Consiglio Grande e Generale. 4 agosto 2015. Seduta del pomeriggio. Agenzia Dire

Consiglio Grande e Generale. 4 agosto 2015. Seduta del pomeriggio. Agenzia Dire

COMUNICATO
STAMPA

CONSIGLIO
GRANDE E GENERALE 3-4-5 Agosto

MARTEDI’
4 AGOSTO

Il
dibattito della seduta consiliare odierna è ripreso dal comma
Comunicazioni. Dopo l’approvazione, a maggioranza qualificata, della
relazione per il c
onferimento
di beni per la costituzione di capitale sociale Poste San Marino SpA
si è passati al dibattito sulla convenzione per il“Luxury
Department Store San Marino” e per la modifica al P.R.G. per
l’attuazione di interventi di sviluppo economico” (II lettura).
Sono 55 gli iscritti a parlare.

Comma
Comunicazioni.

Elena
Tonnini (Rete):

Palese quello che da tempo si percepiva in Aula. Mi riferisco
all’intervento degli ulteriori due consiglieri indipendenti.
Maggioranza più forte dei numeri ma ormai questo Governo può
contare solo sui numeri. Cerca di racimolare il racimolabile. Questo
Paese non merita i salti nel buio a cui un Governo fallimentare lo
sta costringendo. Manca un modello a questo Paese. Vediamo le
politiche mondiali muoversi sul tema della riconversione di settori
che ormai si stanno dimostrando fallimentari. L’agricoltura
tradizionale non può andare avanti e occorre spingere questo settore
verso il biologico. Non può farlo anche San Marino?

Comma
numero 2.

Conferimento
Onorificenza Cavaliere di Gran Croce decorato con il Gran Collare a
S.A.S. Alberto II Principe Sovrano di Monaco.
Votazione.
Il
conferimento è approvato

Comma
numero 3.

Conferimento
beni per la costituzione di capitale sociale Poste San Marino SpA: a)
Relazione dei beni conferiti ai sensi dell’articolo 12, comma 5
della Legge 19 settembre 2014 n.146 b) Conferimento in proprietà
dell’immobile autorizzato dal Congresso di Stato con delibera n.17
del 16 giugno 2015.

Segretario
di Stato alle Finanze Giancarlo Capicchioni:
La
legge 20 dicembre 2013 ha stabilito il capitale sociale di Poste San
Marino spa in 3 milioni di euro. Il Congresso di Stato ne ha
autorizzato il conferimento come segue: 1) importo in denaro per un
milione e 800 mila euro 2) ha conferito la proprietà della porzione
di fabbricato posto su due piani di proprietà dell’eccellentissima
Camera sito in Serravalle, Piazza Giovanni Bertoldi, per un valore di
980 mila euro previa deliberazione favorevole del Cgg 3) ha conferito
beni mobili, già in uso all’ente Poste, per un importo totale di
180.421 euro e crediti, mediante delegazione di pagamento relativi al
residuo numero 1.352 “Acquisto beni strumentali direzione poste”
fino all’importo massimo di 39.578 euro.

Una
volta individuato il capitale sociale per 3 milioni di euro di cui un
milione e 800 mila ero in denaro si è proceduto con l’individuazione
degli ulteriore beni da conferire nel rispetto di quanto previsto
dall’articolo 12. Con l’atto di approvazione del Cgg del conferimento
immobile per la costituzione del capitale sociale di Poste San Marino
spa e la successiva stipula dell’atto costitutivo andrà a
concludersi l’iter di trasformazione dell’ente Poste

Mimma
Zavoli (Civico 10):

Allarmata nel sentire parlare di conferimento cioè il passaggio di
beni di pertinenza dello Stato a una società di diritto privato che
avrà nel tempo una sua evoluzione. E magari potrà aprirsi ai
privati. Credo che l’alienazione di questi beni in futuro dovrebbe
essere vincolata a un voto dell’Aula. Sono in ansia per questo.

Marco
Podeschi (Upr):

Mi associo a molte delle considerazioni fatte dal consigliere Zavoli.
Il vero problema è: quale sarà la missione definitiva di Poste spa?
Fatichiamo a comprendere quali prospettive di sviluppo potrebbe avere
una società come questa. Il bacino di clienti è limitato al numero
di residenti della Repubblica.

Roberto
Ciavatta (Rete):
Ho
molte perplessità su questa operazione. Ci pare che il disegno segua
più gli obiettivi e le ambizioni di un dirigente che logiche
economiche capaci di fare l’interesse della cittadinanza sammarinese.
Fino adesso c’è stato equilibrio continuo dei conti della società
grazie alla contribuzione dello Stato perché il bilancio della
società non si regge da solo. Forse sarebbe stato il caso di
ragionare più approfonditamente sulla trasformazione in spa che
risponde a logiche e ambizioni che non hanno nulla a che fare con
l’interesse del Paese ma rispondono solo alle ambizioni di colei che
dirige il settore e che ambisce a diventare imprenditore con i soldi
di Pantalone. Progetto fallimentare ancora prima di partire.

Francesca
Michelotti (Su):
Qualora
l’ente Poste dovesse essere costretto a permettere l’accesso alla
partecipazione di soggetti privati, se il Cgg non dovesse autorizzare
la vendita dei beni conferiti che cosa succederebbe? Io chiedo di
procedere in modo diverso. Io penso che noi dovremmo votare questa
pratica con la maggioranza qualificata. Anche per evitare di
istituire una prassi che potrebbe essere utilizzata in maniera
strumentale per evitare lo scoglio dei due terzi nell’alienazione dei
beni pubblici. Chiedo al Segretario di Stato di ragionare sulla
possibilità di effettuare questo conferimento con la votazione dei
due terzi.

