Consiglio, report seduta 22 marzo 2021

Consiglio, report seduta 22 marzo 2021

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 17-24 MARZO 

– LUNEDÌ 22 MARZO–

La seduta odierna del Consiglio Grande e Generale si è concentrata sui ‘decreti covid’: un lungo dibattito si è sviluppato infatti sui decreti n. 46 “Misure di rafforzamento e contenimento per favorire l’efficacia della campagna vaccinale Covid-19”e il n. 52 “Potenziamento e proroga delle misure di contrato alla diffusione da pandemia Covid-19”, discussi insieme.  Nel presentarli, il Segretario di Stato per la Sanità, Roberto Ciavatta, ha posto l’accento sulla gravità del momento attuale dell’emergenza sanitaria che motiva un’ulteriore stretta, fino al prossimo 1° aprile, per contenere il boom di contagi che sta vivendo in queste settimane anche San Marino. I dati sono molto più che da “zona rossa”: “La settimana appena conclusa ha registrato un numero di nuovi positivi dell’11%, percentuali ancora più allarmanti delle precedenti”, spiega Ciavatta. E ancora: “ieri erano 490 i positivi attivi”, cifra che supera “il limite massimo della curva della prima ondata in termini di attivi e passivi contemporaneamente”. Quindi il tasso di nuovi positivi in una settimana, rapportato a 100.000 abitanti, è “di lunga superiore, forse di ben 4 volte, la soglia massima”per essere considerati ‘zona rossa’”, sottolinea.  Infatti, per non essere considerati al pari di una zona rossa a San Marino dovrebbero esserci meno di 85 positivi a settimana “invece ne abbiamo 50 al giorno”, puntualizza Ciavatta. Di qui le nuove misure “interventi, forse tardivi- chiosa- che non possono essere posticipati”, volti a “limitare le occasioni di contagio e quindi di assembramento e contatto tra persone”.

Si sviluppa quindi un dibattito piuttosto animato, in cui l’opposizione critica le misure prese attraverso i decreti e soprattutto la loro contraddittorierà. Dito puntato in particolare sull’articolo 2 del decreto 46 che per l’opposizione rappresenta una violazione al diritto della proprietà privata dei cittadini, nonché un’incentivo alla delazione, perché autorizzerebbe le forze dell’ordine a intervenire in caso di segnalazione di cene o pranzi nei domicili privati tra persone non conviventi.

Il Segretario di Stato Elena Tonnini etichetta invece questa interpretazione della norma come “fake news”. Bocciati da Libera e Rf anche la chiusura di parchi e piazze, come previsti dai decreti. Il dibattito termina con repliche accese, dove si arriva anche al richiamo della Reggenza per l’uso di espressioni ‘colorite’ da parte dei consiglieri.

Si procede quindi all’inizio dell’esame del decreto 46 in cui sono respinti due emendamenti abrogativi presentati all’articolo 2 relativamente al comma che richiama la verifica delle forze dell’ordine, anche su segnalazione, di eventuali ritrovi nei domicili privati senza che siano rispettate le misure di contenimento. Sono quindi respinti gli emendamenti di Libera e di Rf volti all’abrogazione del comma e con l’approvazione dell’articolo si chiude la seduta. L’esame del decreto riprenderà domani mattina.  

 

Di seguito un estratto del dibattito odierno.

 

Comma n. 10   Ratifica Decreto-Legge e Decreti Delegati:

+++Dibatitto sui decreti n.46 e 52+++

Roberto Ciavatta, Segretario di Stato per la Sanità

I decreti 46 e 52 sono i due interventi discussi in maniera congiunta e che riguardano le ulteriori misure tuttora vigenti relative al contrasto alla pandemia da coronavirus. Il n. 46 è stato depositato il 27 febbraio, il 52 è  più recente e indica misure ulteriormente restrittive fino al 1° aprile prossimo. Si tratta di un’ulteriore durata di due settimane in vista delle festività del mese di aprile.

Si tratta di misure che sono state indicate e richieste dalla struttura sanitaria, anche alla luce delle valutazioni sull’andamento del contagio. La settimana appena conclusa ha registrato un numero di nuovi positivi dell’11%, percentuali ancora più allarmanti delle precedenti. Nell’intensificarsi del contagio, dettato dalla nuova variante inglese, aumenta di conseguenza la pressione sull’ospedale-  della terapia intensiva e del reparto covid: ieri erano 490 i positivi attivi, avendo superato il limite massimo della curva della prima ondata in termini di attivi e passivi contemporaneamente e tutti questi positivi richiedono attenzione. In ospedale da una parte è stata adattata la Geriatria a nuovo reperto di isolamento-zona rossa, dall’altra 490 persone abbondanti devono essere seguite, per quanto molte a domicilio, e richiedono attenzione del team covid composto al momento da 7 persone, per un lavoro estremamente gravoso. Si aggiongono l’attivazione di nuovi servizi, come quelli di vaccinazione, e dei tamponi, che vengono continuamente analizzati. Siamo sui 500 tamponi di media al giorno, un’attività pure che richiede un numero alto di personale impegnato. La forte pressione del nuovo contagio e dei nuovi positivi in ospedale ha richiesto una serie di misure,  contestualmente alla chiusura delle attività ambulatoriali, di chirurgia, ortopedie, il ridimensionaento di ostetricia e urologia e oltre a pediatria che era già chiusa. Ci stiamo dirigendo verso una struttura ospedaliera quasi interamente dedicata ad attività covid. Questo ha richiesto una serie di interventi tendenti alla riduzione del contagio che continua ad essere ampio anche alla luce di numerose occasioni di assembramento che purtroppo si sono registrate e non danno la possibilità di dare un minimo di respiro alla struttura sanitaria in termine di forza lavoro. Le misure introdotte tentano di limitare le occasioni di contagio e quindi di assembramento e contatto tra persone, avvicinandoci in maniera significativa a quelle che sono adottate nella ‘zona rossa’ in Italia. La misura che determina l’ingresso in zona rossa nelle regioni italiane è il tasso di nuovi positivi registrati in una settimana, meno di 250 per 100 mila persone. Il nostro tasso è molto superiore, forse ben 4 volte la soglia massima. Capite quindi la situazione: bastano circa 85 positivi a settimana per non essere considerati zona rossa e invece ne abbiamo 50 al giorno.Quindi presentiamo interventi, forse tardivi, che non possono essere posticipati.

