Consiglio Grande e Generale, 26 novembre, seduta pomeridiana. Agenzia Dire

Consiglio Grande e Generale, 26 novembre, seduta pomeridiana. Agenzia Dire

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 19-26 NOVEMBRE

MERCOLEDI’ 26 NOVEMBRE – Pomeriggio

Il Consiglio Grande e Generale riprende nel pomeriggio dal “comma 14”, con il dibattito sul Bilancio di previsione dello Stato e degli Enti pubblici per il 2015 e i Bilanci pluriennali 2015/2017. Concluso il dibattito, è stato riaperto il “comma 19”, con il proseguimento del confronto in tema di giustizia sulla relazione del magistrato dirigente del 2013. Ultimo tema affrontato in Aula è quello della reciprocità nella riscossione delle multe tra Italia e Repubblica di San Marino, con la mozione presentata da Sinistra unita e l’istanza d’Arengo “affinché da parte sammarinese non sia più data esecuzione alle notifiche provenienti dall’Italia sulla violazione del codice della strada”.  L’istanza viene respinta, mentre viene approvato a maggioranza un ordine del giorno sottoscritto da tutte le forze consiliari, ad eccezione di Rete, con cui  il Consiglio grande e generale “impegna il congresso di Stato a presentare all’Aula consiliare, entro il 1 giugno 2015, un riferimento sulle misure individuate per assicurare piena reciprocità tra Italia e San Marino sulla riscossione delle multe conseguenti alla violazione del codice della strada commesse nel territorio dell’altro Stato’”. La sessione consiliare di Novembre si conclude in anticipo, evitando la convocazione notturna.

Di seguito un estratto degli interventi del pomeriggio.

Comma 14_“Provvedimenti in esecuzione della Legge 18 febbraio 1998 n. 30 “Norme Generali sull’Ordinamento contabile dello Stato: a) Relazione economico- Statistica e Relazione Tecnico Contabile, ai sensi dell’articolo 338 della Legge 18 Febbraio 1998; b) Rendiconto generale dello Stato e Relazioni della Commissione di Controllo della Finanza Pubblica, nonché Bilanci Consuntivi degli enti pubblici per l’esercizio Finanziario 2013; c) Bilanci di previsione dello Stato e degli Enti pubblici per l’esercizio 2015 e Bilanci pluriennali 2015/2017, I lettura”.  

Nicola Selva, Upr: “Sono preoccupato per il sistema San Marino, perché viviamo una forte tensione economica. La crisi sta mettendo in difficoltà anche la famiglia media sammarinese. E le manifestazioni che spesso avvengono lo testimoniano. Le nostre posizioni sono ormai note. Va dato atto al Segretario di avere presentato una Finanziaria più semplice che cerca di contenere la spesa pubblica, ma a mio avviso non abbiamo raggiunto sempre l’obiettivo. La spending review non ha dato effetti importanti, perché non è stata attuata come è stata annunciata. Tutte le segreterie di Stato hanno cercato di tagliare parte del proprio budget. La spesa corrente resta elevata e assorbe la totalità delle entrate. Non basta questa spending review. La liquidità di cassa sta diminuendo sempre più e siamo arrivati ai minimi storici, mentre le entrate ogni anno sono di meno. Manca una politica di prospettiva. Lo dimostrano i tagli sulla scuola che, a mio avviso, sarebbe l’ultimo settore dove tagliare. Analogo discorso vale per l’ambito sportivo. Mi giungono voci che a chi fa veramente sport ovvero le Federazioni verranno tagliate risorse. Noi restiamo a disposizione perché la nostra forza politica vuole dare un taglio nuovo per dare quello che serve al paese”.

Marino Riccardi, Psd: “Il Bilancio è carente di un aspetto molto importante. Non si intravede una ripresa dell’economia. Non c’è una spinta forte per assicurare la ripresa al nostro Paese. E’ un bilancio che si limita a gestire l’ordinario. L’anno scorso era stato fatto un tentativo molto timido calando lo stipendio dei dipendenti pubblici dell’1.5%. Io l’avevo interpretato come un inizio. Mi aspettavo un taglio ancora superiore per portare equità tra pubblico e privato e destinare ad un Fondo le risorse risparmiate. Magari potevamo andare a incrementare il Fondo degli ammortizzatori sociali. E invece il taglio non c’è più. Il Consiglio rifletta attentamente su una ulteriore presa di posizione non corretta nei confronti di coloro che lavorano presso aziende private. Mi auguro che ci sia una presa in considerazione delle mie osservazioni: occorre trovare un punto di incontro per fare in modo che le difficoltà vengano ripartite tra lavoratori del pubblico e del privato. Servono atteggiamenti coraggiosi per dare un impulso forte verso la creazione di nuovi posti di lavoro. Occorre dare spinta nuova al Paese e serve maggiore equità. Non si faccia pesare la crisi, così come fatto negli ultimi anni, solo sui dipendenti privati, commercianti, professionisti e artigiani che sono giunti a un limite non più sopportabile. Ultima osservazione: c’era impegno entro il 30 giugno scorso di equiparare i consiglieri che lavorano nel privato e nel pubblico. Non credo sia più rinviabile”.

