Consiglio Grande e Generale. Martedi’ 20 settembre 2016. Seduta del mattino. SMNA

Consiglio Grande e Generale. Martedi’ 20 settembre 2016. Seduta del mattino. SMNA

COMUNICATO
STAMPA

CONSIGLIO
GRANDE E GENERALE 19-21 SETTEMBRE

MARTEDI’
20 SETTEMBRE-MATTINA

In

mattinata si conclude l’esame dell’
Assestamento
di Bilancio che viene quindi approvato con 25 voti favorevoli e 21
contrari
,
consentendo così il raddoppio del contributo a partiti e movimenti
per l’imminente campagna elettorale. Si apre poi il
comma
5

sulle istanze d’Arengo: l’Aula affronta il dibattito sulle cinque
istanze che richiedono di depenalizzare l’interruzione di gravidanza
nei casi in cui sussistano rischi gravi di salute per la donna
(istanza n.7), quando interessi minorenni (istanza n. 9) o vittime di
violenza sessuale (istanza n.8), nei casi in cui sussistano rischi
di patologie o malformazioni gravi per il feto (istanza n. 10),
infine per gravidanze che riguardino donne in condizione di
emarginazione o disagio sociale (istanza n. 11).

Nel
riferimento iniziale sulle istanze d’Arengo, il segretario di Stato
per la Sanità,
Francesco
Mussoni
,
specifica che il Congresso di Stato non ha formulato “una
valutazione di gradimento o diniego rispetto ai temi sollevati”. Ma
ci tiene a riferire la sua posizione personale: “Si deve correre a
difesa della vita- spiega- un’uniformità ad altri ordinamenti
sarebbe per me un limite”. Di qui l’auspicio: “Dobbiamo mantenere
l’apparato che disincentiva l’aborto”. Per il segretario di
Stato per la Giustizia,
Gian
Carlo Venturini,

l’ordinamento sammarinese prevede che “l’aborto è ora un reato
contro la persona- spiega-il concepito è un individuino distinto dai
suoi genitori ed è tutelato dall’impianto giuridico”, pertanto
“le istanze-conclude- appaiono non accoglibili”.
Dal
dibattito consiliare emerge un’Aula fortemente divisa, al di là di
vecchi e nuovi schieramenti. Netto il “no” del partito di
maggioranza relativa, per
Marco
Gatti
,
Pdcs, la legge infatti “deve tutelare il più debole”, quindi “il
feto, che non ha colpe, ma diritto alla vita”. Anche Ap, per voce
di
Antonella
Mularoni
,
si schiera contro le istanze: “San Marino è uno dei pochi Paesi in
Europa a tutelare il diritto di vita del nascituro- osserva- ne sono
felice, è un grande merito”. Invece
Mimma
Zavoli
,
C10, punta il dito contro “gli ipocriti di Stato”. L’aborto è
un argomento delicato, sottolinea, ma va affrontato: “Non possiamo
girarci dall’altra parte- spiega- e consentire a una donna di
andare a consumare fuori territorio ciò che viene considerato come
un abominio”. A sostegno dei sì anche
Elena
Tonnini

di Rete che porta in Aula dati sui Paesi in cui è stato legalizzato
l’aborto in cui “il ricorso a questa pratica non è incrementato,
anzi- fa sapere- è diminuito”. Per
Nicola
Selva
,
Upr, invece le istanze non vanno accolte, “per ragioni etiche e
morali”.
Vladimiro Selva,
Psd lamenta la mancanza di dati e statistiche sul ricorso all’aborto
delle sammarinesi.
Gatti
non può chiudere il microfono e sentirsi con la coscienza a posto-
manda a dire -ci sono zero condanne, c’è una pena mai comminata.
Chi pensa che quello sia l’unico strumento per evitare il fenomeno
deve farsi delle domande”. Per i sì alle istanze anche
Andrea
Belluzzi
,
Psd: “Se accogliamo le istanze nel pieno dei poteri- assicura- il
prossimo governo potrà darne attuazione piena”.
Ivan
Foschi
, Su, punta il dito contro “l’approccio
ideologico” al tema da parte della Dc. “Con questa impostazione-
spiega- il dibattito diventa un dialogo fra sordi”. Pro-istanze
anche
Denise
Bronzetti
,
Indipendente: “Non accetto l’equazione che depenalizzare l’aborto è
essere contro la vita”. Sono 47 gli iscritti a intervenire nel
dibattito che si interrompe a fine seduta e riprenderà nel
pomeriggio.

