Consiglio, resoconto seduta pomeridiana del 2 giugno

Consiglio, resoconto seduta pomeridiana del 2 giugno

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 27-28-29 MAGGIO e 1-2-3 GIUGNO 2020 

SEDUTA DI MARTEDÌ 2 GIUGNO – POMERIGGIO

 

Nella seduta pomeridiana i lavori del Consiglio Grande e Generale ripartono dal dibattito attorno al Comma 18, relativo al progetto di legge per le modifiche normative sulle unioni civili. Anche nel pomeriggio vanno in scena le divisioni già viste durante la mattinata.  “Il dato di fatto è che ci sono coppie che convivono e non vogliono sposarsi ma vogliono vedere riconosciuta una dignità” osserva Giovanni Zonzini (Rete). Eva Guidi (Libera) invita a mettere da parte gli attriti. “Sono temi divisivi attorno ai quali occorre assolutamente accostarsi cercando di evitare delle lacerazioni”. Appello condiviso anche da Denise Bronzetti (Npr). “Non vorrei – dice – assistere a scontri come quelli di questa mattina”. Gaetano Troina (Domani – Motus Liberi) si sofferma sull’aspetto giuridico. “Pur comprendendo la necessità di prevedere adeguamenti normativi, penso che la tecnica normativa di questo progetto di legge risulti molto pericolosa”. Manuel Ciavatta (Pdcs) chiede “di togliere i veli di ipocrisia” “Ho molti amici e amiche omosessuali e questo per me non è un problema” premette. Tuttavia, “se l’unione civile è qualcosa di differente rispetto al matrimonio, possono esserci aspetti che vanno equiparati e altri no – afferma -. Dobbiamo fare chiarezza ed essere onesti con la cittadinanza”. Guerrino Zanotti (Libera) respinge l’accusa di aver “inserire questo argomento nel dibattito per mettere in evidenza le crepe della maggioranza”.

     Il duello tra maggioranza e opposizione torna quindi ad accendersi sul Comma 19, “Progetto di Legge Qualificata “Modifica dell’articolo 12 della Legge Qualificata 25 aprile 2003 n.55”, proposto da Libera.  “Si chiede di ridurre il numero di consiglieri necessari affinché si possa espletare il sindacato direttore sulla Costituzionalità delle norme – spiega Rossano Fabbri (Libera) -. Il progetto di legge non si propone di risolvere una problematica specifica, ma vuole fare ragionare la maggioranza rispetto alla situazione politico – numerica non appropriata di composizione a seguito della nuova legge elettorale”. Poi aggiunge: “Se la maggioranza dovesse chiudere le porte, a noi rimarrebbero intatti i diritti di adire mediante il Collegio per sollevare l’eventuale eccezione di incostituzionalità della norma”. Il Segretario di Stato Elena Tonnini frena. “Non sarebbe sufficiente modificare con legge qualificata, ma occorrerebbe comunque una legge di revisione costituzionale”. “Da parte di questa maggioranza non è stato compiuto alcun atto che abbia limitato i diritti della minoranza” dice Maria Luisa Berti (Npr). “Noi non grideremo al colpo di Stato” rimarca Nicola Renzi (Rf), secondo il quale “il fatto di poter chiamare in causa il Collegio Garante è una garanzia che viene data all’opposizione”. Gian Matteo Zeppa (Rete) ricorda invece “l’elenco delle forzature fatte nella scorsa legislatura”.

     Nel finale della seduta viene approvato un Ordine del giorno – sottoscritto dalle forze di maggioranza e da Libera – sul tema del finanziamento estero: Rf si astiene. Respinto invece l’Odg di Libera sul tema dei rifiuti.