Nicola
Selva (Upr):
Siamo
preoccupati. Questo è un caso particolare di questa legislatura. Ci
sono numerosi elementi di singolarità per una operazione gestita in
modo blindato. L’Upr non è mai stata contraria alla trasformazione
delle Poste in Spa. Ma ha espresso perplessità su come l’operazione,
da due anni, è stata condotta. Lo statuto è stato definito da un
allegato di un decreto delegato. Il metodo del governo è stato poco
razionale. Senza mai avere una visione globale delle problematiche.
Lo Stato paga per un ente che dovrebbe essere autonomo dal punto di
vista finanziario e operativo. L’Upr avrebbe agito con più
confronto, anche con le opposizioni, e più trasparenza.

Matteo
Zeppa (Rete):
A
me questa operazione puzza di istituto finanziario pubblico. Questo
ente è partecipato dello Stato. C’è un ente fatto in modo strano,
forzato. Ciò che era afferente all’ente è stato fatto con decreti
legge blindati e non modificabili, dal Congresso di Stato. Nel
momento in cui tutto ipoteticamente va a rotoli e pur di salvare
l’ente si apre alla volontà di darlo ai privati, noi avremo un
privato che avrebbe dei beni dello Stato in pancia e potrà farci
quello che vuole. 

Andrea
Zafferani (Civico 10):
Chiedo
di riconsiderare la scelta di conferire i beni senza la maggioranza
dei due terzi. In quest’Aula, che ha votato la legge
sull’alienazione dei terreni sottoposta a referendum, spetta anche
a noi valutare qual è la procedura più corretta da seguire.
Conferire un bene a un istituto privato con la possibilità di
entrata da parte di privati secondo me è come dire che lo Stato
aliena i suoi beni, che non potrebbero più essere nella sua
disponibilità. Trovo giusto e ragionevole che l’intervento del
Consiglio attraverso la maggioranza dei due terzi avvenga in questa
fase. Sono beni che possono essere posti a garanzia di determinate
situazioni. L’attività delle Poste Spa mi risulta ancora oscura.
Sarebbe il caso di avere delle informazioni, ma qui è una facoltà
riservata alle interpellanze. Tenete fede alla legge sull’alienazione
dei terreni. Non è certo che il Consiglio possa rideliberare su
questi beni. 

Ivan
Foschi (Sinistra Unita):
Se
il conferimento oggi avvenisse senza i due terzi, intravediamo un
possibile problema domani. Se il bene viene dato in garanzia è
difficile da parte del Consiglio dare un parere contrario. Non so
come è possibile retrocedere a livello giuridico. E’ meglio
deliberare oggi con i due terzi. Se l’ente dovesse contrarre debiti
o andare in fallimento, chi ci garantisce che i beni che fanno parte
del patrimonio della società non possono essere aggrediti dai
creditori?

Valeria
Ciavatta (Ap):
Sono
stati messi in discussione l’iter e la trasformazione finale del
nuovo ente. Quando c’erano le condizioni oggettive per evitare
questo percorso tutti sono stati zitti. Io mi sentivo una mosca
bianca. Non sono mai stata d’accordo su questo percorso. Ci
troviamo con questo percorso avviato, cosa facciamo, abbiamo l’ente
e non facciamo il conferimento? Avrei piacere che ci fosse un po’
più assunzione di responsabilità per decisioni che a monte si
poteva pensare fossero fuori luogo o sproporzionate per la nostra
realtà. Sul conferimento anche io ho dubbi sulla qualificazione
giuridica data, se basta la maggioranza dei votanti o servono i due
terzi. La Reggenza ha sentito un parere più che autorevole, mi
adeguo all’indicazione fornita. 

Marco
Gatti (Pdcs):
Lo
Stato costituisce una società di diritto privato e detiene il 100%
delle sue azioni. Gli enti sono dello Stato ma giuridicamente hanno
una loro posizione. Oggi tutte le obbligazioni che assume lo Stato,
direttamente o attraverso gli enti, da chi sono garantite? Dallo
Stato stesso con i propri beni. Abbiamo una società di diritto
privato alla quale saranno conferiti dei beni. Credo che molto bene
si sia fatto nello scorso Consiglio quando sono state apportate due
modifiche importanti allo statuto dell’ente Poste. Una prevede che
la proprietà delle azioni, che è dell’Eccellentissima Camera, non
è alienabile. E’ giusto che l’eventuale subentro di un altro
socio debba avvenire in Consiglio e ottenere i due terzi dei voti per
essere autorizzato. Chiederei al segretario questa modifica nel
testo.

Giancarlo
Capicchioni (Segretario di Stato alle Finanze):
Si
individua un servizio, postale e dei servizi finanziari connessi,
attribuito a un soggetto di diritto privato nella forma della società
per azioni. Quanto chiesto dal consigliere Gatti si può fare, il
capoverso può essere modificato. 

Denise
Bronzetti (Indipendente):
Mi
permetto di dire al segretario, che definisce il provvedimento
‘tecnico’, che io lo ritengo un passaggio decisamente politico. La
collega Ciavatta ricordava la sua contrarietà a suo tempo, alla
quale aggiungo la mia personale di allora. E anche del partito di cui
facevo parte, il Psd. Si diceva già allora, e oggi è evidente a
tutti, quanto fosse azzardato prevedere già la trasformazione delle
poste in un ente bancario – finanziario. Si potevano intravedere le
turbolenze all’interno del settore bancario – finanziario. Il
mercato a cui si riferisce è in difficoltà. Poteva essere a suo
tempo un intervento più cauto e misurato. La modifica chiesta dal
segretario del Pdcs Marco Gatti va valutata con attenzione nella
terminologia usata. Soprattutto nella differenza tra ‘trasferimento’
e ‘cessione di beni’.