Di
seguito un estratto del dibattito della mattina.

Comma 5 – Istanze
d’Arengo

Perché la pratica dell’aborto sia
depenalizzata e resa legale con riferimento ai casi di gravidanza in
cui sussistano gravi rischi di salute per la donna (
istanza
n.7
); perché la pratica dell’aborto sia depenalizzata e
resa legale con riferimento ai casi di gravidanza riguardanti donne
vittime di violenza sessuale (
istanza n.8);
perché la pratica dell’aborto sia depenalizzata e resa legale con
riferimento ai casi di gravidanze riguardanti donne minorenni
(
istanza n.9); perché la pratica dell’aborto
sia depenalizzata e resa legale con riferimento ai casi di gravidanze
in cui sussistano rischi di patologie gravi o malformazioni per il
feto (i
stanza n.10); perché la pratica
dell’aborto sia depenalizzata e resa legale con riferimento ai casi
di gravidanze riguardanti donne che versano in condizioni di
emarginazione o disagio sociale (
istanza n.11)

Francesco Mussoni, Segretario di
Stato alla Sanità

Sottolineo che il Congresso di Stato
non ha formulato una valutazione di gradimento o diniego rispetto a
questi temi. C’è massima libertà di discussione. Non c’è un
approccio tecnico, ma di rispetto dell’Aula. Esprimo delle
valutazioni personali. In questo caso pochi cittadini riescono a
sottoporre all’Aula un dibattito fondante, di spessore, con una
modalità di copia e incolla. Le istanze sono un copia e incolla,
cambia solo la parte finale con la richiesta di intervento. C’è un
vero rispetto dello strumento di democrazia diretta con queste
istanze? Secondo me è un uso esagerato, esasperato, forse
strumentale, dell’Istanza d’Arengo. Il nostro Paese ha una
tradizione cristiana. Sulla vita si deve correre a sua difesa.
Un’uniformità ad altri ordinamenti sarebbe per me un limite.
Dobbiamo mantenere l’apparato che disincentiva l’aborto. E’
improprio affrontare la materia dicendo “depenalizziamo l’aborto”.
Mi rendo conto di essere conservatore. Quando c’è il concepimento
c’è vita, è la cosa più preziosa.

Giancarlo Venturini, Segretario di
Stato agli Interni

L’ordinamento indica che i diritti
della persona umana sono inviolabili. Nel 1974 una commissione aveva
sviluppato un dibattito in cui erano emerse le diverse sensibilità
delle forze politiche. Si era ritenuto che l’intervento su questa
materia non si poteva approvare con un’abrogazione della
fattispecie penale, che avrebbe depenalizzato tout court
l’interruzione di gravidanza. L’aborto è ora un reato contro la
persona. Il concepito è un individuino distinto dai suoi genitori ed
è tutelato dall’impianto giuridico. L’ordinamento italiano non
prevede la depenalizzazione tout court dell’interruzione di
gravidanza. Le istanze appaiono non accoglibili.

Marco Gatti, Pdcs

Gli istanti ci chiedono un passo di
civiltà. Per capire quando la civiltà fa un passo in avanti bisogna
partire dai diritti. Una civiltà che difende i diritti fa un passo
in avanti, una che li nega non fa dei passi in avanti, ma indietro.
Uno Stato che reintroduce la possibilità di aprire dei lager fa dei
passi indietro. Il nazismo fece una legge in questo senso. Mi chiedo:
c’è chi può decidere della vita di un altro? E’ possibile che
un altro possa decidere della mia vita? Io posso decidere della mia
vita, di quando porre termine? Le risposte ci pongono in condizione
di decidere se la vita è un diritto inviolabile. Se la risposta è
sì, abbiamo già chiuso la questione. Torniamo nel Far West, dove il
più forte decide sul più debole. Per me la vita è un diritto
inviolabile e va difesa, dal concepimento in avanti. Ci sono Paesi
con norme che vietano il suicidio. Nessuno è in grado di dire che un
feto non è vita. La legge deve tutelare il più debole. Il più
debole è il feto, che non ha colpe, ma diritto alla vita. Quando
succedono cose ignobili come la violenza su una donna, se vogliamo
essere una società solidale, il primo compito che abbiamo è non
lasciare sola la persona. La società non deve farla sentire in
colpa.

