Consiglio Grande e Generale. Venerdi’ 22 novembre, Seduta notturna. Agenzia Dire

Consiglio Grande e Generale. Venerdi’ 22 novembre, Seduta notturna. Agenzia Dire

COMUNICATO
STAMPA

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 22-27 NOVEMBRE

VENERDI’ 22 NOVEMBRE – notturno

In
seduta notturna prosegue in Aula il dibattito sul piano strategico
per il turismo, presentato nel pomeriggio dal segretario di Stato per
il Turismo, Teodoro Lonfernini. In chiusura dei lavori mancano pochi
dei 36 interventi previsti, ma la parola agli ultimi iscritti
spetterà solo lunedì mattina, alla ripresa della sessione
consiliare.

Di seguito un
riassunto del dibattito della seduta notturna.

Comma 9.
Riferimento del congresso di Stato sullo stato e sulle prospettive
del settore turistico e successivo dibattito.

Luca
Beccari, Pdcs
:
“E’ un settore che ha subito negli ultimi anni un rallentamento e
che dalla politica, da un certo punto in avanti, non ha avuto
l’attenzione dovuta. Quando parliamo di turismo parliamo di
imprenditoria locale che vive di turismo, ma anche di consumi e
domanda interna. Lo Stato è un soggetto importante che può fornire
un contributo fatto di fondamenti, di infrastrutture e regole,
marcando però il confine tra ruolo dello Stato e quello che deve
essere libera iniziativa economica e privata degli imprenditori. Lo
Stato infatti non può fare l’imprenditore, ma deve compiere gli
sforzi necessari per supportare la crescita. La relazione del
segretario parte da un’analisi dei dati ed evidenzia che dobbiamo
puntare su un turismo non più di sosta, dobbiamo cercare di
trasformare i numeri che abbiamo, che sono comunque importanti, in
qualcosa di diverso.

San Marino è carente in strutture, per esempio in spazi
congressuali: questo è filo conduttore per poter pianificare
interventi e ragionare sulle scelte, altrimenti il dibattito resta di
buoni intenti ma generico e si arena senza scelte specifiche, senza
l’assunzione di condivisione su punti strategici. Poi deve essere
discusso il sostegno all’imprenditoria. Dobbiamo interrogarci su
alcuni fenomeni che impediscono lo sviluppo: la chiusura degli
esercizi che hanno difficoltà a tenere aperto per esempio nelle ore
serali, nei giorni festivi. Il problema forse è nei contratti di
lavoro, bisogna fare in modo di incentivare gli imprenditori a
tenere aperti i loro esercizi 360 giorni l’anno. Il settore turistico
non è estraneo a quello commerciale, dobbiamo interrogarci sulle
offerte al dettaglio e su quali sono i reali limiti, sul perché a
San Marino non riusciamo nella grande distribuzione ad avere prezzi
competitivi con il circondario, nonostante la differenza di
fiscalità. Se non troviamo la causa di questo, è difficile pensare
come impiegare risorse su strumenti anche validi come la Smac, ma che
non risolvono il problema originario. Mi auguro che da questo
dibattito scaturisca un indirizzo per il segretario competente, in
modo che da ritrovarci in una pianificazione esecutiva. E’ un
comparto su cui vale la pena investire e acquisire mezzi finanziari
non proprio, diversi dalle risorse dello Stato. Ci saranno benefici
per tutta la collettività”.

Marco
Podeschi, Upr:

“Condivido tutto l’intervento del segretario di Stato Lonfernini,
mi è piaciuta la critica costruttiva sul settore. C’è solo un
problema, in Aula si è sempre smemorati, nella legislatura
precedente se non sbaglio c’era un suo collega di partito che parlava
di risultati positivi. Mi auguro non accada a lei quello che è
accaduto a lui.

Data la fase recessiva, di spending review, state tagliando in tutti
i settori e allora mi chiedo dove troverete i soldi per fare
investimenti? Risponderete nel privato, ma non mi sembra che in
questo periodo il turismo vada molto bene, gli imprenditori si sono
ritrovati a pagare persino nuove tasse. Inutile sentire i discorsi
accorati in Aula su quello che era il turismo che fu, servono
soluzioni concrete per un settore che sta perdendo occupazione e
imprenditori sammarinesi. Il settore turismo ad oggi è interamente
gestito dall’interno, ma troppo in questi anni è stato affidato allo
Stato e non si è investito.