Le
Repliche

Marco
Podeschi (Upr):
La
precisazione di Marco Gatti non ci trova contrari. E’ una cosa in
più. Così come scritto, “a soggetto diverso da quello pubblico”,
vengono comprese le aziende autonome di Stato, che se volessero avere
azioni delle Poste Spa non sarebbero assoggettate all’obbligo dei
due terzi. Bisognerebbe quindi specificare che ci si riferisce allo
Stato e agli enti pubblici, altrimenti è generico.

Elena
Tonnini (Rete):
I
beni dello Stato devono richiedere i due terzi nella votazione del
Consiglio, mantenere i due terzi sempre in ogni caso è più
tutelante. Voteremo contro perché non condividiamo questo progetto,
che è costoso per lo Stato e controproducente. 

Vladimiro
Selva (Psd):
Il
principio della maggioranza qualificata è opportuno per dare al
conferimento una logica coerente con le future attività della
società, come l’acquisizione di immobili con mezzi propri, che
potrebbero poi essere rivenduti, così come sono stati acquistati.
Siamo concordi nella possibilità di adottare la delibera con la
maggioranza qualificata.

Segretario
di Stato alle Finanze Giancarlo Capicchioni:

Si va con la votazione dei due terzi, non ho nulla in contrario.

La
relazione è approvata

Comma
numero 4.

Attuazione
interventi di sviluppo economico: a) Approvazione convenzione “Luxury
Department Store San Marino” b) Progetto di legge “Modifiche
alla Legge 29 gennaio 1992 n.7 – Piano Regolatore Generale (P.R.G.)
per l’attuazione di interventi di sviluppo economico” (II
lettura)

Segretario
di Stato per il Territorio Antonella Mularoni:

In questi giorni sono state messe in giro notizie abbastanza in
malafede. Siamo partiti da questa considerazione: da più parti ci si
chiede di attivare progetti che possano generare sviluppo. Abbiamo
colto questa opportunità del Polo del Lusso. L’area individuata è
abbastanza vicina al confine e ben visibile. I promotori sono
soggetti che da anni stabilmente si occupano di questo settore. E
sempre con grande successo. La volontà è stata quella di confermare
l’interesse di San Marino a portare avanti questo tipo di
investimento. In questo periodo abbiamo pensato alla variante di Prg
perché l’area interessata al momento non è edificabile. E’ bene
dire che a fronte di un’area che diviene edificabile ce n’è un’altra
che non lo sarà più. Lo ripeto perché sento molte
strumentalizzazioni. Vorrei evidenziare alcuni elementi: 1)
l’investimento prevede due fasi, la prima sui 60 milioni di euro
mentre la seconda prevede 45 milioni di euro. La convenzione
puntualizza quale parte sarà soggetta a finanziamento che, tra
l’altro, ricordo che i privati hanno già reperito 2) noi abbiamo
cercato con la proprietà di concentrarsi su alcune priorità del
paese come rimettere in moto l’occupazione e il mondo del lavoro.
Nella convenzione si chiede di privilegiare le imprese edili
sammarinesi e l’occupazione sammarinese. Si parla di almeno 200
lavoratori occupati. Tra gli obblighi inseriti nella convenzione a
carico dei privati: attività promozionale del centro nell’azione
pubblicitaria che faranno con la specifica che il nostro Paese è
patrimonio mondiale dell’Umanità. L’apertura del centro nella parte
bassa del territorio deve essere un’occasione per tutto il
territorio. Gli oneri di concessione sono stati quantificati intorno
ai 2 milioni di euro. Questi oneri o sono pagati in denaro o sono
convertiti nella realizzazione di un’opera pubblica. Noi abbiamo
necessità in quell’area di nuovi parcheggi per consentire la
trasformazione dell’area di Rovereta da industriale a commerciale.
Nell’articolo 12 della convenzione abbiamo inserito una clausola per
cui se entro 4 anni non venissero rispettati gli obblighi in
convenzione i promotori cedono tutto (terreno e immobile)
all’eccellentissima Camera al prezzo di un euro. Questo per dire che
i privati non sono interessati a realizzare una cattedrale nel
deserto. La spesa per la bretella sarà anticipata dai promotori e
verrà da noi rimborsata se il centro parte e funziona. Il periodo
che ci separa dall’inizio dei lavori venga colto come momento di
riflessione perché questo insediamento possa diventare davvero una
grande opportunità.

