Consiglio Grande e Generale. Dibattito seduta pomeridiana 18 luglio

Consiglio Grande e Generale. Dibattito seduta pomeridiana 18 luglio

COMUNICATO STAMPA

 

 

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 12-20 LUGLIO

 

MERCOLEDI’
18 LUGLIO

 

La
seduta odierna del Consiglio grande e generale è ripresa dal dibattito
consiliare sulla crisi politica in atto.

Di
seguito un riassunto degli interventi.

Marino
Riccardi, Psd
: “Il Paese ha bisogno di
decisioni rapide, ma il
governo non ha più la maggioranza. Sono
stati 4 anni difficili, di continue defezioni, un percorso molto tortuoso che
non ha permesso di operare con serenità.

Alcuni provvedimenti, come lo scambio automatico di
informazioni, sono stati approvati grazie al Psd che, al di là del ruolo, ma
messo in campo responsabilità verso i cittadini. E’ il periodo meno felice per
una crisi, dato che eravamo alla fine del percorso per uscire dalla black list,
punto principale su cui costruire il futuro. Si tratta di scelte scellerate e i
cittadini non ringrazieranno certo.

In coerenza con la legge elettorale mi auguro si
vada rapidamente alle elezioni, non è il caso di proseguire con i lavori di
questo Consiglio, terminiamoli con questo dibattito. I provvedimenti non sono
da buttare e devono essere il punto di riferimento per i primi atti della
prossima legislatura. La politica deve agire con rapidità ed essere all’altezza
della situazione. Il Psd
si è messo in gioco, ma non si può lavorare per una San Marino che non c’è”.

Andrea Zafferani, Ap: “Mentre in un caso non ho ancora ben capito le
motivazioni delle dimissioni, nell’altro caso siamo di fronte a una scelta
politica pienamente legittima di un partito che si è visto escluso in un
processo di alleanze di cui invece desiderava essere parte. Una coalizione
preferibilmente senza alcuni dei partiti che oggi fanno parte del Patto. Queste
prospettive politiche immaginate e non concretizzate, almeno per ora, sono alla
luce di questa crisi.

A livello programmatico fino a ieri non erano emerse
divergenze sostanziali, così mi chiedo se è giusto che di fronte alle poche ma
importantissime scadenze che il Paese ha davanti, in particolare l’esame Ocse e
una finanziaria che dovrebbe cercare di portare il bilancio più vicino
possibile al pareggio, sia utile interrompere la legislatura e andare a
elezioni per queste motivazioni.

Non mi avrebbe per nulla
scandalizzato che i due partiti avessero detto ‘annunciamo che non condividiamo
il percorso di coalizione che è stato immaginato, e che in futuro non ci
saremo. Ma adesso il Paese ha bisogno di raggiungere ancora alcuni obiettivi,
per cui cercheremo di dare continuità al Governo e alla legislatura senza fare
colpi di testa e votando ciò che condividiamo e che serve al Paese’. Un
discorso di questo tipo avrebbe dato uno schiaffo a tanti in quest’Aula.

Questo senso di
responsabilità che i dimissionari non hanno avuto continua però ad essere
necessario. Questo senso di responsabilità vorrebbe che si cercassero di
evitare le elezioni in pendenza delle fondamentali scadenze che ci attendono.
Non credo che le elezioni oggi siano così utili e spero che si possano evitare
per puntare a raggiungere gli obiettivi che sono a portata di mano. Naturalmente
se ci saranno soluzioni credibili, possibili e nel rispetto della legge
elettorale.

Diversamente ci saranno
le elezioni e vedremo cosa ne penseranno gli elettori
”.

Silvia
Cecchetti, Psrs
: “Non si è tenuto conto che
i cittadini ci guardano. Emerge un quadro desolante della politica, il solito
teatrino di attori protagonisti, marionette e figuranti che dicono la loro. Dovremmo
gestire la crisi con chiarezza, invece ci prendiamo gioco degli strumenti della
democrazia. Così a questo dibattito sono iscritti più consiglieri di quanto
accada per le leggi importanti. In questi quattro anni ho ascoltato soprattutto
polemiche e in questo dibattito, invece che prendere atto della crisi, ci sono
parole senza senso, come il riferimento alla liberazione dal cardinale
Alberoni, e strategie meschine.

