lavoro si dà la possibilità del licenziamento in bianco. Occorre
essere coerenti e tutelare tutti i diritti dei lavoratori. Per cui servono una
politica capace di dare fiducia e controlli”.

Grazia Zafferani, Rete: “Per una donna che fa politica rimanere in cinta,
come vale ora per me, è una sorta di dimissioni in bianco. Non c’è una
normativa specifica. Io ho dovuto decidere se continuare o meno, creando disagi
al mio movimento”.


Progetto di legge “Della cittadinanza per naturalizzazione” (presentato dal
Gruppo Consiliare Civico10)

Franco Santi, C10: “La recente applicazione delle nuove normative sulla naturalizzazione
ha permesso di fissare i requisiti necessari per la residenza. Sono maturi i
tempi per superare il tabù dell’automatismo della concessione della
cittadinanza. A livello europeo non c’è armonia fra le varie norme. Gli Stati
europei accolgono la doppia cittadinanza. Il dogma dell’unicità è tenuto da 12
Paesi. A livello generale c’è una commistione tra ius sanguinis e ius soli.

Non possiamo confrontarci con
i grandi Paesi europei sui requisiti richiesti per la cittadinanza, ma con
quelli piccoli sì. San Marino si allinea al Liechtenstein: il Consiglio concede
la cittadinanza con provvedimenti straordinari per difendere le nostre
dimensioni limitate. Serve un provvedimento chiaro, automatico e trasparente
per chi vuole radicarsi nel nostro territorio. Serve certezza del diritto,
requisiti fissi per acquisire la cittadinanza. Con questa legge si supera anche
il vincolo della rinuncia alla cittadinanza originaria. E’ un elemento di
rispetto e di ricchezza”
Ivan Foschi, Su: “Intervengo per sostenere il provvedimento a nome
di Su. Ad oggi il periodo necessario per ottenere la cittadinanza non è uguale
per tutti,  introducendo un meccanismo di
automatismo si supera questo vincolo e questa disparità. La cittadinanza è uno
status giuridico che prende atto di una situazione oggettivo di una persona
oramai integrata della comunità”.

Matteo Zeppa, Rete: “Sosteniamo la decisione di naturalizzare togliendo
la discrezionalità, enfatizzata dall’Ecri, organismo europeo, che ha sollevato
perplessità sulle modalità attuali. Dal 1907 sette provvedimenti di
naturalizzazione, l’ultimo nel 2011. E’ giunto il momento di introdurre un
meccanismo antidiscrezionale, qui si parla di 25 anni di residenza per ottenere
la cittadinanza, li abbasserei a 20 anni. L’Ecri prevede poi la non rinuncia
alla doppia cittadinanza, i miei figli dovranno rinunciare a 18 a una
cittadinanza, e non è piacevole per me è stata una scelta forzata la rinuncia
della cittadinanza italiana. Se vogliamo fare quelli aperti di mentalità forse
è il caso di intervenire anche su questo aspetto e non dover rinunciare alla
seconda cittadinanza è auspicabile. 
Materia”.

Andrea Zafferani, C10: “Ringrazio i consiglieri che sono intervenuti, sono
temi piuttosto trasversali, in passato si è discusso in Aula su questi aspetti
e si erano trovate convergenza. Bisogna riflettere senza vincoli di maggioranza,
pensando a ciò che è giusto fare. Mi auguro che quando il provvedimento tornerà
in Aula si rifletterà anche sugli aspetti critici attuali, emersi anche
nell’ultima naturalizzazione. Non trovo civile chiedere a una persona di
risiedere anche 40 anni in un Paese prima di dargli la cittadinanza”.

 

 



 

 

 

 

San Marino, 10 aprile
2014/02

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