Antonella Mularoni, Ap

Qui è in ballo il rapporto fra 2 vite
ugualmente meritevoli di tutela. San Marino è uno dei pochi Paesi in
Europa a tutelare il diritto di vita del nascituro. Sono felice di
questo. E’ un grande merito. Si può far sì che la donna che non
vuole il bambino lo possa fare adottare a una coppia, anonimamente.
Oggi quante sono le mamme che hanno rinunciato a far nascere dei
bimbi e si sono pentite? Dobbiamo sostenere il percorso della donna
che non vuole il bambino. Magari con aiuti economici, se serve, anche
se in questo Paese non credo ci siano problemi di questo tipo. In
caso di pregiudizio per la vita della mamma, a San Marino, l’aborto
è possibile. In caso di malattie gravi della mamma è possibile, per
la donna sammarinese, ricorrere all’aborto. Lo Stato interviene già
dove non interviene la solidarietà di altri. Lo facciamo per ragazzi
che hanno problemi fisici non da poco. Ho visto gli atleti dei giochi
paralimpici, sono rimasta impressionata dal loro attaccamento alla
vita. Non è giusto sopprimere una persona con problemi fisici.

Mimma Zavoli, C10

E’ prevista la prigionia di secondo
grado. E’ una condizione che la dice lunga sulla filosofia con cui
il Paese ha approcciato questa delicatissima materia. E’
l’approccio a essere sbagliato. Cosa dovrebbe scegliere uno Stato
laico e sovrano? E’ subdolo dipingere come creatura superficiale
chi, non allineato al pensiero ecclesiale, prende una sofferta
decisione. Qui si fa finta di non vedere se la cittadina va fuori
confine a compiere questo atto. Siamo ipocriti. Ipocriti di Stato. E’
un argomento delicato, lo sappiamo. Ma non possiamo non affrontarlo.
Non possiamo girarci dall’altra parte e consentire a una donna di
andare a consumare fuori territorio ciò che viene considerato come
un abominio. Che messaggio è? Siamo noi, dall’Aula, a trasmettere
che non bisogna parlarne. Ragioniamo sul perché non siamo in grado
di affrontare argomenti così difficili.

Elena Tonnini, Rete

L’unica cosa certa è che nella legge
del 1974 l’aborto è perseguibile penalmente, anche in caso di
stupro o malattia della madre. Le donne sammarinesi abortiscono, ma
fuori dai nostri confini. La legge non impedisce alle donne di andare
fuori confine. Si permette quindi un finto controllo e si rinuncia a
una reale possibilità di incidere. Io sono a favore della difesa
della vita. Nei Paesi in cui è stato legalizzato l’aborto il
ricorso a questa pratica non è incrementato, anzi, è diminuito. In
Lussemburgo si è spostato l’aborto dal piano penale a quello
educativo nel 2014. In Mozambico si è inserita la non punibilità
dell’aborto nello stesso anno. Non si è incitato il ricorso, come
ha dimostrato la Svizzera dal 2002. In questi anni è stato attivato
un controllo sul fenomeno. Il tasso delle donne che ricorrono
all’interruzione di gravidanza è il più basso d’Europa ed è in
decrescita.