Mi dissocio dai metodi arroganti di quest’Aula e
dalle modalità che hanno provocato una crisi politica non determinata da
carenze programmatiche, ma dalla logica perversa dei partiti. Mi associo al
consigliere Cenci e mi auguro che la parte fresca del Psrs prenda le distanze
da tutto ciò. Questa crisi si è aperta per la battaglia tra bande fatta sulla
pelle dei cittadini da una classe politica miope”.

Gianfranco
Terenzi, Pdcs
: “I consiglieri più
responsabili non si aspettavano una crisi di governo. L’esecutivo doveva
portare il Paese fuori dalle secche. Dunque non si può gioire, la crisi è
dettata dai soliti giochini politici che creano danni alla Repubblica. Il mio
partito ha pensato sempre agli interessi del Paese.

Sono stati firmati molti accordi internazionali,
anche quelli con l’Italia, ma per uscire dalla black list questa crisi non
aiuterà. Non ho ascoltato motivazioni forti da parte dei segretari di Stato
dimissionari, tutto dipende da giochi politici. In particolar modo Morri ha
criticato il metodo adottato dal congresso di Stato, chiamando in causa anche la Reggenza. Avrebbe
fatto meglio a leggere la legge qualificata in merito”.

Stefano Macina,
Psd
: “E’ fuori dubbio che ci
sono stati evidenti errori politici, ingessature che non hanno contribuito a
risolvere i problemi. Certo c’erano anche situazioni non ordinarie da
affrontare. Il Psd
ha più volte chiesto in questi anni di superare le divisioni politiche per un
ampio concorso di forze. La maggioranza è ingessata da diatribe interne e
preoccupata dall’apertura del confronto.

In qualsiasi Parlamento il contributo sulle grandi
scelte che viene dall’opposizione è visto positivamente. Se diviene motivo di
crisi significa che gli obiettivi sono diversi, che prevalgono non gli
interessi generali ma quelli di bottega.

Noi continueremo anche in questo frangente a dare il
nostro contributo, perché il periodo di transizione sia superato quanto prima e
per un’alleanza capace di rilanciare il Paese. Ora dobbiamo capire come affrontare
i passaggi in sospeso che non possono essere rimandati”.

Assunta
Meloni, Ap
: “Da chi vive la politica
come fiction è arrivato il colpo di scena, l’annuncio schizofrenico da parte di
Nps e Moderati, caratterizzato da strafottenza politica e mancanza di
confronto. Così oggi discutiamo della fine della legislatura augurandoci il
prima possibile le elezioni.

La maggioranza ha governato nel momento più
difficile e ha raggiunto risultati, spesso con l’aiuto dell’opposizione. Mi
meraviglia che Casali e Morri abbiano interrotto il percorso. Stento a capire
la loro logica. Per Casali le motivazioni sono l’asse Pdcs-Psd e il fatto di
portare a fine legislatura la riforma tributaria: per Morri l’affossamento del
progetto dell’università. Ma tutte le sue proposte sono state accolte, a parte
quella sulla facoltà di medicina. Sulla scuola, però, niente di quanto era nel
programma è stato realizzato, Morri ha boicottato le proposte. Sono state messe
in atto le vetuste strategie della politica per garantirsi la sopravvivenza. A
chi giova questo passaggio irragionevole. Chi lo ha suggerito? Comunque Ap è
pronta per le elezioni”.

Paolo
Crescentini, Psrs
: “E’ stato fatto un atto di
chiarezza, irresponsabile è chi fa finta di nulla. I risultati non arrivano,
altro che rallentamento nell’uscita dalla black list. Irresponsabile è chi
sostiene un governo che ha criticato fino a oggi. E che ha fatto errori e abusi
di potere. La riforma tributaria, che noi abbiamo sempre criticato, è stata
sfruttata da qualcuno per ottenere un posto al sole. Si fa il bene del Paese
respingendo certi provvedimenti.

Da Morri e Casali è arrivato un gesto di trasparenza
e il Partito
socialista è un’operazione di trasparenza. Perché non si può
dialogare con il Pss? Non ci sono più i numeri per andare avanti, la
maggioranza è sopravissuta cercando i voti dell’opposizione. E’ opportuno
staccare la spina e ridare la parola ai cittadini: le elezioni sono l’unica via
d’uscita. Infine vorrei sottolineare che sono deluso dai giovani presenti in
Aula. Mi auguro che rimangano tanti veterani”.