Luca Beccari, Pdcs: “Mi sento di dire che il quadro generale della finanza pubblica è diverso da quello degli anni precedenti. C’è stato un calo drastico delle entrate: da 750 milioni di euro del 2008 a 460 milioni di euro di entrate del 2014. Se, anche alla luce di questi numeri, dopo 6 anni di crisi, noi riusciamo a presentare un bilancio con un disavanzo di 15 milioni senza provvedimenti straordinari io posso dire che siamo a un punto di svolta. Tra prima e seconda lettura è possibile fare dei miglioramenti: non riusciremo ad azzerare quei 15 milioni di euro in sede di assestamento, ma forse nel corso del 2015 al pareggio di bilancio potremmo arrivarci. I problemi comunque restano così come resta la disoccupazione. Il fatto positivo però è che questo bilancio rappresenta una piattaforma. Un bilancio su cui si può costruire. Noi siamo pronti ad accogliere i contributi ragionevoli dell’opposizione. Se verranno proposte sensate che necessitano di un consenso più allargato perché siamo di fronte a scelte che delle volte è difficile portare avanti nel Paese a una sola voce. Questo è un bilancio che non ha dentro di sé elementi di rottura tra maggioranza e opposizione. Ci si può lavorare e costruire un percorso. Il debito? Fino adesso non abbiamo acceso mutui per coprire il deficit. Se vogliamo lavorare insieme per apportare dei cambiamenti significativi dobbiamo farlo uscendo dai ruoli. Non possiamo sempre metterci dalla parte di quelli che storcono il naso. E ogni riferimento alla manifestazione di oggi è puramente casuale”.

Elena Tonnini, Rete: “Il consigliere Mularoni parla di un risparmio di un milione e 700 mila euro nel comparto Scuole aggiungendo che non è stata intaccata la qualità del servizio. In realtà con questi tagli si limitano gli investimenti sulla cultura, fondamentali per costruire i prossimi posti di lavoro. In questo momento storico la classe politica avrebbe dovuto assumere un atteggiamento più umile. Il Governo è riuscito a garantire attraverso l’accertamento dei redditi l’equità ai cittadini? Il Governo è riuscito a smettere di distribuire a pioggia sovvenzioni, contributi e sgravi? E’ giusto essere equi ma prima di ergersi a educatori della cittadinanza occorre essere i primi a dare il buon esempio. Il consigliere Renzi ci dice di non avere paura di fare debito, eppure la paura nostra è chi oggi ci chiede di fare debito. Ce lo chiede il Segretario alle Finanze, successore dell’ex Segretario Felici che secondo la magistratura è andato ben al di là del semplice status “di persona informata sui fatti”. Ce lo chiede chi in questi anni non è riuscito a diminuire la spesa corrente”.

Roberto Ciavatta, Rete: “A questa finanziaria arriviamo con un governo a scadenza. Subito dopo la Finanziaria stessa è prevista infatti una verifica. In questo contesto avevamo chiesto si addivenisse ad una finanziaria snella che non mettesse sul tavolo troppi progetti futuri. Questo va riconosciuto fino adesso, voglio vedere però come il Bilancio arriverà in seconda lettura, ma sono fiducioso sulla possibilità di confronto. In questa prima stesura ci pare comunque una Finanziaria elettorale, è una mossa che risponde al principio per cui non si deve far male a nessuno in vista delle elezioni del 2015. Sosteniamo intanto che ci sia necessità di reintrodurre e introdurre misure atte a ridurre drasticamente la spesa corrente, senza incidere sullo stato sociale e senza mettere mano nelle tasche dei cittadini, chiedendo magari lo sforzo di intervenire a chi non è stato chiamato a farlo fino ad oggi. Un bilancio non può limitarsi alla riduzione della spesa, servono nuove entrate, e questo è il punto carente. Non c’è programmazione dell’obiettivo nel medio/lungo termine. Il bilancio sembra amministrazione della contingenza”.

Luigi Mazza, Pdcs: “La presentazione del Bilancio è l’occasione per avviare un confronto che continuerà tra maggioranza e opposizione. Alcuni aspetti emersi degli interventi di questa mattina mi inducono a qualche riflessione. Contenimento delle spese: nella Pa non abbiamo chiuso i servizi, ma abbiamo ridotto straordinari e sostituzioni, ridotto esuberi, e queste non sono contingenze, abbiamo iniziato da diversi anni. Dal 2015 proseguiamo questo percorso, portiamo un progetto che indica nei prossimi 3 anni i pensionamenti e il numero minimo indicato di turn over in non più del 20%. Indichiamo i settori in cui ci saranno i bandi di concorsi, perché servono laureati, indichiamo che sono 300 -400 nei prossimi anni i pensionamenti e indichiamo quanti saranno i risparmi nei settori e i laureati che entreranno. La spending review ha già dato indicazioni: il divario pubblico-privato va affrontato, prima è stato fatto con la riduzione del 5%, poi dovremo avere coraggio di dire, e sono d’accordo, che se non è possibile fare tagli, facciamo allora in modo che il recupero di inflazione oltre un certo livello di stipendio non ci sia per chi è già in organico. Non sono bilanci di contingenza quindi, è un’azione fatta da anni anche con provvedimenti impopolari, ci dicevate che non avremmo avuto coraggio, invece lo abbiamo fatto. E’ il bilancio di Capicchioni, ma che porta il peso di 5 anni precedenti di scelte, compreso il peso della riforma tributaria. E’ un bilancio che finalmente dà speranza e permette di affrontare l’indebitamento. Poi c’è ancora molto da fare, certo, ma nelle linee indicate. La maggioranza non si è ritirata di fronte alla paura della piazza e dell’impopolarità, oggi c’è ancora tanto da fare per ridurre il Bilancio e perché le entrate ci siano. Oltre un certo livello però non serve più tagliare, servono nuove entrate. Noi abbiamo detto che in tutti i settori, incluso sanità, serviva risparmiare. Nella Pa si sono risparmiati 5 mln di euro, quindi, per esempio in Sanità, non si possono risparmiare 500 mila euro di fronte a un bilancio superiore ai 60 milioni di euro, bisogna avere coraggio di venire in Aula e difendere scelte difficili”.