Relatore
di maggioranza. Stefano Canti (Pdcs Ns):

Prima
di procedere con l’analisi dei lavori della predetta Commissione
Consigliare mi sia consentito richiamare alla memoria le motivazioni
per cui il Governo e la Maggioranza hanno inteso arrivare alla
presentazione del Progetto di Legge in oggetto. Ora che la comunità
internazionale ha chiaramente e ripetutamente riconosciuto il
percorso virtuoso compiuto dalla Repubblica di San Marino, il Governo
e la Maggioranza che lo sostiene – anche in attuazione del documento
programmatico scaturito dalla recente verifica – sono impegnati a
proseguire nel percorso di riforme atte a rendere il nostro Paese
appetibile agli occhi di imprenditori esteri seri nell’ottica di
rilancio e sviluppo dell’intera economia del Paese. In tale ottica,
con il provvedimento in oggetto si propone di modificare l’attuale
destinazione urbanistica di un’area di proprietà privata sita in
località Rovereta prevista dallo strumento di Pianificazione
Generale del Territorio da “Zona a Parco a Piano
Particolareggiato” a “Zona a Progetto Speciale di Sviluppo”
per consentire l’attuazione di un progetto utile allo sviluppo
economico del Paese ed in particolare alla realizzazione di una
infrastruttura privata denominata ‘Luxury Departement Store San
Marino’ al cui interno verranno introdotti i marchi della moda e del
lusso più rinomati a livello internazionale nonché per la
modifica di un tratto della viabilità esistente ed il conseguente
adeguamento della stessa al superiore progetto. E’ un progetto che
consentirà un nuovo impulso all’occupazione in termini di
lavoratori e lavoratrici oggi fortemente colpite dalla crisi
economica che sta investendo la Repubblica di San Marino e che
permetterà un consistente introito in particolare a livello di
monofase. Nuove opportunità di lavoro e maggiori introiti della
monofase significano di per sé minori uscite per gli ammortizzatori
sociali e maggiori risorse da dedicare alle necessità di sviluppo
infrastrutturale del Paese. Inoltre ulteriori opportunità positive
sono rappresentate dalla promozione gratuita del sistema Paese che il
nuovo Polo offrirà attraverso i principali siti di informazione
nazionali e dall’aumento delle presenze in territorio ipotizzato in
circa 2 milioni di visitatori all’anno. Infatti va detto che gli
Outlet rappresentano un veicolo per i flussi turistici racchiusi
all’interno di programmi di viaggio dei tour operator e che pertanto
l’aumento delle presenze in territorio – contrariamente a quanto
sostenuto dalle associazioni di categoria – non potranno che
aumentare le opportunità di visita al cuore della Repubblica,
patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco. Per raggiungere
tale scopo, dovranno essere chiaramente individuate ed attuate le
opportune modalità per indirizzare nel Centro Storico della Città
di San Marino il maggior numero possibile dei potenziali nuovi
visitatori. Effettuata questa breve ma doverosa premessa, il
Segretario di Stato per il Territorio e Ambiente, Antonella Mularoni,
ha illustrato ai membri della Commissione le modifiche al Progetto di
Legge rispetto a quello presentato ed approvato in prima lettura dal
Consiglio Grande e Generale nella seduta del 25 aprile u.s., nonché
a grandi linee gli aspetti fiscali che verranno inclusi nell’accordo
che dovrà essere sottoscritto tra gli investitori e l’Ecc.ma Camera
precisando, che ad oggi, vi sono ancora degli aspetti di tipo
economico fiscale in procinto di essere definiti. Ha tenuto a
precisare inoltre essere volontà del Governo, non appena definiti
tutti gli aspetti economico fiscali, mettere al corrente i gruppi
consigliari (di maggioranza e di opposizione) relativamente i termini
dell’accordo finale: ciò al fine di dare la massima informazione
per giungere alla prossima seduta consigliare con un apposito comma
che preveda in primis l’approvazione del predetto accordo ed a
seguire l’approvazione della Legge di Variante di PRG. Pertanto nel
caso in cui l’aula consigliare non dovesse ratificare il superiore
accordo, non si procederà neppure con la votazione del Progetto di
Legge relativo alla Variante di PRG ed in tal caso i terreni siti in
località Rovereta rimarranno con l’attuale destinazione urbanistica
ovvero a “Zona a Parco a Piano Particolareggiato”. Ha
riferito altresì non essere intenzione del Governo apportare
modifiche sostanziali alle norme vigenti per la concessione di nuove
agevolazioni fiscali bensì introdurre degli aggiustamenti per
consentire l’adeguamento delle stesse alla portata del progetto
imprenditoriale, mentre per le restanti agevolazioni fiscali verrà
applicata ed interamente rispettata la Legge sullo Sviluppo. Il
Segretario Mularoni in seguito ha illustrato gli aspetti tecnici –
urbanistici della Variante al PRG, spiegando che la sottostazione
elettrica non dovrà essere né trasferita né modificata in
quanto il tracciato stradale prospiciente la sottostazione non
subirà variazioni. I costi di realizzazione del nuova viabilità,
comprensivi di quelli per lo spostamento delle reti e dei
sottoservizi, saranno a cura e spese degli imprenditori; per ciò
che attiene la nuova bretella stradale che dalla rotatoria centrale
si collegherà con la SS 72 (Superstrada Rimini – San Marino),
precisa che sarà oggetto di una trattativa con l’ANAS ed il Comune
di Rimini, in ogni caso le spese di realizzazione della stessa
saranno anticipate dagli investitori e rimborsate dall’Ecc.ma Camera
mediante lo scomputo della monofase che verrà incamerata. Inoltre
vi è la disponibilità da parte degli investitori di realizzare
n.500 posti auto in più rispetto al carico urbanistico previsto
dagli standard di Legge, utili all’Ecc.ma Camera per dare corso
all’applicazione del principio recentemente introdotto all’art.8
della Legge 26 Gennaio 2015 N.8 che prevede la possibilità di
monetizzare i posti auto qualora nuove realtà commerciali intendano
insediare un’attività commerciale all’interno della Zona Produttiva
di Rovereta. Il costo dei 500 posti auto inoltre sarà utilizzato
per compensare le spese relative agli oneri di concessione edilizia
nonché quelli relativi al valore di cessione delle aree pubbliche.
Il Segretario Mularoni ha altresì illustrato la “compensazione”,
vale a dire la proposta di variare la destinazione urbanistica – da
“Zona Produttiva a Piano Particolareggiato” a “Zona
Agricola” – di un’ampia zona di proprietà pubblica ad uso
industriale non ancora edificata in località Cà Chiavello,
Faetano, il cui pregio ambientale risulta certamente superiore a
quello destinato al progetto imprenditoriale sito in località
Rovereta. Ha riferito infine alla Commissione che la trattativa con
gli imprenditori è in pieno svolgimento e che pertanto entro breve
tempo si concluderà anche in considerazione del fatto che il gruppo
Borletti – Dea ha chiesto di avere una risposta definitiva entro il
mese di luglio, diversamente esaminerà l’opportunità
dell’insediamento altrove, anche in zone limitrofe a San Marino. In
definitiva il Governo e la Maggioranza temono che se non verrà
fatto nulla per la paura del nuovo la Repubblica di San Marino non
sarà destinata ad un grande futuro. Come già ricordato in
premessa, occorre iniziare a ragionare con la consapevolezza che il
mondo cambia rapidamente e che le risorse economiche che in
precedenza entravano a San Marino oggi non entrano più, quindi
occorre guardare avanti e porsi a livello internazionale come un
Paese credibile ed appetibile agli investitori stranieri di alto
livello.

Relatore
di minoranza Augusto Michelotti (Su) in sostituzione di Franco Santi
(Civico 10):
Al
momento della redazione di questa relazione elementi come quelli dei
costi (diretti e indiretti) a carico della collettività non ci sono
o, se ci sono, non sono a nostra conoscenza. Elementi utili a
comprendere la bontà o meno di questa operazione per avere la
possibilità concreta di farsi la giusta opinione e poter avanzare le
più opportune considerazioni e argomentazioni. La cosa surreale è
che quando questa relazione verrà letta questi elementi saranno già
stati valutati dall’aula consiliare e determineranno in toto il
destino del provvedimento che stiamo per esaminare. Senza gli
elementi che dovranno essere oggetto di approvazione preventiva da
parte del Cgg era veramente difficile prendere una posizione sul
provvedimento in Commissione. Siamo di fronte a un Esecutivo in gravi
difficoltà, che non riesce a dare risposte concrete alla crisi
economica e occupazionale del paese e che è ostaggio di lotte
intestine farcite di egoismo e testosteroni impazziti, che sta
portando avanti una trattativa con una pistola alla tempia. Pronta a
sparare il colpo del “Lo faccio dieci chilometri più in là”.
L’unica scelta che al momento è stata fatta è quella del “speriamo
che arrivi il salvatore della Patria con un sacco di soldi e l’idea
giusta per sfruttare la nostra sovranità”. Che poi è una non
scelta perché in perfetta continuità con gli ultimi 30 anni di
storia del nostro Paese. In un contesto del genere è impensabile,
quanto impossibile, mettere in campo programmazione e pianificazione
in quanto le variabili in gioco sono completamente al di fuori della
portata di chi deve determinare le scelte strategiche. Il progetto di
legge mira alla trasformazione di una parte del nostro territorio da
zona a Parco a zona edificabile per permettere la costruzione di
circa 50 mila metri di superficie utile per il centro commerciale. Un
intervento significativo in termini di impatto ambientale e impatto
sul nostro sistema economico. Se è vero che il Gruppo Borletti-Dea
ci metterà tanti soldi è altrettanto vero che lo Stato la sua parte
la sta già facendo e che dovrà continuare a farla quando si
dovranno concordare defiscalizzazioni, agevolazioni contributive e
crediti d’imposta. A tal proposito: 1) la copertura dei costi
relativi alla viabilità verranno anticipati dal gruppo Berlotti-Dea
e restituiti dallo Stato con sconto pluriennali da programmare sugli
incassi della monofase 2) Restano da definire modalità, tempistiche
e certezza di intervento per quanto riguarda la parte che dovrà
essere realizzata in Italia 3) Il versamento degli oneri di
concessione verranno compensati con la realizzazione di circa 500
posti auto in più. Posti auto che potranno essere utilizzati dallo
Stato nel caso di eventuali riconversioni delle aree già urbanizzate
di Rovereta da produttive a commerciali. Su tutte le altre questioni
la commissione non ha avuto contezza di nulla se non delle
indicazioni del Segretario circa il fatto che la base di riferimento
per ragionare di agevolazioni è quella della Legge sullo Sviluppo e
che essendo l’ordine di grandezza dell’investimento di gran lunga
superiore a quello previsto dalla stessa ci si dovevano attendere
deroghe e modifiche ad hoc. Questa possibilità di costruire
agevolazioni e condizioni come se fossero un vestito su misura a
seconda del tipo e della dimensione dell’investimento rappresenta una
criticità di questa iniziativa. Rappresenta un elemento di
discrezionalità e di mancanza di regole chiare e definite per tutti
che vanno ad inficiare la nostra capacità di attrazione come sistema
Paese. Siamo contrari al ruolo di procacciatori di affari in capo
alle Segreterie di Stato. Prassi sbagliata e foriera di guai. Per
questo crediamo nella trasparenza delle procedure e percorsi
predefiniti. Altra criticità riguarda l’impatto sul sistema
economico: manca uno studio e una analisi sulle possibili conseguenze
che questa nuova attività potrebbe portare alle attività già
presenti sul territorio comprese quelle del centro.

Mariella
Mularoni (Pdcs Ns):
Questo
progetto è strategico per il rilancio dell’economia e per dare
speranze alle imprese e ai lavoratori. Oggi, a qualche mese dalla
prima lettura, desidero confermare il mio pieno appoggio al progetto,
consapevole che rappresenterà un’occasione di sviluppo per il
Paese che non possiamo lasciarci sfuggire. Il futuro outlet aumenterà
il flusso dei visitatori in Repubblica e nel centro storico. Non
dobbiamo generare sospetto, dimostrando anche fuori Repubblica di
aver preso le distanze dai metodi del passato, con un’economia sana
data dal percorso di trasparenza che a fatica abbiamo intrapreso.
Attraverso la realizzazione di questo progetto daremo una risposta ai
disoccupati e risorse alle ditte sammarinesi che forniscono mano
d’opera. Le proiezioni di fatturato prevedrebbero entrate
consistenti con le imposte indirette. Non possiamo lasciare scappare
gli investitori stranieri, troverebbero altre location vicino a noi.
Il polo di Rovereta dovrà attrarre il flusso turistico da far
confluire nel centro storico con interventi mirati. 

Marino
Riccardi (Psd):

Il governo e la maggioranza hanno l’obbligo di fare le scelte. Non
so se questa è la migliore, ma la maggioranza ci crede. E’ utile
per il Paese. E’ meglio fare una scelta non ottimale che non fare
scelte. Rispetto alla convenzione si menziona solo quello che lo
Stato perde. Ma c’è solo un minore introito rispetto a quello che
si andrebbe a incassare. Senza Polo del Lusso si incasserebbe ancora
meno. Leggendo i giornali sembra che lo Stato spenda dei soldi. La
legge sullo sviluppo prevedeva come investimento massimo 7 milioni di
euro. Qui si parla di 105 milioni di euro. Diamo ai giovani
un’opportunità lavorativa, dovranno fare sacrifici, lavorare nei
week-end, fare corsi di formazione, ma l’alternativa è rimanere
iscritti nelle liste di collocamento. Gli investitori hanno
assicurato la disponibilità a far sì che vengano favorite le
imprese sammarinesi per i lavori da fare. In questa fase il governo
deve essere parte attiva per fare in modo che questo avvenga. Loro il
primo anno faranno importazioni per 40 milioni di euro. Al 17% di
monofase. Non è da trascurare. Dal terzo anno importeranno 60
milioni di euro. Vorrei tranquillizzare i commercianti. Non c’è
competizione, ma opportunità. 

Nicola
Renzi (Ap):
Chi
ha detto che questa non è una buona idea è in minoranza. Si è
detto che quella non era l’area in cui localizzare il Polo. Che
poteva creare concorrenza. Che c’era lo scempio del territorio. Che
serviva una compensazione. Dalla prima lettura si sono susseguiti
quindi interventi che la maggioranza ha voluto fare in maniera
autonoma, assumendosene la responsabilità. Le aree sulle quali
inciderà il Polo del Lusso verranno trasformate. La rendita delle
aree aumenterà. Andremo a tassare le plusvalenze di quelle aree.
Sorvolo su chi aveva idee strane per argomentare la sua contrarietà
sostenendo che i terreni dovevano essere prima espropriati, oppure
che dovevano essere prima comprati dallo Stato a prezzo agricolo e
poi venduti a privato ad altro prezzo. Credendo che venditori e
acquirenti sarebbero stati d’accordo. Qualcuno ha volutamente messo
in atto una campagna di disinformazione. Dicendo che non c’è stato
confronto. La convenzione è stata resa pubblica prima della
discussione in quest’Aula. Troppi investitori in passato sono
fuggiti per trattamenti indecorosi ricevuti, basati su informazioni
grossolanamente raggranellate. Ciò dovrebbe farci riflettere. Si
sono dette cose false nel merito della convenzione. Si parla della
costruzione di 200 posti auto di proprietà dell’Eccellentissima
Camera di San Marino. Ma si preferiva dire che non si pagava niente,
e che la struttura la pagava la repubblica di San Marino. Si creano
posti di lavoro, c’è valore aggiunto in termini di attrattività
turistica. 

Ivan
Foschi (Su):
Non
so se quella al di sotto del colorificio sia un’area di pregio. Ma
non per questo non si può criticare la superficialità con cui è
stata messa mano al territorio. Non si può procedere come se fosse
il gioco delle tre carte. Servono scelte più oculate. L’altra
considerazione amara è relativa alla scarsa appetibilità del nostro
territorio a causa di burocrazia, carenze infrastrutturali, problemi
nelle telecomunicazioni, poca certezza del diritto, il peso della
politica nell’amministrazione pubblica e nell’economia. Non è
specificato quali garanzie vengono poste a garanzia della somma
erogata dalle banche. Qualora il convenzionamento avvenisse con
banche sammarinesi chi garantisce i nostri istituti di credito? Ma
soprattutto non viene specificata la ricaduta occupazione
dell’investimento ossia il numero di sammarinesi che verranno
assunti. In conclusione: a fronte di un investimento molto importante
che avrebbe potuto generare nuovi flussi turistici non ci pare che il
Governo abbia saputo gestire nella maniera adeguata la trattativa. Ci
dichiariamo contrari alla convenzione insoddisfacente. A fronte di
costi tutt’altro che marginali non corrispondono adeguati benefici.

