Contro l’Anis

Contro l’Anis

La lettera inviata “A TUTTI GLI IMPRENDITORI” dall’ANIS il 6 aprile 2010 (Prot. 510/164) firmata dal Segretario Generale non è proprio stata gradita dall’OSLA per via dei toni al di sopra delle regole e del normale confronto civile tra le categorie economiche, che hanno lasciato il posto ad un obiettivo strumentale basato su dati falsi e ad un atteggiamento distruttivo per quel valore oggi necessario che è il fare sistema nei fatti.

La lettera dell’ANIS (allegata) invita “TUTTI GLI IMPRENDITORI” ad aderire alla loro associazione per risolvere i problemi del paese, dimenticando la Legge n.7 del 1961 e proponendosi come il “nuovo”, gettando fumo negli occhi e mostrando un trasformismo sospetto per accaparrarsi, in una fase delicata come quella attuale, il consenso degli imprenditori.

Elaborazione e comunicazione di dati falsi e strumentali, tendente ad assumere un ruolo di lotta politica che non deve competere ad un’associazione di categoria. OSLA non critica l’ANIS, ma i metodi del suo Segretario Generale, che si arroga il diritto di rappresentare “TUTTI GLI IMPRENDITORI” mentre si è rinchiuso nel suo castello, vuole decidere tutto ignorando le Leggi sammarinesi e ponendosi al di sopra di esse. Altre associazioni di categoria al contrario propongono, non rivendicano un ruolo, hanno firmato l’accordo tripartito in luglio per correttezza e assieme a tante altre parti sociali compreso il Governo e l’UNAS. Ricordiamo come la trattativa al tavolo tripartito fu condotta proprio da uno strettissimo gruppo di dirigenti dell’ANIS, che rilanciarono le percentuali di aumento con la contrarietà degli altri e solo all’ultimo minuto, per considerazioni diverse, non sottoscrissero l’accordo dopo mesi di trattativa da loro condotte.

OSLA non ha inclinazioni politiche e lo dimostra la frequente rotazione (turn over) dei ruoli dirigenziali sempre affidati a persone competenti e spendibili.

Questa lettera è l’ennesima dimostrazione dell’arroganza di uno strettissimo gruppo di dirigenti dell’associazione degli industriali, che in un momento di difficoltà non sa far altro che attribuire alle altre organizzazioni di categoria, presunte colpe con calcoli travisati, invece di cercare di rinnovarsi e formulare proposte concrete per il futuro del sistema socioeconomico (senza fermarsi al solo concetto di competitività unicamente legato alla leva del costo del lavoro pedantemente indicato come troppo alto e mai comparato scientificamente con quello italiano).

Cercare di sottrarre associati alle altre organizzazioni di categoria con strumenti al limite della decenza e di marketing improvvisato non fa onore ad un’associazione che rappresenta importanti settori dell’industria di produzione, in attesa di progetti ed innovazione per uscire dall’attuale empasse congiunturale.

OSLA è stanca di prendere lezioni da un personaggio che da decenni detta la linea dell’associazione degli industriali e che ha avuto ampiamente modo di dimostrare gli effetti delle sue qualità e competenze.

OSLA in questo momento di difficoltà è al fianco di quelle imprese che operano realmente con dinamicità e che nonostante le tante difficoltà sanno e vogliono mettersi in gioco con spirito di intraprendenza e di innovazione per garantirsi una nuova competitività. Questo strettissimo gruppo di dirigenti ci ricorda l’elefante che si muove nel negozio di cristallo, impacciato, lento e incurante delle regole, mentre altri progettano lo sviluppo di un nuovo futuro.

OSLA crede fermamente che il termine di rappresentatività per i datori di lavoro debba essere il numero di aziende associate e non il numero dei lavoratori impiegati nelle aziende associate, sempre se vogliamo che l’impresa sammarinese possa crescere e avere un futuro con espansione di posti di lavoro.

Scrive il Segretario Generale dell’ANIS: “Per il biennio 2009/2010, infatti, le intese da loro raggiunte con i sindacati prevedono aumenti completamente al di fuori del contesto economico:

– Osla + 3,70% per le aziende industriali ed artigianali loro associate

+ 4,05% servizi ed edilizia sempre per le aziende loro associate;

– Usot + 7,25% alberghi e ristoranti

– USC e Osla +5,60% per il commercio”

Fermo restando che l’unico dato veritiero in termini di aumento riconosciuto per il biennio 2009/2010 dall’accordo tripartito sottoscritto a luglio anche dal Governo, dall’OSLA e dall’UNAS (che stranamente non viene citata in questi calcoli) e che complessivamente per i due anni vede un + 3,70% per le aziende industriali ed artigianali; resta oscuro e non trova riscontro legislativo la catalogazione limitativa di applicazione di quell’accordo tripartito che rientra nella coercitività della Legge n.7 del 1961, che non prevede catalogazioni e differenze per le imprese associate ad una o all’altra associazione di categoria nell’applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro.

Il citato e presunto aumento, ad opera dell’OSLA del + 4,05%, per i servizi ed edilizia, per quanto riguarda i servizi non esiste alcuna piattaforma contrattuale sottoscritta e che prevede l’aumento indicato, essendo il contratto scaduto al 31/12/2009 ed esistendo la sola BOZZA DI RINNOVO CONTRATTUALE 2010/2011/2012 presentata dai sindacati ad OSLA e non sussistendo alcuna sottoscrizione a riguardo.

Per l’edilizia è scorretto parlare di aumento in quanto OSLA ha riconosciuto l’indennità di vacanza contrattuale come stabilito dal contratto di lavoro, la cui parte economica è scaduta al 31/12/2009 e che era stato sottoscritto da tutte le parti sociali, compresa l’ANIS, per il rinnovo contrattuale valido dal 1/01/2008 – 31/12/2010.

L’aumento del + 7,25% alberghi e ristoranti che coinvolge non solo l’USOT, ma anche l’OSLA scade il 31/12/2010 e i suoi effetti e condizioni si riferiscono ad un periodo economico di sottoscrizione del contratto per il 2008/2009/2010, in cui la previsione inflazionistica 2008/2009 era del + 4.50%.

Del + 5,60% citato e presunto aumento, ad opera di USC e OSLA per il commercio non esiste alcuna piattaforma contrattuale sottoscritta e che prevede tale aumento, essendo il contratto scaduto al 31/12/2009 ed esistendo la sola BOZZA DI RINNOVO CONTRATTUALE 2010/2011/2012 presentata dai sindacati e non sussistendo alcuna sottoscrizione a riguardo.

Per tranquillizzare questo strettissimo gruppo di dirigenti dell’ANIS, nella pericolosissima eventualità che dovesse riconoscere aumenti troppo impegnativi e nell’impossibilità di prevedere il futuro con la sfera di cristallo nel momento in cui vengono sottoscritti i contratti che si applicano ovviamente su anni avvenire, anche con condizioni di congiuntura economica sensibilmente diversi tra il momento della sottoscrizione e la scadenza del contratto, esiste lo strumento del conguaglio per il recupero delle somme derivanti da aumenti già percepiti con sottoscrizione di contratti con percentuali di aumento retributivo inferiore.

OSLA non utilizza il mezzo della protesta fine a se stessa, ma quello della proposta progettuale ed opera sul territorio promuovendo la formazione degli operatori nella gestione del cambiamento. Si è resa conto del cambiamento del paradigma economico e non si ferma alla finestra con la nostalgia dei tempi passati e da riprogettare su nuovi binari di un economia reale (che non è solo quella di produzione).

OSLA riflette sui motivi che portano il Segretario Generale dell’ANIS ad esplicitare in conclusione alla lettera: “Questa iniziativa intende farci conoscere e darle l’opportunità di valutare un’eventuale adesione alla nostra associazione dove tanti imprenditori seri e capaci sono impegnati nella tutela e nella promozione dei valori d’impresa.”, quando tale affermazione non è mai stata messa in discussione da nessuno.

OSLA non è disponibile ad assistere ancora ad una falsa contesa attorno allo 0,0 percento delle retribuzioni dei nostri dipendenti, mentre i problemi del paese restano assieme alla forte difficoltà di qualcuno nel fare sistema per salvare l’impresa sammarinese e i posti di lavoro, mettendo a rischio la garanzia di una coesione sociale, di un buon reddito, di un livello dei diritti civili e di tutte quelle protezioni che è facile rivendicare, ma difficile assicurare.

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