Consiglio Grande e Generale (18-23 febbraio), seduta pomeridiana

Consiglio Grande e Generale (18-23 febbraio), seduta pomeridiana

COMUNICATO STAMPA

 

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE  18-23
FEBBRAIO

 

VENERDI’ 19 FEBBRAIO- POMERIGGIO

 

Il dibattito
sulla gestione dei rifiuti occupa larga parte della seduta pomeridiana. Ad
aprirlo, i riferimenti dei segretari di Stato per il Territorio e per i
Rapporti con l’Aass, Antonella Mularoni e Teodoro Lonfernini che
illustrano gli obiettivi raggiunti e quelli da conseguire. “In tempi celeri” è
previsto il completamento dell’estensione del porta a porta nell’area di
Fiorentino e Chiesanuova, entro l’estate nell’area Montegiardino-Faetano e
Città (fuori mura): “Entro l’anno in corso- assicura Lonfernini- la raccolta
differenziata attesa sarà superiore al 50%”. Mularoni spiega che l’Italia mira
a raggiungere la percentuale del 65% di rifiuto riciclato entro il 2020: “Noi
faremo molto meglio e molto prima- esorta- ma tutti devono fare la loro parte,
non solo il pubblico”.

Molto forti sono le critiche dell’opposizione, ma anche dal Psd
non mancano gli inviti ad accelerare il passo.
Vladimiro Selva, Psd, non manca di dirsi insoddisfatto per come il
progetto ‘Rifiuti Zero’ è stato portato avanti, mentre Guerrino Zanotti sottolinea
la troppa lentezza con cui il Paese si avvicina all’obiettivo del ridurre i
rifiuti: “Va fatto un sforzo”, esorta.

Anche Augusto Michelotti, Su, chiede di spingere
l’acceleratore: “Si faccia in fretta- manda a dire- non ha senso spendere soldi
per portare i rifiuti in discarica e dipendere da qualcun altro”.

Franco Santi, C10, punta il dito contro il metodo scelto: “Partire a macchia
di leopardo con il porta a porta è uno sbaglio che comporta una diseconomia, così
spendiamo di più”. Per Elena Tonnini, Rete, invece il porta porta è
“stato solo uno slogan per il governo e per i vertici dell’Azienda di stato che
sta facendo di tutto per moltiplicare tempi e costi, passando tutto ai
privati”. “Ho capito che si vuole arrivare a grandi risultati che ancora non
sono arrivati”, osserva invece  Nicola
Selva
, Upr.

Stefano Canti, Pdcs, motiva le difficoltà nel riuscire a ridurre il rifiuto da
esportare che sono legate alla mancanza di infrastrutture. Si potrà porre
rimedio con con la variante al Prg che permetterà la realizzazione di tre
centri Multiraccolta. “Oggi non possiamo estendere il porta a porta finché non
abbiamo queste infrastrutture- spiega- Non si può dire che il problema è
l’azienda che si sta facendo carico dei costi e se non chiuderà in positivo,
poi questi ricadranno sulla cittadinanza con l’aumento delle bollette”.

            Nel pomeriggio i
lavori sono ripresi con la ratifica dell’ultimo decreto legge all’ordine del
giorno, il  n.8  Differimento dei termini previsti
dall’articolo 4, comma 3 e dall’articolo 5, comma 1 del Decreto Delegato 16
aprile 2015 n.50 “Procedure per la vendita di esigue porzioni o relitti di
terreno di proprietà dell’Ecc.ma Camera” e successive modifiche”. Si è quindi
passati
al comma n. 8, dedicato
alle Relazioni della Commissione di Vigilanza per gli anni 2011/2015, per poi
concentrare i lavori sul dibattito sulla gestione dei rifiuti, alla cui
conclusione, senza la presentazione di ordini del giorno, si è chiusa la
seduta.

I lavori consiliari
riprenderanno lunedì mattina dall’esame delle istanze d’Arengo

 

Di
seguito un estratto degli interventi della seduta pomeridiana.

 

Comma 7. Ratifica
decreti delegati e decreto-legge

Decreto – Legge  n.8 – Differimento dei termini previsti
dall’articolo 4, comma 3 e dall’articolo 5, comma 1 del Decreto Delegato 16
aprile 2015 n.50 “Procedure per la vendita di esigue porzioni o relitti di
terreno di proprietà dell’Ecc.ma Camera” e successive modifiche.

Antonella Mularoni,
Segretario di Stato al Territorio: “
Questa
proroga è dovuta al fatto che alcune delle giunte di Castello più grandi hanno
tardato nel mandarci il riferimento previsto dalla legge”.