Andrea
Zafferani (Civico 10):

Ben vengano gli investimenti privati ma solo se sono davvero privati.
Se lo Stato foraggia investimenti allora alcune valutazioni sono
necessarie. Una delle cose che più uccide il nostro paese in termini
di attrattività è la discrezionalità che porta i Governi di questo
paese a modellare norme su misura dell’imprenditore di turno.
Nell’era della trasparenza messaggi come questi sono devastanti. Le
leggi dovrebbero essere chiare, precise e uguali per tutti. Se
decidiamo di incentivare il commercio delle grandi dimensioni occorre
fare una legge di settore con condizioni diverse anche dal normale ma
che siano valide per tutte le aziende che intendono venire a San
Marino per investire in quel settore. Gli accordi ad hoc fanno parte
della vecchia politica che noi combattiamo in tutti i modi. Non siamo
contrari all’idea di avere grandi strutture commerciali avevamo però
chiesto 4 cose per accompagnare questo investimento: 1) tassazione
sui grandi patrimoni che consenta di mettere sul mercato capannoni
sfitti da riconvertire senza consumare nuovo territorio 2) Interventi
di perequazione e compensazione 3) Prevedere da parte degli
investitori delle garanzie per lo Stato a fronte dei benefici
concessi 4) Mettere immediatamente in campo un piano operativo per
creare un collegamento tra il commercio che si creerà nell’Outlet e
il nostro sistema turistico. Abbiamo ottenuto nella convenzione solo
un punto informativo nell’Outlet. Inaccettabile poi che vengano
azzerati gli oneri di concessione: perdiamo più o meno 5 milioni di
euro a fronte della realizzazione di un parcheggio totalmente
inutile. Voteremo contro.

Elena
Tonnini (Rete):

Voglio rassicurare il Segretario sul fatto che siamo normodotati e
che sappiamo leggere. Non crediamo alle fandonie però. Il progetto
Rovereta ha un impatto sull’intero paese. Un impatto prima di tutto
di carattere ambientale. La compensazione è una faccia che ha fatto
solo emergere l’improvvisazione del Governo. Altro impatto è quello
di carattere socio-economico. Non è stato valutato se il gioco vale
la candela: si offrono 200 posti di lavoro ma quante attività
chiuderanno a causa del Polo del Lusso? Il contesto in cui si vota
questo Consiglio poi è emblematico: tra un congresso straordinario
convocato ad agosto e la voluntary disclosure. Non c’è stato
confronto con la cittadinanza. Solo una serata organizzata dalla
giunta di castello in cui il Segretario Mularoni ha illustrato le
diapositive che hanno presentato i privati. Ma non si sarebbe dovuta
limitare a fare quello. Non sono stati dati i dati alla popolazione.

Nicola
Selva (Upr):
Non
mi piacciono gli interventi di chi dice che andrà tutto bene. Alcuni
consiglieri sono un po’ troppo superficiali. Upr non è contraria a
prescindere a progetti di investimenti da parte di esteri come
questo. E’ doveroso dare chiarimenti per capire le ricadute nel
Paese. Abbiamo detto che avremmo preferito che il progetto fosse
stato realizzato in una zona già edificata, evitando la variante al
piano regolatore. Non ci è piaciuto il meccanismo della
compensazione. Nella convenzione ci sono incentivi e sgravi fiscali
per il gruppo degli investitori. Il progetto prevede un grande
investimento, ci preoccupa il credito agevolato che dovrebbe pagare
negli interessi lo Stato, la cifra potrebbe essere grande. I
lavoratori saranno 200, e non è specificato quali e quanti saranno
sammarinesi. Quali garanzie per lo Stato se l’investimento dovesse
fallire? L’esposizione per lo Stato, a nostro avviso, è alta. Ci
sono anche lati positivi. Il segretario ha presentato la convenzione
in modo trasparente. Come onere di concessione gli investitori
faranno un parcheggio, anticiperanno la cifra per la strada di
collegamento con la superstrada, faranno promozione. C’è molta
apprensione fra i commercianti, si parla di un centro storico in
miniatura che potrebbe fargli concorrenza. La convenzione lascia
molte perplessità, ma va dato atto che c’è il tentativo di
portare avanti un’attività nuova di sviluppo sul territorio. 

Guerrino
Zanotti (Psd):
L’investimento
porterà vantaggi all’economia di San Marino, in termini di
assunzione di personale, di introiti, di versamenti Igr. Dico ‘no’
ai toni trionfalistici, ma anche a quelli drammatici, che sono fuori
luogo. Il contenuto della convenzione non è assolutamente oro,
certo, il governo nella trattativa ha dovuto cedere in qualche modo
di qualche aspetto, e su altri aspetti ha ottenuto condizioni
migliori. Le deroghe sul tetto al credito agevolato riconosciuto non
comportano un rischio o un costo superiore per San Marino. Se
all’interno del centro ci fossero state nella prima fase una
quarantina di negozi (ogni attività può accedere singolarmente al
credito agevolato) lo Stato si sarebbe dovuto accollare il 70% di
interessi e probabilmente l’impegno finanziario per lo Stato
sarebbe stato superiore a quello che si accolla oggi. 