 

 

Comma 18 – Progetto di legge “Modifiche normative per il coordinamento della Legge 20 novembre 2018 n.147 “Regolamentazione delle Unioni Civili” (presentato dal Gruppo Consiliare Libera) (I lettura)

Marika Montemaggi (Libera): Mi ritrovo nelle posizioni di coloro che dicono che i diritti civili non tolgono nulla a nessuno ma anzi arricchiscono il Paese. Lo sviluppo di uno Stato è anche sviluppo umano e civile. Dobbiamo tutti essere consapevoli di aver portato un miglioramento all’ordinamento del nostro Paese e siamo usciti da un cono d’ombra. Permettere a delle persone di sentirsi parte di uno Stato e sentirsi riconosciute. A prescindere dal futuro politico di ogni consigliere, c’è la dignità e la pari dignità di ognuno di noi qua dentro, che viene misura nel momento in cui porta avanti anche solo una battaglia. Si prende parte alla politica quando si vota a favore o si vota contro. Si esercita un diritto o un dovere. Andiamo avanti per migliorare non per mettere in discussione i principi. Mettere alcuni punti fermi rispetto al codice penale. Spero si possa ragionare in maniera propositva come si era fatto due anni fa.

Giovanni Zonzini (Rete): Ringrazio il gruppo Libera per questo progetto di legge. Il nostro Paese su queste tematiche è rimasto purtroppo molto indietro, soffocato sotto una cappa di oscurantismo. Mi auguro che il decennio. Ho sentito parlare di famiglia naturale. La famiglia afferisce a un costrutto storico e culturale, così come religione e cultura. Sono frutto di una società storicamente determinata. Uno Stato laico dovrebbe semplicemente riconoscere il dato di fatto. E il dato di fatto è che ci sono coppie che convivono e non vogliono sposarsi ma vogliono vedersi riconosciuta una dignità. Io mi chiedo perché non si debba prevedere un aumento di condanna alla parte di unione civile che uccide la propria condanna.

Eva Guidi (Libera): Sono temi divisivi attorno ai quali occorre assolutamente accostarsi cercando di evitare delle lacerazioni. Sono convinta che come abbiamo fatto la volta precedente ci sia la possibilità di perfezionare quel progetto di legge e che in alcuni casi ha mostrato dei limiti. Si fa esattamente con lo stesso metodo: bisogna necessariamente ascoltarsi. In questo caso non si supera il concetto di matrimonio ma si va solo a migliorare la legge dal punto di vista applicativo. Rimangono degli ambiti di ambiguità che abbiamo bisogno di superare senza pregiudizi e strumentalizzazioni. Sono convinta che senza strumentalizzazioni si possa fare un ulteriore passo nel perfezionamento della legge.

Gaetano Troina (Domani – Motus Liberi): Pur comprendendo la necessità di prevedere adeguamenti normativi, penso che la tecnica normativa di questo progetto di legge risulti molto pericolosa. Il progetto di legge all’art.1 e 2 va a prevedere una equivalenza tout court sia tra matrimonio e unione civile che tra coniugi uniti civilmente. Una disposizione di questo tipo, esistendo nel nostro ordinamento di due istituti distinti, non può essere condivisibile. Siamo sicuri che ciò non abbia un impatto anche sulla normativa in materia di adozione?

Sara Conti (Rf): Apprezzabile lo sforzo di correggere i limiti applicativi che si sono palesati. Quello sulle unioni civili è stato un alto esempio di esercizio della funzione da parte di quest’Aula parlamentare. Rf è aperta ad approfondire un ragionamento in sede di Commissione per trovare la migliore formulazione possibile rispetto all’articolo 12 e alle integrazioni al codice penale che aiutino a colmare le lacune laddove esse si sono manifestate.

Denise Bronzetti (Npr): C’è un concetto fondamentale che è quello della libertà di scegliere: libertà di scegliere senza ledere i diritti altrui. Compito della politica è permettere questa scelta. Si va a sanare una mancanza all’interno del nostro diritto. Non si non considerare come positivo un correttivo a tutela dell’individuo. Pregherei per quanto riguarda eventuali modifiche a questo provvedimento di legge – non alla filosofia della legge del 2018 – che sia possibile affrontarle all’interno del percorso istituzionale. Chiedo sostanzialmente anche uno sforzo Non vorrei assistere a scontri come quelli di questa mattina.