Rossano Fabbri, Mis

Non sono scelte facili quelle che sta facendo il governo, ma questa opposizione non può esimersi dall’evidenziare tante scelte contraddittorie e poco chiare anche alla popolazione che deve applicare le disposizioni emanate. L’Iiasprimento delle misure era necessario, anche alla luce degli aumenti quotidiani dei contagi, è evidente però che le scelte siano state recepite quali contraddittorie. Si evidenzia mancanza di chiarezza e di volontà univoca da parte del governo, sono infatti emerse le divergenze interne al Congresso di Stato sull’applicazione di musure emergenziali. L’auspicio di Mis, e su cui bisogna dar atto al governo, che una buona campagna vaccinale vada avanti per tornare alla normalità. Risolte le problematiche di approvvigionamento, si vada subito all’obiettivo. Anche sui ristori non è stato fatto tutto al meglio.  

Nicola Renzi, Rf

Stiamo affrontando un decreto fondamentale, malgrado se ne siano ripetuti molti nel tempo. L’emergenza sanitaria, economica, finanziaria e sociale del covid è stata sostanzialmente gestita in maniera quasi esclusiva dal Congresso di Stato che ha adottato gli strumenti che più gli sembravano opportuni. Non vi è stato alcun confronto tra le forze politiche e mai è stato chiesto alle forze di opposizione se avessero idee o proposte diverse. Non siamo qui a fare distinguo o a dire che si poteva fare meglio, dico solo che da un confronto maggiore ci sarebbero state scelte più assennate o comunque più intelleggibili alla cittadinanza. Si aggiunge poi la ridda di dichiarazione dei segretari di Stato poco prima o dopo l’adozione del decreto 52 in cui ridondavano concetti opposti tra loro: da un lato il Segretario Ciavatta indicava la via di un nuovo lockdown, mentre tra gli altri Segretari di Stato, tra cui Righi, c’era chi era favorevole ad ampliare i tempi di aperture di ristoranti e attività commerciali. Credo non sia sfuggito a nessuno e che abbia anzi determinato divisioni interne al congresso, che sono lecite, ma in un momento come questo possono essere esiziali, dannose e pericolose. L’esito di queste dichiarazioni contradditorie è stato il fatto che non c’è stata una linea unitaria del governo e che si è avuta grande confusione nella popolazione. Il piglio dimesso con cui il Sds Ciavatta ha presentato il decreto non ha nulla a che fare con le dichiarazioni fatte pubblicamente quando ha dichiarato che il decreto 46 aveva completamnte fallito il suo obiettivo. A fronte delle dichiarazioni del comitato esecutivo Iss abbiamo visto cose davvero minimali e mentre il numero dei contagi aumenta e si acuisce, vediamo un governo preso dal confronto interno sulle misure da adottare scegliere poi misure bollate come fallimentari. Le proposte scritte nei nostri emendamenti, che saranno analizzate poi al momento delle ratifiche, credo siano di buon senso e se fossero state analizzate prima, magari il decreto non sarebbe stato poi definito un fallimento dallo stesso Segretario. Da noi arrivano proposte anche sul piano vaccinazioni, proposte anche impopolari. Noi abbiamo detto che non ha senso parlare di chiusure o aperture, in maggiore o minor grado, se non si riesce a mettere in campo tutte le modalità per giungere alla vaccinazione di massa. In mancanza di vaccini, l’unica misura per fermare i contagi è il lockdown e per noi punto carente del governo è stata proprio la campagna vaccinale. Il primo punto carente è stato sull’accordo con l’Italia e il secondo l’aver rifiutato più volte l’apporto del vaccino Sputnik, salvo poi rincorrere la Federazione russa, dopo due mesi per ottenerlo. E senza sputnik la campagna vaccinale non sarebbe neanche partita perché con 1.500 dosi di Pfizer avremmo vaccinato troppe poche persone. Oggi sento dire di avere pazienza altre due o tre settimane che poi i contagi caleranno… ma l’analisi è drammatica: tra due/tre settimane molte persone saranno vaccinate e altre lo avranno già preso, così si ha immunità di gregge, questo è l’approccio di chi si è arreso alla pandemia e ha alzato bandiera bianca. Noi abbiamo proposto invece un vero e proprio piano di salute pubblica, ma sarebbe stato necessario dire su quante dosi e per quanto tempo possiamo fare affidamento e questa è vostra responsabilità. Poi se ci fosse stata una precisa organizzazione delle dosi di vaccino, avremmo potuto sostenere tre settimane di lockdown finalizzate a una campagna vaccinale finita e completa. Invece così siamo ancora a metà del guado in una situazione insostenibile. E per far fronte a tutto ciò il governo ha adottato misure incomprensibili: cito solo l’aspetto dei controlli nelle case. Poi torneremo su tanti temi incongruento. La dicitura del decreto 46 sulla possibilità delle forze di polizia di entrare nelle case per fare controlli e dove si vede la valorizzazione della delazione,  incitando i cittadini a denunciare ciò che avviene nelle case degli altri, riteniamo sia uno dei momenti più bassi delle produzioni normative degli ultimi anni e dovrebbe far sobbalzare sulla sedia chiunque. Mette in difficoltà per prime le forze dell’ordine.