Augusto Michelotti,
Sinistra Unita: “
Chiedo dei
chiarimenti rispetto alla procedura, rispetto ai fruscoli. Una volta arrivati
tutti, c’è modo di verificare quello che è stato l’operato della commissione?
Oppure i dati andranno direttamente in Congresso? Sarebbe opportuno poterci
dare un’occhiata per controllare che fossero rispettati i termini del bando. E’
stato previsto un iter in questo senso?”.

Antonella Mularoni,
Segretario di Stato al Territorio: “
Le
alienazioni dovranno essere decise dal Consiglio con maggioranza dei due terzi.
Il confronto ci sarà sicuramente”.

Ratificato

 

Comma 8. a) Relazioni della Commissione di Vigilanza per gli
anni 2011-2015

Iro Belluzzi, Segretario
di Stato al Lavoro con delega all’Informazione: “
Relaziono sulle relazioni presentate nei vari anni.
Sono sintesi brevi perché parliamo di anni lontani. Si parte dal 2011, fino al
2015. Nella relazione del 2011 evidenzio quanto emergere come dato saliente.
Nell’editoria emerge la sospensione dell’erogazione delle provvidenze per il
2010. Per il servizio pubblico,il rinnovamento della veste grafica di Rtv. Le
conclusioni sono l’auspicio di una riforma in materia editoriale che prevede i
limiti della fase istruttoria per l’erogazione delle provvidenze e codice
deontologico per i giornalisti. Nel 2012, per l’editoria, non sono state
liquidate le provvidenze per le 5 richieste, per cause legate alle dimissioni
della segreteria di riferimento. Sono state liquidate le due imprese che hanno
fatto ricorso nel 2011. SmRtv non ha trasmesso le relazioni semestrali, con il
direttore Lasorella. Nella relazione 2013, nell’editoria, sono state esaminate
e liquidate le provvidenze a 4 imprese su 5 e la commissione esprime
soddisfazione sull’operato della Rtv. La Relazione 2014 – 2015 indica
nell’editoria provvidenze per il 2013 a 3 imprese su 5, si rileva che la legge
211 del 2014 non chiarisce alcuni relativi agli aspetti societari. Sottolineo
che quanto indicato non corrisponde a verità. Per il servizio pubblico sono
posti suggerimenti sulla relazione semestrale della RTV. Si propone che i
comunicati siano pubblicati sul sito in un apposito spazio. Viene predisposto
un progetto di palinsesto e programmazione come per la campagna 2013. La
commissione afferma che il livello organizzativo è stato buono. La commissione
ha esaminato le richieste di riconoscimento della professione di giornalista,
ai fini della composizione della Consulta per l’informazione. La commissione è
convinta che la legge 211 2014 abbia voluto ripristinare l’originale ambito di
operatività, finalizzandolo alla regolamentazione degli spazi radiofonici e
televisivi in occasione delle elezioni. Ringrazio tutti i membri che hanno
operato nella commissione per i suggerimenti consegnati e dibattuti nel lungo
percorso di elaborazione delle riforme legate all’attività di operatore
dell’informazione”.

Manuel Ciavatta, Pdcs: “L’analisi delle relazioni è molto puntale. C’è
stato equilibrio, una posizione superpartes. Non sono emerse grosse
problematiche. Significa che tutto sommato il settore dell’informazione a San
Marino è ben impostato”.

Marco Podeschi, Upr: “In questi anni la situazione nel settore
dell’editoria è molto cambiata. E’ cambiata anche la situazione della RTV. Si
parla ancora di Lasorella. Dal 2011 a oggi è cambiato il volto dell’emittente.
Sembra possa cambiare anche in termini di pareggio di bilancio. La situazione
dell’editoria sammarinese richiederebbe altri interventi. Purtroppo sulla legge
fatta occorrerebbe intervenire per porre rimedio ad alcune distorsioni”.

Tony Margiotta, Sinistra
Unita: “
Volevo ringraziare i
commissari per il lavoro. E’ evidente che comunque la legge che riguarda
l’informazione e l’editoria dovrà essere cambiata o comunque modificata. Spero
accada in tempi brevi coinvolgendo tutte le forze politiche presenti in
Consiglio”.