Manuel Ciavatta (Pdcs): Non posso non notare che questo provvedimento è figlio della filosofia dell’altro provvedimento. Se è vero che l’unione civile è un matrimonio, è giusta la parificazione a livello di pena. L’obiettivo di questa legge è di dire che la legge del 2018 a tutti gli effetti non era una legge sulle unioni civili. Dobbiamo togliere i veli di ipocrisia. Con questa legge in realtà abbiamo risposto a 10 o 15 situazioni che prima purtroppo non vedevano legalizzata la loro unione. Ho molti amici e amiche omosessuali e questo non è un problema. Siccome si parla sempre di pregiudizi, io vorrei partire dal fatto che non ho pregiudizi. Vorrei però mettere in luce le problematiche che ci sono. Sulla base di questo sono d’accordo a equiparare le due cose: però dobbiamo dircelo che sono due cose uguali. Se l’unione civile è qualcosa di differente rispetto al matrimonio, possono esserci aspetti che vanno equiparati e altri no. Dobbiamo fare chiarezza ed essere onesti rispetto alla cittadinanza. Non facciamo la legge sulle unioni civili e lo facciamo passare per un matrimonio.

Guerrino Zanotti (Libera): Parto da quest’ultimo intervento del consigliere Ciavatta per dire che da parte nostra non c’è nessuna ipocrisia e nessun intento di voler nascondere la portata del progetto di legge che viene discusso. Non stiamo ingannando la cittadinanza rispetto all’intento che abbiamo.  L’intendimento è ben esplicitato. Mi fa male sentire alcuni interventi, uno in particolare, all’inizio del dibattito, che adombrava la volontà di inserire questo argomento nel dibattito per mettere in evidenza le crepe. Non ci sto a questa cosa. E’ una proposta che prende spunto dal nostro appoggio incondizionato a quel progetto arrivato dalla società civile. Chiedo al consigliere Ciavatta: se avessimo proposto l’estensione del matrimonio civile anche alle coppie omosessuali, lei sarebbe stato d’accordo? Per l’estensione del matrimonio ci sarebbero stati molti più ostacoli. Si è percorsa questa strada perché l’altra era preclusa.

 

Comma 19 – Progetto di Legge Qualificata “Modifica dell’articolo 12 della Legge Qualificata 25 aprile 2003 n.55” (presentato dal Gruppo Consiliare Libera) (I lettura)

Rossano Fabbri (Libera): Progetto di legge molto importanza. Sarà la cartina tornasole di come la maggioranza abbia rispetto dei diritti delle minoranze. Si chiede di ridurre il numero di consiglieri necessari affinché si possa espletare il sindacato direttore sulla Costituzionalità delle norme. Il progetto di legge non si propone di risolvere una problematica specifica, ma vuole fare ragionare la maggioranza rispetto alla situazione politico – numerica non appropriata di composizione a seguito della nuova legge elettorale dell’attuale quadro politico con particolare riferimento allo stragrande potere contrattuale di una maggioranza. Siamo convinti che sarebbe un grande segnale quello che l’Aula darebbe in termini di rispetto. Rispetto sempre decantato e che oggi ha la possibilità di essere sostenuto da una maggioranza con strapotere numerico. Se la maggioranza dovesse chiudere le porte, a noi rimarrebbero intatti i diritti di adire mediante il Collegio per sollevare l’eventuale eccezione di incostituzionalità della norma.

Segretario di Stato Elena Tonnini: Non sarebbe sufficiente modificare con legge qualificata, ma occorrerebbe comunque una legge di revisione costituzionale. Non sono contraria a innovare le istituzioni. Il problema che pone Libera ha a che fare con la rappresentatività istituzionale. La questione della rappresentatività è importante che non può e non deve essere sottovalutata. Anche nella scorsa legislatura abbiamo visto cosa significasse avere una maggioranza in aula che non rappresentava i cittadini. Occorre che l’Aula valuti se sia opportuno proporre una modifica di questa portata per risolvere un problema sentito ora come tale.

Maria Luisa Berti (Npr): Da parte di questa maggioranza non è stato compiuto alcun atto che abbia limitato i diritti della minoranza. Mi è parso si voglia rappresentare una volontà della maggioranza che va in questo senso. L’interesse a legiferare nel modo più corretto possibile e nel rispetto dei principi costituzionali è dei consiglieri di opposizione e di maggioranza e non prerogativa dei consiglieri di opposizione. Se si intedesse questo si farebbe un grande errore ma sarebbe anche molto pericoloso perché vorre dire esercitare questo interesse per motivi anche politici. Ci vuole un approccio di buon senso.