Michele Muratori, Libera

La situazione covid è preoccupante, dall’ospedale è arrivato un grido di aiuto e il mondo economico chiede a gran voce aiuti che con l’ultimo decreto ristori sono ritenuti dalle categorie stesse inadeguati e difficili da applicare. Sull’aspetto sanitario: oggi è stata una delle prime occasioni in cui possiamo discutere di un decreto in tempi contenuti.  Il decreto 52 prevede la chiusura dei parchi in tutto il territorio: è vero che si era registrato un sovraffollamento nei parchi ma, invece di aumentare controlli e sanzioni, si è deciso di chiuderli completamenti. Una famiglia che può parcheggiare al parco Ausa con i suoi bambini, senza nessuno intorno, non credo sia nulla di drammatico, o un anziano può sostare all’interno di un bar tutto il giorno, ma non può sostare su una panchina in un parco, ed è un paradosso. Gli permettiamo di stare in un posto non proprio salutare e privo di rischio, ma non può stare al parco. Così come si vieta lo sport agli under 14 ed è una cosa che non posso tollerare. Queste situazione, se calcolate con più calma, sarebbero potute essere evitate. Ricordo poi che la proprietà privata è inviolabile.

Vladimiro Selva, Libera

Da una parte si dispone in un decreto di attivare la popolazione per segnalare i  propri vicini e poi il Segretario Tonnini chiede il buon senso. Segretario, nelle dinamiche del nostro paese che ci vedono legati gli uni agli altri, per parentela o amicizia, si dà in mano alla gente o alle forze di polizia un arbitrio che dovrebbe invece non stare in uno stato di diritto. Chiediamo di rivedere la norma, non di applicarla ‘con buon senso’.

La gestione dei controlli nei bar: nessuno vorrebbe fare multe in un momento come questo, è evidente che a fronte dell’esplosione dei contagi lasciare che l’autogestione alle  attività sia stata molto deficitaria. Ancora oggi i bar sono un punto di rischio molto alto.

Giordano Bruno Spagni Reffi, Rete

Questo è un argomento molto difficile, si basa sul presupposto che noi parliamo di decisioni politiche che nascono da problemi e dati sanitari. Noi ad oggi siamo con 490 positivi attivi, il dato più alto dell’ultimo anno, neanche nella prima ondata i numeri erano così alti, il massimo è stato di 470 positivi attivi. E sappiamo che solo limitando al massimo il contatto si limita al massimo la possibilità di contagio. Noi oggi ci troviamo in un’altra situazione che si sta attuando un po’ ovunque e non solo a San Marino: trovare un bilanciamento nel tenere aperto e con la salute dei cittadini. Normalizzarsi non vuole dire solo ospedeleche torna operativo e limitare i contagi, ma anche non avere più paura dei contagi. La responsabilità di tutti è essere onesti: se si vuole continuare a fare ‘scelte mezze’ per lasciare aperto, la normalità non arriverà r l’economia finché si ha questa situazione non si normalizzerà.  La situazione è ancora drammatica e gli effetti del decreto si vedranno tra qualche settimana ma la soluzione si sta ponendo in essere -ed è la vaccinazione- e sta andando molto bene con numeri record. 

E non facciamo demagogia, non c’è nessun odio sociale né antipatia tra i cittadini alimentata dal decreto.

Marica Montemaggi, Libera

Quando si parla di polizia che entra nelle case: è la prima volta che polizia e corpi militari possono entrare su segnalazione dei cittadini. Quella di entrare nelle case su segnalazione è un grosso intervento a discapito del diritto della proprietà privata e della propria sfera individuale. Con la scusa dell’emergenza, si stanno mettendo tutti gli altri diritti in subordine. E’ comprensibile, ma bisogna mantenere l’occhio lucido su quando si va ad abusare di questo strumento, la verifica nelle case è un abuso e mette le stesse forze dell’ordine in difficoltà. Poi governo e maggioranza possono decidere qualunque cosa, ma nel limite del rispetto di diritti.

Perchè poi limitiamo l’accesso alle aree pubbliche verdi, quando d’altra parte permettiamo l’accesso nei locali pubblici al chiuso?. Mi si dirà che c’è il gestore che può controllare l’accesso…ma chi ha dei figli gli permette e gli deve consigliare di andare al bar, piuttosto che andare al parco e vedersi fuori? Socialmente è un bruttissimo messaggio, le persone possono ritrovarsi all’interno dei posti chiusi, ma non negli spazi aperti.

Giuseppe Maria Morganti, Libera

La nostra Repubblica è stato più ‘contaminato’ in Europa, abbiamo indici che sono più del doppio superati a San Marino. Per esempio il dato sulle terapie intensive; il limite per considerare una zona ‘rossa’ è l’occupazione al 40 %. Noi oggi siamo al 90% e non scendiamo mai da tempo al di sotto del 70%. Da noi il 27% dei tamponi è risultato positivo, in Italia la preoccupazione c’è se supera il 6-7%. Vengono considerate zone rosse quelle dove i numeri di casi attivi per 100.00 persone nell’ ultima settimana risultano 225 attivi. A San Marino si ha il dato di 675 persone attive, bilanciate su 100.000 persone: tre volte tanto quanto basterebbe essere zona rossa.