Nicola Selva, Upr

Siamo chiamati a decidere se uccidere o
tenere in fiat un feto. Questo è il punto, vita o non vita. Queste
istanze sono giudicate ammissibili, ciò mi mette a disagio. A San
Marino è sempre stato garantito un equilibrio sulla tutela della
vita. Su un tema come questo non basta un’Istanza d’Arengo. E
nemmeno tutto il Consiglio Grande e Generale. Ci si dimentica della
piaga degli aborti clandestini. Per i sammarinesi basta andare a
Rimini. Vanno poste basi, da parte della politica, per disincentivare
l’aborto. A livello di sostegno. La donna va aiutata a capire,
l’aspetto medico va garantito, eccetera. Le istanze non vanno
accolte, per ragioni etiche e morali.

Michele Muratori, Psd

Mi lascia perplessa la ritrosia nel non
fare dibattere su un tema come questo. Personalmente non riuscirei a
fare abortire la mia compagna. Ma questa è la mia umile posizione.
Depenalizzare non significa obbligare ad abortire. Ma non posso
obbligare a non abortire chi ha subito violenza o è in rischio di
vita. Non si rispetta la donna e la sua possibilità di scegliere.
Siamo in uno Stato laico, in cui va rispettato anche chi non ha fede.
Dichiaro il mio voto favorevole, coerentemente con quanto sostenuto
da sempre dal mio partito.

Vladimiro Selva, Psd

In molti interventi c’è stato
qualche ragionamento utilitaristico ed elettoralistico. Marco Gatti
ha fatto un intervento in cui il richiamo al nazismo era inopportuno.
Qui nessuno vuole costringere qualcuno ad abortire. Non è vero che
le donne sammarinesi non abortiscono. Ma non esistono statistiche,
non ci sono dati che ci aiuterebbero a capire. Gatti non può
chiudere il microfono e sentirsi con la coscienza a posto. Ci sono
zero condanne, c’è una pena mai comminata. Chi pensa che quello
sia l’unico strumento per evitare il fenomeno deve farsi delle
domande. E’ con le politiche di sostegno che si tutela la vita. Al
dramma noi sappiamo solo rispondere con la minaccia di una pena.
Parlare per ideologia fa solo danni.

Ivan Foschi, Su

Su questo tema siamo ostaggio dei
partiti conservatori, Dc in primis. Mi sarei aspettato una relazione
dal governo. Invece ho sentito un anticipo del dibattito fra le forze
consiliari. Mussoni aveva dubbi sull’appropriatezza di questi
strumenti di democrazia diretta. Gli ricordo che lui non ha brillato
per il risultato del referendum del 2014, che è un altro esempio di
democrazia diretta. L’approccio al tema è purtroppo ideologico.
Con questa impostazione il dibattito diventa un dialogo fra sordi.
Nemmeno Paesi islamici come il Marocco e l’Iran sono al livello di
San Marino. Consentono, seppure in forma limitata, di ricorrere a
questa pratica. Anche Spagna e Israele hanno superato l’oscurantismo
medievale. L’aborto non va incentivato o imposto. Si tratta di
rispettare la donna e la sua libertà. Non è accettabile che una
donna vittima di violenza venga trattata come una criminale perché
reagisce a ciò che ha subito. Bisogna regolamentare e fare
prevenzione. Invece domina l’atteggiamento perbenista che non vuole
che si parli di questo argomento. Basta spostare il problema di 20
chilometri, nelle strutture del circondario. Lo Stato, in questo
modo, abbandona la donna in difficoltà.