Segretario di Stato Massimo Andrea Ugolini: Si è disposti a ragionare sul progetto di Libera, ma forse andrà ricalibrato come un intervento di modifica costituzionale, essendo qualcosa di inserito nella Dichiarazione dei diritti. Da questo punto di vista non è semplicemente una facoltà di pertinenza esclusiva della minoranza ma può essere una opportunità di verifica anche da parte delle maggioranze.

Giuseppe Maria Morganti (Libera): Quando si decise di formulare un limite per consentire ad un terzo del Consiglio di rilevare la possibilità dell’incostituzionalità di una norma, oggettivamente si era definita una possibilità oggettiva di dare in mano a chi esercita il controllo della maggioranza,, ovvero l’opposizione, di agire e controllare le maggioranze su questo specifico aspetto. Dato che le maggioranze ampie non sempre sono lo specchio di un procedimento democratico oggettivo, devono trovare negli strumenti di controllo una efficacia ed una azione pregnante affinché ci sia la possibilità almeno di delegare ad un organo terzo la verifica. A questo punto va verificata la volontà di arrivare a determinare la possibilità che questo diritto possa continuare a sussistere anche in una convergenza particolare come questa legislatura. Vogliamo impedirlo? Diventerebbe dal mio punto di vista un grave impedimento e non mi sentirei così sereno nel respingerla.

Michela Pelliccioni (Domani – Motus Liberi): Ci sono meccanismi e numeri che devono essere posti come garanzia minima. Per queste ragioni ritengo che l’ampliamento delle condizioni di accesso – mi riferisco alla Commissione Pari opportunità – debba seguire logiche svincolate. E’ questa la ragione per cui non comprendo l’introduzione della Commissione pari opportunità.

Nicola Renzi (Rf): Sono convinto che la presentazione di questo progetto di legge sia una iniziativa valida con alcune specifiche. Sulle modalità di presentazione della legge erano emerse considerazioni nell’ufficio di presidenza. Credo sia opportuno tenerli in considerazione. Dai riferimenti dei Segretari di Stato mi sembra che queste valutazioni formali possono essere in qualche modo superate. Dobbiamo chiederci: qual è il principio che pone il limite dei 2/3? E’ il principio di una possibilità di controllo costituzionale che viene riconosciuta a chi non ha la maggioranza in quel momento. Il fatto di poter chiamare in causa il Collegio Garante è una garanzia che viene data all’opposizione per avere questa possibilità. Noi non grideremo al colpo di Stato. Continueremo a dire le cose che state facendo e che secondo noi non vanno bene. In tema di giustizia ci sono due che sono state fatte e non abbiamo condiviso.

Gian Matteo Zeppa (Rete): Sono ancora oggi persuaso che si trattasse di colpo di Stato. In realtà non si è forzato niente. Sono atti previsti dalla normativa. Vorremmo stare qui a fare l’elenco delle forzature fatte nella scorsa legislatura: non mi basterebbero i minuti. La collega Berti giustamente ha ricordato che all’interno dell’art.12 che la verifica di legittimità può essere richiesta da almeno 20 consiglieri. Sia di maggioranza che di opposizione. Se si dice che c’è mancanza di rappresentatività a causa di una legge elettorale su cui abbiamo lavorato insieme, a me pare che qui qualcuno voglia invece fare altro, perchè le leggi hanno le loro applicazioni e le loro prerogative. Sentire parlare ogni volta di esigenza dell’opposizione: disponibile a parlarne, ma si parte da un assunto sbagliato. E’ anche vero che il Collegio dei garanti era in prorogatio da diversi anni.

Vladimiro Selva (Libera): Non è che se viene fatto il ricorso automaticamente succede qualcosa. Succede che si fa una verifica sulla costituzionalità di una norma. Se una norma non è costituzionale, io credo che sia interesse di tutti i cittadini della Repubblica che venga evidenziato e corretto. E’ interesse di tutte le persone democratiche avere un ordinamento che risponde ai principi generali della nostra Costituzione. Non è che 20 o 12 cambiano qualcosa nella legge che una maggioranza approva, ma chiedono di verificare la legittimità.