Noi siamo una grave zona a rischio e c’è necessità oggettiva di un intervento forte affinché questo fenomeno possa essere riportato sotto controllo. Il decreto emanato è un tentativo, ma solo un tentativo perché ci sono contraddizioni evidenziate dai colleghi che sono spaventose. Come è possibile chiudere i centri sportivi e i parchi e tenere aperte le scuole, quando sappiamo che la generazione della contaminazione parte in modo forte nella scuola. Si chiudono poi le mense e si tengono aperti i ristoranti. Solo un lockdown vero servirebbe perché la situazione torni ad essere gestibile, oggi non lo è .

Sara Conti, Rf

Il confronto fatto da Morganti è spaventoso, ci si rende conto della gravità situazione. Il dato alla chiusura delle scuole: in Italia l’indicazione è di chiuderle quando i contagi superano i 250 positivi ogni 100 mila abitanti. Da noi eravamo oltre i 300 contagiati e siamo 34 mila abitanti. Ci dà la misura della gravità della situazione. Una delle cause è anche che siamo partiti in ritardo con la campana vaccinale, ben due mesi dopo tutti gli altri Stati europei. E possiamo sottolienare che il piano vaccinale fa acqua da tutte le parti, c’è grande confusione, non si capisce con che criterio vengano tappati i buchi, si inizia una fascia quando un’altra non è ancora finita, non si sono sfruttati i due mesi di ritardo per fare un vero piano vaccinale e per stilare un elenco delle persone senza incappare nelle difficoltà delle prenotazioni. Succede infatti che la stessa persona si prenoti più volte.

Non mi sembra tutto stia funzionando: siano stati chiamati noi consiglieri quando potevano essere chiamate le cassiere dei supermercati o persone molto anziane ancora non vaccinate.

Non devono poi essere lasciati da parte esami e check up per controlli precoci su gravi patologie: nell’ottica di ridurre la pressione sull’ospedale abbiamo pensato alcuni emendamenti. Sul decreto 46 in particolare proporremo, come fatto in altri paesi, di reclutare medici esterni all’Iss per essere dirottati sulla somministrazione dei vaccini, quindi dipendenti di strutture private, medici odontoiatri e veterinari, per avere personale dedicato alle vaccinazioni senza toglierlo ad attività essenziali dell’ospedale e senza chiudere i centri di medicina di base. E allo stesso modo, presentiamo un emendamento per migliorare il sistema di efficienza del sistema di prenotazione, per renderlo più razionale attraverso un applicativo per un sistema di prenotazione automatico.

Guerrino Zanotti, Libera

Ci sono numeri di emergenza totale che ci rimandano alla pandemia. L’ultima notizia è la saturazione ad oltre il 90% della terapia intensiva. Di fronte all’inequivocità cui ci rimandano questi dati, su contagi e ricoveri e sulle difficoltà enormi della struttura sanitaria, abbiamo un altro dato inequivocabile: la completa incertezza e contradditorierà all’interna al congresso di Stato. Nell’intervento del Sds Ciavatta abbiamo potuto apprezzare il disagio a dover portare in discussione un decreto che non è la risposta che va data a questa situazione di crisi ed emergenza sanitaria e che non è ciò che il comitato esecutivo Iss chiedeva, ma è una misura di facciata. Capisco i disagio del Segretario alla Sanità, quando porta un provvedemnto che non dà le risposte che saremmo chiamati a dare.  Allora siamo qui a discutere di un provvedimento che va a ritoccare il decreto 52, introducendo elementi davvero discutibili, e non lo diciamo per volontà di polemica. 

Giovanni Maria Zonzini, Rete

Accolgo con favore le dichiaraizoni dei consigliere di opposizione che hanno espresso compiacimento sull’andamento della campagna vaccinale. A chi invece la definisce un disastro: chiaramente ci saranno stati dei disservizi per dei  singoli, ma quello che conta è il numero complessivo dei vaccinati, non il problema del singolo che è irrilevante. Si parla ancora di ritardo nell’arrivo dei vaccini e si lodano gli Stati uniti, senza contare che gli Usa hanno avuto molti più vaccini dell’Europa. Gli Usa sono una potenza e le case farmaceutiche anche europee mandano vaccini negli Stati uniti. E pensate che San Marino, che non è neanche nell’Ue, possa avere vaccini prima degli Stati uniti? Se non ve ne siete accorti, i vaccini non si trovano al mercato del pesce e se li accapparra chi ha la potenza per accapparrarseli. Dobbiamo fare i conti con la realtà geopolitica in cui ci troviamo e con la potenza che non abbiamo ed essere realisti. Noi stiamo andando bene rispetto al resto del mondo.

Emanuele Santi, Rete

Prendiamo atto della continua strumentalizzazione dei provvedimenti. E’ chiaro che in questo momento governo e maggioranza si sono trovati di fronte a scelte che non li rendono popolari, ma non sono scelte prese dalla sera alla mattina, a caso, ma perché persone dentro l’ospedale ci danno le indicazioni. E’ chiaro che in questo momento l’ospedale avrebbe voluto un segnale in più dalls politica, che ha scelto di intervenire soprattutto nell’ultimo decreto. I colleghi di opposizione mettono in risalto che si chiudono le mense ma restano aperti i ristoranti. Bene, allora portate voi un emendamento per chiudere i ristoranti. Per portare avanti provvedimenti ci vuole equilibrio, si è intervenuto sulle storture evidenziate da ospedale e forze di polizia, ossia sugli assembramenti nelle case, nelle piazze e nei parchi. Certamente si poteva fare di più, ma nell’ottica di mantere aperto e di mantenere un equilibrio con l’economia, si è fatta questa scelta. In questo momento, nonostante i dati, è importante portare a termine una campagna vaccinale nel più breve tempo possibile e chi fa polemica anche su questo non la racconta giusta. In 20 giorni è stato vaccinato il 25% della popolazione. Oltre 8 mila vaccini fatti. E qui il plauso a chi ha gestito l’approvvigioamento e la somministrazione dei vaccini lo dobbiamo fare, ma qui diamo per scontato tutto.