Vladimiro Selva, Psd: “Condivido che il percorso sia in salita, ma con una prospettiva più tangibile rispetto anni fa. Condivido con chi si complimenta con il segretario per il metodo. Chi oggi ha la fortuna di avere un posto stabile non deve essere visto come privilegiato, ma di fronte ai 1500 disoccupati questa è una fortuna. Chi quest’anno si è visto ridurre lo stipendio dell’1,5% credo senta comunque giusto mantenere una forma di condivisione del momento difficile, magari sostenendo con un contributo speciale il fondo per ammortizzatori sociali, credo questo punto possa essere inserito seconda lettura.  Quindi sulla Smac card si possono caricare gli assegni di studio e prevedere la liquidazione di una parte dei gettoni per la presenza in istituzioni e organismi degli enti della Pa.  Altri elementi: viene riconfermato il prepensionamento, ma non possiamo non affrontare il tema della stabilità del fondo pensioni in maggioranza e in particolare nella segreteria competente. Beni confiscati: emerge dalla relazione che sono sempre più importanti, allora si inizi un percorso per decidere che siano finalizzati a investimenti o alla copertura degli ammortizzatori sociali. Podeschi ha sollevato il tema del trasferimento di un milione e 300 mila euro all’Azienda servizi per rete fognaria. In effetti oggi c’è una norma che prevede il contributo per le aziende che usano la rete ma non è applicata per alcune imprese. Credo che la cifra possa essere rivista e che una stima di 200 mila euro sia più che ragionevole, quei soldi l’Aass deve chiederli ad aziende che richiedono un grande smaltimento di reflui”.

Denise Bronzetti, Indipendente: “Mi auguro che oggi in prima lettura, ma anche in seguito, ci sia il confronto necessario con l’opposizione. Vorrei poi capire del mutuo che andremo ad accendere per una somma che si aggira sui 30 milioni di euro con chi e a quali condizioni verrà acceso. Cosa viene fatto e quali le condizioni contrattuali messe in campo con il soggetto erogatore del mutuo. E’ evidente a tutti che il mutuo viene accesso per precedenti condizioni di finanziarie, ma che sostanzialmente serva per ripianare la liquidità che abbiamo perso. Ce lo dobbiamo dire.  In questo momento stiamo rincorrendo una liquidità che non c’è più. Dobbiamo dire anche che rispetto al documento di spending review adottato dall’estate scorsa, che la metà dei provvedimenti previsti sono ancora sulla carta e non sono stati attuati anche se sarebbero state un enorme fonte di risparmio. Le segreterie di Stato attuino i provvedimenti previsti perché è questo che cambierà il volto del nostro bilancio. Mi auguro che il pre-pensionamento nel pubblico possa valere anche nel privato: vorrei fosse chiaro in soldoni quanto questi provvedimenti pesano invece sul fondo pensioni. Cosa facciamo poi nei confronti degli uffici in cui sono venuti a mancare ruoli importanti? E’ vero che c’è necessità di snellimento del personale, ma servono anche professionalità e ci sono difficoltà negli uffici stessi. Non vorrei che ci fosse una regia dietro a tutto questo, dobbiamo essere chiari: certi uffici li vogliamo far funzionare davvero o, se non funzionano, riducendo personale abbiamo la scusa per andarli a privatizzarli? Le scelte vanno dichiarate e non fatte con sotterfugi”.

Rossano Fabbri, Ps: “Al di là degli spot, è il momento di giungere a una parificazione di entrate e uscite di bilancio. L’anno scorso la perdita iniziale era di 33 mln di euro, cifra ridotta con assestamento a 17 mln di euro, da un lato è positivo, d’altra parte le stime e i ragionamenti sui dati di sistema paiono aleatori. Mi auguro il gap sia colmato, altrimenti ci troviamo a lavorare con numeri che sono smentiti poco dopo. Ci sono diversi modi per contenere una perdita, non vorrei che siccome non è stata fatta appieno la spending review siano tolti interventi per lo sviluppo economico. La Smac card: questa maggioranza ne ha fatto uno strumento di accertamento fiscale, ma a nostro giudizio ci sarebbe dovuta essere quanto meno una fase di verifica. Note dolenti: è stato sottolineata la problematica della liquidità, si prevede l’accensione di un finanziamento che pareva dovesse essere aperto con gli istituti di credito. Credo ci sia stato un cambio di rotta, per cui sarà Banca centrale e non gli istituti di credito il soggetto coinvolto. Ma vorrei capire, se questa è la direzione, come si pensa di mantenere un certo equilibrio sulle poste di Bcsm. E dobbiamo chiederci se è stata creata per finanziare lo Stato o meno. Le confische devono essere ancora vagliate dalle autorità giudiziarie e non vorrei finissero in bilancio somme che non sono ancora confiscate, non possono essere una posta di bilancio attivo”.