Serve
un cambio di prospettiva: a
bbiamo un trenino
restaurato, delle gallerie importanti e si vede un treno parcheggiato
come fosse nel deserto dei tartari, non è valorizzato in un circuito
virtuoso per attirare turisti. Sul turismo, cari colleghi di
maggioranza e governo, cercate di tenere i piedi per terra, i turisti
non vengono a San Marino. Il problema è capire su quale turismo
investire. Anziché puntare su 20 modelli di sviluppo, sarebbe
importante svilupparne uno o due. Primo quindi il settore
dell’ospitalità. Secondo aspetto, viviamo in un distretto
enogastronomico importante, puntiamo a un programma per valorizzare i
nostri prodotti e i circuiti di ristorazione. Terzo, per attirare
famiglie servono strutture nel centro storico che oggi mancano.
Inutile altrimenti organizzare grandi mostre, sovvenzionate dalle
banche, senza che abbiano successo. Invito a puntare su poche cose,
ma di realizzarle. Inutile parlare di progetti mirabolanti mai
realizzati come è successo negli ultimi quattro anni.

Massimo Cenci, Ns:
Dobbiamo costruire un
prodotto completamente nuovo rispetto quello che abbiamo oggi, con
dinamiche nuove. I turisti e le loro abitudini vanno capiti. Il
difficile non è progettare il futuro oggi, ma progettare oggi il
turismo che ci sarà. C’è da interrogarsi sul turismo congressuale,
se è quello su cui scommettere per il futuro, visto la crisi delle
aziende.

La
programmazione turistica si sposta sempre più verso l’esperienza. I
turisti non cercano solo l’attrazione, ma sopratutto l’esperienza
dell’interazione con il paese e i cittadini che li ospitano. Le
politiche turistiche devono essere inquadrate anche su come possono
migliorare la vita dei cittadini. Bisogna trovare equilibrio tra le
persone e i luoghi in cui vivono. Non si può pensare il modello
turistico come un recinto da riempire con attrazioni, questo va bene
per le crociere e i villaggi turistici. La progettazione parte da
cose tangibili, come può essere un centro benessere, e quelle
intangibili, ovvero le persone. Dobbiamo identificare un brand e
ritrovarci in quello. E va fatto in un momento in cui le risorse
sono scarse, avviando dei motori che qualifichino il Paese: mi
riferisco all’Università, alla gestione dello sport,
all’associazionismo, alla sanità e in ultimo al nostro territorio.
Ragioneremo sul medio-lungo termine, perciò i risultati arriveranno
solo più avanti. Nella relazione credo sia stato sottovalutato il
turismo scolastico relativo a chi tornerà un futuro a visitarci.
Così come il turismo sportivo, non inteso per i grandi eventi, mi
riferisco a quello amatoriale, per fare sport in un modo attivo che
si sposa con il turismo naturalistico. Turismo congressuale: un
riferimento al Cvb e ai suoi risultati va fatto, in ottica di
verifica. Quindi il turismo della salute-benessere: è un concetto
ampio che non riguarda solo centri benessere. Si parla di una spa in
centro storico, non ho mai nascosto la mia contrarietà a intervenire
entro le mura, penso piuttosto che il centro vada liberato. Vanno
valorizzati in un progetto complessivo altri castelli, come Borgo
Maggiore. A differenza di altri credo molto nel cine-turismo, per
recuperare capannoni dismessi. Qualsiasi progetto turistico deve
avere la condivisione dell’Aula, parte economica e soprattutto della
gente che dovrà credere e promuovere il nostro prodotto”.

Guerrino Zanotti,
Psd
: “Dalla relazione è
emersa un’analisi variegata per dare risposte alla crisi del turismo.
E’ importante dare risposte e offerte diverse, ci può essere un
turismo culturale, per il benessere, quello ecologico, possono
coesistere tutte queste tipologie. Si tratta di dare priorità a quei
progetti che hanno una sostenibilità finanziaria. Uno dei temi è
quello dell’accessibilità alla Repubblica di San Marino, è arrivato
il momento di trovare soluzioni con la provincia di Rimini per
agevolare il tragitto, ad oggi difficoltoso. Altra attività da porre
in essere è quella di salvaguardare un aspetto del nostro centro
storico di Città, ma anche quello di Borgo maggiore, che pure fa
parte del sito Unesco. La creazione del centro benessere: non ho
elementi tecnici per fare valutazioni precise, ma ritengo si possa
valutarla fuori dal centro storico. Il rilancio del comparto
turistico deve essere anche l’occasione, visto che è uno dei settori
in cui l’occupazione non ha sentito la crisi, di dare la possibilità
anche ai sammarinesi di potervi operare. Non ho il numero preciso,
non so quanti siano i sammarinesi occupati nel settore del turismo,
ma ho la certezza che siano in minoranza rispetto tutti gli occupati,
penso che attraverso un’azione di orientamento si possano occupare in
questo settore nei prossimi anni”.

Tony Margiotta, Su:
Veniamo da un decennio in
cui il nome e l’immagine della nostra Repubblica sono stati infangati
e oggi ci ritroviamo a dover trovare soluzioni immediate per poter
riprendere un cammino che ci faccia uscire da questo pantano. Il
turismo è quindi il biglietto da visita per chi ci guarda da fuori.
E’ difficile far ripartire un’economia dall’oggi al domani, un
sistema che è purtroppo bloccato. Sono d’accordo che dobbiamo
ripartire dal centro storico e da Borgo Maggiore, che dobbiamo
riprendere le nostre radici e tradizioni. E’ inutile fare copia e
incolla di modelli forestieri. Abbiamo nove Castelli e si deve
ripartire da lì, creando collegamenti con sentieri e piste ciclabili
apposite. Le tradizioni e la nostra storia: abbiamo in centro storico
strutture antiche dimenticate o comunque non utilizzate, come le
cisterne. Sono anni in cui il turismo è stato abbandonato per
seguire un settore che ha portato sì tanto denaro, ma anche
all’emergenza in cui viviamo. Il turismo è anche opportunità di
lavoro per i giovani oggi disoccupati. Basta investimenti fuori
territorio, come il Meeting, dobbiamo investire in casa nelle nostre
strutture”.

Luca Santolini, C10:
“In questo dibattito si è parlato dell’universo-mondo. Rispetto
ai progetti da realizzare sul turismo, alcune cose sono
condivisibili, altre lasciano dubbi, ma mi vorrei focalizzare su una
nicchia particolare. Il turismo del benessere include anche quello
sportivo, e degli sport non convenzionali. La conformazione
geografica rende il nostro Paese una creta modellabile perfettamente
per chi fa arrampicata, mountain bike, trekking etc. Esistono
sentieri in parte recuperati, altri da recuperare che possono essere
messi in un circuito in grado di collegare anche i Castelli più
periferici. Segretario, la sfida più difficile che avrà non è
quella di trovare proposte, ma di mettere insieme un sistema di
confronto e condivisione, non solo con le forze politiche, ma con le
categorie e i cittadini. Confronto e condivisione necessari per
portare avanti qualsiasi progetto. Se la strada sarà questa, non
mancherà contributo attivo del nostro movimento”.

Augusto Michelotti,
Su: “
Nel nostro Paese c’è il
vezzo in qualunque campo di lasciare campo all’improvvisazione dei
cittadini privati. Succede nella gestione del territorio, dove si è
dato spazio alla speculazione più bieca, così nel turismo. Non si
può lasciare ai privati questo: lo spopolamento del centro storico
ha raggiunto livelli endemici e ora non è più risolvibile. Il
nostro Paese soffre da tempo di solitudine. Ha bisogno di ritrovare
elementi di unità e confronto tra cittadini. In passato eravamo i
primi ad organizzare eventi culturali di livello rispetto ai nostri
vicini, il nostro Kursaal era impegnato tutto l’anno in congressi di
ogni tipo e genere che portavano a San Marino migliaia di persone.
Oggi abbiamo lasciato ad altri noi vicini lo sviluppo di questi
settori. Colpa della mancanza di visione politica e di un progetto
unitario che scavalcasse la corporazione dei commercianti e di chi
ruota nell’orbita turistica. Per questo non è mai stato risolto il
nodo parcheggi, così come lo spopolamento del centro storico. E’
tutto fatto in funzione del turismo mordi e fuggi. Non c’è qualcosa
da fare, ma tutto.

Nella
relazione del segretario manca un piano di coordinamento, un
progetto, l’indicazione di quando, come e con quali soldi saremo
pronti a decollare. Dobbiamo “valorizzare e riqualificare”,
parole generiche, aria fritta, quando e con quali strumenti? Dare
alloggio agli studenti nel centro storico potrebbe essere una
soluzione, ma per molti non devono mangiare, bere, uscire perché
altrimenti qualcuno di lamenta. Prendere le decisioni scontenta
sempre qualcuno, siamo sicuri di volerlo fare? Si potrebbe partire
dal basso, pedonalizzando il centro di Borgo Maggiore, è anche
questa una scelta di coraggio. Mancano le sintesi e la progettazione
di intervento, quando questi passaggi arriveranno si potrà parlare
di un piano strategico per il turismo compiuto”.

Denise Bronzetti,
Psd:
“Parlare di piano
strategico è un’opportunità da cogliere al volo. Rappresenta una
chance incredibile, è uno dei settori che, fatte le scelte giuste,
può dare slancio alla nostra economia, senza aspettare gli accordi
bilaterali. Non significa in toto che non servirà una collaborazione
fattiva con le Regioni limitrofe. Il turismo è in grado di portare
economia e posti di lavoro e l’attenzione deve essere maggiormente
rivolta a uno sviluppo possibile. Negli anni si sono spesi tanti
soldi per eventi in calendario, erano anni diversi, senza badare al
ritorno in molti casi. Bisognerebbe creare eventi, strutture, puntare
su quelle situazioni che ci consentono di avere un ritorno effettivo.
Rispetto alle idee inserite nel piano pluriennale occorre anche un
cambio di mentalità, per evitare che ad ogni novità, anche
strutturale, una volta messi in campo energia e soldi, non ci si
ritrovi in centro storico con la metà di esercizi chiusi e un
livello di servizi offerti non adeguati. Le scelte vanno sostenute
non solo dalla politica e dalle categorie, ma dal Paese.
Il
ragionamento sui grandi investimenti: se sostenuti da tutto il Paese
ci possono stare e non deve spaventare in questo settore un
indebitamento che lo Stato può scegliere di fare”.

Antonella Mularoni,
Ap:
“Parto da una premessa. Da poco tempo a livello mondiale il
turismo è riconosciuto come una risorsa nei momento di crisi.

Non dimentico mai che,
in territori che sul piano artistico hanno risorse come la penisola
italica, non c’è concorrenza possibile, non c’è delocalizzazione
possibile. Dal 2008 abbiamo avuto un riconoscimento importante
dall’Unesco che ci ha consentito di ‘tenere in termini di visite, in
più siamo uno Stato sovrano, ciò rappresenta un ulteriore valore
aggiunto per i turisti che visitano i territori limitrofi e scelgono
di venire comunque a San Marino.

La crisi del settore si
avverte, la miriade di negozi che c’erano anni fa in centro oggi
hanno chiuso. Come politica ci possiamo chiedere se si può fare
meglio. Lo Stato ha sempre speso molto per il turismo, pensiamo alle
giornate medioevali e alle luminarie natalizie per esempio, ma forse
qualcosa non è bastato.

Un problema è quello
della viabilità e su cui dovremo confrontarci nei prossimi anni. Ci
auguriamo che l’aeroporto Rimini-San Marino possa diventare
significativo per noi. Se il primo aeroporto di riferimento è quello
di Bologna infatti, diventa un po’ un problema raggiungerci per i
turisti che arrivano da lontano. Se l’aeroporto di Rimini va avanti,
ci dovremo interrogare su una forma di collegamento veloce. E’ un
problema vitale. L’avio-superficie di Torraccia può essere
sfruttata, ma è limitata a mezzi piccoli. Dobbiamo porci poi il
problema di collegamento con le zone vicine.

Quando penso alla
piacevolezza di un luogo, penso che il turista debba trovare negozi
gradevoli, locali piacevoli, deve poter parlare bene di un posto.
Siamo sicuri che da noi succeda sempre? E’ possibile che i negozi in
estate chiudano alle 14,30, che i musei chiudano alle 17, che la
domenica chi vuole acquistare francobolli alla Numismatica trovi lo
sportello chiuso? Non possiamo pensare che i turisti si adeguino ai
nostri orari ed esigenze, va fatto un salto di qualità.

Abbiamo oggi tante
strutture che dovrebbero occuparsi di turismo, la politica dovrebbe
occuparsi di viabilità e macro sistemi, non dobbiamo essere noi a
inventarci il modo per far restare di più i turisti a San Marino.
Abbiamo una struttura dedicata ai congressi e non riusciamo a
riempire il Kursaal, forse dovremo fare sforzo uno per creare la
convergenza con gli esperti di settore. Non piangiamoci sempre
addosso per continuare a dire che servono investimenti e risorse.
Vicino a noi la gente va in paesi che non hanno il valore aggiunto di
uno Stato. Dare a fondo perduto o organizzare tutto noi, come Stato,
non serve. La ricetta non ce l’ho, da turista, paragonando questo
Paese, che è bellissimo, al suo panorama fantastico potremmo
interrogarci perché i turisti vanno da altre parti. Siamo l’unico
Paese dove le grandi firme non sono mai venute. In sintesi: non
servono tante risorse, ma progetti credibili e dall’esterno chi vuole
investire, investa. Dobbiamo avere coraggio di ripensare molte cose
che non danno al Paese i risultati che merita.

Gian Matteo Zeppa,
Rete:
“Nella relazione del
segretario ci osno spunti condivisibili, così come posso che
condividere anche quanto detto dal consigliere Mularoni. Ma
all’interno del progetto pluriennale c’è talmente tanta carne al
fuoco che temo non riusciremo a mangiarne una fetta. Ci sono aspetti
che lasciano pensare che si stia parlando di un bellissimo libro con
una bellissima copertina, al cui interno ci sono solo pagine bianche.

La
verità è che da settembre in poi il centro storico entra in
coprifuoco, non abbiamo più nulla da offrire. La scelta di costruire
centri commerciali al confine ha tolto linfa vitale ai negozianti
entro le mura, lasciandoli all’impoverimento di idee. Nel piano c’è
un excursus talmente articolato che è impensabile la sua
realizzazione in pochi anni. E’ ovvio che siamo indietro e che
dovremmo mettere in gioco tutto il sistema turistico per far venire
gente. Si parla di destagionalizzare il turismo a San Marino, quindi
dovremo essere in grado di inventarci un turismo che parta da piccoli
progetti: si può fare in modo che le stesse Giunte di Castello
possano inventarsi qualcosa. Basti pensare a quello che sta
organizzando oggi, con pochissime risorse e tanta buona volontà dei
suoi residenti, Montegiardino. Non possono essere punti di partenza i
progetti faraonici del piano, qui si parla di museo diffuso, ci
affidiamo a Tadao Ando, sostenendo che possiamo permettercelo “aldi
là dei costi”. Non la penso così. Si parlava di una spesa da 8
milioni di euro, i costi oggi devono avere la precedenza. Lo stesso
vale per la spa, l’ampliamento dell’aviosuperfice. In conclusione, il
compitino è stato svolto bene, ma ci vuole l’onestà di dire cosa è
realizzabile in questo momento a San marino.”

Giovanni Lonfernini,
Upr
: “Il tema del turismo non
può essere considerato come divisivo. Pur prendendo atto
favorevolmente del riferimento del segretario, sono un po’ incerto
nel formulare un giudizio sul percorso che il governo intenderà
mettere in campo. Nel riferimento del segretario ho potuto constatare
anche punti di debolezza, alcune parti sono scritte con un inchiostro
più marcato, altre con inchiostro più sfumato, per non urtare
nessuno sui temi sensibili.

Non capisco le risposte
su alcuni passaggi. Al di là delle posizioni espresse, credo che un
argomento come questo porti a semplici ragionamenti: cosa diamo noi a
un turista che viene a San marino, come lo convinciamo a restare più
di un’ora in centro storico? Il piano pluriennale è stimolante, ma
segretario, come intende non cadere negli errori di chi l’ha
preceduta? Sulla realizzazione di un hotel a 5 stelle temo che anche
lei avrà le sue difficoltà.

Alla ripresa del tavolo
per lo sviluppo avevamo auspicato che il governo venisse con una
certa apertura. Il problema non è solo che il governo non ha più
soldi, ma che manca una visione comune sull’apertura verso l’esterno.
Farete infatti un decreto sullo sviluppo che contiene situazioni
fuori scala. Come fa a sostenere che il decreto che sarà licenziato
martedì prossimo è in grado di dare risposte all’altezza dei nostri
competitor? Noi dobbiamo convincere gli investitori a venire a San
Marino, ma così li allontaniamo. Nel decreto vengono messi come
requisiti dei vincoli di assunzioni impossibili per gli investitori.
Si creeranno condizioni fuori competitività. E ancora: per il
commercio al dettaglio la superficie minima richiesta è di 200 metri
quadri. Si vogliono allontanare le occasioni, quando per un negozio
ne servirebbero 40-80 metri quadri. Chiederne più del doppio non è
credibile.

Occorre coordinare
meglio l’azione dei diversi attori che determinano le politiche
turistiche e la programmazione territoriale. Gli ambiti si
sovrappongono e creano confusione rispetto anche a lodevoli
iniziative. Altro punto su cui muovo rilievi: è da chiarire meglio
quali saranno gli interventi e, in particolare, l’intervento
pubblico. Terzo argomento non disgiunto dal decreto sviluppo è
legato ai provvedimenti su fiscalità e lavoro per sostenere questo
segmento”.

San Marino, 22 novembre
2013/03

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