Luca Beccari, Pdcs

Lungi da me puntare il dito contro gli
istanti che sollevano un tema legittimo, ma chiedo rispetto per chi
come me e i miei colleghi ha opinione contraria. Chi è a favore
della vita in modo assoluto e non mediato e chi ha approccio
contrario. Io sono d’accordo sul fatto che il nostro sistema di
tutela meriterebbe uno sforzo maggiore da parte dell’Aula e della
società civile, affinché si crei una rete di sicurezza sociale che
aiuti persone in difficoltà fisiologiche, naturali o legate a
episodi di violenza. Ma ciò non significa che bisogna mettere le
mani avanti, depenalizzando l’aborto, per poi creare tutele. Malgrado
la differenza, rispetto i colleghi Selva e Zavoli, ma non capisco
perché chi ha contrarietà rispetto le istanze debba essere
etichettato come bigotto e ideologico. Siamo diversi perché partiamo
da convinzioni ideali diverse. In questi anni poi non mi pare sia
arrivato un progetto di legge di origine consiliare che tratti di
questi temi, in questa legislatura se ne è parlato solo attraverso
istanze d’Arengo. Perché non è mai stato presentato un Pdl
sull’aborto? Ci sono cittadini che hanno sentito il bisogno di
portare le istanze, ma anche cittadini che hanno fatto sentire la
loro voce contro le istanze e per sensibilizzare l’opinione pubblica
in questo senso. Non è tema che si può confinare nelle logiche del
diritto. E’ questa la sfida che si deve raccogliere e non impegnando
il prossimo governo- che non sapremo quale sarà- a fare qualcosa che
deve partire dall’iniziativa legislativa propria, con le logiche
della nostra democrazia.

Andrea Belluzzi, Psd

Voterò si a tutte queste istanze
d’Arengo. Ho sentito dall’una e dall’altra parte delle prese di
posizione ideologiche e radicali che vanno a demolire le finalità di
queste istanze. Si sentono interventi non chiamati a valutare i
contenuti delle istanze, ma a rendere pubblica in maniera forte la
propria posizione. E’ un disservizio nei confronti delle istanze
intese come istituzioni. Vorrei richiamare i consiglieri allo ‘stare
al pezzo’. Non dobbiamo ergere ognuno la sua bandiera. Le istanze
pongono circostanziati quesiti, non chiedono la depenalizzazione
totale dell’aborto. Abbiamo 5 significative richieste, su alcune di
queste bisogna porsi al si là del votare sì o no. Invece è
doveroso aprire delle considerazioni, a prescindere dal mantenere una
norma obsoleta. Mi chiedo perché il mio Paese permetta che per
determinate cose non posso essere tutelato, ma fuori di qui, a mie
spese, si, delegando tutela, presidi, anche percorsi psicologici ad
altri come Ponzio Pilato. Credo sia doveroso prendersi carico di
creare una struttura sociale più forte e radicata, io voto sì anche
nel caso di aborto per minori, c’è un enorme vuoto legislativo e
l’assistenza e la struttura sociale sono deboli. Se accogliamo le
istanze, nel pieno dei poteri il prossimo governo potrà darne
attuazione piena.

Luca Santolini, C10

Si è scelto di voltare la testa
dall’altra parte, consentendo l’aborto 10 km più in là,
mantenendolo reato nel nostro Paese. Lasciando donne che rischiano la
vita, in forte disagio sociale, vittime di violenza a compiere
l’esilio. Altroché normativa ‘disincentivante’, è una normativa
ipocrita che non limita, ma marchia, alimentando la cultura dello
‘scarto’. Una comunità che chiude gli occhi davanti alle sue sorelle
in difficoltà non si può considerare civile. Il primo soggetto di
diritto da considerare sarebbe la donna che andrebbe tutelata e
assistita, non abbandonata e considerata alla stregua di un
criminale. Liberiamo le nostre cittadine dalla ‘lettera scarlatta’
che una normativa fuori dal tempo mantiene.

Roberto Ciavatta, Rete

E’ pienamente legittimo ritenere che il
feto sia vita che va difesa, ma se lo credete davvero, allora rendete
penalmente perseguibile l’aborto anche delle donne sammarinesi fuori
confine. E’ un modo ipocrita dire che questo Paese tutela la vita
solo al suo interno. Se noi accettassimo queste istanze ad ogni modo
saremmo gli ultimi in Europa. Le istanze chiedono libertà di scelta
sul proprio corpo e rispettano la posizione di chi è contrario
all’aborto, di chi può decidere di non abortire e scegliere per il
proprio corpo. L’imposizione a chi non la pensa come noi su una
pratica che non accetta è imposizione ideologica. Siamo l’unico
Stato occidentale che non lo riconosce. C’è stata un’alzata di scudi
senza precedente contro le istanze, ma mi sarebbe piaciuta una uguale
fermezza sulle questioni di legalità da parte degli stessi partiti.
Una regolamentazione in tutti gli Stati civili ha comportato la
diminuzione degli aborti, anche questa è tutela della vita. Gli
aborti continueranno e per ridurli che fare se non regolamentarli,
creando percorsi che magari portino le donne a rivedere la loro
decisione?