Franco Santi, C10: “Il governo non è stato in grado di mettere in campo le riforme necessarie per garantire il rilancio del Paese. Non capisco i toni accesi di alcuni esponenti della maggioranza quando l’opposizione solleva critiche. Io spero che ci sia ampio confronto con le minoranza e che sia foriero di risultati, però alcune considerazioni rispetto alla mancanza forte dell’attività di governo vanno fatte. La maggioranza ha dovuto commissariare il governo già al primo anno di attività. L’ex Segretario alle Finanze aveva preso l’impegno di parlare della riforma della Previdenza ma ancora nulla di tutto questo c’è. Sul discorso della revisione della spesa questa Finanziaria elimina i provvedimenti presi nella precedente all’articolo 44: il provvedimento straordinario era stato preso con l’impegno di rivederlo a fronte dell’intervento sul fabbisogno. Togliamo questo provvedimento senza però aver di contro alcun intervento sul fabbisogno della P.A. Il consigliere Mazza ha fatto un riferimento a un impegno partito da lontano nel contenimento della spesa: la commissione sulla Finanza pubblica dice che dal 2009 al 2013 le uscite sono passate da 696 milioni a 643 milioni di euro. Quanta volontà reale ci sia stata di diminuire le spese? Riforma della sanità e pensionistica sono le reali riforme strutturali di cui ha bisogno questo Paese”.

Federico Pedini Amati, Ps: “La ripresa economica non c’è stata perché il governo non ha messo in moto alcun progetto di carattere economico. E’ vero che sono state tolte dal bilancio previsionale 2015 le imposte straordinarie (patrimoniale, addizionale Igr e imposta complementare) ma ad esempio la minimum tax è rimasta. Ci sono state condizioni non eque nell’ambito della riforma fiscale. Non è vero che le tasse sono diminuite ma anzi in taluni casi sono aumentate. Il Segretario parla di 30 milioni di euro di investimento in tre anni: 10 milioni di euro all’anno su un bilancio da 500 milioni di euro. Mi chiedo come il Governo possa pensare di rilanciare il Paese utilizzando il 2% del bilancio. Stiamo raccontando ai cittadini un’altra favola. Ci sono crediti monofase che lo Stato non ha mai incassato: abbiamo incassato 18 milioni di euro su una stima di 180 milioni di euro. Nella Finanziaria non è stato neppure affrontato il tema di equiparare gli stipendi del pubblico con quelli del privato, su cui persino i sindacati avevano dato la propria disponibilità. Siamo in grande difficoltà sul fronte della liquidità dello Stato. Mancano i soldi nelle casse dello Stato ed è per questo che accendiamo nuovi mutui”.

Grazia Zafferani, Rete: “Rileggere il programma della maggioranza provoca ansia. Nella relazione c’è persino scritto che ‘tra le entrate 2015 sono previsti introiti derivanti dalla vendita di terreni, (3.200.000 euro) senza interesse pubblico o storico, non risultino strategici per la costruzione di opere pubbliche’. Il referendum abrogativo 2011 sull’inalienabilità dei terreni se lo ricorda nessuno? C’è stata una vittoria schiacciante dei si. Con questa proposta andiamo contro il parere dei cittadini. Il programma economico è l’ennesimo colpo basso di una maggioranza che continua a non rispettare la volontà dei cittadini. Il consigliere Mularoni dice che i tagli nel comparto Scuola non intaccano qualità del servizio: i suoi colleghi forse gli avranno detto che non è affatto così. E che invece il riordino della scuola ha creato grosse difficoltà a chi opera nel settore”.

Filippo Tamagnini, Pdcs: “Il referendum ha avuto esito molto chiaro e dunque ogni proposta di alienazione di proprietà pubblica deve passare per l’Aula ed essere votata dai due terzi dei componenti del consiglio. Chiederei su questo chiarimenti al Segretario, dato che è prevista l’alienazione di terreni per un valore di 3 milioni e 200 mila euro”.

Marco Gatti, Pdcs: “Le politiche di bilancio si fanno con interventi che devono essere di programmazione. La riforma della P.A. è già stata fatta nella scorsa legislatura. Oggi siamo in corso di attuazione di quella riforma. Come si può pensare di fare cose che dalla sera alla mattina ribaltino il Paese? E’ molto difficile introdurre in questo paese elementi che siano condivisi da tutti. Gli interventi che abbiamo portato sono interventi che sono anche il frutto di uno studio e che costituiscono uno strumento di politica economica. E’ stata più volte contestata la Smac che invece è uno strumento di politica economica. Chi è fuori di qui lo sta studiando per gli effetti che produce. Non dobbiamo andare dietro alla demagogia del momento. Certo, a livello di informatizzazione del sistema si deve fare molto di più per non fare perdere tempo agli operatori economici. Ma io credo che se oggi noi possiamo parlare di intervenire anche con l’indebitamento e iniziamo a parlare di stanziamenti per le infrastrutture è perché abbiamo portato in un momento di crisi un bilancio ben gestito. Serve gestione ulteriormente attenta dei costi dello Stato e poi sono convinto che con piccola ripresa economica anche i risultati delle entrate saranno migliori. E sarà possibile parlare di pareggio di bilancio. La liquidità? Dobbiamo muoverci. Non è possibile chiudere 6 bilanci consecutivi in perdita e non aver mai acceso un mutuo. Se non diamo risorse di liquidità si verifica una fase di stallo e noi non possiamo permettercelo. Si accendano i mutui e si spendano bene i soldi: 30 milioni di euro in tre anni. Io credo che la programmazione di questo bilancio sia un punto forte di questa maggioranza e di questo governo”.