Matteo Zeppa, Rete: “Sarebbe giusto fare un’analisi dello spaccato del
settore. In questo caso non si può fare altro che parlare delle problematiche
vive che lei sostiene non corrispondano al vero. Parlo della legge
sull’editoria. Sappiamo i pericoli che ci sono su alcune testate giornalistiche
e rotocalchi. Sappiamo di chi sono. E’ venuto fuori al momento della ratifica
della legge che lei difende. Attorno alla stampa e alla tv ci sono scheletri
negli armadi. Il pericolo è non offrire alla cittadinanza una completa visione
di quanto accade a San Marino. Ho chiesto che lei nella prossima commissione
Esteri venga a fare un riferimento sulla legge sull’editoria. La normativa è
uscita da quella commissione. La legge ha delle enormi pecche. E’ evidente che
ci sono dei poteri forti che riescono in qualche maniera ad avere più
visibilità di altri”.

Paolo Crescentini, Partito
Socialista: “
La precedente gestione
ha lasciato un debito sostanzioso. In un triennio si è sanata la situazione. La
settimana prossima il Cda valuterà i bilanci. Qualcuno reputa che la legge
metta il bavaglio da parte della politica, poi però sono i partiti a volere
metterci mano. Siano allora i professionisti a interagire con il segretario di
Stato. Ci sono gli strumenti per aprire una nuova fase nel mondo
dell’informazione del nostro Paese. L’ultima relazione mette in risalto alcuni
aspetti. Io sono parte integrante della SmRtv. E’ aumentata la qualità dal
punto di vista del palinsesto. Forse sarebbe stato più opportuno esaminare le
relazioni anno per anno. In ogni caso, finalmente il bilancio della RTV sorride
con la nuova gestione.  Annuncio poi che
il codice deontologico è stato redatto e sarà sottoposto alle valutazioni della
Consulta”.

Enrico Carattoni, Psd: “Auspico che i compiti a cui ha adempiuto la
commissione vengano abilmente adempiuti da chi lo farà ai sensi della nuova
normativa. Sul sistema dell’informazione si è dimostrata equità nella
distribuzione degli spazio radiotelevisivi. E’ stato garantito il pluralismo.
Una considerazione sulla RTV. Valgono le considerazioni fatte da chi mi ha
preceduto. I dati di bilancio sono estremamente migliorati con questa
gestione”.

Iro Belluzzi, Segretario
di Stato al Lavoro con delega all’Informazione: “
Nella Rtv è stato risanato un buco di bilancio che
metteva a rischio la stessa struttura. Sulla legge dico a Zeppa che non mi era
stato comunicato nulla riguardo alla richiesta di essere coinvolto nella
commissione Esteri. Lo farò con piacere. Ringrazio Crescentini sulla notizia
del raggiungimento del codice deontologico. Con quella parte, che sarà inserita
in un decreto, possiamo considerare conclusa l’attuazione della norma stessa.
C’è obbligo da parte degli editori di pubblicare il bilancio, che sarà
consultabile nel sito che definirà l’Authority per l’informazione. Sappiamo che
il condizionamento economico può formare una conoscenza non reale dei fatti. Il
finanziamento occulto condiziona l’opinione pubblica. Fatto il passaggio del
decreto legato al codice deontologico, nel percorso di massima garanzia di non condizionamento
di chi opera nell’informazione, potremo fare le valutazioni dovute sulla
necessità di rivedere determinati elementi nella norma stessa”.



Comma 9 Riferimento del governo sul tema dei rifiuti e
successivo dibattito

Antonella Mularoni, Segretario
di Stato al Territorio:
Il nostro
Paese dal 2010 ha fatto un grande miglioramento sui rifiuti. Abbiamo un catasto
rifiuti efficace. I rifiuti solidi urbani sono il 25% del totale della
raccolta. Il 75% sono altri rifiuti. Qui ci sono rifiuti pericolosi che sono
monitorati ed esportati con garanzia. I rifiuti che vanno fuori, di questa
categoria, vanno principalmente in Emilia – Romagna, poi nelle Marche e in
Lombardia. Un altro elemento di virtuosità è che tutto ciò che esportiamo va a
recupero energetico e non a conferimento a discarica. A livello di UE i trend
sono semplici: i Paesi hanno deciso di basarsi su prevenzione, riduzione e
recupero. I primi due pilastri necessitano di un’operazione anche culturale.
C’è un lavoro che si sta portando avanti nelle scuole. I bambini sono un motore
efficace per cambiare certe abitudini, anche dei genitori. Guardando a come
viene gettata l’immondizia nei cassonetti non si rileva molta attenzione nella
comunità. Serve un salto in avanti da parte di tutti. Obiettivo dell’Italia
entro il 2020 è il 65% riciclato. Noi faremo molto meglio e molto prima. Su
Cerviano abbiamo avuto incontri con giunte di Emilia – Romagna e Marche. Non
abbiamo firmato nuovi accordi. Ce ne sono due vigenti. Con l’Emilia – Romagna
scadrà ma è già prevista la proroga di 5 anni. Abbiamo chiesto di cambiare
alcuni aspetti dell’allegato, ci è stata data la disponibilità. Entro
quest’anno dovremo darci nuovi obiettivi nel piano rifiuti, che scade. Gli
obiettivi sono di essere un Paese sempre più virtuoso. Tutti devono fare la
loro parte, non solo la parte pubblica”.