Mariella Mularoni, Pdcs

Ogni essere umano è sempre sacro e
inviolabile in ogni fase del suo sviluppo, è l’orientamento da cui
non possiamo allontanarci per tutelare i diritti umani. E’ avvilente
vedere scritte le istanze con il copia-e-incolla. Dalle istanze
emergono problematiche poi che a San Marino non sono emergenze,
vorrei sapere quante donne in disagio sociale non abbiano potuto
affrontare la maternità, quante siano in stato di gravidanza a
seguito di violenza sessuale. Avere un figlio poi è forse un
privilegio dei ricchi? Fa sorridere l’istanza ‘ razzista’ n. 11. Le
stanze giustificano la resa della donna alla sua solitudine.
Certamente San Marino dovrà impegnarsi a un nuovo quadro normativo a
sostegno della vita.
I bambini concepiti con possibilità di
grave malattia vanno difesi perché la vita va difesa sempre. E’
compito della comunità intervenire per salvaguardare i diritti delle
persone. Oggi San Marino può diventare il primo paese al mondo
libero dall’aborto, dramma e sconfitta per la donna.

Milena Gasperoni, Psd

E’ difficile discutere in Aula
consiliare di temi etici. E’ doloroso affrontare oggi il tema della
penalizzazione del reato di aborto. Quello che gli istanti stanno
chiedendo infatti non è la legalizzazione tout court dell’aborto o
l’introduzione della legge italiana che prevede l’aborto nelle
strutture pubbliche. Le persone che vivono questo dramma non sono
aiutate, non ne seguiamo i percorsi psicologici e i problemi. Gli
istanti chiedono cose chiare e definite, non la legalizzazione
dell’aborto tout court. Chiedono sia depenalizzato quando mette a
rischio la salute della donna, quando sono coinvolte minorenni, per
donne vittime di violenza sessuale e in casi di feti con
malformazioni o patologie gravi. I fatti di cronaca recenti poi ci
obbligano a riflettere sulle conseguenze delle violenze su giovani in
discoteca. Con l’ipocrisia non si va avanti, i problemi ci sono e
vanno affrontati. E’ nostro dovere affrontarli e porci nelle
condizioni di quello che gli istanti ci chiedono. Anche io voterò
favorevolmente le istanze.

Augusto Michelotti, Su

Essere tolleranti significa cercare di
capire il problema. L’aborto è ultima ratio, la donna non è mai
contenta di una scelta del genere. E’ una scelta difficilissima.
L’ipocrisia la vediamo in questo Paese, ‘tanto vanno in Italia ad
abortire’. A me piacerebbe che questa società e noi stessi non
facessimo finta di niente. E’ un’ipocrisia vergognosa. Voterò sì a
tutte e 5 le istanze e mi auguro sia una scelta per dare
un’opportunità in più alle donne che hanno già mille problemi
sulle spalle.

Andrea Zafferani, C10

Ce la faremo mai in quest’Aula a portare
una legge su questa materia o costringeremo i cittadini a presentare
un Referendum? Due anni fa abbiamo affrontato questo tema sempre
con un’istanza per legalizzare aborto che poteva apparire radicale.
Ho sostenuto quella istanza, quando si parla di riconoscere diritti
che non toccano altri soggetti non ci sarebbe bisogno di discuterne,
mi innervosisce quando vogliamo imporre come consiglieri le scelte,
come su eutanasia, scelte che non ledono altri individui. Il tema
dell’aborto è diverso perché ne esce danneggiato anche un altro
individuo. Rimanendo sul tema del diritto, mi auguravo un approccio
più ragionato almeno per comprendere in quali casi i diritti della
madre potessero prevalere su quelli del nascituro. Non è lo slogan
‘tutelare la vita’, ma si deve ragionare in maniera laica su quando
la condizione della madre deve essere tutelata.