Barbara Gozi, Pdcs

Rimango basita e anche mortificata per quello che ho sentito dalla minoranza. Dire che ci sono incongruenze e fare una politica così di basso livello, non me lo aspettavo. Sono state vaccinate più di 8 mila persone, parliamo di anziani, persone fragili e personale della scuola, poi ci siamo anche noi consiglieri. Certo, meno male. La metà dei consigleiri qui dentro ha avuto il covid. E sono stati in ospedale.

Gian Matteo Zeppa, Rete

Con l’intervento Morganti mi trovo d’accordo. I numeri sono importanti e i decreti devono tenere conto dei numeri che la struttura sanitaria dà giornalmente. I dati anche di oggi non sono rassicuranti. Dal 27 febbraio al 5 marzo sono stati effettuati 655 tamponi, con una percentuali dei positivi – su 11 giorni dei 21 dal decreto- al di sopra del 10%, mentre su 16 giorni la percentuale è superiore all’8%. Si registrano 51 casi di positivi nei giorni più neri, per il resto una media tra 35 e 40 al giorno di nuovi positivi. Questi i dati estrapolati dall’Iss. A San Marino, in tutto, da inizio pandemia, sono stati fatti 50 mila tamponi, a fronte di 4.383 positivi, e sono 79 i decessi da un anno a questa parte.

Al netto dei confronti con altre realtà, dovremo farci carico della nostra realtà. Abbiamo resistito e non potevamo permetterci lockdown totali per la nostra economia e si deve resistere a maggior ragione che abbiamo a conclusione la prima tappa dei vaccinati ed è iniziata la seconda fase di vaccinati. E questo carico è tutto a carico della struttura ospedaliera. E invito a guardare i costi sull’ospedale. Non si possono fare dal mio punto di vista calcoli meramente economici se non viene garantita la salute pubblica. Capisco la stanchezza per le restrizioni, ma la cittadinanza deve capire che il virus è variabile e non c’è categoria più indicata a prenderlo, bisogna tutelare gli anziani e anche i bambini perché l’ultima variante del virus è su bambini e adolescenti. E se non si capiscono queste cose, significa non rendere conto del dramma che sta vivendo da oltre un anno la strutura ospedaliera. Non v’è economia se non viene garantita la salute pubblica a tutti.

Luca Boschi, Libera

Qui tutti, consigliere Zeppa, non si stancheranno mai di ringraziare il personele Iss e e nessuno dice che la campagna vaccinale non sta funzionando, ma come ha detto lei, la situazione per San Marino è drammatica. Altro che zona rossa, siamo in una zona di ‘profondo rosso’. Dobbiamo scegliere l’equilibrio tra salvaguardia sanitaria ed economica: ecco in questo decreto pare che quanto si faccia non sia stato spiegato bene alla cittadinanza.

Alessandro Bevitori, Libera

Se evidenziamo che i decreti sono contraddittori è solo per migliorarli. Si dice da una parte che i ristoranti alle 18 devono chiudere. Chiudere i ristoranti e bar alle 18, è una scelta corretta? I giovani la sera comunque escono prendono da bere e una pizza da asporto poi si riuniscono nelle piazze, nel parco, dentro casa di qualcuno…parliamoci chiaro. Inutile incentivare la spia del vicino…qui si potrebbe fare di meglio. Meglio tenerli dentro un ristorante con il giusto distanziamento, piuttosto che lasciarli al parcheggio del Multieventi dove si mangiano la pizza in dieci, passandosela con le mani, senza nemmeno le forchette. Invece sulla scuola, dove avvengono la maggior parte dei contagi, ci voleva più coraggio. Magari dando aiuti alle famiglie, visto che i soldi sono arrivati e ci sono adesso.

Elena Tonnini, Sds Affari Interni

Siamo consapevoli come governo che le misure non trovano consenso delle persone, ma come governo sappiamo c’è molto di più del consenso. Siamo di fronte alla consapevolezza che rincorrere il consenso delle persone porterebbe a un ulteriore sforzo sull’Iss in termini di tamponi, ricoveri etc. quando le energie servono invece per la campagna vaccinale e per permettere all’ospedale di trattare anche altre malattie. Il consenso è bene in questa fase sia messo da parte. Obiettivo è abbassare i casi positivi che sono ancora troppo alti. Come governo non  ci divertiamo a limitare i diritti delle persone, mica perché la terapia intesiva è al limite o perché il numero di positivi rischia di vanificare gli effetti della campagna vaccinale…come governo ci prendiamo la responsabilità delle nsotre scelte. Ogni misura, a seconda di come la si guardi, è incontraddizione. Obiettivo dei decreti è abbassare il numero positivi. Prima del decreto 52 abbiamo fatto una conferenza stampa, prima del week end scorso, chiedendo un’applicazione più rigorosa delle misure di quelle del 46 che era già emanato da tempo ma non si aveva un abbassamento del numeri dei contagi. Nel week end si è registrato invece un aumento della mobilità concentrata in parchi, piazze e parcheggi . Per cui siamo intervenuti con il decreto 52 per allineare la nostra zona alle così dette zone rosse italiane.