Valeria
Ciavatta, segretario di Stato per gli Affari interni
: “Anche i cittadini non vedono queste dimissioni come un atto di
chiarezza, ma hanno capito che sono dovute a meri interessi partitici. Chi
aspetta risposte per il Paese, difficilmente può comprendere questi passaggi.
Il consigliere Cecchetti ha parlato giustamente di una lotta tra partiti in
corso. Pare che tutto ruoti attorno ai problemi dei socialisti. Le dimissioni
sono arrivate con l’obiettivo di bloccare i lavori consiliari e l’esame della
riforma fiscale. Ma tempi e procedure non possono essere imposte da una parte
del Consiglio grande e generale e chi vuole continuare nei lavori parlamentari
ha la stessa dignità di chi li vuole bloccare. Inoltre, sappiamo bene che le
dimissioni del governo e del consiglio sono dietro l’angolo, nessuno vuole
perdersi in lungaggini, ma naturalmente il percorso da fare deve essere
all’interno delle leggi.

Non
vogliamo durare tre mesi come governo, ma anche per le elezioni anticipate ci
sono tra 60 e 90 giorni per le convocazione delle urne. Non c’è niente di
abusivo o contrario alle leggi. I percorsi della crisi, oggi più di ieri, sono
blindati. E’ legittimo avere la propria opinione sulla riforma tributaria, se
si ritiene che a fine legislatura può far rischiare i voti o non la ritiene
abbastanza clientelare. Poi nessuno può nascondere che qualcuno nella
maggioranza ha confidato, da un certo momento in poi, che gli altri della
coalizione non conseguissero risultati ancorché importanti per il Paese, solo
per motivi politici”.

Gabriele Gatti,
Pdcs
: “Sono stato tra i primi a
pensare alla costituzione di un accordo politico che poi, nel giro di qualche
tempo, ha portato alla nascita del Patto per San Marino. Io ci ho creduto, mi sono
anche fatto da parte per difendere questo progetto politico che ha avuto mille
difficoltà. Si sono fatti molto sforzi, molto è stato raggiunto, alcune
difficoltà restano. Da tempo la situazione del Patto per San Marino, dal punto
di vista numerico e della credibilità nei confronti del Paese, sia di
difficoltà. Ora serve un’assunzione di grande responsabilità. Dobbiamo essere
consapevoli che ci troviamo in una situazione drammatica dal punto di vista
economico, della liquidità dello Stato e occupazionale, dal punto di vista
delle relazione esterne. Dobbiamo cercare di essere consapevoli di quello che
sta succedendo nel Paese. Saremo in grado di intervenire sulle spese correnti
in maniera concreta? Siamo in grado di fare scelte economiche coraggiose per il
rilancio del Paese? Dobbiamo fin da subito porci il pensiero che è necessario
lavorare per un’ampia maggioranza, perché una coalizione risicata è destinata a
fallire e lo abbiamo visto con il Patto per San Marino. E’ difficile trovare
condivisione su provvedimenti difficili se non si ha una larga maggioranza. Poi
bisogna ricercare unità di intenti con le forze economiche e sociali. Il Patto
all’inizio aveva creduto nel tavolo tripartito per cercare condivisione
sociale.

Il
dopo non è fatto di momenti di rivalsa. Ci stiamo avvicinando alla fine di
luglio, dobbiamo cercare di lavorare compatti perché quanto prima ci possa
essere una ripresa delle attività. Gli altri Paesi hanno trovato soluzioni
diverse. In Italia hanno unito le forze più grandi e fatto un governo tecnico
per traghettare il Paese. In uno Stato grande è più facile, in uno più piccolo
forse diventa complicato. Però in una situazione di straordinarietà, dobbiamo
pensare soluzioni straordinarie ma tempestive. La soluzione dei problemi non è
quello di metterli sotto il tappeto, ma nella capacità di affrontarli. Torno
sulla mancanza di un progetto economico, cerchiamo di lavorarci e di fare in
modo che la politica tutta insieme riesca trovare un modo per uscire da questo
tunnel in cui ci troviamo”.

Mauro Chiaruzzi,
Psd
: “Mi rivolgo ai due
segretari di Stato dimissionari, ringraziandoli egoisticamente perché sono
riusciti dove noi abbiamo fallito. Ma i cittadini non riescono a comprendere la
voglia di rivalsa che da tempo covavano e le loro motivazioni.

Come Psd abbiamo svolto più volte
un ruolo che andava oltre quello di oppositore, nella speranza che qualche idea
creativa venisse accolta dalla maggioranza. In questo modo sono cambiati i
nostri rapporti con il Patto che ha iniziato a valutare i nostri progetti. Da
tempi non sospetti dicevamo che solo con il contributo e la condivisione
allargata é possibile superare le emergenze e rilanciare l’economia di fronte
alla black list.

Di
quanto è successo lunedì è difficile comprendere motivazioni. Ma diventano
legittime le accuse della maggioranza. Mi sembra che al solito sia il Paese a
pagarne le conseguenze. Rispetto al progetto del Partito socialista,
come in altre occasioni, il Psd
non ha accettato imposizioni in nome di un socialismo superato. Siamo consapevoli
di rappresentare al meglio gli ideali socialisti e democratici che si sono
unificati per un’operazione determinante della politica sammarinese. Sarà la
storia a giudicare chi avrà ragione. Casali, si ricordi che i socialisti sono
anche altrove e che la sua non è un’esclusiva. Oggi la richiesta dei cittadini
é quella di un’ulteriore responsabilità, solo un’ampia maggioranza sarà in
grado affrontare questa delicata fase”.

Edda
Ceccoli, Pdcs
: “E’ incredibile che dopo
lunghi e serrati confronti, in cui si cercavano convergenze da un lato,
dall’altro si aprivano fronti di malumore. Così come è incomprensibile la
diatriba tra sindacato e categorie economiche sulla riforma tributaria,
rispetto cui non ho visto prendere posizione dalle famiglie che sono i primi
contribuenti del Paese. Il principio di solidarietà dei contribuenti è stato
applicato alla riforma tributaria, ma il suo alto valore è passato in secondo
piano. Mentre ostacolare il Patto per San Marino é l’obiettivo che ha superato
principi più nobili. Dobbiamo avere la consapevolezza che il gettito fiscale,
che ha garantito il Paese negli anni ’90, è stato quello bancario su cui non
possiamo più contare. Per questo é necessario rivedere la base imponibile. C’è
un dovere per i cittadini cui dobbiamo assoggettarci tutti.  Quindi attribuire alla riforma fiscale la
causa della chiusura anticipata della legislatura è un vero e proprio paravento
per nascondere altre ragioni. Caro segretario Casali, sa che lo stimo per la
grande capacità di mediazione dimostrata nell’attività della commissione che
presiedo. Mi ha perciò sorpreso quando, opponendo le sue ragioni, ha decretato
la fine della legislatura, sapendo di creare un danno al Paese. Le sue capacità
avrebbe dovuto sfruttarle al meglio per dare risultati diversi al Paese”.

Alessandro Mancini,
Psrs
: “La crisi di governo e
maggioranza è stata certificata dalle dimissioni di due segretari di Stato. Ma
è iniziata da tempo, da oltre due anni, da quando una forza politica è uscita
dalla maggioranza. E’ stata una scelta importante: collocarsi all’opposizione
significava che c’erano problemi politici.

Ora si danno delle pagelle di responsabilità, ma io
credo che qui dentro tutti i consiglieri sono responsabili. Sono certi metodi
di governo a non esserlo. La perdita di fiducia tra le forze politiche è un
dato di fatto. E vedo un modo di fare politica che non è attuale per i problemi
del Paese. I risultati non sono stati positivi e si è cercato di dividere. Il
vero problema ora è lo scontro . il Paese ha bisogno di responsabilità, la
nuova maggioranza dovrà essere ampia, coesa, forte e capace di parlare al
Paese”.

Gian
Carlo Venturini,
segretario di Stato per il
Territorio
: “Non è facile commentare le dimissioni di due colleghi con cui si è
lavorato anche bene. Il governo
ha affrontato tante problematiche e ognuno ha fatto la propria parte per
imboccare la strada della trasparenza. La Dc si è adoperata anteponendo gli
interessi del Paese a quelli di partito e per stemperare le tensioni, arrivando
a che a sostituire un proprio segretario di Stato.

L’attuale situazione mi amareggia, è il momento più
sbagliato per una crisi. Non è una questione di tenere le poltrone, c’è molto
da fare. La scelta del consigliere Cenci non è stata facile, ma è stata dettata
da un elevato senso di responsabilità. La riforma fiscale non è un intervento
clientelare o pre-elettorale, è necessaria, contiene elementi di prospettiva,
anche per gli organismi internazionali. Tutte le forze dovrebbero agevolare la
sua approvazione. C’è però una questione politica dietro la crisi, le altre
motivazioni sono pretestuose. Le dimissioni interrompono un lavoro importante,
a discapito del Paese”.

Denise Bronzetti, Psd: “Il dibattito è più interno alla maggioranza
ma ha un punto chiaro: il
governo e il Patto non ci sono più. Nel Paese c’è chi gioisce
e chi si dispiace, ma c’è anche una fetta che supera la partigianeria e si
preoccupa per il momento difficile. Il
Psd non si è limitato a fare opposizione. Di fronte
all’ingessatura della maggioranza ha aperto il dialogo con i partiti di
maggioranza, in primis la Dc.

Serve una rottura netta
con il passato e il Psd
si confronta sui progetti senza preclusioni. L’idea di Casali per il Partito socialista
non era un progetto che prescindeva dalla maggioranza. Era interessato  alla questione di governo. E’ per questo che
è saltato tutto. Comunque sottolineo che i Socialisti ci sono”.

Fabio Berardi, segretario di Stato per il Turismo: “La consapevolezza che
non si finiva la legislatura era maturata da tempo. Dovevamo raggiungere degli
obiettivi, come l’uscita dalla black list e gli appuntamenti internazionali, e
poi andare alle elezioni. L’azione di Casali e Morri ha interrotto il percorso.
E’ difficile dare giudizi. Dopo quattro anni di lavoro duro non mi sento di
dare un giudizio severo per la scelta fatta. Resto dispiaciuto.

Il governo ha affrontato tante emergenze e ha
portato la nave in porto. Ora siamo un Paese equivalente per l’Ocse. Ma un
conto è andare dagli organismi internazionali con un governo, un conto con un esecutivo
dimissionario. Nessuno vuole stare attaccato alle poltrone, ma un certo lavoro
andrebbe fatto.

Dobbiamo però
riconoscere anche le criticità. Ci sono state più dimissioni, sullo sviluppo e
sull’allegato Zeta siamo stati poco convinti. Non so le formule future delle
nuove alleanze, ma occorre occuparsi di sviluppo”.

Filippo Tamagnini, Pdcs: “Dalla conferenza stampa
dei socialisti, emerge che il problema del Patto non è la Dc quanto tale, ma Ap
e il segretario di Stato Pasquale Valentini, in quanto ciellino. Sarà forse
perché risulta utile ricorrere a frasi roboanti, ma la Democrazia cristiana non
segue la  corrente ciellina ma i
deliberati dei suoi organismi, previsti dal proprio statuto. Altri due fatti
citati mi hanno chiamato in causa. Quando Manzaroli è uscito dal Psrs, ho
accettato l’invito a presenziare alla sua conferenza stampa, non ho cercato di
sgraffignare voti. Poi sull’ordine del giorno sugli immobili sono intervenuto
per esprimere la mia posizione. Al prossimo appuntamento elettorale mi auguro
che tutte le forze politiche candidino le risorse migliori a disposizione, non
procrastinando al loro interno la questione morale, mai tanto percepita così
prioritaria dai cittadini come ora”.

Daniela Marchetti, Pdcs: “Il Paese ha necessità
estrema di interventi per mettere in sicurezza il sistema. E noi oggi, invece
di dare risposte, ci troviamo a dover discutere di una crisi politica, aperta
proprio da coloro che rappresentano un modo di fare politica che ha portato San
Marino  in questa situazione. I
responsabili sono sempre coloro che mettono i giochi della politica davanti al
bene del Paese. Quest’azione non è solo di Morri e Casali, ma è il risultato di
maggiori coinvolgimenti di attori politici di maggioranza e opposizione. Il
Paese deve sottostare ancora ai giochetti di personaggi noti. Questo governo
non è il migliore possibile, ma stava dando, anche se con difficoltà, delle
risposte. Stava arrivando a dei risultati che ci permettevano di pensare al
futuro. Ieri e oggi i nostri segretari dovevano essere a Roma per discutere
dell’uscita dalla black list, ma ancora una volta, per i giochi di qualcuno, il
Paese perde la speranza.
La riforma tributaria era stata condivisa con tutte le
categorie e quando era pronta al voto, proprio quelle categorie la rinnegavano. Questo
è sintomatico di un piano politico ben definito di chi fa interessi personali,
di chi deve difendere posizioni proprie. Ma i tempi dei giochetti politici, che
non sono i miei ma dei soliti, non sono i tempi dell’imprenditoria, del mercato
del lavoro, delle politiche internazionali. Ritengo vergognoso che qui dentro
si perda tempo. Le motivazioni della crisi sono la riforma tributaria e la
commissione antimafia. La prima perché mira a far emergere redditi sommersi e
qualcuno non lo vuole. Come non voleva che banca centrale facesse troppi
controlli.  Poi perché qui qualcuno non
vuole che a San Marino le cose si possano fare se non passando per la vecchia
politica. Morri e Casali, insieme ai manovratori, ora dovranno prendersi tutte
le responsabilità delle loro azioni. E’ ora di cambiare, non per me, ma per il
Paese”.

Gian Carlo
Capicchioni, Psd
: ““Una crisi di
gelosia acuta ha scatenato la crisi di maggioranza, ma se fino a un mese fa
tutto filava liscio e il Patto lavorava in armonia, ora si scopre che le crepe
hanno un’origine lontana. La riduzione della spesa corrente sta diventando una
chimera, la liquidità si sta riducendo a vista d’occhio, il sistema bancario e
finanziario è ridotto al lumicino. Di fronte a questo quadro desolante del
Paese e la richiesta dei cittadini di lavorare per il bene comune, si decide di
staccare la spina.
Come Psd abbiamo da tempo messo a disposizione le nostre idee
e progetti per far uscire il Paese da una crisi senza precedenti. I nostri
documenti, come la legge sullo scambio di informazioni unilaterale, parlano
chiaro. La verità è che siete mancati nei progetti e nelle idee, la vostra idea
principale ha solo diviso un partito che, faticosamente, era riuscito a
compattare quasi tutta la
sinistra. Ma non siete riusciti ad affossare le nostre idee
che si sono rivelate vincenti. Ora coinvolgiamo i cittadini in coerenza con la
legge elettorale. Finita questa sceneggiata delle dimissioni, si sciolga il
Consiglio si dia avvio al processo elettorale”.

Teodoro Lonfernini, Pdcs: ““Non ho tolleranza
al trasformismo politico. Le motivazioni portate all’attenzione dell’Aula e
della cittadinanza hanno spinto alcuni soggetti politici a dimostrare che è
tollerabile tutto. Si è voluto sgretolare una maggioranza che per qualcuno era
solo apparente, considerato che, immediatamente dopo l’avvio della legislatura,
è partita una campagna sotterranea per ricostruire una nuovo quadro politico,
con la possibilità di affrontare un nuovo governo attraverso il consenso. Tutto questo,
a mio modo di vedere, rappresenta esclusivamente il vecchio modo di fare
politica. Oggi, oltre ad assistere al fallimento totale di un certo modo di
fare politica, che non dovrà più essere riproposta a una cittadinanza
distratta, siamo di fronte ad un’azione 
disastrosa come poche. Siamo di fronte a un giochino della politica che
vuole fare passare il messaggio che l’irresponsabilità é una dote. Riprendo le
parole del Presidente della Repubblica italiana. Per avere un minimo principio
di responsabilità e credibilità è necessario che la politica adotti una grande
azione di rigenerazione e di rigore istituzionale. Davanti a noi c’è un solo
percorso, al di là dei tecnicismi previsti dalla legge. Il  percorso della riforma fiscale deve essere
completato, poi la Reggenza ha un unico compito, quello di convocare il
Consiglio grande e generale, per indire una campagna elettorale che dia la
possibilità a una nuova classe dirigente di costruire una nuovo quadro
politico”.