Teodoro Lonfernini,
segretario di Stato con delega ai Rapporti con l’Aass:
“Rispetto al cambiamento sostanziale nel Paese nella
gestione dei nostri rifiuti, il tempo utilizzato in questi mesi nell’azienda e
negli organismi istituzionali ci ha consentito di avere un quadro di
riferimento diverso. E’ stato definitivamente individuato tutto il percorso. Ci
sono state diverse delibere del congresso di Stato, fino a quella recentissima
in cui si è deliberato che il Cda dell’Azienda si attivi in maniera completa,
una volta ricevuto tutto il necessario, per dotare il nostro Paese
dell’ampliamento del porta a porta su tutto il territorio, e si è sottolineata
la necessità di procedere con celerità. Si è scelto di completare il porta a
porta nell’area di Fiorentino e Chiesanuova, con gradita soddisfazione degli utenti,
attraverso l’ausilio di una cooperativa privata e di completare l’area 1 in
tempi celeri. Si è dato mandato alle parti di avviare quel canale di comunicazione
della cittadinanza, attraverso serate pubbliche che si terranno nel mese di
marzo e all’inizio di aprile per avviare la raccolta anche in quel Castello. L’altra
area- Montegiardino, Faetano e Città (fuori della mura)- sarà operativa entro
l’estate, entro l’anno in corso la raccolta differenziata attesa sarà superiore
al 50%. Contestualmente l’azienda e le segreterie di Stato competenti hanno
portato avanti innumerevoli attività con le imprese produttive e le attività
che producono un numero di rifiuti notevoli, agevolandoli con cassonetti
specifici in cambio di un  compenso economico
e possiamo avviarci anche nel contesto della tariffa puntuale. Sul fronte della
logistica abbiamo avviato un progetto preliminare per adeguare l’attuale Centro
di multiraccolta, per avviare quanto prima tutta la collocazione delle
Biocelle. Arriviamo attualmente a 12biocelle, dovremo arrivare ad un massimo di
30 e dobbiamo adeguare le nostre infrastrutture, il che significa ammodernare il
Paese e dare possibilità lavorativa anche a terzi. Esiste poi una progettualità
legata a un secondo Centro di multiraccolta, di cui l’azienda ha fatto espressa
richiesta alle segreterie competenti e il reperimento può avvenire attraverso la
scelta di opifici esistenti.

Per cambiare completamente un
sistema di gestione però non è necessario solo mettere in campo investimenti
pubblici, progettualità e investimenti dell’azienda. E’ normale che questo
passaggio debba essere affiancato da un cambio di mentalità all’interno della
cittadinanza e del vivere quotidiano. Insieme alla sensibilizzazione ci deve
essere volontà di cambiamento”.

Vladimiro Selva, Psd: “Le ultime parole sulla cittadinanza ci paiono fuori
luogo perché la cittadinanza da mesi chiede un cambiamento. Ci sono forse fasce
di popolazione con ritrosie e disattenzioni, ma gli amministratori e lo Stato
devono essere i primi ad essere convinti. Dal 2013 è nata un osservatorio per
arrivare a certi risultati che ad oggi non ci sono. Esprimo insoddisfazione per
l’impegno e la convinzione con cui il progetto Rifiuti Zero è stato portato
avanti. L’amministrazione politica deve indirizzare l’azienda che non può far
scelte di strategia. Non si può ribaltare sui cittadini il fatto di non essere
adeguati”.  

Augusto Michelotti, Su: “Il problema non si è risolto perché si è partiti
dalla coda piuttosto che dalla testa. Altrove è stato preso un altro approccio
con la popolazione, magari più traumatico ma con effetti più rapiti, la
maggioranza ha applicato la tecnica di togliere i cassonetti dalle strade. Bisogna
andare avanti con la differenziata e i tempi devono essere più ristretti. Non è
necessario aspettare gli incontri con la cittadinanza, la popolazione non sarà
mai pronta, se non lo è l’amministrazione. Se si parte, poi tutti ti vengono
dietro. Si faccia in fretta, non ha senso spendere soldi per portare i rifiuti
in discarica e dipendere da qualcun altro”.