In alcuni casi si danno notizie completamente infondate: la polizia nelle case è una fake news creata sul nulla, si dice che si mettono in difficoltà le forze dell’ordine, quando facciamo incontri e aggiornamenti continui con loro, non c’è alcun tipo di difficoltà da parte delle forze di polizia con cui c’è coordinamento continuo. Si è detto che le forze di polizia possano entrare nelle case: per chiarire, c’è stato un unico caso in cui sono intervenuti per schiamazzi e rumori molesti e ci sono state sanzioni all’esterno dell’abitazione. Di questo si sta parlando, ma l’opposizione preferisce cavalcare un timore immotivato della cittadinanza. Occorre ribadire che l’attenzione dentro i domicili deve restare alta, è durante i pranzi che ci si toglie la mascherina e se ci sono persone presenti non del nucleo familiare il rischio è esponenziale. Sui parchi: si dice che impediamo ai ragazzi di stare all’area aperta e che si preferisce far assembrare i ragazzi nei bar. I bar sono tenuti a rispettare regole anti asembramento, ma si dice che impediamo di andare nei parchi per impedire ogni mobilità sul territorio, come se cancellassi i sentieri, centri storici, qualsiasi luogo dove poter fare attività all’aria aperta, mica solo al bar si può andare.

Gerardo Giovagnoli, Npr

I prossimi 30 giorni saranno i più duri della pandemia. I numeri non mentono e ci raccontano una situazione in peggioramento con tassi preoccupanti. Ieri si è registrato il numero di casi contemporanei più alto di tutta la pandemia, oggi la saturazione della terapia intensiva. E se i numeri non cambiano, anche i numeri dei deceduti nei 30 giorni supererà quelli della prima fase. Eppure non stiamo ascoltando le preghiere di chi lavora sul campo. Il mio è un richiamo alla responsabilità. Gli effetti positivi della vaccinazione si vedranno più in là. La fase peggiore è questa, se ci sono da prendere decisioni radicali, per un lasso di tempo limitato, secondo me, è da fare.

Miriam Farinelli, Rf

Abbiamo capito tutti che siamo in guerra e questa guerra si combatte con il tempo di azione, il tempo impiegato per giungere all’immunità di gregge. Sono quindi necessari vaccini, personale sanitario e medici che eseguono e coordinano le vaccinazioni. Cosa ci manca per accelerare? Potremmo fare più vaccini, si. Ci mancano vaccini e personale? A casa abbiamo medici e farmacisti in pensione che sarebbero in grado di poter offrire la loro opera per aumentare le dosi di vaccini inoculati, attualmente i medici pensionati si limitano alla presa d’atto dei consensi informati, per mancanza di tutela assicurativa, un problema già superato in Italia. Bisogna cercare questo problema per avere una mano da loro. Si aumenterebbe il numero di vaccini e aiuterebbe a dare un po’ di fiato ai medici di medicina generare che potrebbero tornare a dare cure ad altri malati.

Iro Belluzzi, Npr

Gli ultimi due interventi hanno aggiunto valore al dibatitto al di là delle schermaglie. Il momento è drammatico e giusta è la drammatizzazione per far comprendere alla cittadinanza le misure adottate- probabilmente migliorabili. Tutti dobbiamo far comprendere ai nostri concittadini di operare nella maggior cautela possibile ed eliminare rischi anche residuali di contagio.

Non è una campagna vaccinale che si esaurirà in questa fase, saremo costretti come per l’influenza stagionale a sottoporre la popolazione a ulteriori campagne vaccinali. Occorre fin da ora fare esperienza quindi, perfezionando quella situazione e cercando di essere più efficaci in tempi rapidissimi, senza minare l’azione interna dell’ospedale e la medicina sul territorio. I catastrofisti parlando di un quinquennio necessario per tornare alla normalità, potrebbero essere realisti, cerchiamo di costruire quindi quelle strutture pronte per poter operare rapidissimamente in tutte le campagne vaccinali, senza bloccare altre attività Iss.

Michela Pellccioni, Dml

Stiamo cercando nell’emergenza un punto di equilibrio tra protezione della salute dei cittadini e la tutela degli operatori economici che con grande sforzo stiamo continuando a tenere aperti il più possibile. Il focus degli ultimi interventi normativi si è indirizzato su un aumento dei controlli, piuttosto che sulle restrizioni che ci sono state, ma in modo più ridotto possibile. I controlli non hanno violato la tutela della proprietà privata e non possono farlo. Siamo in uno stato di diritto e non di polizia e lo ribadiamo. Questo enorme sforzo deve permetterci di superare questo momento di emergenza.

Maria Catia Savoretti, Rf  

Certe scelte se non ponderate bene potrebbero essere controproducenti una volta messe in campo. Spiace aver ascoltato le critiche verso l’opposizione vista solo come quella che vuole sempre polemizzare. Abbiamo sempre cercato di dare il nostro contributo e proporre soluzioni migliorative, puntualmente bocciate dalla maggioranza. E compito del govero è agire sulla base dei dati. In tutti questi mesi ci siamo ritrovati un decreto dopo l’altro con continui errata corrige, aggiunta di note esplicative su definizioni non chiare..eppure in tutti questi mesi qualcosa avreste dovuto imparare. Sui decreti 46 e 52 di oggi una qualche riflessione va fatta, tenendo in considerazione il grido di allarme lanciato dal comitato esecutivo sull’emergenza sanitaria. Attraverso questi decreti si creano divergenze tra chi opera e chi no, tenendo chiuse piazze e parchi, i centri commerciali nei fine settimana si danneggiano così molti commercianti. Vogliamo tutelare la salute al massimo, ma certe scelte prima di essere adottate vanno ponderate meglio per non creare certe divergenze. Avete previsto la chiusura delle mense il giovedì sera quando il venerdì le mense erano pronte a lavorare e si sono creati sprechi. Poi chiudendo le mense si creano assembramenti in ristoranti e bar.

Fabio Righi, Segretario di Stato all’Industria e Commercio

Il dibattito di oggi denota quanto è complicato parlare dell’argomento, alla luce delle difficoltà che ogni giorno vengono avanti con numeri che oscillano e con interventi che sembrano non abbastanza repentini. Quella che stiamo affrontando è una situazione cui non eravamo preparati, la pandemia  continua a mutare nei numeri e nelle dinamiche del contagio.  Non è che si interviene all’ultimo per disguido del governo ma gli interventi sono repentini perché repentini sono i cambiamenti della pandemia.

Non passi il concetto che dentro il governo ci sono posizioni diverse tra chi vuole aprire o chiudere e che il governo è diviso su questi punti. Non c’è divisione sul fatto che la salute dei cittadini vada tutelata prima di tutto il resto. Il governo ha il compito di tenere insieme tutti gli elementi, questa è situazione da ‘ coperta corta’, è difficile far quadrare il tutto. Il ragiomento che si proponeva e non ha trovato adesione piena era determinato dalla possibilità di controllare meglio certe strutture rispetto altre: ci si è reso conto che ultimamente gli ultimi contagi derivavano soprattutto da cene ‘private’. Il ragionamento era portare i cittadini a vedersi non indiscriminatamente, ma in contesti più facilmente controllabili, dove si possa più facilmente far rispettare il distanziamento. Quetso limiterebbe il rischio? No, ma a fronte di non voler arrivare a un lockdown totale, e non potendo limitare del tutto il rischio, si pensava a contenerlo. Solo per dire che è veramente difficile contemperare tutte le esigenze. Sul decreto che prevede chiusure centri commerciali: chiudendo i parchi il timore è che i cittafini si spostano nei centri commerciali, in quel caso ci troviamo il paradosso che chi è dentro il centro è chiuso e gli stessi negozi fuori restano aperti. E’ giusto? Su questo anticipo verrà presentato un emendamento che disciplina meglio le medie e grandi strutture. 

Eva guidi, Libera

Essere oggi a trattare insieme i decreti 46 e 52 ci dà la possibiltà di essere attuali nel dibatitto, diversamente da altri casi, è un passo in avanti per avere un dibattito costruttivo.

Qualcuno ha dato una rappresentazione scorretta di quanto detto dalle opposizioni. E’ un modo molto scorretto e rende inutile un dibattito importante come quello di oggi. Da parte nostra, nessuna strumentalizzazione, ma la volontà di dare un contributo. Dobbiamo muoverci tutti quanti per trovare tutte le risorse per uscire da pandemia e stringere i denti per riuscire a trovare una soluzione definitiva a questa crisi pandemica. Questo continuo rimbalzo di informazioni credo confonda molto i cittadini, la situazione è gravissima, la terapia intensiva è piena – se all’80% o al 90% poco cambia. E’ indispensabile rimbarcare la necessità prima possibile e dare una comunicazine che non confonda  i cittadini. Bisogna cercare di portarsi avanti sul passaporto vaccinale per far sì di avere risultati spendibili a livello internazionale e per non vanificare i risultati della nostra campagna.

Alcuni nostri emendamenti sono contributi validi, non strumentali.

Andrea Zafferani, Rf

Ci proviamo con emendamenti a dare il nostro contributo, finora con successo limitato. Visto che il confronto non c’è, possiamo solo in Aula chiedere se le misure possono essere migliorate. Il Sds Ciavatta il 27 febbtaio scorso auspicava che il decreto 46 sarebbe stato “l’ultimo”  richiedere sforzi e sacrifici per poi consentire di arrivare a Pasqua con misure diverse.  Dieci giorni dopo dichiarava invece che gli effetti del decreto 46 erano miseramente falliti. Ha poi dichiarato ai microfoni di Rtv di non prendersi le responsabilità per quello che sarebbe accaduto. Sempre da quei microfoni però il Sds Righi auspicava ulteriore apertura dei locali. 

L’ultimo decreto dovrebbe essere decisivo alla rispetto situazione sanitaria che stiamo vivendo. Evidenzio come sia stato impedito ai ragazzi di andare a scuola, correre nei parchi e fare sport ma  non di chiudersi nei bar. Massimo rispetto per gli sforzi dei gestori dei locali, ma i bar sono luoghi chiusi. I bambini di fatto sono chiusi in casa con questo decreto. 

Francesco Mussoni, Pdcs

L’impostanzioe di fondo dei decreti è quella di non chiudere completamente il Paese e mantenere le strutture economiche vitali, in qualche modo aperte e compatibili con un dato pandemico crescente.

C’è un altro dato da evidenziare: il piano vaccinale funziona ed è gestito bene. Con 8.341 vaccinazioni ad oggi credo sia un risultato organizzativo significativo. Non ci deve far rilassare, ma dimostra che la vaccinazione e la sua macchina funzionano. E’ anche l’occasione per ringraziare tutto il corpo sanitario e infermieristico e l’organizzazione del domiciliare che garantiscono la tenuta del sistema sanitario.