Mirko Tomassoni, Psd:
“Vorrei esporre qualche critica al Patto, la legislatura non ha soddisfatto. Il governo è stato
rinunciatario sul futuro del Paese, ha agito troppo spesso di rimessa. E’ stato
debole sul presente. E ora il Patto è al termine. E’ vero che è stata
affrontata una fase difficilissima, ma la maggioranza è stata comunque troppo
autoreferenziale. Il Psd
ha commesso errori, ma ha messo a disposizione le proprie idee e il proprio
contributo. Purtroppo in molti partiti prevalgono i personalismi e le faide.
Questa è la sfida da vincere alle prossime elezioni. La legge elettorale è una
delle migliori normative che abbiamo. E ora dobbiamo ragionare su cosa serve al
Paese.

 Il Partito socialista
è stato un motivo che ha innescato lacerazioni. La Costituente socialista ha
messo in chiaro le crisi di idee di alcuni partiti. Certi progetti sono già
stantii, a fare la differenza sono invece i contenuti e le persone. Sono i
giovani che devono prendere in mano il futuro del Paese. Nel futuro la politica
deve rispettare il suo assetto logico.

Senza
sviluppo i conti pubblici non si sanano e questo stop rischia di compromettere
i vari processi in atto. Serve una maggioranza unita sulle cose da fare. La
riforma fiscale è una legge importante ed è più utile cercare un clima sereno
per una più ampia condivisione”.

Glauco Sansovini, Ans:
“Le dimissioni appaiono prive di fondamento e logica. Si azzera quanto fatto,
anche se è poco. Non ci sono motivazioni per cui si tratta di fatti politici
personali. Parlare di ostacoli allo sviluppo dell’università e di riforma tributaria
è ridicolo. Infatti il relatore di maggioranza sulla riforma è Angela Venturini dei
Moderati.

La
motivazione vera e propria è politica, è avere fallito il percorso di ascesa
del Partito socialista
verso la
maggioranza. Così si è dimostrato mancanza di responsabilità
verso il Paese, che è in stand by per interessi di partito. Ma i cittadini
hanno capito e ne terranno conto.

Il Psd si è dimostrato
più responsabile e la maggioranza è consapevole della gravità della situazione,
ma le dimissioni non risolvono i problemi. Un uccello in gabbia se non canta
per amore canta per rabbia. C’è tanto da fare, soprattutto con l’Italia. Ora
perderemo un anno, ma sapremo almeno chi sono i responsabili. Sono uscito
dall’Unione con i Moderati e oggi la scelta mi dà ragione. Non condivido questo
modo di fare politica”.

Clelio Galassi, Pdcs:
“Siamo tutti convinti che il Paese è in una situazione critica e serve
l’impegno di ognuno. La crisi politica aperta è inopportuna. La gente non si
aspettava di andare alle urne, ci sono dei passaggi importanti da effettuare.
Di fronte a una situazione critica tutte le forze politiche  dovrebbero essere impegnate: c’è l’esame
dell’Ocse a settembre, la vista del Fmi, i conti pubblici vanno messi in
sicurezza, c’è una riforma tributaria che va fatta per le parti sanzionatorie e
per il riconoscimento dei reati fiscali.

Il
Paese pensa che il Consiglio grande e generale non sia capace di portare avanti
un discorso concreto. Allora usciamo dall’angolo. Con quale spirito si va in
campagna elettorale? Quali obiettivi dobbiamo fissare? Sono interrogativi che
dobbiamo porci. Riflettiamo e verifichiamo se ci sono le condizioni per una
serie di progetti nell’interesse del Paese”.

Iro Belluzzi, Psd:
“Siamo in un lungo periodo di crisi economica che non i attenua. E molto
dipende dall’isolamento della Repubblica. Serve un piano di sviluppo e dobbiamo
uscire dalla black list. Il Psd
ha cercato fin dal 2009 di stimolare la politica e la collettività con un
richiamo all’unità nazionale e ha creato un percorso per alleanze con i partiti
più rappresentativi, con il Pdcs punto di riferimento determinante. Abbiamo
anche cercato di riunificare un’area socialista omogenea, ma il progetto è
naufragato. Condivido l’intervento del consigliere Cecchetti. Il Psd non ha arretrato sul
fronte della responsabilità.

Sulla
riforma tributaria, se si trovano le convergenze politiche, il Psd non farà marcia indietro.
Do un plauso al segretario di Stato Valentini che ha avuto il coraggio di
ricercare l’accordo con la
Csu. Qualora si scelga di non approvare certi provvedimenti
andiamo velocemente alle elezioni”.

 

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