Pier Roberto De Biagi, Nq Rimini – San Marino (www.nqnews.it): E le stringenti e rigide norme sul voto di fiducia. L’opposizione non può essere il salvagente / Crisi controversa e imprevedibile / Le ragioni politiche dei socialisti. Quelle “oscure” dei moderati
E’ una crisi
complessa, controversa e imprevedibile
quella che si è aperta – o
che si aprirà – a San Marino con le
dimissioni di Augusto Casali e di
Romeo Morri dal Congresso di
Stato e con il contemporaneo ritiro
del sostegno alla maggioranza
da parte delle delegazioni dei loro
Partiti e Movimenti.
Sul piano
politico qualche ragione la si può
forse intuire. Casali, attraverso
l’artificio della costituente socialista
avviata con il PSD, ha tenuto
in vita il Patto per oltre un anno
con i voti dello stesso PSD, fino
a quando quest’ultimo non si è
messo in proprio e ha poi perfezionato
l’intesa direttamente con
il PDCS. Sulla testa, naturalmente,
di Casali, il quale -par di capire- ora consuma la sua inesorabile
vendetta.
Meno decifrabile è
la scelta di Morri, difficile da ricondurre,
come lui fa, al presunto
boicottaggio della “sua” Università, ma con verosimili ragioni
nell’indole democristiana del
personaggio, coerentemente mai
ripudiata, e nella contiguità, anch’essa
mai interrotta, con esponenti
storici della DC nostrana,
che da un bel po’ non praticano la
virtù dell’ortodossia con la linea
politica e con la dirigenza del partito.
Sta di fatto comunque che -a
dispetto della genialità pelosa di
certe giureconsulte dell’Esecutivo- siamo a tutti gli effetti di fronte a
una crisi di governo.
[…]
Oggi il
Patto, con Casali e Morri di nuovo
Consiglieri, dovrebbe contare
su 28 voti. Non sufficienti per sostenere
un governo e, ancor meno,
se qualcuno volesse tentare la
prova di forza, per approvare una
riforma fiscale e magari anche
l’improvvido ordine del giorno
che la snatura prima ancora di
essere approvata.
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