Inutile guardare indietro, dobbiamo organizzare al meglio il futuro in base a vaccini, all pandemia e alla nostra capacità organizzativa, la perfezione non esiste da nessuna parta, il dibattito è aperto nel mondo. Certamente rispetto alla fornitura comunitaria  è cambiato qualcosa e diversi paesi si stanno organizzando da soli. L’impostazione dell’accordo con Italia e Ue rimane, credo sia stata una scelta coraggiosa e comunque di sostegno alla salute pubblica. Continuiamo a lavorare e a fare il massimo.

Matteo Ciacci, Libera

Non credo che chi svolge il suo ruolo di opposizione anche con la critica debba essere derubricato a ‘pura strumentalizzazione’. La situazione è complessa e avremmo potuto assumere il nostro ruolo diversamemente, mentre il mio gruppo ha svolto un ruolo di proposta corretta e non cavalcando il malumore dei cittadini. Sottolineamo che il dato di 8 mila vaccinazioni ad oggi è un dato importante.

 

Repliche

Roberto Ciavatta, Segretario di Stato per la Sanità  Se siamo stanchi e la durata delle restrizioni è quella di una pandemia che abbiamo da più di un anno non significa allora possiamo sentirci liberi di muoverci e di fare quello che ci pare.

Quando si è parlato con l’opposizione sul decreto 52 in un incontro in cui il sottoscritto ha chiesto all’opposizione di dare il suo punto di vista, mi è stato risposto ‘non te lo diamo il nostro punto di vista’. In quell’incontro non è arrivato nessun consiglio da parte dell’opposizione, perché a quel punto il decreto avreste dovuto difenderlo anche voi. Invece pretestuosità e ipocrisia portata avanti da Rf rende difficile condividere elementi che verrano stravolti il giorno dopo, così come il discorso dei controlli nelle case. E i dati sulla mortalità che Rf sbandiera  perché siamo il paese peggiore al mondo. Ho reperito dati sulla mortalità nei comuni limitrofi perché bisogna paragonare i dati di San Marino con quelli dei comuni limitrofi…tra i comuni limitrofi siamo messi molto bene. Vuol dire che siamo stati fortunati ma abbiamo messo in campo tutte le strategie messe in atto anche dal circondario. Allora si critica il piano vaccinale perché ci sono le ‘file’ per passare avanti, piuttosto che buttare via i vaccini. Si parla delle mense: è irrazionale chiuderle dove c’è distanziamento. E’ vero, ma avete visto che file ci sono fuori dalle mense, come sono tutti assembrati? Non si può essere superficiali, facendo la lettura testuale del decreto alla ricerca della virgola criticabile. Siamo tutti stanchi. Però dobbiamo farle queste misure e quando trovo considerazioni e emendameni che ‘aprono’ io mi preoccupo. Continuiamo a giocare sulla pelle della gente che si lamenta.  Qualcuno dice: non dimentichiamoci le altre patologie, certo, ma abbiamo dovuto chiudere alcuni reparti, ci mancano infermieri, li abbiamo già richiamati tutti, abbiamo fatto le stabilizzazioni per non mandarli via,  i medici li abbiamo, ma manca manovalanza. La logica di chiudere il parco: se tutte le famiglie di San Marino vanno al parco e si trovano lì 10.000 persone, lascia pure che si sia all’aria aperta. Allora chiudiamo il parco e dove vanno tutti? Nel centro commerciale e si deve intervenire anche lì, e dopo vanno al bar… allora la misura sarebbe una, il lockdown totale. La Germania ha rifatto lockdown totale fino al 18 aprile ma voi lo sapete che non possiamo permettercelo. Allora dovete dire alla gente non assembratevi e state a casa. Se di fronte a questo dramma siamo ancora di fronte agli avvoltoi che cercano ‘like’ sulle disgrazie della gente siamo messi ancora male. E gran parte dell’opposizoone è questa roba qua.

Nicola Renzi, Rf

Le valutazioni che fa il Segretario ci danno qualche orgoglio, sono completamente false e viene qui a mentire di incontri avuti fuori dall’Aula. In tutta la pandemia sono stati due, uno al primo caso, l’altro quando eravate disperati per emanare il decreto 46. Se lei avesse voluto fare un confronto serio, ci avrebbe dato il testo del decreto e ci avrebbe spiegato i motivi delle proposte, lasciato il tempo per emendarle e avremmo presentato i nostri emendamenti, ma lei questo confronto non lo vuole fare. Il confronto non è ‘ci vediamo, dateci qualche idea’, non le pagliacciate per poter avere la copertura e dire ‘eh beh, lo abbiamo fatto tutti insieme’. Noi invece vogliamo fare le cose ben bene. Io ho detto solo di togliervi dalla testa di usare le forze dell’ordine per fare controlli in casa. La risposta è stata ‘non credo proprio sarà così’ e poi è venuto fuori questo testo. Caro Segretario Tonnini, le fake news le fate voi. E negate le difficoltà create nelle forze dlell’ordine. E le dico che anche nella vostra maggioranza c’è chi ritiene che quello che avete scritto è ridicolo.

 

San Marino News Agency

 

——

Caro lettore, Libertas mai come ora svolge un servizio pubblico importante per tutta la comunità. Se apprezzi il nostro lavoro, da 20 anni per te gratuito, ti chiediamo un piccolo contributo per aiutarci in questo momento straordinario. 
 
Anche un caffè alla settimana per noi può fare la differenza.
 
Puoi usare Paypal cliccando qui:
 
 
oppure facendo un bonifico con causale DONAZIONE all’IBAN intestato a Libertas:
 
SM78R0606709802000020148782
 
 
 
Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy