Dopo 50 anni, la chimera delle aree PEEP. Eraldo Giudici

Dopo 50 anni, la chimera delle aree PEEP. Eraldo Giudici

Il Consigliere Comunale Eraldo Giudici commenta il protocollo d’intesa denominato PEEP, in questi giorni al centro di un accordo fra Lega delle Cooperative e Confcooperative.


Lega delle Cooperative e Confcooperative hanno siglato, nei giorni scorsi, un protocollo d’ intesa denominato ‘Un Patto per la grande città’ per rilanciare i Piani P.E.E.P.

Da quasi mezzo secolo la Legge n. 167 /1962 all’art. 1 (la cosiddetta legge PONTE) prevede che i Comuni con popolazione superiore ai 50.000 abitanti o che siano capoluoghi di Provincia debbano formare un piano delle zone PEEP, mentre l’art. 3 dispone che i PEEP abbiano un’estensione non inferiore al 40 per cento di quella necessaria a soddisfare il fabbisogno di edilizia abitativa.
La recente L.R. n. 6/2009 all’art. 15 prevede giustamente che nei nuovi insediamenti o negli interventi di riqualificazione si concorra alla realizzazione di edilizia residenziale sociale nelle forme stabilite dagli strumenti di pianificazione urbanistica.

Per questo, anche alla luce della crisi economica attuale, di fronte ai ritardi di questa amministrazione occorre rilanciare una efficace politica per la casa, per ridurre i prezzi degli alloggi e i canoni di locazione, adottando un nuovo programma di edilizia economica e popolare, dato che il precedente fu approvato con D.M. dei LL.PP. n. 1077 del 15/01/1966 e si è ormai esaurito da tempo.

Il problema di fondo è la carenza di aree a basso costo, questione che si è complicata da quando sentenze di tribunali e nuove normative sugli espropri hanno imposto valori di esproprio delle aree prossimi a quelli di mercato.

Alcuni giorni fa abbiamo depositato in Consiglio Comunale una nostra proposta di delibera per la modifica dell’art. 10 bis delle NTA/PRG vigente per la semplificazione e l’accelerazione delle procedure e l’alleggerimento di certi ed impropri gravami previsti dal vigente PRG, su molte delle aree di espansione, soggette a schede di progetto.

Secondo noi si può giungere, senza espropri, ma con accordi bonari, alla ricostituzione di un patrimonio di aree disponibili per interventi pubblici, sia per l’edilizia PEEP convenzionata, che per la sovvenzionata: a proprietà indivisa o di ERP (case popolari) .

Ma questa maggioranza da anni continua a rimandare al PSC e al RUE, che sono ancora da adottare, mentre occorreranno mesi, se non anni, per la loro approvazione definitiva .

Poi occorrerà attendere altro tempo per avere un efficace Piano operativo del nuovo Sindaco (POC).

Per questo ribadiamo l’urgenza di adottare, a prescindere dal percorso di PSC e RUE , un programma di nuove aree PEEP , sosteniamo quindi convintamente l’impegno del mondo della cooperazione, non senza stigmatizzare l’incapacità di governo di questa città, che da oltre 40 anni non ha più visto una vera e propria politica per la casa , ma invece ha visto l’impegno politico su altri, pur legittimi, interessi immobiliari .

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