Oscar
Mina (Pdcs Ns):
Si
propone di modificare la destinazione urbanistica di un’area da
parco a zona progetto speciale di sviluppo per permettere questa
infrastruttura privata. Questo progetto rappresenta un’opportunità.
Il mercato del lavoro è in stagnazione. Si forniranno risposte
adeguate in termini occupazionali a breve, medio e lungo termine.
Meno uscite con gli ammortizzatori sociali. Ulteriori risorse da
dedicare allo sviluppo infrastrutturale del Paese. Entro il 2017 si
prevede una prima fase da 65 milioni di euro di investimento, la
seconda è da 40 milioni. Il 40% avviene con risorse degli
investitori, il 60% con il credito agevolato. Partendo da studi di
mercato gli investitori hanno evidenziato le potenzialità di un
investimento in questa zona. Hanno enunciato che se l’investimento
non si farà a San Marino, si farà nelle zone limitrofe.
L’insediamento potrebbe mutare il trend negativo sulla presenza dei
visitatori, stimata in 2 milioni di unità all’anno. Se non si farà
nulla per timore delle novità la Repubblica non sarà destinata a un
buon futuro. Il mondo cambia rapidamente, le risorse che avevamo in
passato non arriveranno più. La capacità di guardare avanti è
fondamentale, soprattutto sul piano internazionale. Mi hanno stupito
le critiche del sindaco di Rimini nei confronti di questo progetto.
E’ stato probabilmente incalzato da qualche gruppo economico, non
credo meriti risposta. Mi chiedo se mai la Repubblica abbia
interferito nella realizzazione di strutture oltre confine. Bisognerà
indirizzare nel centro storico i nuovi visitatori.

Stefano
Canti (Pdcs Ns):

Questo è un progetto che può rilanciare l’economia del paese e
l’aspetto occupazionale del paese. Un progetto che può essere un
volano per altri imprenditori che vorranno sviluppare la propria
impresa nella Repubblica di San Marino. Senza entrare nel merito
dell’aspetto fiscale e commerciale della cosa vorrei entrare
nell’aspetto urbanistico. Per la prima volta abbiamo un imprenditore
che si impegna a prendersi cura di tutti gli spostamenti e le opere
di urbanizzazione. La prima volta. Concludo ribadendo l’opportunità
di sviluppo che rappresenta questo progetto. Può dare una risposta
seria a tutti i lavoratori che hanno perso il lavoro.

Valeria
Ciavatta (Ap):
Il
metodo. Vorrei ricordare che ancora oggi c’è chi accusa maggioranza
e governo di aver agito con opacità ossia senza trasparenza. E’ vero
esattamente il contrario. Sono iniziati gli incontri fin dall’avvio
di questo percorso. Anche incontri pubblici aperti alla popolazione.
Si tenga in considerazione questo particolare modo di lavorare che
dovrebbe essere fatto proprio in ogni circostanza. Non è la prima
volta che succede. L’attacco contro questa ipotesi di realizzazione è
arrivata contro la variante del Prg per la trasformazione delle aree:
prese di posizione esagerate rispetto agli impatti reali. L’accordo
prevede interventi urbanistici come mai avvenuto prima secondo una
visione di riqualificazione di quella zona. Gli investitori non sono
soggetti sconosciuti o non stimati in ambienti internazionali. Sono
legittime certe critiche e preoccupazioni se queste non sono poste in
materia strumentale. Chi muove certe critiche raccontando falsità lo
fa solo perché vuole che non si realizzi alcunché. Attaccare le
persone solo per sottrarre consenso elettorale alle altre forze
politiche. Tutti dobbiamo cercare di collocare certi tipi di
comportamenti laddove devono stare: strumentalizzazione politica.

Lorella
Stefanelli (Pdcs Ns):
Qualche
anno fa si parlava di un investimento dell’Ikea a San Marino ma poi
il colosso svedese aprì a pochi chilometri da qui. Lo stesso dicasi
per le Befane. Due grandi occasioni perse. Avrebbero portato lavoro,
occupazione e introiti ragguardevoli grazie alla monofase. La nostra
Repubblica disse “no” all’epoca perché erano gli anni delle
vacche grasse. Fu comunque un errore di prospettiva. La piazza
finanziaria non poteva sostenere da sola il nostro sviluppo
economico. Fu un errore pensare solo al presente e non aver
diversificato gli investimenti per soggiacere a logiche clientelari.
Oggi si presenta un’altra opportunità per un target di alto livello.
E’ un’opportunità di sviluppo che ha grande valenza sotto il profilo
dell’attrattività di ulteriori investimenti stranieri. Cogliamo
questa opportunità. Sono figlia di commercianti e comprendo le loro
preoccupazioni ma non condivido le loro richieste di un “No”. Non
tutti i loro clienti saliranno a San Marino nel centro storico ma è
innegabile che l’impegno preso dal Governo e fatto recepire nella
convenzione potrà portare i turisti dell’outlet ad allungare il
proprio percorso oltre i confini di Dogana. Se poi il Governo volesse
prevedere forme di collegamento veloci al centro questo sarebbe
aspetto migliorativo. Non è con il “No” che si va avanti. Ma
solo con una politica al rialzo. Una politica propulsiva e
costruttiva. Impiantiamo nel centro storico altre attività
commerciali di alto livello. Il Governo sta portando avanti
trattative e confido in una loro rapida approvazione.

Tony
Margiotta (Su):
Noi
volevamo discutere questo comma nel mese di settembre. Perché questo
progetto andrà a coinvolgere un’intera comunità e dunque era
importante coinvolgere l’intera comunità sammarinese illustrando
tutti i termini dell’accordo. E’ stato fatto ma non con l’accordo
concluso. Era importante effettuare passaggi fondamentali per creare
quel percorso virtuoso che la maggioranza ha evidenziato. Sul fronte
degli appalti: credo che debba essere coinvolto l’intero settore e
non solo una parte con un consorzio ad hoc. Dobbiamo aiutare un
settore in difficoltà. L’occupazione: dobbiamo garantire al 100%
l’occupazione dei nostri disoccupati.

Il
Consiglio Grande e Generale si conclude con l’intervento del
consigliere Margiotta. La seduta riprenderà domani alle ore 9

San
Marino 04/08/2015

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