Democratici di Centro – Europopolari: S.O.S. San Marino!

Democratici di Centro – Europopolari: S.O.S. San Marino!

S.O.S. SAN MARINO!!! 

In questi giorni aleggia un forte
senso di smarrimento e di sbigottimento in Repubblica: lo avvertono
tremendamente gli imprenditori, i liberi professionisti, i lavoratori
dipendenti, i moltissimi giovani in cerca di occupazione e tantissime famiglie.

Le stesse parole provenienti in
queste ore – non da Pechino, non da Kuala Lumpur o da Shangai! – ma dalle
autorità amministrative, giudiziarie ed istituzionali del territorio a noi
circostante pesano purtroppo come pietre.

Di fronte a questo scenario in
continuo divenire – un divenire sempre più grave e nefasto – il solo tentare di
adottare la politica dello struzzo o, peggio, di chi si sente offeso per il
mancato riconoscimento del lavoro svolto serve a poco.

Diciamo anzi che non serve proprio a
nulla.

Dobbiamo invece renderci
assolutamente conto che il contesto globale nel quale è maturata la grave crisi
economico-finanziaria che da oltre due anni investe la Repubblica di San Marino
pone per quest’ultima un’esigenza di adattamento radicale del proprio modello
economico, affinché essa trovi nuovi spazi per garantire prosperità e sviluppo
sostenibile alle sue generazioni future.

Alla Repubblica si è imposto
d’intraprendere un imponente sforzo volto ad adeguare il funzionamento delle
proprie istituzioni agli standard internazionali. Tuttavia, questo processo di
adeguamento di per sé non basterà ad assicurare all’economia sammarinese il
riavvio di quella rapida crescita che ne ha caratterizzato il recente passato.

Di questo occorre essere
assolutamente consapevoli.

Anzi, quanto più l’adeguamento agli
standard sarà compiuto, tanto più risulteranno azzerati molti dei vantaggi
comparati che il modello economico tradizionale della Repubblica ha reso
possibile e che sono stati all’origine della crescita passata.

Parte di tale crescita, peraltro, è
anche derivata da attività opache e non etiche.

Attività che hanno, sì, portato
denaro facile” al Paese, ma che, oltre a comprometterne l’immagine nella
comunità internazionale, hanno anche mortificato la capacità creativa della
società, rendendola impreparata al mondo di oggi.

Compiuto il necessario adeguamento
agli standard, l’eventuale mancata adozione di un nuovo modello di sviluppo
rischierà di generare regresso economico e impoverimento sociale. San Marino
deve creare fonti di ricchezza sane e sostenibili, ed acquisire competitività
internazionale.

Ma per farlo c’è l’obbligo di
mettere in piedi un passaggio culturale imprescindibile per la nostra intera
comunità.

Per la società sammarinese si tratta
di accettare, infatti, una sfida storica.

La più antica Repubblica del mondo
dovrà saper rigenerare se stessa in questo primo scorcio di nuovo millennio,
attraverso uno sforzo collettivo e unitario, e cogliere l’occasione posta
dall’attuale difficile crisi per andare oltre gli standard che le sono stati
imposti e dimostrare un’autonoma volontà di acquisire capacità produttive
d’eccellenza.

Per far ciò dovrà saper attrarre dal
mondo esterno forze creative e metterne a frutto il contributo per diventare un
attore – sia pur piccolo – dell’economia globale. Ma per farlo la politica deve
aprirsi totalmente al mondo dell’impresa sammarinese sana, dei lavoratori
autonomi, delle forze sociali e dei giovani con coraggio e soprattutto senza
alcun timore nel vedere messa in discussione la propria posizione.

Non ci sono rendite di posizione
politiche e personali, infatti, più da salvaguardare.

In ballo c’è solo e soltanto
l’identità e la dignità di uno Stato da tutelare e da difendere con quella
capacità di trasparenza e di propensione al dialogo – in primo luogo con coloro
che operano attorno ai nostri confini – per tentare di mettere pienamente in
sicurezza la nostra intera comunità.

Costituente di Centro (DdC – EPS)
San Marino, 26 febbraio 2011

 

 

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