Iro Belluzzi (Npr): Il rispetto delle istituzioni, il rispetto dei poteri e della divisione tra i poteri, sono elementi che possono rappresentare per la situazione che sta vivendo la nostra economia l’ultimo biglietto da visita che la Repubblica può spendere. Rispetto istituzionale vuol dire trovare norme costituzionalmente condivisibili. Io credo che sia qualcosa di naturale procedere con la verifica della costituzionalità delle norme. Uno strumento da usare con grano salis senza creare elementi di disturbo con l’attività legislativa del Consiglio Grande e Generale. Qualora vi fosse un dubbio residuale da parte di chi rappresenta le istituzioni poterlo fare. Non vedo nulla di strano anche in funzione delle maggioranze attuali.

Alberto Giordano Spagni Reffi (Rete): Il Collegio Garante riveste un’importanza fondamentale e ha un potere enorme. Capisco che per una parte dell’opposizione questo concetto – l’importanza della revisione costituzionale e i controlli di conformità democratica – non sia particolarmente chiaro. Non si può fare un uso improprio delle leggi per motivi politici. La riduzione è dettata solo ed unicamente dal fatto che l’opposizione non ha i numeri per fare il sindacato. Non si possono ridurre i numeri per fare sindacati in base ai numeri che si hanno a disposizione in Aula. Io a questa legge sono contrario però ci tengo a dire una cosa. Da me non sentirete mai arrivare una proposta simile se anche dovessi andare all’opposizione. Quando si parla di revisione costituzionale, non si parla di consiglieri di maggioranza e opposizione ma di consiglieri e questo lo dico tranquillamente. Se l’opposizione avrà un dubbio sulla costituzionalità di una norma, io valuterò in maniera autonoma se firmare.

Rossano Fabbri (Libera): Ci si appiglia a questioni formali che dal mio punto di vista hanno poca ragione di essere. Non si può non rimarcare la pochezza di alcuni interventi sopratutto da parte di un gruppo consigliare che non perde occasione di rimarcare questioni legate alla passata legislatura e alle loro guerre aperte. Si è detto che il controllo non è una prerogative delle minoranze. Argomento che è stato ripreso in maniera strumentale. Diteci allora come fa un consigliere di maggioranza a venire in questa Aula a votare una legge e il giorno dopo sottoscrivere un’istanza per richiedere la verifica di costituzionalità della modifica apportata. Veniamo a fare lezioncine su ciò che è giusto e sbagliato? Cerchiamo di essere un pochino conseguenti e cerchiamo se si discute di questi temi – che sono temi importanti – di lasciarci alle spalle le scorie di una passata legislatura che non può rientrare ad ogni piè sospinto tirando fuori le stesse argomentazioni su ogni Comma per andare a buttarla in caciara. Tutti noi sappiamo cosa vuol dire appartenere a un partito che cristalizza la sua visione politica. Noi non andremo ad utilizzare gli strumenti in una maniera così strumentale. Dodici consiglieri sono degnamente rappresentativi di uno spaccato di elettorato tanto da poter adire alla richiesta di una valutazione costituzionale. Se non lo si vuole fare, non cercate argomenti che hanno poco di giuridico e fondante ma abbiate il coraggio delle vostre scelte.

Comma 20 –  Votazione Ordini del Giorno presentati nella precedente sessione consiliare: a) Ordine del Giorno presentato dal Gruppo Consiliare di Libera per impegnare il Congresso di Stato alla definizione di un piano per il finanziamento estero b) Ordine del Giorno presentato dal Gruppo Consiliare di Libera in materia di gestione dei rifiuti con particolare riferimento al sistema di raccolta domiciliare

a)

Eva Guidi (Libera): E’ strato trovato un accordo con la maggioranza per un ordine del giorno condiviso sul finanziamento estero. Dunque ritiriamo l’ordine del giorno che avevamo presentato.

Francesco Mussoni (Pdcs): Abbiamo discusso a lungo con alcune valutazioni di insieme delle forze politiche che lo hanno sottoscritto. L’Odg riflette un motivo e un momento particolarmente significativo.

Giovanni Zonzini (Rete): Come gruppo Rete ci auguriamo che l’Odg trovi la più ampia condivisione all’interno dell’Aula. Riteniamo sia un testo equilibrato che dà mandati chiari al Governo e garantisce il controllo sulle azioni del Governo.

