Csu: ‘Gruppo Scm, nuovo schiaffo al Titano!’

Csu: ‘Gruppo Scm, nuovo schiaffo al Titano!’

Il gruppo SCM lascia a casa cinque lavoratori sammarinesi con contratto a termine al 31 luglio e due con contratto in scadenza il 30 settembre; questi sette lavoratori in forza all’azienda Minimax lasciano il posto ad altri che erano in Cassa Integrazione in Italia e distaccati presso gli stabilimenti del Titano.

“È lo stesso Gruppo e vanno impiegati prima i lavoratori a tempo indeterminato, da qualunque parte essi provengano”, dice la Dirigenza dell’azienda, visto che in Italia ci sono centinaia di persone che rischiano il posto di lavoro.

Questo ragionamento non farebbe una piega ed il nostro atteggiamento potrebbe suonare protezionistico e fuori luogo se non fosse che il Gruppo SCM proviene da diversi lustri di esenzioni fiscali a San Marino, finalizzati a salvaguardare l’occupazione in territorio, ovviamente, e di impegni disattesi.

Giova ricordare lo spostamento della Steelmec a Villa Verucchio nell’estate 2009, al fine di razionalizzare la produzione, conglobando carpenteria, lavorazioni meccaniche e verniciatura in un unico sito; un’operazione non ostacolata da Governo e Sindacato in quanto era prevista la ricollocazione dei lavoratori in “una nuova attività produttiva e di logistica presso lo stabilimento ex CAMS MACCHINE”.

Non appena operato lo spostamento degli impianti della Steelmec, l’azienda ha fatto sapere che erano cambiate le condizioni ed il piano non sarebbe stato rispettato. Era chiaramente un piano premeditato per smantellare uno dei siti sammarinesi e continuare a beneficiare delle esenzioni fiscali concesse da San Marino fino all’esercizio 2011.

Il risultato è che la metà dei lavoratori Steelmec, che allora erano 36, sono già rientrati negli altri stabilimenti a San Marino (principalmente alla Minimax); il rientro dei restanti lavoratori avverrà non appena sarà completata la formazione dei dipendenti italiani.

Quindi, le esenzioni fiscali sono state utilizzate dal 2009 al 2011 per portare economia in Italia, piuttosto che per mantenerla a San Marino, e per questo riteniamo che il Governo debba intervenire affinché la società sia chiamata a pagare integralmente le tasse che dal 2002 al 2011 ha versato all’erario nella misura del solo 2,4% degli utili, per citare l’ultimo decennio di sgravi fiscali.

Riepiloghiamo gli ottimi risultati d’esercizio del gruppo SCM a San Marino dal 2006, senza andare ancora più indietro: dal 2006 al 2008 tra gli 11 ed i 14 milioni di euro; nel 2009, 3 milioni di euro; nel 2010, oltre 6 milioni di euro; nel 2011 e 2012, in entrambi gli anni oltre 8 milioni di euro.

Alla faccia della crisi!!! Questo ci fa venire ancora più rabbia, visto che avevamo chiesto solamente di prorogare i contratti a termine fino al 30 settembre, al fine di verificare l’andamento della produzione, che anche nel 2013 sta andando bene, e la possibilità di eventuali prepensionamenti volontari, visto che negli stabilimenti sammarinesi nei prossimi anni molte persone compiranno 60 anni di età.

Ciò per consentire sia il reintegro di tutti i lavoratori Steelmec, che la conferma dei contratti a termine. L’azienda ha risposto che è disposta a valutare i prepensionamenti, anche al fine di continuare con i distacchi di lavoratori assunti in Italia. Ci vuole una bella faccia tosta a chiedere di elargire ammortizzatori sociali per occupare altri lavoratori, invece di ridurre i disoccupati a San Marino!

Ma non è finita: anche il Governo si era associato alle nostre richieste e l’ANIS, che ha sostenuto in tutto e per tutto le tesi aziendali, aveva però affermato che avrebbero riflettuto un altro paio giorni, comunicando prima all’Esecutivo la relativa decisione.

Il giorno dopo ai lavoratori sammarinesi sono state consegnate le lettere di licenziamento (ovvero le comunicazioni del non rinnovo del contratto) ed il Governo lo è venuto a sapere da noi.

Quindi, per il gruppo SCM e l’ANIS la Repubblica di San Marino è solo un territorio da sfruttare, vista la “generosità” con la quale ha sempre trattato le imprese. Una simile arroganza ha già avuto la risposta dei lavoratori della Minimax, che oggi hanno scioperato a singhiozzo, mentre domani alle 8.30 tutti i dipendenti delle aziende sammarinesi del Gruppo saranno sul Pianello, in attesa di conoscere i risultati dell’incontro che alle 8.45 la FLI-CSU avrà con il Governo che, crediamo, debba difendere l’immagine dello Stato e dei suoi lavoratori nei confronti di chi pensa che, siccome è grande, può fare quello che gli pare.

Per cominciare, chiediamo al Governo di bloccare i distacchi, liberalizzati dal Decreto Mussoni del 2011, e poi di associarsi a noi nel chiedere conto all’azienda rispetto ai suoi intendimenti futuri, oltre che farsi pagare le tasse indebitamente esentate per svariati milioni di euro.

 

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