Denise Bronzetti, Indipendenti

Sono per me stessa contraria all’aborto,
non sceglierei questa soluzione se il problema fosse il mio. Ma
scelgo liberamente cosa è giusto o sbagliato, Sono situazioni che
sconvolgono donne e nessuno è in grado di imporre ad altri una
scelta di questo genere. Quando parte la vita? Sono convinta parta
dal concepimento, ma non è affrontando il tema con questa risposta
che si risolva il problema della depenalizzazione dell’aborto. Non si
chiede la liberalizzazione dell’aborto, siamo chiari su questo, ma la
depenalizzazione di quello che è reato penale. E non accetto
l’equazione che depenalizzare l’aborto è essere contro la vita. Sono
convinta che la depenalizzare non porti al loro aumento, le
statistiche ci dicono il contrario. Ma non basta, utile e necessario
è improntare politiche scolastiche che si basino su un’educazione
diversa. Vorrei un approccio più laico sul tema. Io voterò
favorevolmente le istanze.

Tony Margiotta, Su- LabDem

E’ una situazione paradossale che
all’interno del nostro territorio vi è una pena e fuori no. E’ uno
dei concetti principali, lo vedo come una posizione non corretta.
Dovremo fare un passo avanti e garantire la possibilità di libera
scelta in questi casi specifici. Non posso concepire che la donna
nella nostra comunità non sia percepita come donna, ma come
strumento incubatore. Mi sembra una cosa distorta. Nella prossima
legislatura depositeremo un progetto sulla depenalizzazione
dell’aborto, crediamo come istanti si debbano mettere regole dove non
ve ne sono, c’è solo la pena. E’ un Pdl che va ad individuare i casi
e soprattutto l’informazione sulle possibilità che ci possono essere
per le donne.

Filippo Tamagnini, Pdcs

La nostra discussione in Aula serve a
far emergere le posizioni dei cittadini nel Paese. Non è questione
di approccio ideologico, l’interruzione di gravidanza è legata al
reato penale dal codice penale ed è sentito come un forte problema.
Dal recepimento dei problemi umani deriva la produzione normativa qui
dentro, il nostro compito. C’è chi può aiutare le persone con
questa difficoltà? La riposta è sì, nel nostro tessuto sociale
sono sempre di più le realtà aggregative e le persone che hanno
la disponibilità per affrontare questo percorso e da qui bisogna
partire per affrontare l’argomento in gioco che è pur sempre un
argomento terribile.

Massimo Cenci, Ns

E’ un argomento che sento molto più
grande di me. Non trovo rilevante quanto fanno altri Paesi o i nostri
vicini di casa in merito. La vita umana va sempre rispettata, sia
quella della donna che si trova a vivere situazioni difficili, ma
anche la vita che nasce dentro di lei. Ma non mi sento di dire che
chi la pensa diversamente da me comunque stia sbagliando.

Gian Matteo Zeppa, Rete

Con queste istanze innanzitutto sia
intende intervenire sull’ art. 42 del codice penale per dire che le
donne a San Marino possano non incorrere in reato penale per
l’interruzione di gravidanza nel caso di violenza, per le minorenni,
per le donne i cui feti siano oggetti di malformazioni gravi e per
chi vive un disagio.
Ci sono arrivate ieri due prese di posizioni
di parte, per parlare di aborto. Mi lasciano imbarazzato. Si dice che
non si può rispondere alla violenza con altra violenza, mettendo
pezze di tipo medioevale, si citano pulizie etniche dei paesi
africani, o nella ex jugoslavia. Queste mail faziose sono arrivate ai
consiglieri, proprio quando qui si parla di depenalizzare l’aborto
per le donne vittime di stupro. Si tratta di salvaguardare la dignità
delle donne. Credo che normativamente superiore al comitato di
bioetica, che è stato citato, ci sia il Commissario del Consiglio
d’Europa per i diritti umani, ben conosciuto dal segretario Belluzzi.
E nel suo report di poco tempo fa ci chiede di prevedere proprio le
deroghe richieste dalle istanze.

San
Marino, 20 SETTEMBRE 2016/01

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