Franco Santi, C10: “Sono insoddisfatto e deluso dai riferimenti dei
segretari di Stato, mi sarei aspettato qualcosa di più operativo. Sono tre anni
che parliamo delle stesse cose. Il 75% dei rifiuti sono conferiti adeguatamente
da tempo, lo so Segretario, c’è una normativa internazionale che obbliga le
aziende farlo e poi a loro conviene. Gestire adeguatamente i rifiuti è infatti economia.
Se sul 25% siamo in ritardo, stiamo facendo diseconomia e le responsabilità di
questi ritardi sono di un’azienda che non riesce a gestire la gestione del
porta a porta. La politica ha già scelto e l’azienda sta ritardando. Perché? La
cittadinanza è pronta, già due Castelli fanno il porta a porta, non è un
problema della popolazione. Partire a macchia di leopardo è uno sbaglio che
comporta una diseconomia, spendiamo di più. E ancora, con i Consorzi come siamo
messi? La valorizzazione dei riciclato ha senso se siamo all’interno di questi
circuiti. Il segretario ha detto che il conferimento a Raibano non dipende da
noi, ma dall’Emilia Romagna. Ma a me come cittadino non va bene che i rifiuti
finiscano in un inceneritore perché io sono contro gli inceneritori e mi
piacerebbe che il nostro Stato in certi contesti dicesse la sua. Inutile
vantarsi fuori sulla strategia a rifiuto zero se poi non siamo coerenti”.  

Nicola Selva, Upr: “E’ fondamentale andare verso la raccolta
differenziata e avere quella giusta attenzione come politici. Ho ascoltato il
riferimento dei segretari di Stato, ho capito che si vuole arrivare a grandi
risultati che ancora non sono arrivati. Il governo aveva preso degli impegni,
dopo aver iniziato la sperimentazione del porta a porta, questa doveva
estendersi in tutta la Repubblica. E’ stato fatto un progetto anche da un’azienda
esterna per ampliare il porta a porta su tutto il territorio. Siamo per essere
operativi a Chiesanuova e Fiorentino e di qui non si è andati né avanti, né
indietro. Ci sono motivi in primis economici perché il porta a porta ha un
costo, poi l’altro motivo è legato alla gestione. Ci sono alcune tipologie di
rifiuti che vanno portati fuori territorio. Se non gestiamo anche questa parte
qui però non possiamo ampliare verso altri Castelli. Sono questi gli intoppi o
sono di altra matrice? Le strade possono essere tante lungo la direzione
dell’ecologia, allora bisogna pensare a soluzioni per l’interesse della
cittadinanza, però bisogna prenderle”.

Stefano Canti, Pdcs: “La gestione dei rifiuti è uno degli argomenti cui
governo e popolazione stanno dedicando molta attenzione. E’ di questi giorni
una petizione di 1.300 cittadini sui rifiuti. Maggioranza e governo in questo
settore hanno già fatto tanto sui rifiuti e la problematica è limitata a quelli
solidi urbani. Noi produciamo infatti 80 mila tonnellate di rifiuti, di questi 57
mila escono da San Marino, le 23 mila tonnellate di differenza restano a San
Marino perché reimpiegate dentro il territorio, senza che siano trasportate
fuori. Non tutti i rifiuti quindi sono smaltiti in Italia. Di queste 57 mila
tonnellate verso l’Italia solo 12 mila sono riferite ai rifiuti solidi urbani,
il restante 45% è considerato rifiuto speciale. Dei 12 mila, il 30% provengono
da frazioni umide che noi oggi trattiamo dentro le biocelle per produrre
Compost per l’agricoltura. Perché non riusciamo a ridurre il quantitativo da
portare fuori? Perché mancano infrastrutture a San Marino. La segreteria al Territorio
ha predisposto una variante di Prg in cui si prevedono infrastrutture per
trattare ulteriormente il rifiuto che oggi trasportiamo a Coriano, per poi
lavorarlo all’interno del nostro territorio. Lo faremo con la variante che permetterà
la realizzazione di tre centri Multiraccolta. Oggi non possiamo estendere il
porta a porta finché non abbiamo queste infrastrutture. Non si può dire che il
problema è l’azienda che si sta facendo carico dei costi del porta a porta. Se
non chiuderà in positivo, poi i costi ricadranno sulla cittadinanza con
l’aumento delle bollette. Saremo pronti ad estendere il posta a porta quando avremo
tutte le strutture a disposizione”:

Luca Santolini, C10: “Queste velate minacce sui costi da riversare alla
cittadinanza non sono opera di onestà intellettuale. Sono i ritardi che stanno
creando non economicità nello sviluppo della raccolta. Sottolineiamo un assurdo
sentito dal riferimento del segretario Mularoni. Ha detto che dobbiamo essere
soddisfatti perché a fronte di un impegno in Italia del 60% di raccolta differenziata
nel 2020, noi ci arriveremo prima. E’ un paragone che lascia il tempo che
trova, parliamo di Paese con 60 mln. di abitanti e con la gestione della raccolta
rifiuti molto frammentata, in capo ai Comuni. Noi siamo un piccolo Paese con
raccolta centralizzata, è un paragone senza senso, meglio paragonare San Marino
a un piccolo Comune italiano che ha applicato il porta a porta e ha fatto un lavoro
progettuale  in pochi mesi, ciò che da
noi invece sta prendendo tempi considerevoli. Il mandato dato dal Consiglio è
la strategia rifiuti zero, di cui il porta a porta è solo il primo passo.  Dopo due-tre anni dalla votazione di quell’Odg,
una percentuale di differenziata ancora ferma al 32% ci lascia sconfortati.

Elena Tonnini, Rete: “La  gestione dei
rifiuti è una questione annosa perché dipendiamo sempre troppo dall’Italia,
mentre un’autonomia maggiore è possibile. Nel frattempo i nostri vicini sono
andati avanti e hanno sperimentato nuovi sistemi di gestione, mentre San Marino
avrebbe potuto fare da pioniere. Invece si è continuato con una gestione
vecchia e fallimentare. Malgrado le sollecitazioni della cittadinanza, Governo
e dirigenza Aass hanno continuato a far credere che si potesse delegare tutto
all’Italia. Il fatto che possiamo esportare rifiuti significa allora che possiamo
disinteressarci sulla questione. I passi avanti sono stati compiuti d’obbligo
dopo il blocco dei rifiuti subito dall’Italia. Ci sono altri motivi che
dimostrano che non possiamo più permetterci di esportare tutti i nostri rifiuti,
in primis i costi, oltre 2 mln di euro per lo smaltimento fuori dai confini,
nonché altri costi per logistica. Occorre far in modo che San Marino sia più
autonomo per non essere sotto scacco dell’Italia e per risparmiare. E’ stata
una scelta tardiva ma importante, quella prevista dall’Odg del 2013, di cui si
è fatto carico il governo impegnandosi a produrre meno rifiuti e di gestire quelli
che rimangono con la raccolta differenziata. L’obiettivo era raggiungere il 60%
di differenziata nel 2015. Oggi nel 2016 siamo saliti del 3-4% massimo. In tre
anni e mezzo si è passati dal 27 al 31% di risultato, altri Comuni più piccoli,
a noi vicini, sono passati in sei mesi dal 30 a 60%. Il porta porta è stato
solo uno slogan per il governo e per i vertici dell’Azienda di stato che sta
facendo di tutto per moltiplicare tempi e costi, passando tutto ai privati. Sull’accordo
con Coriano ci è stato detto che non è stato firmato un accordo e si legge nel
piano regionale dell’Emilia Romagna che, per quanto riguarda l’inceneritore di Coriano,
‘il fabbisogno è comprensivo dei rifiuti provenienti da San Marino’. Allora in
base a quale norma il flusso di San Marino è stato messo nel piano gestionale
di Rimini? Significa che San Marino verrà sottoposto ad un piano gestionale italiano?
Che fine ha fatto il nostro Piano gestionale?”.

Guerrino Zanotti, Psd: “Prendo atto del riferimento dei segretari e che
vada considerato il rifiuto nella sua complessità.  Ci sono richieste pressanti della
cittadinanza, da ultimo 1.300 firme che lamentano ritardi nella raccolta del
porta a porta, ritardo che può avere motivazioni che non dipendono certo dalla
volontà della cittadinanza. Il Consiglio si era espresso in modo univoco sull’estensione
del porta-porta entro 2015. In certi consessi forse si minimizza il problema
del porta a porta dicendo ‘ci stiamo lavorando’. Oltre l’impegno politico c’è
anche impegno etico, vogliamo portare il Paese a una situazione di rifiuti zero
e ci stiamo avvicinando forse con troppa lentezza a questo risultato. Va fatto
un sforzo. La nostra richiesta è di arrivare in tempi celeri alla realizzazione
di obiettivi che governo e maggioranza si erano presi sul porta a porta”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Nemmeno in Aula facciamo la differenziata, quindi
prima di incolpare la cittadinanza, guardiamo qui dentro. Altra frase altezzosa
dei segretari, ‘la colpa è loro’. Abito a Fiorentino e tutti quelli che prima
non differenziavano oggi lo fanno. Se prima in molti erano scontenti, oggi sono
tutti soddisfatti. L’inceneritore di Raibano: ce lo dice l’Italia, allora
dobbiamo obbedire. Questo è il senso di quando diciamo che oggi la guerra di
sovranità si gioca sull’utilizzo di materie prime e sulla gestione dei rifiuti.
Siamo già nella gestione dei rifiuti di  una provincia italiana! Anche per questo credo
che la politica che porta a questo deve essere mandata a casa. Diciamo perché
ancora non abbiamo fatto il porta porta? Qui girano milioni di euro spesi per
il trasporto e il trattamento rifiuti e abbiamo un’azienda che, malgrado quello
che gli ha detto la politica, non sta facendo quello che deve fare. Certi
dirigenti devono essere lasciati a casa. Dove c’è volontà in sei mesi si fa il
porta a porta”.

 Andrea Zafferani, Civico 10: “A breve.
A brevissimo. Nel più breve tempo possibile. Sono le tre frasi che sento più in
voga in questo momento. Dalle relazioni dei segretari mi pare che la questione
dei rifiuti non faccia differenze rispetto a questa logica in voga. Lonfernini
per esempio aveva detto che nel 2015 il “porta a porta” sarebbe stato esteso a
tutto il territorio. Non è così. E sarebbe stato solo un passo, uno dei tanti.
Serve una strategia a rifiuti zero. Sensibilizzare su una minore produzione di
rifiuti. Su questo non si sta facendo niente. Siamo incapaci di diffondere l’uso
degli erogatori nelle mense. Continuiamo a utilizzare le bottiglie di plastica.
I cittadini che si impegnano nella corretta differenziazione devono essere
premiati con una bolletta più leggera, non con una calcolata sui consumi
elettrici. Sullo smaltimento e il recupero gli accordi con l’Italia prevedono
enormi quantità da conferire al nostro vicino. I conferimenti costano oltre 2
milioni all’anno. Qui i costi sono dello Stato, i guadagni del privato. Il
segretario ha tentato di buttare sui cittadini la responsabilità delle
questioni. La gente è pronta, lo StatLoo continua a sostenere una situazione
insostenibile, spendiamo soldi senza guadagnare nulla”.

Manuel Ciavatta, Pdcs: “Dal dibattito emerge che per tutta l’Aula
l’attenzione all’ambiente è importante. La raccolta differenziata passa per
questa attenzione. Gli obiettivi che ci si era dati sulla differenziata sono al
di sotto delle aspettative. Il problema esiste. Lo mettiamo sul tavolo. Ma non
significa che non c’è la volontà di attuarla, e di potenziarla. Per ragioni
tecniche su certi tempi abbiamo tardato, ma mi risulta che ci siano attività
per estendere la differenziata. Chiedo al governo che si acceleri la scelta
della differenziata dove non c’è, promuovendo lo strumento migliore, cioè il
porta a porta. Mi auguro che quest’anno l’obiettivo del 50% venga raggiunto.
Non so se sia semplice la questione della vendita dei rifiuti differenziati.
Servono accordi per farlo fuori”.

Teodoro Lonfernini,
Segretario di Stato al Turismo: “
Dibattito
interessante a metà. A Vladimiro Selva, che ha avuto una esternazione infelice,
riferisco che non ho detto che l’intera cittadinanza non è pronta o incivile.
Io rivolgo una critica a una parte della cittadinanza che non vuole cambiare.
E’ un dato di fatto. Ci sono continue segnalazioni di inciviltà, anche su
Facebook. Faccio riferimento a un messaggio che ho ricevuto da una mia
collaboratrice alle 17 e 45 di oggi, ho la foto di un metro di rifiuto che
sarebbe stato necessario conferire al centro di San Giovanni. C’è la necessità
di intervenire con opere pubbliche, se vogliamo arrivate a 30 biocelle. Tonnini
ha parlato di un elemento: lo strumento del tritovaglio. Fra i promotori
c’eravate voi stessi. Eravamo a 16mila tonnellate di conferimento, ora sono
10mila circa”.

Antonella Mularoni,
Segretario di Stato al Territorio:

“Esprimo ragionamenti e non accuse come fatto da alcuni in maniera anche
contraddittoria. Tranquillizzo Ciavatta: nella mia Segreteria si beve acqua del
rubinetto e tutto viene riciclato. Valuteremo anche le modalità di acquisti di
materiali per la pulizia negli uffici, in modo che ci sia attenzione per i
materiali ecocompatibili. Implementeremo la tariffa puntuale quando il porta a
porta sarà presente in tutto il territorio. Altrimenti ci sarebbe una trasmigrazione
dei rifiuti. Ci sono pneumatici dappertutto, amianto, di tutto. Troviamo sotto
il monte roba buttata dalle torri. Con il Conai è aperta una trattativa da
alcuni mesi. Modificheremo alcuni articoli del codice ambientale per essere
maggiormente in regola in vista dell’affiliazione al Conai. Il quantitativo di
rifiuti che parte da San Marino non è enorme. Su 80mila tonnellate di rifiuti
annui, 23mila vengono gestite internamente. Ciò che esportiamo è destinato a
recupero energetico e non discarica. Sono cose diverse. Ci si lamenta che prima
i costi erano alti per i trasporti. Ora andiamo più vicino e spendiamo meno, ma
non va bene lo stesso. Qualcuno dice che i rifiuti possono essere volano per
l’occupazione, ma anche che deve fare tutto l’Azienda. Quale è la strada che si
vuole percorrere? Non generiamo nel Paese l’idea che apparteniamo al quinto
mondo. Ci sono ritardi che riconosciamo. Cercheremo di rimediare in tempi
brevi”.

Vladimiro Selva, Psd: “In Veneto su 480 comuni il 77% ha il porta a porta.
Quello di cui parlava Lonfernini, abbandonare rifiuti, è un reato. Non
confondiamo il comportamento dei singoli con la maggioranza. Non è un problema
di cultura. Altrimenti Chiesanuova, Fiorentino e Borgo avrebbero il 30% di
differenziata come gli altri. Io mi sento responsabile di un Paese che è ancora
al 30%. C’è un problema nell’Azienda perché non può essere lei a decidere.
Serve un osservatorio che funziona”.

Franco Santi, Civico 10: “Il porta a porta va esteso su tutto il territorio in
una unica soluzione. La gestione va affidata a una società, unica su tutto il
territorio per un discorso di economia di scala. Gli accordi per il
conferimento del materiale differenziato vanno fatti il prima possibile. La
Cartiera Ciacci non accoglie il Tetra Pak. E’ un elemento molto presente nei
rifiuti. E’ un problema tecnico da risolvere.  Il problema culturale viene
affrontato con il porta a porta. Sull’incenerimento, il recupero energetico non
è ascrivibile alla categoria del riciclo. Il bilancio energetico di questa
politica è negativo, non è sostenibile”. 

Elena Tonnini, Rete: “Lonfernini fa confusione. Dice che abbiamo sostenuto
il tritovaglio. Noi invece parlavamo di altri macchinari, per esempio per lo
spazzamento delle strade per recuperare quel tipo di rifiuto. Avete sbagliato,
il tritovaglio ci costa mille euro al mese di consumi elettrici e 10mila al
mese di noleggio. All’interno dell’osservatorio rifiuti era emerso che le
industrie conferiscono rifiuti nei cassonetti, è il 30% sul totale dei rifiuti
solidi urbani. L’Azienda entro il giugno 2014 si era impegnata a togliere i
cassonetti dalle zone industriali”.

Marco Podeschi, Upr: “Nel 1995 – 1996 c’era la Baldasserona piena di
mondezza. Nel 2008 nel piazzale dell’ospedale c’era un cassonetto pieno di
rifiuti ospedalieri, non ci accettavano più i rifiuti speciali. La
differenziata nei castelli qualcuno è contento di farla, altri no. Se non ci
accetteranno i rifiuti in futuro, cosa facciamo? Oggi noi ci impegniamo per
riciclare rifiuti che conferiamo in Italia, dove ci sono incentivi dati dallo
Stato. Alcuni gettano i water nelle strade. Dove si fa il porta a porta, fuori,
ci sono mezzi ecologici”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Mi fa piacere se la Segreteria al Territorio
ricicla tutto, ma in Consiglio non lo facciamo. Sono andato sul sito di
Legambiente. Siamo molto indietro rispetto ai comuni limitrofi. Ho visto i dati
sul sito Legambiente. Sono 92 in Emilia – Romagna le amministrazioni al sopra
del 60%”.

Teodoro Lonfernini,
Segretario di Stato al Turismo
: “Sono
sicuro che se questa sarà la tabella di marcia che vorremo rispettare
riusciremo ad ammodernare il Paese anche su questo segmento”.

 

 

San
Marino, 19 Febbraio 2016/02

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