Mirko Dolcini (Domani – Motus Liberi): Esprimiamo parere positivo all’approvazione di questo ordine del giorno e lo riteniamo importante e ampiamente condiviso.

Eva Guidi (Libera): Anche a nostro avviso serve un progetto Paese capace di sostenere l’economia e trovare i nuovi settori di sviluppo. Un finanziamento finalizzato a una visione prospettica che porti avanti anche altri settori economici e non economici tra cui ad esempio la cultura, scuola, sanità. Occorre poi che il finanziamento non venga destinato a quella che è la spesa corrente. Va preservata l’indipendenza millenaria del nostro Paese.

Iro Belluzzi (Npr): Sostengo il voto favorevole. In questo ordine del giorno sono contenuti tutti gli elementi al di là di quelle che possono essere le frizioni. Esso contiene l’elemento essenziale e qualificante.

Nicola Renzi (Rf): Noi ci asterremo, ma riteniamo purtroppo questo odg non fa fare un passo in avanti rispetto alle valutazioni che avevamo fatto in aprile. Ci sono alcune cose sulle quali abbiamo dei dubbi all’interno di questo Ordine del giorno. Abbiamo il timore che i certificati di credito fiscale possano diventare insostenibili. Ma è una strada che va sondata e approfondita. Non è più il tempo di continuare a fare ordini del giorno ogni volta che veniamo in Consiglio. E’ chiaro che ci vogliono delle riforme strutturali. Dunque senza alcun tipo di polemica, cercando semplicemente ciascuno di noi di proporre idee che possono essere il più utili possibile, noi diciamo che ci asterremo, ma diciamo anche che quello che riteniamo utile è che non si facciano più ordini del giorno, ma iniziare effettivamente ad agire.

Francesco Mussoni (Pdcs): Noi come gruppo politico siamo totalmente favorevoli a questo ordine del giorno. Lo abbiamo condiviso e mi devo complimentare per la disponibilità di Libera. Diciamo che c’è un lavoro bipartisan proprio riferendosi ai temi oggetto dell’Odg. Un atteggiamento politico molto significativo che va sottolineato, come in parte è positivo l’atteggiamento di Rf.

b)

Vladimiro Selva (Libera): Un tema che fa esplodere i costi di gestione è quello di un doppio sistema con cui il nostro territorio ancora è servito. Porta a porta e cassonetti stradali. Abbiamo ritenuto che l’esperienza già vista dai cittadini nei Castelli dove hanno avuto questa possibilità abbia dato agli stessi cittadini la possibilità di formare una coscienza e una consapevolezza che ha reso il sistema apprezzato. Ci sono criticità da risolvere. Noi proponiamo la possibilità di individuare punti di conferimento anche per il centro storico. Altro tema chiave è quello della tariffa puntuale.

Segretario di Stato Stefano Canti: Si deve dare atto dell’importante lavoro svolto su questo tema. Ho messo a disposizione una relazione che riassume tutte le problematiche che sono state riscontrate nell’ambito della gestione dei rifiuti stessi così come le problematiche relative alla mancanza di impianti. Ho messo a disposizione numeri forniti dalla stessa AASS.  Facciamo un confronto ma facciamolo sulla base di dati certi che potranno arrivare alla fine del mese. Ho già dibattuto all’interno di quest’Aula le criticità legate al porta a porta, faccio questa proposta al gruppo di Libera.

Gloria Arcangeloni (Rete): In merito a questo ordine del giorno la proposta fatta dal Segretario Canti era abbastanza pertinente. Ci sono diversi spunti abbastanza validi. Noi riteniamo di astenerci rispetto a questo ordine del giorno viste le sensibilità del gruppo Libera.

Francesco Mussoni (Pdcs): Noi ci atteniamo all’impostazione del Segretario Canti, che ha dato piena disponibilità ad approfondire i temi. Riteniamo anche noi che non sia la sede per esprimere un orientamento in questa fase.

Sara Conti (Rf): Rf invece scegliere di appoggiare questo Odg perché come abbiamo sempre dichiarato non ci vogliamo schierare a prescindere con il porta a porta ma osserviamo i dati, e al momento i dati che abbiamo dicono che nei Castelli con il porta a porta si supera il 70 per cento di differenziazione rifiuti.

 

San Marino News Agency

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