Gian Carlo Capicchioni, segretario di Stato replica: “Ringrazio gli interventi, le osservazioni verranno debitamente considerate. Quelle di Beccari, Ciavatta Roberto e Cenci sulla programmazione economico finanziaria, le condivido. Non va tutto bene consigliere Santolini, ha ragione Cenci di cui condivido l’intervento e le preoccupazioni, non va bene per niente. E non è un bilancio elettorale, non ha senso predisporlo in questo momento. E’ un bilancio realistico e i dati ci indicano che siamo nella strada giusta a condizione che si vada avanti con decisione sulle revisione della spesa. Penso alla situazione previdenziale, dobbiamo prevedere un intervento strutturale perché così i fondi non funzionano più. Penso alla Pa, con gli interventi sul fabbisogno, sulla riorganizzazione di uffici e servizi, incluso la rimodulazione degli orari e gli accorpamenti e soprattutto vedere se è necessario intervenire su riduzione delle spese previste per le consulenze e soprattutto bisogna eliminare gli sprechi dove ci sono. Il risultato di bilancio non è in discontinuità con il passato ma il risultato degli interventi normativi intrapresi negli ultimi anni, a partire dalla riforma fiscale, su cui alla fine è stato trovato un equilibrio anche con le categorie che oggi si sono trovate in piazza a protestare sulla Smac. E’ una riforma che ha dato l’input al nostro partner Italia per farci uscire dalla black list. E’ evidente che se non ci saranno interventi efficaci, volti al contenimento della spesa, insiema a progetti concreti di sviluppo, allora gli interventi straordinari forse bisognerà rimetterli in campo. E’ una condizione sine qua non anche questa. Si intende rilanciare la spending review con decisione, non verranno messi in campo se si farà così. L’obiettivo è arrivare al consuntivo con il pareggio di bilancio, è possibile. Nel fare previsioni si sono adottati criteri di prudenza per le entrate e per le uscite le stime sono maggiori. La liquidità è in effetti preoccupante, è un problema grave, è necessario quindi finanziarie i disavanzi come stabilito dalla legge, con un finanziamento pubblico derivante o da istituti di credito o da Bcsm, le condizioni non sono ancora definite, vedremo che darà le condizioni migliori. Qualcuno ha detto che gli investimenti da 30 mln sono esigui, ma è una previsione. Potevamo mettere subito 300 milioni, ma come facciamo a spenderli in opere strutturali? Credo che i 10 milioni per tre anni ciascuno sia già qualcosa per far muovere l’economia, soprattutto in settori che hanno sentito pesantemente la crisi. Siamo qua pronti a valutare le proposte di Rete, C10, siamo disponibili a incontrare tutti perché ci rendiamo conto che la situazione ha bisogno del contributo di tutti”.

Comma 19_ Relazione del magistrato dirigente Giustizia e successivo dibattito.

Ivan Foschi, Su: “Dalla relazione si evince la necessità di rivedere la procedura penale, il codice è lo strumento più urgente, da anni se ne sente parlare è la principale carenza verificata anche in questa legislatura. E’ un intervento corposo e non semplice, ne sono testimone come ex segretario di Stato, ma ci possono essere terreni comuni che possono portare a un buon risultato e a uno strumento condiviso dagli operatori del settore che possa far espletare in tempi non dilatati tutti i gradi di giudizio, senza cadere nelle prescrizioni e con la garanzia del diritto della difesa. La scommessa è realizzare un’impresa che tenga conto di tutte le esigenze, ma non è impossibile. E già in questa legislatura siamo in ritardo, certamente non sono mancati interventi che proseguono un percorso iniziato da diversi anni. La legge che consente ai magistrati di lavorare in pool ha impresso maggior efficienza nell’istruttoria penale ed è un buon risultato, ma sono tutti provvedimenti che si inseriscono in un impianto vecchio. Se vogliamo risultati concreti bisogna attivare al più presto lo strumento delle intercettazioni, le operazioni sotto copertura, la figura dell’agente provocatore. E’ tornato poi alla ribalta il problema del carcere, sulle infiltrazioni mafiose bisogna mantenere alta la guardia. Parte del lavoro è stato fatto dalla legge sul giusto processo, proseguendo sono state introdotte nuove fattispecie di reato, ci sono però ancora problemi sulle prescrizioni”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Ho apprezzato gli interventi bipartisan, in particolare dei professionisti  del ramo, sono andati anche a dare degli input al dibattito. Venendo alla relazione del magistrato, il dato che mi sorprende di più sono quelli delle confische e condivido quanto detto da Belluzzi. Sono somme distratte in maniera illecita  e dovrebbero essere rimesse in modo etico non solo nel piano pluriennale ma anche in qualcosa di costruttivo per le persone. Il problema strutturale della linea internet vale anche per chi lavora nella giustizia e deve mandare una mail. Sul contenzioso fiscale ci sono dubbi del magistrato che vanno recepiti dall’Aula in modo bipartisan. Suggerisce poi di andare oltre ai soliti crimini, i cyber crimini vanno considerati dall’Aula, servono normative. Si dice che la polizia giudiziaria ha bisogno di formazione, ma ancora dobbiamo capire cosa si vuole fare delle forze dell’ordine, a distanza di tempo non si ha che una famosa bozza sul riordino dei corpi di polizia del comandante Gentili e non se ne è più parlato. Di certezza del diritto si è parlato solo in riferimento a chi viene a fare impresa a San Marino. Ma non bisogna guardare solo a chi viene da fuori e dire che per loro ci deve essere certezza del diritto, in primis va data ai sammarinesi”.

Vladimiro Selva, Psd: “Sul penale molte delle difficoltà segnalate negli anni precedenti sulla fase istruttoria e delle indagini sono in via di soluzione, grazie anche agli interventi recenti di riorganizzazione interna del Tribunale, sia per il fatto che con la legge n.100 del 2013 il magistrato dirigente ha la possibilità di assegnare a un pool di magistrati indagini complesse. Tutti hanno la sensazione che il tribunale stia rispondendo alle aspettative, con indagini alla ribalta delle cronache e che ridanno fiducia in questa istituzione. Da potenziare la polizia giudiziaria, da valutare le iniziative per rendere efficace questa attività. Nell’ambito penale le soluzioni sono state messe in campo, quello che non ha avuto la necessaria attenzione è l’ambito civile. L’efficacia nel civile è un fattore di attrattiva, il ritardo cronico nell’appello in ambito civile determina incertezze. Si sono registrati comportamenti dilatori nell’utilizzo degli appelli e ricordo la sollecitazione di intervenire a livello normativo per introdurre sistemi di filtri all’accoglimento dei ricorsi in appello e per determinare una provvisoria applicazione delle sentenza in primo grado. I crediti spesso non sono esigibili per questi ritardi delle sentenze e possono determinare anche il fallimento ingiusto di imprese”.

Gian Nicola Berti, Ns: “La relazione del magistrato dirigente è piuttosto corposa, indice dell’attenzione con cui il Tribunale intende rapportarsi con la politica rispetto le problematiche dei due poteri dello Stato. In ordine alle carenze sull’amministrazione della giustizia, ci si riferisce in particolare all’ambito civile. Ma non bisogna dimenticare che la rivoluzione messa in atto nella società sammarinese passa attraverso quest’Aula, nell’ambito penale per essere dissuasiva nei confronti di condotte antisociali. Alla luce delle cronache si può dire che un lavoro nel penale sia stato fatto, si è data la possibilità a magistrati e a forze di polizia di fare il proprio lavoro con indipendenza e però si sono trascurati altri settori del tribunale su cui occorre intervenire. Occorre intervenire sul civile, sul contenzioso tributario, sono lavori importanti e che sono altrettanti essenziali per il Paese, se consideriamo che anche lo sviluppo dell’economia passa nella tutela delle proprietà e dei crediti. Il problema principale è quello dell’appello civile che si sta portando dietro scelte degli anni ’80, occorrerà individuare le soluzioni per abbreviare l’arretrato. Nella relazione sono individuati i vulnus: il tema della riforma della procedura e del codice penale.  Confische, i proventi dei reati andranno allo Stato? Certamente possiamo pensare che il tribunale è un organo che può essere autonomo sotto l’aspetto delle risorse. Mi sta a cuore il tema dell’informazione, il sistema ha funzionato finché non si è arrivata a un’inversione delle lettura delle condotte lesive dell’onorabilità delle persone. Stiamo vivendo a imbarbarimento dell’informazione e a un utilizzo strumentale e scorretto per perseguire campagne di delegittimazione delle persone e calunniatorie degli avversari politici. Ho il timore che sia il preludio del tentativo di delegittimare anche i giudici del tribunale. Dobbiamo essere uniti per sostenere il diritto per i cittadini di avere un’informazione veritiera. C’è poi il tema del reato tributario, reintrodotto a pieno titolo nel penale. Il contenzioso tributario poi finirà risolto in tribunale e forse l’implementazione dell’organico dei giudici è necessario”.

Valeria Ciavatta, Ap: “Come presidente della commissione Giustizia credo mi atterrò a osservazioni generali. La relazione del magistrato dirigente ancora una volta offre al dibattito consiliare elementi di assoluto valore e per il loro spessore meriterebbero tempi di interventi più lunghi.  Gli interventi adottati, anche con drastiche decisioni per l’efficienza dell’attività istruttoria- avete citato il Pool, già operativo- hanno dato risultati molto positivi. C’è un clima nuovo, una nuova capacità del tribunale di essere elemento attivo e indispensabile per l’affermazione della legalità e per l’affermazione di valori in assoluto importanti per lo Stato e i cittadini. La collaborazione tra i poteri dello Stato ha condotto a una forte evoluzione che ha consentito, anche grazie al coraggio e al lavoro dei magistrati, di ritrovare un’azione fortemente autonoma del Tribunale basata sulla fiducia. In tutte le occasione che il Consiglio ha parlato di giustizia ha riconosciuto questo cambio di passo che ha seguito alla verifica interna sul lavoro dei giudici. Questo è stato un passaggio chiave che ha consentito di esaltare ciò che andava e di correggere ciò che non andava. Dal 1 luglio si provvederà a una nuova verifica dei carichi di lavoro ed è un punto condiviso e richiesto dalla stessa commissione Affari giustizia. La relazione esprime alcune preoccupazioni riprese dagli interventi precedenti, sui reati d’onore per le persone che ricoprono pubblici poteri, sulle responsabilità della politica del passato. Nel momento in cui la magistratura indaga sull’attività politica sono proprio le istituzioni e i politici ad esprimere maggior fiducia e collaborazione con il tribunale. Questo clima e questa affermazione di valori alti in passato non ci sarebbero stati. Oggi il tentativo o più tentativi di mettere in difficoltà singoli magistrati o più magistrati sono in atto. A prescindere dalle lettere anonime, c’è un sottobosco politico e imprenditoriale che cerca di delegittimare chi conduce le indagini e di depotenziare le indagini. E’ giusto che non rimanga notizia segreta. Nella relazione si dice poi che è un peccato che, per ciò che concerne indagini fatte da autorità estere, pur vigendo la segretezza, sia possibile conoscere alcuni elementi da parte della cittadinanza. Invece la disciplina sammarinese non consente di dare alla collettività una visione effettiva, l’opinione pubblica ha bisogno di essere informata correttamente e non che sia distorta la realtà.  Il ritardo del civile: il magistrato ha già fatto proposte alla Commissione Affari giustizia, alcune sono contenute in una proposta di legge del segretario di Stato”.

