Ddc sul rapporto religione e politica a San Marino

Ddc sul rapporto religione e politica a San Marino

C’era da aspettarselo ed è così che puntualmente è entrato in campo, in questo anticipo di campagna elettorale, il tema del rapporto tra ispirazione religiosa e impegno pubblico. E, differentemente dai momenti di confronto verificatisi nelle precedenti tornate elettorali, questo delicato argomento si colloca oggi con maggiore vigore nel bel mezzo dell’arena politica. I Democratici di Centro si sono posti, sin dalla loro costituzione, un preciso obiettivo: quello di costruire un Movimento politico solido, non transitorio, capace di intercettare quello spazio elettorale di centro che rappresenta moralmente e culturalmente la maggioranza dei sammarinesi. Una forza capace di coniugare laicamente l’ispirazione religiosa e il sentimento politico liberale, in un centro rigenerato attorno ad un’idea aperta, generosa e insieme severa del futuro, alla ricostruzione dei legami allentati, al superamento di egoismi e particolarismi che la deriva personalistica ha riportato all’apogeo. Stare al centro non vuol dire, perciò, ritrovarsi nel luogo più comodo, ma cercare di perseguire l’interesse generale rinnovando, prima di ogni altra cosa, un patto tra i sammarinesi, che li porti a riconoscere un loro minimo comune denominatore, anche morale, un’identità che tutti possiamo condividere e una cittadinanza che abbia per ciascuno eguale significato. In questa ricerca, che impegna i cittadini e la politica, non possiamo non ricordare come il mondo cattolico abbia avuto un ruolo e un’influenza straordinari nella nostra storia. Per cui oggi non si può che partire da qui, laici e cattolici insieme. Ma occorre partire laicamente. Non dimenticando che il riverbero politico e civile del cattolicesimo, anche a San Marino, è stato quello di costruire proposte e soluzioni mediane, di fondare il proprio impegno sul valore della società civile e di fronteggiare le altre culture con uno straordinario e discreto senso della misura. E’ anche in virtù di questo atteggiamento che i cattolici sammarinesi impegnati nelle istituzioni hanno esercitato una funzione decisiva nella ricostruzione delle basi per la convivenza, all’indomani della seconda guerra mondiale. Così come lo hanno fatto poi, nel corso degli anni, conoscendo e praticando la distinzione tra fede e politica, nobilitando la prima e rispettando pienamente, come si conviene in uno Stato laico, l’autonomia delle istituzioni. Per questo, oggi ancora più di ieri, occorre mantenere fermo il rispettivo ancoraggio dell’ispirazione cristiana da un lato e della libertà politica e civile dall’altro. Ma serve anche tenersi a prudente distanza dal rischi di un uso improprio della religione. I Democratici di Centro restano interpreti fermi e fedeli di quella tradizione democratica e cristiana ispirata alla dottrina sociale della Chiesa, dalla quale hanno tratto, in passato, impulso e guida, ma intendono anche farsi promotori di una nuova rinascita. E chi vuole veramente ricominciare ha il dovere di essere innovativo e virtuoso, senza illusioni e senza velleità, ma con umiltà e realismo, come si conviene ad una dirigenza politica ormai sufficientemente esperta e consapevole delle responsabilità che le competono” (comunicato Ddc)

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