Csu sulla rappresentatività del terzo sindacato, Usl

Csu sulla rappresentatività del terzo sindacato, Usl

In relazione alla vicenda riguardante la convocazione dell’incontro sul “tavolo unico” poi spostato al pomeriggio di venerdì 27 marzo alle 16.30 a seguito della presa di posizione della CSU, CSdL e CDLS consegnano nello stesso incontro odierno una lettera indirizzata a tutti i membri del Congresso di Stato, a firma dei Segretari Generali Giovanni Ghiotti (CSdL) e Marco Beccari (CDLS). Lettera il cui testo si riporta integralmente.

“Le scriventi CSdL e CDLS, a seguito della convocazione da parte dell’Esecutivo del ‘tavolo unico’ per i rinnovi contrattuali e le politiche a sostegno dell’economia ricevuta giovedì 26 marzo, nella quale compare la sigla dell’USL, sottolineano che tale sigla non ha i requisiti necessari per partecipare ai tavoli contrattuali. A questo proposito si precisa che la sigla USL:

– ha raccolto solo poche centinaia di firme di adesione, e ad oggi non risulta se, e in quale numero, i firmatari siano stati trasformati in regolari iscritti, anche perché negli uffici competenti e nelle aziende non sono presenti deleghe d’iscrizione. Ciò conferma la mancanza di rappresentatività di questa sigla nel mondo del lavoro, il che porterebbe all’insostenibile paradosso di legittimare la contrattazione con chi ha solo poche decine di semplici aderenti in singoli settori economici.

– Oltre 150 lavoratori iscritti alle nostre Confederazioni che risultano essere tra i firmatari della USL, in realtà hanno sempre dimostrato, sia giuridicamente che concretamente, di voler essere rappresentati da CSdL e CDLS. Lo testimonia la partecipazione alle nostre assemblee, l’utilizzo dei nostri servizi, il regolare pagamento della quota di iscrizione volontaria e, nelle ultime settimane, anche la partecipazione attiva a diversi appuntamenti congressuali.

– Non ha presentato pubblicamente alcuna proposta o programma sindacale e, soprattutto, non ha sottoposto alla valutazione e alla votazione dei lavoratori nessuna piattaforma contrattuale. Non abbiamo notizie di assemblee sui posti di lavoro o in altre sedi, né durante né fuori l’orario di lavoro.

– I dirigenti della USL non sono stati eletti democraticamente, attraverso le procedure democratiche in essere presso le Organizzazioni Sindacali, trattandosi in sostanza di una semplice autodesignazione.

Un eventuale riconoscimento giuridico del Tribunale, certamente non scontato, autorizzerebbe in ogni caso l’USL a svolgere attività sindacale, ma non a sottoscrivere i contratti collettivi unici generali di lavoro. L’autorizzazione a sottoscrivere i contratti la danno solo i lavoratori, iscritti e non al sindacato che hanno delegato CSdL e CDLS a farlo, dopo centinaia di assemblee, concluse con una votazione su scheda a scrutinio segreto, esprimendo ampio consenso sui contenuti. Prima bisogna avere una piattaforma, poi bisogna sottoporla al giudizio dei lavoratori. L’USL non ha compiuto questo iter democratico. Né a San Marino, né in tutti i Paesi democratici nel mondo è possibile sottoscrivere un contratto senza la preventiva approvazione dei lavoratori, iscritti e non iscritti.

Invitando quindi l’USL al tavolo della trattativa, il Governo compie una inaccettabile forzatura che crea turbativa alla contrattazione. In questa fase così delicata e difficile, dove è necessaria la massima coesione sociale, il Governo non può legittimare una sigla vuota, creando così incertezza e confusione sul terreno fondamentale della rappresentatività sindacale.

Ricordiamo inoltre che su tale vicenda grava ancora un’iter giuridico incredibilmente lento che crea ulteriore incertezza e confusione e che non dà garanzie a nessuna delle parti. Lasciamo infine al Governo la responsabilità di far partire nel migliore dei modi il tavolo dei rinnovi contrattuali, rispetto a cui tutto il mondo del lavoro si attende importanti risultati, nella direzione di sostenere i lavoratori e le loro famiglie in questa delicatissima fase di crisi economico-occupazionale.”

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