Coordinamento Frontalieri San Marino su conferma franchigia

Coordinamento Frontalieri San Marino su conferma franchigia

Il Coordinamento Frontalieri San Marino, ha appreso la notizia dell’accordo raggiunto tra esecutivo e Commissione relativo alla conferma della franchigia, diminuita però a 6.700 euro.
Con amarezza dichiara che, se il provvedimento dovesse essere confermato, di aver ottenuto una vittoria di Pirro.
Va fatta una doverosa premessa: confermiamo la nostra stima e la nostra gratitudine a tutti i Parlamentari che, con spirito totalmente bipartisan, hanno sostenuto fino all’ultimo la nostra causa.
Dobbiamo però prendere atto che il Governo Italiano, dimostrando enorme miopia politica, ha mercanteggiato sulla pelle di decine di migliaia di frontalieri con questo provvedimento che ci umilia e ci mortifica, perchè calpesta la nostra dignità di lavoratori. Se la diminuzione è dovuta alla copertura finanziaria, la nostra risposta è che i Frontalieri per lo Stato Italiano non sono un costo ma una risorsa, visto che produciamo reddito all’estero e lo spendiamo in Italia.
Si conferma il principio della Franchigia, è questo deve essere un punto fermo adesso e in futuro, ma la sua diminuzione è intollerabile per diversi motivi.
E’ intollerabile perchè già gli 8.000 euro facevano parte di un provvedimento di diversi anni fa, e mai ricapitalizzato al costo della vita. In tempi di crisi è giusto stringere la cinghia, possiamo capire le difficoltà nel ricapitalizzarlo, ma francamente la diminuzione suona come una presa in giro.
E’ intollerabile perchè si somma all’art. 56, provvedimento assurdo e razzista emanato dal Governo di San Marino, che discrimina le condizioni dei lavoratori residenti da quelle dei frontalieri.
E’ intollerabile perchè a parte le belle parole dense di demagogia, i due Governi dopo ormai un decennio non hanno ancora siglato un accordo che stabilizzi con leggi ordinarie una volta per tutte la nostra condizione.
E’ intollerabile perchè permane la discriminazione anche sul fronte dei diritti, primo fra tutti il tempo indeterminato, che ci pone in una condizione di precarietà e di ricattabilità.
La nostra risposta non si farà attendere. Nei prossimi giorni il direttivo del Coordinamento si riunirà per decidere le azioni da intraprendere, interpellando ovviamente anche la base. Resta inteso che ci batteremo fino a quando tutte queste situazioni non si saranno normalizzate.

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