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato con delega alla Giustizia: “Pur con alcuni distinguo negli interventi c’è stato il riconoscimento del lavoro fatto dalla segreteria di Stato, da governo e tribunale. Credo che a questo lavoro bisogna riconoscere anche il lavoro costruttivo e positivo svolto in Commissione Affari Giustizia dove c’è stato un apporto costruttivo di tutte le forze politiche. Anche questa attività sta dando i suoi frutti nella piena consapevolezza che quando si parla di legalità non ci possono essere posizioni di bandiera. Sul pacchetto antimafia: si deve proseguire nell’attuare interventi, ma è giusto rilevare che le norme poste in essere in un anno e mezzo vanno in quella direzione, come la legge istitutiva del pool, la disciplina di sequestro e confisca, l’introduzione dell’autoriciclaggio, tutti interventi che vanno nel senso di combattere le infiltrazioni malavitose e quei fenomeni che possono portare a distorsioni oggetto di discussione in questo periodo. E’ opportuno ribadire la prosecuzione del lavoro sulla base dell’Odg del 17 maggio 2014 approvato all’unanimità in cui si danno indicazioni precise per la lotta alla criminalità. Dobbiamo proseguire su questa strada e sulle indicazioni della relazione del magistrato dirigente. Abbiamo già presentato all’ordine degli avvocati- e se ci sono le condizioni sarà presentato nel Consiglio di dicembre- il riordino delle procedura civile che introduce principi evidenziati nella relazione. Sui reati informatici al vaglio della segreteria c’è una bozza, così come per il potenziamento della polizia giudiziaria abbiamo individuato due appartenenti ad ogni corpo di polizia che devono andare a integrarequel settore nell’ambito dei reati finanziari e saranno sottoposti a formazione continua. Prosegue il lavoro del gruppo sul riordino procedura penale. E’ necessario procedere poi alla riorganizzazioni degli spazi del tribunale e al piano di informatizzazione triennale che può accelerare certe procedure”.

Comma 20. a) Mozione presentata dal Gruppo Consiliare di Sinistra Unita per chiedere al Governo di intervenire tempestivamente facendo valere le sue prerogative di Stato per rivendicare reciprocità nella riscossione delle multe. b) Istanza d’Arengo n.7 del 05-10-2014 perché – in mancanza dell’attuazione, da parte italiana, degli accordi internazionali vigenti e soprattutto del regime di reciprocità – la Repubblica di San Marino non dia più esecuzione alle notifiche provenienti dall’Italia riguardanti violazioni al codice della strada commesse da cittadini sammarinesi in Italia sino a quando l’Italia non si sarà dotata di struttura analoga a quella sammarinese per le notifiche ai cittadini italiani delle infrazioni commesse sul territorio sammarinese

L’istanza d’Arengo viene respinta, mentre viene approvato un Odg sottoscritto da tutte le forze consiliari ad eccezione di Rete

Ivan Foschi, Su: “La mozione che fa seguito a un’interpellanza che sia io, sia altri consiglieri abbiamo effettuato nel corso degli anni. La problematica afferisce a diversi temi. Da un lato la questione della reciprocità: quando un sammarinese trasgredisce al Codice della strada italiano, anche dopo anni, deve pagare la sanzione, mentre se avviene il contrario non è così. E’ giusto che il Governo si attivi per richiedere questa reciprocità, perché a noi risulta che questa reciprocità non ci sia. L’Italia riscuote la totalità delle multe che eleva. Delle contravvenzioni elevate agli automobilisti italiani a San Marino, invece, sembra che approssimativamente ne riscuotiamo circa il 15%. L’Italia deve attuare la reciprocità altrimenti, in sub ordine, cessi la riscossione delle multe italiane tramite organismi sammarinesi”.

Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Pasquale Valentini: “Credo che sia compito della Repubblica di San Marino porre all’attenzione la problematica. L’Ambasciata italiana nel 2011 diceva che il Ministero della Giustizia chiedeva di avere l’entità del flusso delle sanzioni comminate agli italiani a San Marino per poi valutare le azioni da intraprendere. La risposta della Segreteria degli Esteri sul flusso delle contravvenzioni 2009/2011 fu immediata. Dopo questo scambio di informazioni ci fu un’interpellanza nel 2013 del consigliere Foschi alla quale ha risposto il sottoscritto riepilogando tutte queste vicende e raccogliendo una fattiva disponibilità a ricercare insieme all’Italia le modalità giuste per notificare le sanzioni. Il prevalere di altri temi hanno impedito di arrivare ad una conclusione dell’iter. Il suggerimento è quello di fissare un termine congruo, che potrebbe essere quello dei prossimi 6 mesi, entro i quali presentare in Consiglio una realizzazione concreta di questa reciprocità. Non credo che in prima battuta si possa non procedere più alla riscossione delle infrazioni che i sammarinesi hanno commesso in territorio italiano”.

Nicola Selva Upr: “Nell’ultimo anno sono arrivate decine di multe ai sammarinesi, relative anche a infrazioni commesse numerosi anni fa. Dalle multe ormai non si scappa più. Un sammarinese che prende una multa in Italia è costretto a pagarla, ma non vale il contrario perché non c’è reciprocità. Se ciò corrispondesse a verità saremmo davanti a una situazione che è già troppo tempo che ci portiamo dietro. Opportune dunque le richieste degli istanti per permettere al Governo di intervenire in modo tempestivo. Si richieda all’Italia di attivarsi per riscuotere le multe elevate agli automobilisti italiani a San Marino”.

Denise Bronzetti, Psd:  “Per dare qualche dato,  nel 2004 le ingiunzioni non riscosse sono oltre 78 mila euro,  23 mila nel 2006, non è un fenomeno trascurabile. Dal 2009 in avanti i rapporti bilaterali erano impegnati a risolvere altre problematiche, ma il problema resta sul tavolo. Nella Reggenza che mi ha riguardato, dall’ottobre 2012 all’aprile 2013, facemmo un riferimento in congresso sul numero elevato di ingiunzioni che la Reggenza doveva autorizzare, consapevoli che la reciprocità non era ancora stata garantita. Allora il congresso di Stato non si fece carico del problema, siamo arrivati al novembre 2014 e a seguito di un’interpellanza e di una mozione il problema è sul tavolo. Ben venga l’impegno che lei si è preso segretario di intervenire sveltendo quanto siglato nel 2013 di istituire un tavolo di confronto con l’autorità italiana e l’ambasciata italiana. Ciò non toglie che un atto che non deve essere di forza ma di chiarezza da parte delle istituzioni sammarinesi debba esserci”.

Luca Santolini, C10: “San Marino ha una carta da giocarsi rispetto anni fa che è il rispetto delle regole. Può andare dall’Italia a chiedere reciprocità in un campo in cui non ci possono essere contrasti. Stiamo mettendo in moto apparati nostra Pa, sostituendoci all’Italia, per garantire all’Italia 100% loro multe e in cambio non otteniamo nulla. La tempistica di sei mesi assicurata dal segretario di Stato è accettabile. C10 voterà con favore sia mozione che istanza, che è provocazione che può servire da pungolo alla segretaria di Stato agli Esteri per rispettare l’impegno”.

Tony Margiotta, Su: “Oggi che siamo usciti da black list e abbiamo intrapreso un percorso virtuoso a livello di immagine, almeno ci proviamo, è importante presentarsi e cercare di risolvere problematiche che sono fondamentale sotto il profilo del rispetto nei confronti del nostro Paese. Anche l’istanza del cittadino evidenzia una sensibilità sulla discriminante in atto che deve essere risolta”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “La ricostruzione del segretario su accordi e scambi epistolari risalenti agli inizi degli anni ’90, che evidenziano anche una certa incompetenza da parte sammarinese, rileva come il problema sia stato sottostimato negli anni e abbia spinto a un’istanza provocatoria ma fatta con cognizione di causa. Sono quindi a favore dell’istanza. Mi pare però che sei mesi per una questione annosa siano eccessivi, l’Italia è solo dietro l’angolo, ci basta poco per intavolare il discorso e schiantarla dopo anni di cose aberranti”.

Augusto Michelotti, Su: “Anni fa ho preso una multa per eccesso di velocità, dopo tre anni mi è arrivata la ingiunzione di pagamento per 150 euro, dopo tre anni è seguita un’altra ingiunzione perché non avevo comunicato il nome del conducente e mi è costato 1.200 euro negli anni i cui i Comuni italiani hanno usato gli autovelox per fare cassa. Mi associo a quanto chiesto dall’istanza, sono sicuro che l’Italia si muoverà poi in modo pazzesco. Chiedo che i privilegi cui sta godendo lo Stato italiano, che non ha fretta di fare un accordo, vengano resi paritaria, smettiamo anche noi di fare notificazioni obbligatorie”.

Andrea Belluzzi, Psd: “Non si può votare con favore l’istanza se sosteniamo il principio di legalità. Il problema è di operare correttamente e il tema delle sanzioni pone il problema delle risorse umane. Il rispetto non passivo, ma attivo verso altri paesi di convenzioni non riguarda solo le multe. Per cui ho già visto circolare la bozza dell’Odg che sottoscrivo e condivido, sei mesi sono ragionevoli ma dobbiamo elevare il ragionamento sul fatto che all’interno della segreteria agli Esteri ci sia un’apposita funzione di seguire la corretta esecuzione dei trattati bilaterali”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “D’accordo di tutti i gruppi escluso uno, Rete, presento un Odg: ‘Il Consiglio grande e generale (…) impegna il congresso di Stato a presentare all’Aula consiliare, entro il 1 giugno 2015 un riferimento sulle misure individuate per assicurare piena reciprocità tra Italia e San Marino sulla riscossione delle multe conseguenti alla violazione del codice della strada commesse nel territorio dell’altro Stato’”.

Gian Matteo Zeppa, Rete, dichiarazione di voto: “Non perché non si condivide bontà dell’Odg, ma per il fatto che secondo noi, visto che l’Italia è dietro l’angolo e visto gli impegni in Finanziaria di aumentare la forza lavoro del Dipartimento affari esteri, sei mesi riteniamo sia una data assurda”.

L’ordine del giorno è approvato a maggioranza, l’istanza d’Arengo respinta.

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