Costi mensa scolastica. Su

Costi mensa scolastica. Su

Nel comunicato stampa del 9 marzo della Commissione Consiliare Affari Costituzionali e Istituzionali, si legge che il Segretario Morri in una seduta tenutasi lo stesso giorno, avrebbe affermato che “ogni bambino per i pasti costa annualmente 9 mila euro allo Stato” ai quali bisogna aggiungere “i costi per la manutenzione, per il personale, per la sicurezza e via dicendo”.
Ora, facendo un semplice calcolo, ovvero dividendo i supposti 9 mila euro per i circa 200 giorni di scuola all’anno, si ottiene che per un pranzo e due merende lo Stato pagherebbe per ogni bambino la spropositata cifra di 45 euro al giorno. A questo punto verrebbe da chiedersi se caffè e ammazzacaffè siano inclusi nel conto. Battute a parte sarebbe il caso che ogni qual volta si parla di conti pubblici la si smettesse di buttare sul tavolo delle cifre a caso, ma si mostrassero i documenti che ne attestano la veridicità.
Nel caso in questione siamo propensi pensare che ci sia stato un qualche tipo di svista da parte del Segretario. In caso contrario le possibilità sono due: o si è di fronte ad una falla amministrativa sulla quale si deve fare luce, oppure il dato è stato volutamente falsato per aprire un po’ di più le porte alle smanie di privatizzazione del governo.
A questo punto però bisogna che il Segretario Morri e la Direzione della Scuola Materna ed Elementare facciano chiarezza su tutto il procedimento di appalti di fornitura alle mense e su come vengono calcolati i dati .
Nello stesso intervento sempre il Segretario Morri introduce poi un paragone con il comune di Rimini, dove a suo dire “il costo medio è di 6 euro, con i pasti che vengono dal catering”.
Non sappiamo quale sia la realtà specifica a cui il Segretario fa riferimento, ma possiamo comunque dire che il paragone è azzardato. E spieghiamo il perché. La Regione Emilia-Romagna è a livello nazionale uno dei modelli d’eccellenza nella ristorazione scolastica: da un decina d’anni si è dotata di una legge (la n. 29 del 04/11/2002) che introduce l’uso di alimenti a filiera corta e biologici, ha attivato un servizio on-line (www.sportellomensebio.it) che fornisce informazioni utili sulla legge in questione, sui prezzi, sugli aspetti legali e amministrativi, sui menù, sulla disponibilità e sulla reperibilità dei prodotti sul mercato e, per abbattere i costi, sta lavorando molto e con ottimi risultati, sulla promozione dei grandi gruppi d’acquisto e su accordi di filiera su larga scala tra produttori, trasformatori e distributori.
Insomma, Segretario Morri, cercare di spacciare San Marino ancora come l’isola felice al di là della quale le cose possono solo andare peggio, ci pare un esercizio retorico fuori dal tempo e imbarazzante. Quegli anni, se mai sono esistiti, sono oramai solo un ricordo. Oggi sono molti di più i settori in cui San Marino ha da imparare dagli altri, che non agli altri.
Sinistra Unita

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy